analogico_09 Inviato 15 Dicembre 2024 Inviato 15 Dicembre 2024 Magari un confessore potrebbe aiutare a capire le ragioni che portano taluni a pensare che le cose all'improvviso non vadano più bene. Si scoprirebbe forse che il limite sia nell'intolleranza che porta detti taluni a temere che sia entrato un diavolo in chiesa... Si capirebbe che la chiave per andare ancora a lungo avanti in piena libertà e felicità sia nell'accantonare le proprie rigidità, nell'accettazione della pluralità delle voci che non imediscono a nessuno di esprimere le proprie istanze argomentative in un contesto discorsivo che non sia a senso unico om peggio a postaggio condizionato. La serenità uno sa la deve saper dare in proprio, se possibile e se non non serve cercare di attribuire la responsabilità al prossimo...
analogico_09 Inviato 15 Dicembre 2024 Inviato 15 Dicembre 2024 Ancora Larry Coryell, mi piaceva e ancora mi piace la musica del disco "Spaces" che esprimeva il jazz vitale degli anni '70. You tubo lo offre solo a pagamento, si rintraccia questa edizione con una brutta cover diversa dall'opriginale che acquistain all'epoca. la cover originale, o di prime stampe. E che "gruppo" Larry Coryell – guitar John McLaughlin – guitar Chick Corea – electric piano Miroslav Vitouš – double bass Billy Cobham – drums
one4seven Inviato 16 Dicembre 2024 Inviato 16 Dicembre 2024 @analogico_09 la cover cambia già nel 74, con le prime ristampe. Ma ne ignoro il motivo... Di recente vengono usate entrambi, a seconda del mercato in cui viene distribuito. In Giappone usano l'originale, in occidente l'altra. Boh.. 1
analogico_09 Inviato 16 Dicembre 2024 Inviato 16 Dicembre 2024 33 minuti fa, one4seven ha scritto: In Giappone usano l'originale, in occidente l'altra. Boh.. La secoda è pessima.., strane scelte in effetti... 🤷♂️
damiano Inviato 16 Dicembre 2024 Autore Inviato 16 Dicembre 2024 Di Larry Coryell apprezzo molto Offering edito dalla Vanguard nel 74, come era del 74 il September Man di Catherine, che ho postato ieri. Anche il 1974 è un anno importante per le.cose che nascono come costola del jazz mainstream. È l'anno di Apocalypse di Mahavishnu Orchestra, nella nuova formazione, e che è un lavoro seminale nel suo genere. Torniamo ad Offering di Larry Coryell ed ascoltate il primo brano "Foreplay". Si susseguono gli assoli di Steve Marcus al soprano, di Coryell ed in crescendo notevole di Mike Mandel al piano Fender con effetto di distorsione. Enjoy 🙂 Ciao D.
analogico_09 Inviato 16 Dicembre 2024 Inviato 16 Dicembre 2024 Il 2/11/2024 at 07:44, senek65 ha scritto: Ma, mi ripeto, è assurdo star qui a decidere se questo o quello sia jazz al 100% o cosa. Ma a chi importa? Rilasciano una patente? Son cose da bambini di 5 anni. Uno come Metheny , o come poteva essere Zawinul o lo stesso Gurtu, sono semplicemente musicisti liberi. Liberi e immensi, tanto da porter spaziare ovunque con grandi risultati. Tutto qui. Il tifo lasciamolo al calcio. Senza dover chiedere il permesso a nessuno, fuor di polemica bensì per tentare un chiarimento magari "riavvicinatorio", a qualcuno potrebbe invece importare, ritrovarsi interessato a comprendere come si evologano le cose musicali e si differenzino senza per questo segnare degli steccati, aperti invece alle distinte esperienze evolutive ed insieme involutive, è nel gioco della vita e dell'arte la duplicità, riscontrabili all'interno dei vari generi musicali, finanche in uno stesso genere musicale. Per fare qirsto non servono le "patenti", basta avere mente aperta e buon senso. E' risaputo, è il timore del giorno largamento diffuso, che quasi tutti i "generi" musicali, dalle forme "colte" a quelle "popolari", stiano soffrendo sul piano della creatività e dell'innovazione, cosa che. volte ci porta a rimpiangere il passato.., se n'è parlato spesso qui nel forum. Ciò riguarda il rock/pop nelle molteplici declinazioni, la musica world, l'etnica, il jazz, le varie forme di fusion, etc., la "classica" fa un po' caso a se, andrebbe fatto un altro discorso da punti di vista diversi. Saper distinguere credo sia valore aggiunto, meglio che seguire indistintamente l'onda omologatrice. Non c'è nulla di più "serio" ed importante di un bambino che gioca. Il peggior guaio dell'essere umano credo sia nell'aver dimenticare il bambino che resta in se, nascosto in qualche remoto angolo della psiche, quando non resta schiacciato dalle sovrastrutture mentali, culturali, ideologiche (kubrick nei suoi film docet). Ci terrei in ultimo a ribadire che quanto significato nella parte del quote sottolineata tale "metodo" o attitudine sia sempre stato il mio faro guida per quanto riguarda il senso del rispetto e la passione provato per tutte le musiche del mondo di ogni tempo senza esclusioni, distinguendo naturalmente tra ciò che legittimamente possa piacermi e non piaceremi, riservandomi la legittima e sacrosanta facoltà di imparare a distinguere tra le varie cose dell'arte dei suoni, senza pregiudizi e tifoserie di sorta e senza seguire supinamente la scia.
analogico_09 Inviato 16 Dicembre 2024 Inviato 16 Dicembre 2024 20 minuti fa, damiano ha scritto: Di Larry Coryell apprezzo molto Offering edito dalla Vanguard nel 74, come era del 74 il September Man di Catherine, che ho postato ieri. Anche il 1974 è un anno importante per le.cose che nascono come costola del jazz mainstream. È l'anno di Apocalypse di Mahavishnu Orchestra Credo che queste musiche siano già avviate verso la fusion virata al "bianco" più conclamata che diventa la "polpa" delle nuove esperienze fortemente segnate dal pop/rock; del jazz mainstream restano alcuni importanti retrogusti, nel beat forse, nell'improvvisazione che era in uso anche nel rock, nei virtuosismi strumentali di rilievo derivanti più dal jazz. Ai tempi seguivo con piacere questi "cambiamenti" mentre il jazz era ancora vivo e padrone del mio "cuore"... Non ancora Mahavishnu, se non ricordo male, di McLauglin ho amato e amo molto il precedente My Goal's Beyond un capolavoro unanimemente definito tale del chitarrista britannico che si snoda tra jazz e musica indiana con un lato B dedicato alla riscoperta chitarra acustica suonata con virtuosismo e feeling, immaginazione jazzistica da John. Alle prese con il leggendario Goodbye Pork Pie Hat composto da Mingus dedicato al "cappello" di Lester Young. Senza starci a formalizzare ascoltiamolo qui... 1
Questo è un messaggio popolare. damiano Inviato 16 Dicembre 2024 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 16 Dicembre 2024 49 minuti fa, analogico_09 ha scritto: My Goal's Beyond un capolavoro unanimemente definito tale del chitarrista britannico che si snoda tra jazz e musica indiana con un lato B dedicato alla riscoperta chitarra acustica suonata con virtuosismo e feeling, Si My Goal's Beyond è un capolavoro ma John -sua maestà- McLaughlin ha fatto tante incursioni sugli autori simbolo del jazz propriamente detto. E, secondo me, lo faceva anche per dimostrare la propria radice culturale, il messaggio era io suono la Rex Bogue ma ho studiato, ho fatto mio e sono capace di suonare lo scibile jazz. After the Rain, Verve - 1995 va in questa direzione, a partire dal titolo. Il disco arrivò fino al 9 posto del Billboard Top Jazz Albums. Ecco o le "Cose Preferite" di JML con Joey Di Francesco ed Elvis Jones. Ciao D. 2 1
analogico_09 Inviato 16 Dicembre 2024 Inviato 16 Dicembre 2024 39 minuti fa, damiano ha scritto: Si My Goal's Beyond è un capolavoro ma John -sua maestà- McLaughlin ha fatto tante incursioni sugli autori simbolo del jazz propriamente detto. E, secondo me, lo faceva anche per dimostrare la propria radice culturale, il messaggio era io suono la Rex Bogue ma ho studiato, ho fatto mio e sono capace di suonare lo scibile jazz. E già, proprio così JMcL è il sovrano assoluto tra i re della chitarra jazz e d'intorni. Tra l'altro JMcL aveva anche il sentimento, il profondo "groove" del jazz nero che sono cose che non si "studiano", come il talento che o ce l'hai o non ce l'hai... e se il chitarrista nun ce l'avesse avuto il "sentimento" giusto non avrebbe mai potuto suonare questa "intro" metafisica per preparare ai più altri livelli immaginifici - come nessun altro musicista sarebbe stato in gradi di fare - l'ingresso al "pricipe della luce e delle tenebre" lanciato in uno dei suoi assoli jazz , sempre "accompagnato" dallo strepitoso John, più stupefacenti e strazianti! ... ☀️ 🦇 1
mauriziox60 Inviato 16 Dicembre 2024 Inviato 16 Dicembre 2024 3 ore fa, damiano ha scritto: Apocalypse In effetti un gran disco che vale la pena menzionare in questo thread interessante, istruttivo e stimolante 1
Questo è un messaggio popolare. ascoltoebasta Inviato 16 Dicembre 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 16 Dicembre 2024 1 ora fa, mauriziox60 ha scritto: questo thread interessante, istruttivo e stimolante Condivido e a tal proposito propongo un CD di cui ho terminato da poco l'ascolto,trattasi della band tedesca SAMEKA,che nel nuovo lavoro è Sameka & Strings,il titolo del disco è 'Merlins Reise',qui troviamo contaminazioni jazzistiche e uno spettro policromatico di mondi sonori che con l'ausilio d'un quartetto d'archi e del bravissimo Hesham Hamra raggiungono un ottimo livello compositivo ed esecuzioni strumentali di tutto rispetto. Tendo sempre a proporre dischi non propriamente conosciutissimi perchè ho sempre fame di conoscienza.....sopportatemi . 2 1
Gaetanoalberto Inviato 16 Dicembre 2024 Inviato 16 Dicembre 2024 Continuo con il tentativo, spendendo poco, di trovare vinili che rappresentino questa ricerca del nuovo che é dentro ogni epoca, anche se non in tutti gli artisti. Così mi convinco che nessuno é mai totalmente nuovo perché a qualcosa si aggancia, e d'altra parte qualcosa che forse ai tempi poteva risuonare più dirompente oggi é a sua volta stato superato. Comunque, ho messo su questo Muhal, dei Creative Construction Company - 1970, (Leroy Jenkins, Anthony Braxton, Richard Abrams, con Leo Smith, Richard Davis e Steve Mc Call).Un disco che viene fuori da un'attività svolta dalla Association for the Advancement of Creative Musicians di Chicago, una sorta di cooperativa di cui faceva parte l'ottimo violinista Leroy insieme a Braxton, Smith e McCall. Le sonorità sono d'insieme, con il ricorso a svariata sonaglieria (disclaimer: licenza poetica!), che però non diventa mai stridente. Ad esempio ho fatto maggior fatica a entrare nello spirito di Ayler di quanto invece con questo disco mi sia trovato spinto su un terreno variegato ma più rassicurante. Bello, nuovo e bello. Improvvisazione collettiva in cui peró riesci a sentire i singoli strumenti. 1 1
Questo è un messaggio popolare. damiano Inviato 16 Dicembre 2024 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 16 Dicembre 2024 Mi piace condividere un disco di un po' di anni addietro suonato da alcuni musicisti che conosco personalmente e d alcuni molto bene. Il gruppo Xenia del maestro Pino Jodice composto da giovani tra cui il chitarrista Rocco Zifarelli, all'epoca giovane e promettente, ed oggi membro permanente dell'orchestra di Ennio Morricone e della band di Billy Cobham ed altri. Terre, che ospita Paul McCandless il polistrumentista (Reed) degli Oregon, offre brani scritti ed arrangiati in modo magistrale, suonati molto bene ed assolutamente godibile anche ad orecchie avvezze alla buona musica. Sul tubo non c'è molto, la produzione di Terre è stata abbastanza casalinga, non so se si trova sulle piattaforme, e propongo quanto ho trovato Ciao D. 1 2
ascoltoebasta Inviato 16 Dicembre 2024 Inviato 16 Dicembre 2024 Anche questo bel lavoro del chitarrista americano David Martin con esperienze in vari stili musicali ma quasi sempre confinato nei luoghi in cui vive,credo meriti un ascolto,è accompagnato da un gruppo di amici e bravi strumentisti ed esprimono un buon jazz di facile presa ma non scontato,il disco è solo 'digitale',dal titolo ReLit. 2
analogico_09 Inviato 16 Dicembre 2024 Inviato 16 Dicembre 2024 Personalmente ritengo che in molti progetti musicali possa invece ardere la fiamma della "novità" piena nonostante le "discendenze", perchè nulla nasce dal nulla, dove ogni forma d'arte, con maiuscola, musica compresa, "copia" sempre (da) se stessa per rinnovarsi in maniera rivoluzionaria più o meno increata. Ho sempre sostenuto tale semplice "verità", un mio cavallo di battaglia che mi si capita spesso di mandare al galoppo a briglia sciola. Sotto tale ottica, il disco "Muhal CCC", un free jazz d'avanguardia molto "impegnativo", tutt'altro che di "confine", appartiene a pieno titolo estetico e storico alla grande storia del jazz più "araldico", diretto, interno, non mai di "confine".
Gaetanoalberto Inviato 16 Dicembre 2024 Inviato 16 Dicembre 2024 Ragazzi, sto ascoltando tutte le vostre proposte, passando un’altra bella serata…sempre lavorando mannaggia. Merito punizione. Che bella musica però. 1
ascoltoebasta Inviato 16 Dicembre 2024 Inviato 16 Dicembre 2024 53 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: bella serata…sempre lavorando Due cose apparentemente incociliabili....ma se noi tutti contribuiamo a far si che si verifichi la prima delle due,allora ci fa piacere. 1
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