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Ai confini del Jazz


damiano

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Gaetanoalberto
8 ore fa, ascoltoebasta ha scritto:

apparentemente incociliabili

Mah, bisogna prendere il bello dove lo trovi.
È un’attitudine dello spirito il cui interruttore on/off, nel mio caso, peraltro da tempi abbastanza recenti, è spesso la musica.
On = amabile, Off= malmostosissimo :classic_laugh:

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Bella serata anche per me 🙂

Ho poi lavorato un po' di fino sul tubo per cercare cosa ci fosse di Xenia ed ho trovato un po' di materiale tra cui questo pezzo live del 2019, da un concerto all'auditorium a Roma (che mi sono perso, mannaggia).

Sono un paio di brani estratti dal disco Terre che ho linkato ieri sera, a proposito si trova a ottimo prezzo su discogs, con Paolo Recchia al posto di McCandless (e non lo fa rimpiangere troppo). Uso le orecchie come fanno i "nasi" dei profumieri e sento Oregon, Weather Report, Napoli e poi arriva il solo di Pino (Iodice) che mi fa "sentire" Blues e swing

E tutto mi suona molto molto bello!

 

Ciao

D.

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ascoltoebasta

Degno d'un attento ascolto,a parer mio,è anche questo disco del navigato trombettista John Fumo,che qui trova l'accompagnamento musicale abbastanza scarno,ma appropriato,di due compagni strumentisti e in qualche brano, del pianoforte,il disco è composto e pensato nel 2020 e il titolo è esplicativo "Under A Covid Moon",quindi anche le atmosfere son pregne di quegli stati d'animo che tutti noi ricordiamo,l'intero lavoro è a nome di Fumo Landas Walsh.

 

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ascoltoebasta
33 minuti fa, damiano ha scritto:

Bravo Fumo, mi piace abbastanza. Ho seguito con interesse una formazione che, mi pare di ricordare, si chiamava Entropy, oppure era il nome di un lavoro, boh!

Ciao

Ha fatto parecchie collaborazioni e non tutte riuscitissime,parere personalissimo,in questo lavoro l'ho trovato particolarmente ispirato.

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ascoltoebasta

Ha già invece qualche anno il buon CD del dinamico sestetto ceco Behind the Door che con questo disco del 2016 "Proti proudu" propongono musica a tutto tondo alternando con sapienza ed equilibrio il 'peso' dei vari strumenti,ben registrato e piacevolissimo d'ascoltare. Prima o poi posterò anche qualche disco conosciutissimo.....promesso....forse.

 

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ascoltoebasta

Essendomi "impegnato" a postare un disco più conosciuto rispetto alle abitudini,mì è nato il desiderio  di godermi stasera il DVD della Forgas Band Phenomena,in cui il buon Patrick e il suo gruppo si muovono in ambienti sonori disparati che vanno dal Jazz strumentale a influenze latine e est europee,per me è sempre un piacere guardare e ascoltare questo DVD.

 

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Il più bel pezzo di Pat Metheny? Rick Beato (e molti altri) sono d'accordo con me. Io credo anche che

sia il miglior album del nostro.

La canzone è scritta in memoria di Bill Evans.

Dal min. 5.13 (ll'attacco del piano) fa da colonna sonora ad una bellissima scena del film "Fandango" in

cui un piccolo aereo atterra in un viale alberato.

 

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Il 18/12/2024 at 18:52, dariob ha scritto:

credo anche che

sia il miglior album del nostro.

Non sono d'accordo con Rick Beato, naturalmente con tutto il rispetto possibile. Secondo me non è possibile definire "il migliore" in senso assoluto ma se proprio dovessi fare uno sforzo e decidere quale è, a mio giudizio, il periodo migliore di Metheny, io senza dubbio metterei in testa la triade di dischi composta da: Offramp, First Circle, e Still Life (Talking). È il periodo dove Metheny esprime piena maturità e consapevolezza, trova la strada maestra per esprimere la sua vera anima musicale e dal vivo propone spettacoli da lasciare senza fiato. Poi ci sono altri lavori epocali, diciamo collaterali alla sua anima fusion: 80/81 con Brecker, Redman, Haden e DeJohnnette oppure SongX con Ornette dove addirittura sublima il suo stile grazie all'apporto di musicisti eccezionali. Ma anche alcuni lavori "minori" possono diventare "il migliore" come ad esempio Cuong Vu trio meets Pat Metheny dove insieme al suonatore di tromba vietnamita sforna un disco originale e sorprendente. Penso che "As Falls Wichita....." sia naturalmente un buon disco con ottimi brani ma che sia stato sopravvalutato proprio per essere diventato la colonna sonora del film di Reynolds dove nasce il mito di Kostner. E secondo me la miglior traccia è "It's for you" 

Ciao

D.

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Provo a contribuire anch'io con un disco dei Necks, storico trio australiano che seguo da un po'. Davvero musica di confine la loro tra jazz, minimalismo e avanguardia. A me piace farmi ipnotizzare dai loro lavori: chiudo gli occhi, stacco la mente, e provo a lasciarmi andare.

 

 

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10 minuti fa, damiano ha scritto:

Non sono d'accordo con Rick Beato, naturalmente con tutto il rispetto possibile. Secondo me non è possibile definire "il migliore" in senso assoluto ma se proprio dovessi fare uno sforzo e decidere quale è, a mio giudizio, il periodo migliore di Metheny, io senza dubbio metterei in testa la triade di dischi composta da: Offramp, First Circle, e Still Life (Talking). È il periodo dove Metheny esprime piena maturità e consapevolezza, trova la strada maestra per esprimere la sua vera anima musicale e dal vivo propone spettacoli da lasciare senza fiato. Poi ci sono altri lavori epocali, diciamo collaterali alla sua anima fusion: 80/81 con Brecker, Redman, Haden e DeJohnnette oppure SongX con Ornette dove addirittura sublima il suo stile grazie all'apporto di musicisti eccezionali. Ma anche alcuni lavori "minori" possono diventare "il migliore" come ad esempio Cuong Vu trio meets Pat Metheny dove insieme al suonatore di tromba vietnamita sforna un disco originale e sorprendente. Penso che "As Falls Wichita....." sia naturalmente un buon disco con ottimi brani ma che sia stato sopravvalutato proprio per essere diventato la colonna sonora del film di Reynolds dove nasce il mito di Kostner. E secondo me la miglior traccia è "It's for you" 

Ciao

D.

Dissento rispettosamente:classic_smile:, ma fermamente su tutta la linea...:classic_smile::classic_biggrin: 

-

IMHO il le peculiarità uniche di Metheny si rivelano nei primi lavori col 'Group', un suono unico ed originale,

fino a 'Travels' che chiude il ciclo.

Certo: fra Offramp e 'Wichita' è una bella lotta: sono solo gusti personali.

First Circle è bellissimo, ma è già un'altra cosa.

-

Con 'Still Life (Talking)' c'è il passaggio alla Geffen.

Il disco è bello, per carità, ma io lo trovo più comune o 'già sentito';  in altri tempi si sarebbe detto

'è diventato commerciale': una banalità sicuramente, ma rende l'idea.

Il Metheny propriamente jazzistico, a parte 80/81, non lo considero fondamentale.

Poi IMHO  c'è un problema di sovraproduzione.

Moltissimi lavori naturalmante non li conosco, ma ne ho comperati alcuni dai '90 in poi che francamente

toccano l'irrilevanza.

-

Il tutto naturalmente è solo per il piacere di dire il mio parere, per quel che vale:classic_smile:

Il tutto

 

 

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