gabel Inviato 17 Aprile 2021 Inviato 17 Aprile 2021 Pico della Mirandola? Mmm... questo nome non mi giunge nuovo... 🤔😇
SimoTocca Inviato 17 Aprile 2021 Autore Inviato 17 Aprile 2021 Ecco la seconda uscita dell’atteso ciclo integrale delle sinfonie di Bruckner di Thielemann alla testa dei Wiener Philharmoniker. Sarebbe il primo ciclo integrale bruckneriano dei Wiener con un unico direttore.... Abbado aveva registrato a Vienna numerose sinfonie, tutte registrazioni memorabili anche se poco apprezzate all’epoca per il taglio “moderno” che il nostro dava a Bruckner: la prima, la quarta, la quinta, la settima e la nona. Delle più famose mancava all’appello l’ottava e la terza.... e forse non è un caso che Thielemann abbia iniziato proprio dall’ottava e sia passato poi a registrare questa terza. Della magnifica ottava diretta di Thielemann abbiamo tessuto lodi sul “vecchio Forum” e chi si fosse perso quell’ottava corra ad ascoltarsela. Il perché lo spiego parlando di questa terza: in buona sostanza Thielemann racchiude in sè tutte le doti che fanno di un grande direttore un grande direttore bruckneriano. E chi si aspettava un Bruckner solenne e ieratico, alla Jochum, è rimasto sorpreso dalla capacità di Thielemann di “alleggerire” certe architetture, in maniera non troppo dissimile da quanto hanno fatto sia Abbado che Karajan. Sorprende la trasparenza, specie nei dialoghi fra archi e legni. Insomma chi si aspettava da Thielemann, direttore noto per essere “ultra-conservatore” una lettura alla vecchia e tradizionale maniera, ecco che deve essere rimasto parecchio sorpreso.... e io sono tra questi. No, non che non ci siano momenti solenni o ieratici, ma ecco che tutto scorre fluido, tutto si unisce in un divenire musicale tutto teso a dissolversi nel momento stesso dell’acme. Il giovane Lenny ce l’aveva un po’ su con Bruckner, e definiva queste sospensioni, proprio prima del raggiungimento del Climax musicale, una specie di “coitus interruptus”.... !! Arguto Lenny.....ma anche troppo giovane, allora, troppo bello e amato da tutti per capire Bruckner... come invece ha fatto alla fine della sua avventura terrena, proprio a Vienna registrando una nona memorabile. Questa terza nasce come omaggio a Wagner, e Thielemann non a caso è anche un grande direttore wagneriano e... ebbene no, non fallisce nel rendere questo senso perenne di riconoscimento all’uomo più ammirato di Germania e da Bruckner medesimo. La pensosità del secondo movimento è resa con una dolcezza struggente, forse mai sentita fino ad ora, se non da Szell ma con un’orchestra che no, non aveva Bruckner nel sangue come i viennesi! Eh già! I viennesi che hanno dato numerose prime delle composizioni bruckneriane. I viennesi che hanno un suono vellutato degli archi e ambrato degli ottoni. Insomma Thielemann guida se non la Ferrari (i Berliner) almeno la Rolls Royce delle orchestre... Szell invece no! E poi..la Sony ha fatto miracoli nel riprendere (dal vivo?) questo suono magico dei Wiener... In formato 24/96... ça va sans dire... P.S. Il completamento dell’intero ciclo è previsto per il 2024 anno dedicato Bruckner ... ovviamente CoVid permettendo...🤞
SimoTocca Inviato 18 Aprile 2021 Autore Inviato 18 Aprile 2021 Probabilmente è un mio problema personale, un mio difetto, quello di non “capire”, di non provare affinità, di non emozionarmi, per la musica dei compositori inglesi di fine ottocento-novecento: Holst, certo, ma anche Elgar. No, non è che non sia bella musica, solo che non rientra nelle mie corde. Forse perché è musica “cinematografica ante litteram”, cioè sempre così simile alle colonne sonore che sarebbero venute di moda solo con i grandi film ... e forse proprio per questo fra tutti i compositori inglesi l’unico che “mi dice qualcosa” è Vaughan-Williams. Perché almeno lui è in qualche modo “contemporaneo” ai primi grandi film (e la sua settima Sinfonia è in realtà una colonna sonora vera e propria) e quindi la sua musica mi diventa più “affine”, sotto questa luce riesco a capirla ed apprezzarla. Vi segnalo dunque l’uscita di Pappano con la sua futura nuova orchestra, la London Symphony Orchestra (subentra a Simon Rattle che torna in Germania, dopo che il suo progetto per un nuovo teatro per la LSO è stato bocciato...così dicono i pettegolezzi...). Non so se sia perché trovo che Antonio Pappano sia un grande direttore e che spesso riesce a farmi piacere tutto quello che interpreta, non so se sia la perfezione tecnica di queste nuove registrazioni, ma ecco queste due sinfonie mi sono piaciute come mai prima di ora! E quindi... eccovele segnalate.... P.S. Siamo sempre a ridirci la stessa cosa: ma quanto sono brutte le copertine degli album prodotti dalle etichette proprie delle orchestre! Perché è vero e rimane fatto incomprensibile .... tanto da farmi venire in mente addirittura Carullo, la chiusa dell’epigramma Odi et Amo: perché sia così non lo so, ma me ne accorgo e mi dispiace....😃😆
peng Inviato 18 Aprile 2021 Inviato 18 Aprile 2021 Francesco Venturini - Concerti bella interpretazione de La Festa Musicale, orchestra barocca di Hannover, che mette in evidenza la ricchezza di colori e il l’impulso danzante di queste composizioni. ottima l’incisione Audite 24/96.
SimoTocca Inviato 18 Aprile 2021 Autore Inviato 18 Aprile 2021 Proprio riallacciandomi alla poesia epigrammatica, da Catullo passo al giovane poeta belga simbolista Albert Giraud e al suo ciclo di 21 brevi poesie dal titolo Pierrot lunaire. Sul personaggio di Pierrot, una maschera della Commedia dell’arte italiana importato a Parigi da Caterina dei Medici, ci sarebbe molto da scrivere, ma è sopratutto interessante la sua evoluzione in senso tragico, più legata ad un fatto di cronaca di fine ‘800 che a chissà quale corrente culturale sotterranea. Fatto sta che Schönberg compone il suo Pierrot lunaire su commissione e crea una serie di brevi melodrammi per voce e cinque strumenti solisti dove la voce “recita cantando”, strumento al pari degli altri cinque, né più né meno. Seppure non è ancora Dodecafonia, ci siamo molto vicini e la libertà compositiva è assoluta e rompe con gli schemi classici in maniera drammatica. Insomma come siamo lontani dal suo gigantesco affresco musicale per soli, coro e orchestra, i Gurrelieder! Una specie di abisso separa queste due composizioni, seppure siano passati in realtà solo una manciata di anni! La voce solista in realtà non deve né cantare né recitare, ma è usata come "Sprechgesang" (speech-song) in ciascuno dei brevi ventuno epigrammi di Giraud nella traduzione tedesca (la prima esecuzione si tenne infatti a Berlin nel 1912). Fra le diverse edizioni di riferimento (fra cui spicca quella di Boulez) ne mancava una in cui la voce è affidata non ad una soprano, ma...,ad una violinista! Eh sì, perché qui la “nostra” Patricia Kopatchinskaja, non contenta di essere stat più volte da me indicata come “la più grande violinista vivente”, questa volta si cala nel personaggio di Pierrot e usa la sua voce con lo stesso funambolico virtuosismo con cui suona il violino! Registrazione straordinaria, completata da alcune piccole perle di musica da camera coeve. Immancabile l’ascolto (se si ha un po’ di confidenza con la musica atonale, beninteso... se no...da prendere a piccole dosi! 😉)
gabel Inviato 18 Aprile 2021 Inviato 18 Aprile 2021 1 ora fa, SimoTocca ha scritto: non contenta di essere stat più volte da me indicata come “la più grande violinista vivente” Non volermene, ma é probabile che non sappia neanche della tua esistenza (tranne che io sia all'oscuro di una vostra "liaison")
SimoTocca Inviato 18 Aprile 2021 Autore Inviato 18 Aprile 2021 @gabel attento... mi potresti sottovalutare ... 😉😃 Ovviamente ho scritto in un brutto italiano quello che volevo dire: non contenta di essere indicata dalla critica e dal pubblico come la più grande violinista, così come anche da me... ecc.ecc, (anche se a cena con me la Patricia sono certo si troverebbe bene, perché sono più bello della media dei critici musicali...😆😂🤣) Dai, però si capiva...o no? Approfitto per dire che la Kopatchinskaja è andata in tournée interpretando Pierrot, in occasione di un problema alla mano e al polso che l’ha costretta a lasciare, momentaneamente, il violino... ma penso si sia già ripresa al 100%... Quando mi telefona ve lo confermo semmai... 😆😆😃😃🤣 1
aggelos Inviato 18 Aprile 2021 Inviato 18 Aprile 2021 mi piace l'oboe di mayer, raggiunge grande lirismo in alcuni di brani di mozart spesso arrangiati. bellissimo album e ben registrato
aggelos Inviato 19 Aprile 2021 Inviato 19 Aprile 2021 non è mediatica, questo nuovo album è passato quasi inosservato, io rispetto alla Il 18/4/2021 at 11:36, SimoTocca ha scritto: la più grande violinista vivente la preferisco...la classe n'est pas de l'eau!
SimoTocca Inviato 19 Aprile 2021 Autore Inviato 19 Aprile 2021 @aggelos Guarda... a Firenze si dice: “tu sfondi una porta aperta”. La Mullova è una musicista straordinaria, dotata di una tecnica immensa ... Insieme a Kremer, formano il duo “di testa” dei miei violinisti preferiti... Però.. però il tempo passa per tutti e il violino è uno strumento usurante... L'ultima volta che ho visto dal vivo Kremer (suonava proprio queste sonate di Beethoven, con Zimerman al piano!) ho “accusato” il colpo: la tecnica adamantina e la perfetta intonazione, suoi marchi di fabbrica, non c’erano più! La Mullova l’ho vista dal vivo a Londra un paio di anni fa.... e in qualche maniera, rispetto alla Vittoria dei tempi di Abbado e Gardiner, gli anni ‘90:cioè, anche lei ha perso “qualcosina”... Ecco perché ho detto che la Kopatchinskaja, secondo me, è la più grande violinista vivente insieme a Kavakos...non ho detto “di sempre”... solo...vivente e in buona forma 😉. Comunque sia, avevo adocchiato quell’album e mi ero ripromesso di ascoltarlo...poi ti dirò anche la mia, cosi!
aggelos Inviato 19 Aprile 2021 Inviato 19 Aprile 2021 la mullova gia da qualche tempo "vola basso", incide per etichette minori e negli ultimi tempi si è cimentata dal vivo insieme al figlio (di Abbado) in album jazz/pop/brasiliani..gradevoli per carità..ma nulla di piu. Oramai i concerti da vivo sono una chimera..la ricordo una decina di anni fa al festival di ravello.. quando si parla di lei, suwanai, fischer, batiashlivi, hope, jansen,, mutter, hahn, ma anche accardo e sopratutti carmignola...per questi o un vero e proprio debole..la piu bella?? mari samuelsen!! bellissima!
Alpine71 Inviato 20 Aprile 2021 Inviato 20 Aprile 2021 17 ore fa, aggelos ha scritto: mari samuelsen!! bellissima! concordo, è splendida! anche se ho un debole per Leila Josefowicz
SimoTocca Inviato 22 Aprile 2021 Autore Inviato 22 Aprile 2021 Per gli appassionati di Arpa... ecco quest’album davvero bello, tutto dedicato all’Arpa come strumento solista. A mio avviso molto intelligente anche l’impaginazione del programma, con brani scritti originariamente per Arpa che si alternano a trascrizioni di brani per pianoforte... Bella anche la ripresa dello strumento ... in 24/48...
SimoTocca Inviato 22 Aprile 2021 Autore Inviato 22 Aprile 2021 Ecco poi un album di ShowPieces, brani spettacolari che servono più a testare i limiti e le potenzialità del proprio impianto che... la propria preparazione di ascoltatori di Classica! 😉 No, dai... non è proprio così... nel senso che il filo conduttore dell’Album sono gli autori, il club dei Mighty Handful, quei compositori russi della seconda metà dell’ottocento che si erano dati lo scopo di “creare una via nazionale russa” alla composizione di musica, sopratutto inserendo molti “motivi folk” tipici della Russia. Sono brani così tanto registrati da dover essere quasi difesi, invocando il codice rosa, da abusi inappropriati...😉 Perché i grandi nomi e le grandi orchestre per i Quadri di Mussorgsky sono tutti sempre presenti ... ad iniziare da Karajan e Abbado e i Berliner e, passando per Muti a Philadelphia e Salonen a Los Angeles, si finisce con Dudamel con i Wiener. Grandi interpreti e spesso grandi registrazioni, molte delle quali già in formato HiRes... Ma da qualche tempo mi sono “appassionato” dell’Orchestra di Singapore che, col il suo direttore Lan Shui ha raggiunto un livello di perfezione tecnica mozzafiato. E, seppure ancora la prova con la grande musica occidentale (Mozart, Beethoven, Brahms...) non ci sia stata, con la musica russa ecco che i risultati sono sempre di livello superlativo (vedi la mia precedente segnalazione delle tre sinfonie di Rachmaninov..). Registrazione peraltro molto ben riuscita dal punto di vista audiofilo...quindi alzate il volume e... rilassatevi!
gabel Inviato 22 Aprile 2021 Inviato 22 Aprile 2021 Mah, francamente mi chiedo se ci fosse bisogno dell’ennesima versione dei “Quadri”, fatta con l’orchestra di Singapore poi! (Sia detto con tutto il rispetto, ci mancherebbe altro). L’impressione è che ormai le etichette discografiche non sappiano più dove sbattere la testa, o meglio, lo sanno benissimo, dal momento che, già da diversi anni, si stanno sempre più orientando verso i “nuovi” mercati, ovvero quelli orientali. Questo vale, evidentemente, anche per l’asfittico e ormai saturo mercato della musica occidentale “colta”, meglio nota come “classica”. Che poi i nuovi interpreti siano tecnicamente ineccepibili, nulla aggiunge alla storia della discografia moderna.
antoarma Inviato 22 Aprile 2021 Inviato 22 Aprile 2021 Anch'io condivido con @SimoTocca un debole per Lan Shui e l'Orchestra di Singapore in virtù delle ottime prestazioni in Debussy e della magistrale interpretazione di Rachmaninov . Questa volta però la performance mi ha lasciato più "freddino". Tutto l'impaginato l'ho trovato impeccabile sotto il profilo tecnico ma un po' carente sotto quello interpretativo. Certo qualcuno dirà "è difficile scovare qualcosa di originale in brani ascoltati e registrati enne volte". Vero. Ma Shui questa volta mi è sembrato sulla "difensiva" cercando più la coesione d'insieme che uno spunto di originalità che gli riconosco come peculiarità nelle altre incisioni. Quanto alla registrazione nulla da dire se non per il fatto che abbiano inserito il microfono nella grancassa. Sinceramente non ho potuto godere all'inizio del solito effetto "live" perchè la percussione citata debordava oltre modo penalizzata da una posizione microfonica, a mio modestissimo giudizio, errata. Ho dovuto introdurre un filtro lineare che attenuasse i bassi profondi per avere di nuovo una dinamica equilibrata ad alti volumi con archi, legni ed ottoni impeccabili e ben amalgamati con le percussioni (provate ad esempio con gli ultimi due movimenti dei Quadri) che in molti passaggi risultano strumenti concertanti al pari degli altri.
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