Questo è un messaggio popolare. damiano Inviato 4 Gennaio Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 4 Gennaio Il 31/12/2024 at 10:16, senek65 ha scritto: poi c'è il grande Nana E soprattutto c'è Arild Andersen che sta all'esplorazione dei confini come il connazionale Amudsen. Musicista apprezzato dai colleghi a livello planetario e dalla discografia sterminata https://www.discogs.com/it/artist/268963-Arild-Andersen, ha sempre cercato di andare oltre sfogliando i capitoli della sua vita da artista (quasi) sempre in maniera egregia. Ha iniziato a suonare nel 67 nel gruppo norvegese del quasi coetaneo Garbarek con Rypdal e Christensen (indovinate con quale etichetta) ed è subito stato notato dagli americani come Phil Woods, Dexter Gordon, Hampton Hawes, Johnny Griffin, Sonny Rollins e Chick Corea. In questo periodo ha lavorato anche con Don Cherry, George Russell, Ketil Bjørnstad e Tomasz Stańko (wiki). Non voglio scrivere altro, è solo per dare uno spunto a chi avrà voglia di andare oltre. Io sono particolarmente affezionato ai dischi di esordio 1975: Clouds in My Head (ECM) 1977: Shimri (ECM) 1978: Green Shading into Blue (ECM) raccolti in un cofanetto molto apprezzabile dove, se dovessi definire lo stile, direi di hard-bop europeo. Lascio una chicca che si chiama Anima dove faccio notare la capacità di generazione di pathos espressivo del sassofonista Juhani Aaltonen e del pianista Lars Jansson Ciao D. 1 3
Questo è un messaggio popolare. mauriziox60 Inviato 4 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 4 Gennaio Un disco a cui sono affezionato. Credo non sfiguri in questa carrellata varia e gustosa che proponete. I rimandi alla migliore Mahavishnu Ochestra sono palesi. Gli esiti sono per me di tutto rispetto. 1 3
mauriziox60 Inviato 4 Gennaio Inviato 4 Gennaio Mi pare che ancora non siano stati menzionati (in caso contrario me ne scuso). Nomi eccellenti al servizio della musica. Sono almeno tre i dischi loro che assolutamente meritano 1 1
Gaetanoalberto Inviato 4 Gennaio Inviato 4 Gennaio 7 ore fa, damiano ha scritto: Arild Andersen che sta all'esplorazione dei confini come il connazionale Amudsen. Sto ascoltando ... 2
Gaetanoalberto Inviato 4 Gennaio Inviato 4 Gennaio E così mi avete aperto ad un altro s-confinante. Sto ascoltando l'ultimo lavoro, solo, con il suo contrabbasso e l'utilizzo di pedali e qualche effetto, mi sta davvero affascinando. Come sempre, quando qualcosa mi piace, sono io che mi teletrasporto ai confini, quelli dove ci collochiamo in particolare quando si riesce ad immergerci nell'ascolto. Bello. Grazie. Ho pure provato ad immergermi nel mare della casa discografica che hai segnalato, grazie alla dritta di One. Effettivamente tantissima roba. 1 1
Questo è un messaggio popolare. minollo63 Inviato 4 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 4 Gennaio “The Way Out of Easy”, l’album che immortala l’ultima esibizione di Jeff Parker & ETA IVtet (sta per Enfield Tennis Academy Quartet), la band che lo ha accompagnato sul palco in questi ultimi anni, registrata il 22 luglio 2024 come tributo a un luogo speciale, lo storico club jazz ETA di Los Angeles in fase di chiusura, oltre che un omaggio al talento del chitarrista dei Tortoise e alla straordinaria evoluzione musicale del quartetto, tra improvvisazione e creatività. Potrebbe essere il disco jazz del 2024 ? Molto probabilmente si, soprattutto se non fosse uscito così tardi nell’anno (22 novembre), ma anche perché è un album che celebra l’improvvisazione, la creatività e l’amicizia in un’atmosfera rilassata. Un disco eccezionale che fissa l’attenzione sul momento attuale del jazz mondiale in fase di evoluzione e sul potere del jazz stesso dal vivo che affascina sempre quando è nelle mani giuste. Ciao ☮️ Stefano R. 4
one4seven Inviato 4 Gennaio Inviato 4 Gennaio @minollo63 gran bel disco, fresco fresco di "stampa". Ne parlavamo in RA. Ottima registrazione, che di fatto "emula" perfettamente l'immagine di copertina. 1
Gaetanoalberto Inviato 5 Gennaio Inviato 5 Gennaio 14 ore fa, one4seven ha scritto: Ne parlavamo in RA. Cos'é? Radio Amatorialità? 1
analogico_09 Inviato 5 Gennaio Inviato 5 Gennaio Il 3/1/2025 at 20:09, damiano ha scritto: Archie Shepp, Steve Lacy, Leroy Jenkins, Dollar Brand, Don Pullen, David Murray, Paul Motian....... Troppissima roba.... Oggi ho provato ad andare dentro ed è veramente un insieme sconfinato E sono tutti artisti fruibili con metodo ed intendo che non si può saltare da.una parte all'altra. Sono, più o meno, lavori legati all'avanguardia quindi vanno ascoltati e ripassati più volte, finché non si sedimentano dentro e si arriva, non dico a possederli, ma almeno a capire dove si inseriscono, quale scuola, la matrice politica.... Archie Shepp, Steve Lacy, Leroy Jenkins, Dollar Brand, Don Pullen, David Murray, Paul Motian.., ad libitum. Un insieme sconfinato di grandi musicisti che hanno contribuito all'evoluzione - non solo avanguardistica - del jazz più identitario e unitario che riafferma il segno e il senso estetico inalienabile e inconfondibile della propria storia, delle specifiche reltà musicali, socio-culturali, "politiche", antropologiche e spirituali non omologabili, non "ammucchiabili" con altre musiche di "confine" o surrogate, quando non del tutto avulse allo spirito della grande tradizione musicale afroamericana fondata sul blues, owevwnure, mi pare, anche in questo spazio. Mi chiedo inoltre come sia possibile raggiungere i livelli di "sedimentazione", di identificazione, se possibile, di comprensione musicale a cui fai riferimento, con ascolti bulmici e confusionari, saltando da "una parte all'altra" tra musiche affatto diverse, senza tansizioni atte a distinguere senza ghettizzare nessun genere o forma ma prendendo il jazz come jazz e i "derivati" (quasi tutte le musiche "pop" del mondo fin dagli albori del jazz presentano contaminazioni più o meno evidenti di jazz) come "derivati", per cercare di cogliere le distinte particolarità a scanso di inutili e categorici giudizi di merito o di demerito. 1 1
dariob Inviato 5 Gennaio Inviato 5 Gennaio Cindy Blackman, attuale moglie di Carlos Santana, esattamente 30 anni fa, splendida donna, pubblicò questo disco con dei partner da sogno: 1 1
damiano Inviato 5 Gennaio Autore Inviato 5 Gennaio @dariob La magnifica Beatrice di Sam Rivers 🙂 Ciao D.
analogico_09 Inviato 5 Gennaio Inviato 5 Gennaio 3 ore fa, dariob ha scritto: Cindy Blackman, attuale moglie di Carlos Santana, esattamente 30 anni fa, splendida donna, pubblicò questo disco con dei partner da sogno: Ma questo è jazz puro e semplice. Quando ancora si suonava jazz... tu lo lo vedi ai confini del jazz?
dariob Inviato 5 Gennaio Inviato 5 Gennaio @analogico_09 Ciao Beppe, basta mettersi d'accordo sui termini, come sempre. A parte il pezzo che ho postato il disco è più virato al jazz-rock.
analogico_09 Inviato 5 Gennaio Inviato 5 Gennaio 2 ore fa, damiano ha scritto: La magnifica Beatrice di Sam Rivers 🙂 Ciao C'entra qualcosa il disco segnalato con la moglie di San Rivers? Io so che negli anni settanta Rivers e sua moglie Beatrice fondarono a NY un locale jazz, Studio RivBea (Rivers / Beatrice) Scusate non lo farò spesso... condivido la foto che scattai a Bea (un'autentica rarità) durante il concerto di Rivers al festival jazz di Pescara 13 Luglio 1976, ultima serata decentrata a Penne. Quella sera c'era anche il gruppo italiano "Unità Musicale" (i due Liguori, batteria e piano, Mario Schiano sax (che suonava anche con Rivers), Roberto Bellatalla, basso. Scattai delle buone foto a tutti in una indimendicabile serata vissuta all'insegna del grande jazz, favoloso Rivers in trio, ottimi gli altri, forse ne posterò qualcuna altrove con un commentino di accompagnamento. Bea era una donna bianca, a scanso di equivoci ,ma lei quella sera venne indicata come Bea moglie di Sam Rivers. Un bel volto di donna molto ispirato, illuminato dalla luce musicale in jazz del proprio consorte (s.e.o.o.)
damiano Inviato 5 Gennaio Autore Inviato 5 Gennaio 8 minuti fa, analogico_09 ha scritto: C'entra qualcosa il disco segnalato con la moglie di San Rivers? Ciao Peppe, il pezzo linkato da @dariob è una cover di Beatrice di Sam Rivers da Fucsia Swing Song, scritto e dedicato (appunto) alla moglie Ma forse non ho capito la domanda 🙂 Ciao D. 1
analogico_09 Inviato 5 Gennaio Inviato 5 Gennaio 38 minuti fa, dariob ha scritto: Ciao Beppe, basta mettersi d'accordo sui termini, come sempre. A parte il pezzo che ho postato il disco è più virato al jazz-rock. Hola Dario, non è questione di termini bensì del fatto che quella musica per me è jazz jazz sotto ogni punto di vista formale e sostanziale (costruzione e sviluppo delle frasi, dell'improvvisazione, nel beat, nel "canonico" alternarsi degli assoli, etc.) un jazz accattivante, orecchiabile ma non superficiale o banale, di rock ci sento nulla. E se qualcosa ci fosse, se proprio lo si volesse sentire, è quello che il rock avrebbe preso dal jazz... Non solo questo brano, ma anche altri postati qui in realtà meriterebbero di starsene nella loro naturale famiglia che è il jazz di "dentro le mura", come certe chiese romane... 😇 😁 il quale ha a disposizione un antico, ben avviato, articolato e vario topic ad isso stesso dedicato.
analogico_09 Inviato 5 Gennaio Inviato 5 Gennaio @damiano Grazie Damiano, ora ho capito, non sapevo che quel brano dell'album Fuchsia che apprezzo molto, come apprezzo praticamente tutto il grande jazz Rivers, fosse dedicato alla moglie Bea. edit. invero non ricordavo proprio il brano intitolato "direttamente" Beatrice.
analogico_09 Inviato 5 Gennaio Inviato 5 Gennaio Il 4/1/2025 at 20:09, minollo63 ha scritto: “The Way Out of Easy”, l’album che immortala l’ultima esibizione di Jeff Parker & ETA IVtet (sta per Enfield Tennis Academy Quartet), la band che lo ha accompagnato sul palco in questi ultimi anni, registrata il 22 luglio 2024 come tributo a un luogo speciale, lo storico club jazz ETA di Los Angeles in fase di chiusura, oltre che un omaggio al talento del chitarrista dei Tortoise e alla straordinaria evoluzione musicale del quartetto, tra improvvisazione e creatività. Potrebbe essere il disco jazz del 2024 ? Molto probabilmente si, soprattutto se non fosse uscito così tardi nell’anno (22 novembre), ma anche perché è un album che celebra l’improvvisazione, la creatività e l’amicizia in un’atmosfera rilassata. Un disco eccezionale che fissa l’attenzione sul momento attuale del jazz mondiale in fase di evoluzione e sul potere del jazz stesso dal vivo che affascina sempre quando è nelle mani giuste. Avevo ascoltato questo disco tempo fa cui ho dato una ripassata. Solo per questo intervengo. Potrebbe essere anche il disco del decennio 1979 od anche dei decenni ultimi del secolo scorso. Il jazz vivrebbe la sua evoluzione attravresoi rifacimenti di sperimentalismi già sviscerati, riprendendo le forme di minimalismo esotico e metropolitano, le reitarazioni new age che furono delle grandi scuole in parte già sparite avendo fatto il loro tempo: orientalismi e tribalismi di prevedibile maniera, attingendo perfino perfino alle esperienze di derivazione "classica" mischiata col rock, col pop, con barlumi di jazz "arruinati" e con altri generi musicali. C'è dento di tutto per colmare quello che, per me, è un vuoto progettuale autenticamente originale, tutt'sltro che innovativo rispetto alla realtà storica e attuale del grande jazz che fu, del poco, pochissimo che rimane. Personalmente trovo tutti i brani segnati da remote "nostalgie" di cose inattuali che favoriscono la noia: l'inistenza del "battere", la reiterazione invadente e priva di sviluppi degli strumentisti che provano a lavorarte di fino ma ... fine a se stesso. Ci si potrà trovare qualcosa di trascendente dopo che se semo fatti 'na canna.., come la manda a dire scherzosamente un mio amico quando incappa in certe musiche reperto archeologico spacciate per nuove. Siamo di quella generazione scafata in questom essendo stati estimatori in diretta dei P F e di altri autori delle psichedelie... Ovviamente ognuno è libero di farsi piacere quello che gli pare, legittimo e rispettabile, queste musiche a mio avviso "sperdute" potrà fare la gioia di chi le esegue., ma esprimere giudizi di merito straordinari con tale sicurezza parlando di "evoluzione del jazz", senza offesa, lo trovo davvero eccessivo. Mi permetto di postare l'intero disco presente nel tubo, non solo la cover, in modo che ascoltando la musica si possa capire meglio di cosa si tratti a seconda dei diversi punti di vista
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