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Melius Club

Ai confini del Jazz


damiano

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ascoltoebasta
Inviato

Ieri ho inserito nel lettore il bellissimo doppio CD "Canvas" del grande Luigi Venegoni e m'è tornato subito alla mente il gran bel concerto di presentazione alla "Casa di Alex",serata tra appassionati di buona musica sfociata poi in piacevoli conversazioni varie anche con gli strumentisti,consiglio un ascolto di questo disco passato ahimè in sordina,eccezion fatta per il pubblico più attento,disco che spazia tra diversi sapori e influenze e con un'anima sempre ben mirata alla qualità musicale e al buon gusto.

 

  • Melius 2
Inviato
1 ora fa, damiano ha scritto:

Sono un appassionato  di Pat della prima ora, ho comprato "Bright Size Life" nel 76 sulla spinta di alcuni amici chitarristi che dicevano: vediamo cosa propone questo giovane americano (aveva 22 anni) e, wow ! Trovare altri che conoscono, riflettono, e commentano con cognizione di causa e senza pregiudizi è un immenso piacere 🙂

Ciao

D.

 

Chissà, damiano, cosa penserai della mia opinione su Pat del quale, pur riconoscendone le "virtuose" qualità tecniche e formaliì, stimo assai poco il carattere della sua espressione musicale che trovo appena un poco più "emozionante" di uno stoccafisso appeso ai fili stesi sulle coste norvegesi ad essiccare al vento... :classic_biggrin: Spero non voglia considerare pregiudizievole o privo di giusta cognizione di causa la mia personale opinione, resto aperto all'eventuale confronto pronto a rivedere qualche mia frivolelezza critica da spiaggia estiva... :classic_cool:

Gira che ti rigiri in tondo con gli accordi "vanitosi" però non esce il pezzo.., non sale la saudade, né il feeling, neppure el duende, ancor meno il phatos musicale in questa esibizione di bello stile e ricercatezza tecnica autoreferenziali, circonflessi e fini a se stessi. Detto sempre rigorosamente imho.
 

 

Però, per spiegarmi meglio, se prendessimo ad esempio un John Schofield che sa muoversi sui doppi piani del jazz del "di dentro" e del jazz del "di fuori", ascolteremmo il ca(o)lore musicale di un'animo in blues che fa rientrare il grande chitarrista a pieno titolo nei "sacri confini" delle musica dell'anima che si nutre anche di intelletto... Body and Soul. La prima, inalienabile "regola" del jazz. Dove ciò non sia è surrogato.

 



 

  • Thanks 1
ascoltoebasta
Inviato

Nel pomeriggio invece ho pescato dalla mia CDteca questo per me notevole ed elegante disco del 1973 (poi rimasterizzato nel 2011) dell'Hiromasa Suzuki Trio,che qui troviamo in un ipotetico e affascinante viaggio musicale esplorativo nell'Asia continentale,dalle tinte jazz jazz/rock fusion,per chi già non lo conoscesse credo che un breve ma attento ascolto lo meriti.

 

  • Thanks 2
Inviato
10 ore fa, damiano ha scritto:

Infine il passaggio a Geffen con "Still Life" dove diventa commerciale. E diventa popolare come una rockstar


I "puristi" tendono ad avere paura della "popolarità". Pensano che in qualche modo, abbassi "il livello". Livello elevato che si ha solo quando si "è in pochi".

Invece io penso sia il contrario, ed il passaggio alla popolarità è lo scoglio più difficile per un artista.
Parlare e farsi capire da tutti, veicolare il proprio messaggio in modo che chiunque possa apprezzare, è immensamente più difficile che farlo per 4 gatti. 

  • Melius 1
Inviato

Oggi in macchina ho ascoltato un disco di Bill Evans (l'altro) il sassofonista, prevalentemente soprano, americano

In particolare, ho ascoltato, "The Alternative Man" edito da Blue Note nel 1985 https://www.discogs.com/it/master/349044-Bill-Evans-The-Alternative-Man

Il nostro è un musicista di estrazione jazz che ha trovato la sua strada nella fusion con millanta collaborazioni che vanno da Miles a Steps Ahead a Mahavishnu Orchestra e smetto di scrivere perché ognuno potrà leggere da tante fonti.

La musica che propone, nel disco in oggetto, nobilitata dalla presenza di tanti bravi musicisti, tra cui Marc Egan, Hiram Bullock, Mitch Forman, Marcus Miller, è molto interessante. In particolare in "Flight of the Falcon", dove suona il super ospite John McLaughlin suona la chitarra acustica, Bill Evans si esprime in un assolo fatto di quella che io chiamo "musica pura", cioè il mix perfetto tra espressività e gusto.

 

 

Ciao

D.

 

download.jpeg

Inviato

Ma te guarda che coincidenza.

Oggi stavo ascoltando/vedendo proprio Bill Evans, ma impegnato qui: 

.

 

.

Però in realtà lo stavo vedendo perché  fan di Hancock (ovvio) e soprattutto del fantastico Wha Wha Watson. :classic_biggrin: 

 

  • Thanks 1
Inviato
18 minuti fa, one4seven ha scritto:

Ma te guarda che coincidenza.

Oggi stavo ascoltando/vedendo proprio Bill Evans, ma impegnato qui: 

.

.

Però in realtà lo stavo vedendo perché  fan di Hancock (ovvio) e soprattutto del fantastico Wha Wha Watson. :classic_biggrin: 

Mannaggia!

D.

Inviato
13 ore fa, damiano ha scritto:

Mannaggia!


Mannaggia che quel canale non permette la condivisione fuori YouTube!

 

E allora ve lo linko, perchè è un canale fantastico, ha in database un fottio di materiale inerente a questo 3d, e non solo...

https://www.youtube.com/@LOFTmusicChannel

LOFTmusic

giusto un altro esempio:

 

https://youtu.be/DLYKJXoUU18?si=jFYlP_bY7w7km1gx


Carlos Santana & Wayne Shorter Band (1988)

Una performance stellare!


Se guardate sotto, nelle descrizioni dei singoli video, spesso c'è la playlist con TUTTO il concerto ed altro materiale inerente...

  • Thanks 1
Inviato
19 minuti fa, damiano ha scritto:

Patrice Rushen



Ricordiamo la Rushen anche con uno dei suoi maggiori successi commerciali, con cui, anche se "fuori genere", si capiscono benissimo le sue doti di cantante, polistrumentista, compositrice, nonchè produttore. :classic_smile:

 

 

  • Melius 2
Inviato

Minimalismo etereo, ambient statico, jazz sublimato e post-rock urticante. Tutti questi aggettivi per cercare di dare dei connotati più precisi a quello cui si va incontro ascoltando i 42 minuti che formano la singola “suite” riunita in un’unica, lunga e quieta composizione che riflette sulla bellezza languida data da spazi liberi, vasti, aperti e abbandonati alla natura.

Armoniche e melodie in questo “Bleed”l ventesimo album per il trio australiano di jazz-minimalista dei The Necks, capaci di esplorare la bellezza della quiete attraverso la loro musica visionaria e allo stesso tempo potente.

spacer.png

Ciao ☮️

Stefano R.

  • Thanks 2
Inviato
21 ore fa, one4seven ha scritto:


I "puristi" tendono ad avere paura della "popolarità". Pensano che in qualche modo, abbassi "il livello". Livello elevato che si ha solo quando si "è in pochi".

Invece io penso sia il contrario, ed il passaggio alla popolarità è lo scoglio più difficile per un artista.
Parlare e farsi capire da tutti, veicolare il proprio messaggio in modo che chiunque possa apprezzare, è immensamente più difficile che farlo per 4 gatti. 

Non sono d'accordo....di più!

:classic_biggrin:

Al di là dei gusti, giudicare non positivamente un musicista come Metheny per me è o malafede o incapacità di comprendere. 

Personalmente,  per tutto ciò che ha fatto, io lo metterei tra i grandissimi a cavallo tra 900 e nuovo millennio. 

Ha spaziato da jazz al pop ( qualcuno rammenta quel capolavoro Shadows and Light di Joni Mitchell), dalla world music alle colonne sonore.

Poi anche io lo apprezzo meno da un pò di anni a questa parte, ma ci sta.

 

  • Melius 1
Inviato
16 minuti fa, senek65 ha scritto:

Personalmente,  per tutto ciò che ha fatto, io lo metterei tra i grandissimi a cavallo tra 900 e nuovo millennio.

 

Ma ci sta a tutti gli effetti. È fuori discussione. 

Personalmente, come critica, penso che in alcuni casi, perlopiù recenti, il suo  virtuosismo tenda ad essere fine a se stesso. E questo succede se la "vena" va verso l'esaurimento.

E pure questo ci sta.

  • Melius 2
Inviato
3 ore fa, minollo63 ha scritto:

Minimalismo etereo, ambient statico, jazz sublimato e post-rock urticante

Ecco, vedi la differenza che esiste tra il professionista ed il dilettante che dice solo "confini" 🙂🙂🙂

Ciao

D.

  • Haha 1
Inviato
2 ore fa, senek65 ha scritto:

Personalmente,  per tutto ciò che ha fatto, io lo metterei tra i grandissimi a cavallo tra 900 e nuovo millennio.

La prova provata della sua grandezza è che ha ispirato un paio di generazioni di chitarristi.  I giovani chitarristi emergenti, fatte salve poche eccezioni, appartengono oramai alle due grandi scuole chitarristiche del secolo scorso che sono John McLaughlin e Pat Metheny. Poi ci sta che a qualcuno possa non piacere, mica siamo tutti uguali. Se sapeste cosa penso io di un famosissimo suonatore di tromba....

Ciao

D.

  • Haha 1
Inviato
6 ore fa, one4seven ha scritto:



Ricordiamo la Rushen anche con uno dei suoi maggiori successi commerciali, con cui, anche se "fuori genere", si capiscono benissimo le sue doti di cantante, polistrumentista, compositrice, nonchè produttore. :classic_smile:

 

Capolavoro assoluto!

Il 20/12/2024 at 19:33, one4seven ha scritto:

Pensano che in qualche modo, abbassi "il livello". Livello elevato che si ha solo quando si "è in pochi".

IMHO lo è "forget me nots"... per dire che sono d'accordissimo con te!:classic_biggrin:

-

Non ho mai creduto ai musicisti di culto per pochi iniziati.

Tranne quando viene (tanto o poco) snaturato o annacquato il proprio suono nel tentativo di raggiungere

il maggior pubblico, e vendite,  possibile.

 

  • Thanks 2
ascoltoebasta
Inviato

Dopo aver iniziato a postare i primi dichi in questo interessante 3D mi sono accorto di pescare più frequentemente dalla mia CDteca musiche inerenti l'argomento qui trattato,nel pomeriggio scegliendo alla cieca m'è capitato tra le mani questo bel disco dei finlandesi Utopianisti,in questo disco "Reason In Motion" troviamo un jazzrockfusion spesso con rimandi ritmici alle tradizioni africane,son presenti anche musicisti mauritani e senegalesi,non mancano certo anche aperture da big band,io l'ho riascoltato con piacere e volevo condividerlo con voi.

 

  • Melius 2

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