extermination Inviato 6 Luglio Inviato 6 Luglio 24 minuti fa, ilmisuratore ha scritto: La buona distribuzione tonale (risposta in frequenza) altro non fa che velocizzare i tempi al cervello affinchè si percepisca grande equilibrio, senza dover ascoltare per 1 ora Caro Tom, confessalo: è capitato anche a te, al tempo che fu, quando “linearizzasti” la risposta con DRC esclamare in prima battuta : dove son finiti i bassi? 😭
jackreacher Inviato 6 Luglio Inviato 6 Luglio 30 minuti fa, ilmisuratore ha scritto: sta di fatto che ho spento adesso e non vedo l'ora di riaccendere (pomeriggio di ascolti sublimi) A parte u cavuru (il caldo) 1
jackreacher Inviato 6 Luglio Inviato 6 Luglio 30 minuti fa, extermination ha scritto: 1 ora fa, jackreacher ha scritto: se vi va potete trovare un'intera letteratura sull'argomento) Già, perché stai parlando con un pischello !! Suvvia, fai il bravo ….anche solo per il fatto che ti do almeno 15 anni di stecca di presenza su VHF! 😭 Non ti avevo dato un plurale maiestatis, era rivolto a chi fosse interessato.... Ma eventualmente qualche ripasso può servire....
ilmisuratore Inviato 6 Luglio Autore Inviato 6 Luglio 11 minuti fa, extermination ha scritto: Caro Tom, confessalo: è capitato anche a te, al tempo che fu, quando “linearizzasti” la risposta con DRC esclamare in prima battuta : dove son finiti i bassi? 😭 Se si passa bruscamente da una situazione acustica precaria ad una linearizzata la sensazione è quella...sembra a primo acchito che "spariscano" i bassi (in realtà scaturisce una nuova forma di educazione nell'orecchio che prescinde dal tornare indietro)
jackreacher Inviato 6 Luglio Inviato 6 Luglio 28 minuti fa, Coltr@ne ha scritto: @ilmisuratore beato te che vivi al fresco in Sicilia, io in brianza un caldone che manco ci penso ad accendere il classe d, se mi viene a trovare il @Gustavino gli attacco l'otl e ve lo abbrustolisco. Il mondo va all'incontrario
extermination Inviato 6 Luglio Inviato 6 Luglio 9 minuti fa, jackreacher ha scritto: Ma eventualmente qualche ripasso può servire Studiare, ripassare ed aggiornarsi su tematiche che non rientrano nel perimetro della propria professione fa sempre bene. 2
extermination Inviato 6 Luglio Inviato 6 Luglio 29 minuti fa, ilmisuratore ha scritto: Se si passa bruscamente da una situazione acustica precaria In un ambiente di ascolto home casuale, che densità modale puoi avere e che conseguenti rapporti di onde stazionarie ….se non ad “cazzum” 😭
jackreacher Inviato 6 Luglio Inviato 6 Luglio 16 minuti fa, extermination ha scritto: 😭 Ma perché ultimamente stai usando questo emoticon ad ogni intervento? Hai bisogno di fazzolettini ?
SimoTocca Inviato 6 Luglio Inviato 6 Luglio @leonida Però scusa…a mio avviso è invece molto più semplice… L’orecchio umano ha una sua curva di “equalizzazione” e questo è certo. Ma se all’orecchio umano fai arrivare lo stesso “stimolo” acustico, che sia musica dal vivo o musica riprodotta, il risultato finale elaborato dal cervello DEVE per forza essere uguale. Perché l’orecchio (padiglione auricolare, membrana del timpano, staffa-incudine-martello e poi gli assoni dei neuroni del nucleo dell’VIII nervo cranico) fanno arrivare al sistema neuronale corticale un segnale che a sua volta viene influenzato da strutture sia corticali che sottocorticali, con intrecci complessi a livello sia del Talamo (per le emozioni,, l’affettività, ecc..) che dell’IpoTalamo e del tetto Mesencefalico (basta pensare al movimento complesso di girare il corpo, la testa e gli occhi quando si sente un rumore da dietro le spalle..) e anche corticali medesime. Alla fine però esiste un “utente finale”: ciascuno di noi! Che sente e interpreta il messaggio sonoro esterno. Se si considera un orecchio normale, cioè giovane e sano (che poi… ciascun orecchio per la “compensazione” è diverso da persona a persona, proprio come le impronte digitali..) vale il ragionamento iniziale: interessa avere lo stesso stimolo acustico per ottenere la stessa impressione sonora… Insomma conta solo quello che arriva al tuo orecchio! Se cambi il messaggio sonoro (equalizzandolo, compensandolo, loudnessizzandolo..) cambi il messaggio finale. E il pianoforte (che non si autoequalizza…) suonerà diversissimo dal pianoforte “compensato per il deficit fisiologico” dell’orecchio umano! Insomma, che siano interessanti gli studi sull’orecchio umano non c’è minimamente dubbio, ma che si debba modificare-equalizzare il segnale esterno è, evidentemente, una sciocchezza suprema! Comunqie sia: questo vale per un orecchio abbastanza giovane e sano… poi dopo gli “anta” iniziano (e di “enti’ e “enta” qui sul Forum ce ne sono pochi assai..) i problemi e spesso ci vorrebbe l’apparecchio per sordi… !! Con un orecchio “patologico”, il discorso può cambiare ..ma si entra in un altro campo….e il discorso si fa complesso….e molto diverso dalla finalità di questa discussione e, anzi, della riproduzione in alta fedeltà medesima..
ilmisuratore Inviato 6 Luglio Autore Inviato 6 Luglio 25 minuti fa, extermination ha scritto: In un ambiente di ascolto home casuale, che densità modale puoi avere e che conseguenti rapporti di onde stazionarie ….se non ad “cazzum” 😭 Esattamente...ad cazzum (opportunamente reso poco "ad cazzum"...molto poco ad cazzum) ...che poi il locale non è del tutto casuale ma prettamente dedicato (per simmetria, per pavimentazione, per accorgimenti passivi e per libertà di posizionamento)...e dulcis in fundo, moglie estremamente permissiva (hai detto nulla...il fattore WAF pende dalla mia parte)
leonida Inviato 6 Luglio Inviato 6 Luglio 1 ora fa, ilmisuratore ha scritto: a "risposta piatta" e le curve di Fletcher e Munson sono un "falso problema" in quanto alle tue osservazioni di non linearità del sistema di percezione tralasci anche la parte buona e funzionante dello stesso...ovvero: che lo stesso sistema di percezione è capace di applicare variazioni compensative che vertono a migliorare la situazione, sia nel momento in cui si ascolta a basso volume (dopo un certo lasso di tempo si percepisce equilibrio) Questa è un'ipotesi oggettivamente fuori da ogni logica teorica, un senso, quello dell'udito, il quale, oggettivamente deficitario in termini di linearità, o creato appositamente in quel modo per qualche recondita motivazione, possa sforzarsi di autocorregersi fino a permettere, all'utilizzatore, di poter ascoltare con sufficiente piacevolezza. Tale piacevolezza sarebbe permessa determinando nel lungo periodo una sensazione di accresciuto equibrio o linearità che di fatto non possiede e che non può quindi determinare. Come dire, per l'olfatto, che nel tempo l'assuefazione permetta di modificare la sensazione di cattivo odore in profumo, o per la vista a ridurre o cancellare il difetto visivo dopo aver letto un libro per un certo periodo di tempo, o, per il gusto, a rendere progressuvamente gustoso qualcosa che non piaccia al primo assaggio, o ancora , per il tatto, ad acquisire come liscia e levigata qualcosa che ad una prima sensazione risulti ruvida e sgradevole. . Insomma, per quale teorica motivazione il sistema percettivo acustico dovrebbe tendere ad autocorregersi se di fatto la natura lo ha creato in quel modo? Ed inoltre, come è possibile che sappia esattamente il come poter creare quella determinata sensazione se non ne possiede e non ha mai posseduto la potenziale capacità?
ilmisuratore Inviato 6 Luglio Autore Inviato 6 Luglio 2 minuti fa, leonida ha scritto: Insomma, per quale teorica motivazione il sistema percettivo acustico dovrebbe tendere ad autocorregersi se di fatto la natura lo ha creato in quel modo? Ed inoltre, come è possibile che sappia esattamente il come poter creare quella determinata sensazione se non ne possiede e non ha mai posseduto la potenziale capacità? Perchè opera una sottrazione di ciò che è in abbondanza, agisce sul disequilibrio Tutti avranno sperimentato che dopo un certo lasso di tempo l'ascolto di un sistema sbilanciato sui bassi (troppi bassi) viene metabolizzato e percepito come piu equilibrato Terminata l'azione, si risente lo sbilanciamento sui bassi (ascoltando lo stesso impianto l'indomani)
jackreacher Inviato 6 Luglio Inviato 6 Luglio 17 minuti fa, leonida ha scritto: nel tempo l'assuefazione permetta di modificare la sensazione Ecco ti sei risposto. Credo che @ilmisuratore , quando parla di audio ad esempio carente di basse frequenze a basso volume, intenda dire che il cervello ricostruisce ed integra, quindi una specie di assuefazione passeggera. Anche quando si lavora parecchio tempo in modo consecutivo ad un brano, si perde la facoltà di percepire le carenze (o gli eccessi), bisogna prendersi una bella pausa e così si noteranno 1
jackreacher Inviato 6 Luglio Inviato 6 Luglio 8 minuti fa, ilmisuratore ha scritto: Perchè opera una sottrazione di ciò che è in abbondanza, agisce sul disequilibrio O integra ciò che manca.
ilmisuratore Inviato 6 Luglio Autore Inviato 6 Luglio 5 minuti fa, jackreacher ha scritto: O integra ciò che manca. ...alla fine applica una riequalizzazione, dunque non saprei se toglie gli eccessi o li integra, ma sicuramente non si percepisce piu il suono come da "situazione di partenza"
leonida Inviato 6 Luglio Inviato 6 Luglio 16 minuti fa, SimoTocca ha scritto: Però scusa…a mio avviso è invece molto più semplice… L’orecchio umano ha una sua curva di “equalizzazione” e questo è certo. Ma se all’orecchio umano fai arrivare lo stesso “stimolo” acustico, che sia musica dal vivo o musica riprodotta, il risultato finale elaborato dal cervello DEVE per forza essere uguale. Certamente, quello che hai scritto non è in discussione. Lo è invece, in entrambe i casi, il come lo stimolo acustico venga elaborato, di fatto attraverso una curva estremamente deviante da una fondamentale linearità, abitualmente ritenuta un caposaldo sine qua non, della qualità musicale, che si tratti di vivo o riprodotto. In sintesi la domanda è questa: qualcuno, attraverso la sua fortemente deviante curva di elaborazione, può o non può affermare di aver sentito e quindi di conoscere il reale suono di un pianoforte, come anche quello di una voce umana, o di un qualsiasi altro strumento musicale? Seconda questione: sbaglia o non sbaglia, chiunque, a qualsiasi livello, tenda ad operare correzioni cosiddette "fisiologiche" al fine di rendere maggiormente gradevole la fruizione musicale?
leonida Inviato 6 Luglio Inviato 6 Luglio 4 minuti fa, ilmisuratore ha scritto: alla fine applica una riequalizzazione, dunque non saprei se toglie gli eccessi o li integra, ma sicuramente non si percepisce piu il suono come da "situazione di partenza" Se non si percepisce piu il suono di partenza e se avviene un'integrazione di ciò che manca o una sottrazione di quanto in eccesso, che necessità c'è di operare sulla qualità del segnale o su presunte problematiche acustiche. Ubi maior est minor cessat, per cui con un sistema percettivo talmente potente ed intelligente al punto da sapere cosa e quanti dover togliere e cosa e quanto dover aggiungere, che valore dare, se cosi stanno le cose, alla presunta qualità del segnale, alle presunte problematiche acustiche ed alle misure che presumono di certificarle ?
extermination Inviato 6 Luglio Inviato 6 Luglio Il bilanciamento tonale ( attributo percettivo) appare strettamente legato alla risposta del sistema nei 3 domini frequenza, tempo, energia ( rif, waterfall, rt60, esiti spettrogramma, risposta all’impulso ( parametri oggettivi) In presenza di deviazioni non rilevanti, il “cervello” tende a sistemare il tutto ( a tal riguardo va ricordato che il sistema uditivo-percettivo è meno sensibile e meno selettivo alla basse frequenze) in caso di deviazioni rilevanti, per quanto il cervello possa essere “elastico”, per quanto possa prevalere il proprio modello di riferimento ed il proprio gusto personale, il rischio che da un momento all’altro il “giocattolo” si rompa”, è alto!!! 1
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