widemediaphotography Inviato 4 Agosto Inviato 4 Agosto La prima cosa che mi vien in mente è che amplificatori per cuffie elettrostatiche o true Ribbon sono una categorie a se, non comparabili con un amplificatore convenzionali. Poi torniamo sempre alle solite, gusti ed esperienze personali che lasciano il tempo che trovano, poiché si tratta sempre di esperienze non eseguite in condizioni standardizzate. Se un sistema non riproduce correttamente un segnale semplice come uno sweep, perché magicamente dovrebbe ribaltare le leggi della fisica e divenire perfetto con una complessa traccia audio?
dec Inviato 4 Agosto Inviato 4 Agosto 4 ore fa, jackreacher ha scritto: Si riferisce ad una comparazione tra due tweeters, ma non c'entra niente con la discussione sugli ampli in classe D ed ancora meno col Pearl Acoustics... Veramente il grafico a cui faccio riferimento è diverso, è in ultima pagina. Si legge "grilles off" per la linea in viola, quindi la linea nera sarà "grilles on", ovvero la misurazione dei diffusori con e senza griglia. Che sempre non c'entra niente con la classe D, eh...per quello non capivo il senso. Poi ho letto anche pagina 11. Avrà preso ancora fischi per fiaschi.
Franzbossio Inviato 4 Agosto Inviato 4 Agosto 2 ore fa, Gustavino ha scritto: tu e grisu dovreste imparare a leggerei i grafici ...questi e' sempre lui stessa stanza stesso set di misura ! statemi bene Stessa stanza, stesso set di misura ma con posizionamento incontrovertibile differente della capsula microfonica. Questo grafico non ha nulla in comune con quello postato dall'utente @Coltr@ne Quando dentro la stessa stanza viene rispettata la posizione spaziale della capsula microfonica i grafici si differenziano di pochi decimi di dB. Questo anche dopo giorni e settimane che si ripete la misura. Si sta confrontando pere con mele.
Franzbossio Inviato 4 Agosto Inviato 4 Agosto 4 ore fa, Gustavino ha scritto: e comunque ribadisco che il vero problema della classeD risiede nel imperfetto filtro che espone i tw specialmente quelli metallici (vengono progettati per avere risonanze a 30k circa fuori dalla banda audio) si ritrovano il pwm a quelle frequenze generando intermodulazione in banda audio , per questo molti diciamo piu sensibili e tw dipendente li trovano fastidiosi a conferma Bruno P. lo scorso anno ha individuato(su segnalazione dei sui clienti..) anche una distorsione dell induttore di filtro ..... la classeD e' come il CD da una vita ci raccontano che sia perfetto ma ogni anno ne migliorano i difetti E' insopportabile osservare disegni senza conoscere la fonte in cui poter leggere come sono stati ottenuti. Ad occhio mi sembra che sia stato ottenuto un carico basso e parecchio capacitivo. Una condizione inusuale in termini di funzionamento effettivo con diffusori che producono valori correttamente interfacciabili.
grisulea Inviato 4 Agosto Inviato 4 Agosto 2 ore fa, SimoTocca ha scritto: Ti dirò: come ho detto non ho provato i più recenti classe D, ma con la cuffia RAAL, appunto ribbon, i risultati con un paio di classe D fatti passare da casa mia… sono stati letteralmente disastrosi! Semplice, il classe d te l'ha fatta sentire per quel che è. Accusi il classe d delle caratterisctiche della cuffia? Si lo so, la definiscono trasparente, è semplicemente enfatizzata. Non poco. Il classe d c'entra nulla come solito. E' la cuffia esasperata, il d te lo fa sentire. Vedi qua si cerca di invertire il concetto. In generale invece sono i classe d trasparentissimi e purtroppo ti sparano in faccia tutti i difetti del resto. Sono in effetti un bel problema perché sono per nulla accomodanti. Non sono comunque tutti uguali.
ilmisuratore Inviato 4 Agosto Inviato 4 Agosto 26 minuti fa, Franzbossio ha scritto: Stessa stanza, stesso set di misura ma con posizionamento incontrovertibile differente della capsula microfonica. Questo grafico non ha nulla in comune con quello postato dall'utente @Coltr@ne Quando dentro la stessa stanza viene rispettata la posizione spaziale della capsula microfonica i grafici si differenziano di pochi decimi di dB. Questo anche dopo giorni e settimane che si ripete la misura. Si sta confrontando pere con mele. Esattamente, infatti (anche prendendo a riferimento la curva prodotta dal First Pass) tra il 7khz e il 13 khz c'è un dislivello di -4 dB !!! oltre un accenno di cancellazione...mentre nel secondo grafico l'ampiezza delle due frequenze risulta identica Non è stata rispettata la posizione e, per le frequenze ad onda corta, bastano pochi cm per produrre scostamenti evidenti La questione è semplicissima: se al posto del first watt avessero inserito un ampli (di qualsiasi classe di funzionamento) con impedenza di uscita molto bassa...la risposta si sarebbe sovrapposta a quella del classe D, cosa che ha dimostrato anche @pro61 Il first watt pass ha un impedenza di uscita parecchio elevata, dunque da qui la signal loss
ilmisuratore Inviato 4 Agosto Inviato 4 Agosto 28 minuti fa, Franzbossio ha scritto: Ad occhio mi sembra che sia stato ottenuto un carico basso e parecchio capacitivo. Bingo
captainsensible Inviato 4 Agosto Inviato 4 Agosto 15 minuti fa, ilmisuratore ha scritto: dunque da qui la signal loss Però ogni tanto puoi pure parlare come mangi. Manco fossimo ad una conferenza dell'ITU CS
jackreacher Inviato 4 Agosto Autore Inviato 4 Agosto 1 ora fa, dec ha scritto: Poi ho letto anche pagina 11. Avrà preso ancora fischi per fiaschi. Esatto
jackreacher Inviato 4 Agosto Autore Inviato 4 Agosto 34 minuti fa, grisulea ha scritto: Sono in effetti un bel problema perché sono per nulla accomodanti. Non sono comunque tutti uguali E qui entra in ballo il selettore di modalità disponibile sul Pearl Acoustics in classe D . Probabilmente addolcirà il range medio-alte frequenze per assecondare i gusti o le esigenze specifiche di alcuni utenti. . PS: il Primare i35 che utilizzo regolarmente, accoppiato ai miei diffusori Elipson Prestige facette 24F, si sente limpido , dettagliato, veloce ma non feroce
ilmisuratore Inviato 4 Agosto Inviato 4 Agosto 25 minuti fa, captainsensible ha scritto: Però ogni tanto puoi pure parlare come mangi. Manco fossimo ad una conferenza dell'ITU CS Perdita-attenuazione Mi scuso
captainsensible Inviato 4 Agosto Inviato 4 Agosto @ilmisuratore non c'è bisogno di scusarti, ti sto sfottendo... CS 2
max Inviato 4 Agosto Inviato 4 Agosto come solito dialettica spesso fine a se stessa e pochi spunti per chi leggesse il thread per informarsi… un estratto dall’articolo postato qualche pagina prima: ——— “About that resident genius Paul mentioned—Belgian engineer and Kii Audio co-founder Bruno Putzeys. I think it’s fair to say that class-D amplification would not have the status it has today if not for the fact Bruno spearheaded the class-D revolution with his Hypex UcD and Ncore class-D designs used by most high-end audio manufacturers today. I also doubt that, if not for Putzeys seminal role in making class-D sound as good as it does, that the tube designer I spoke of at the start of this piece would’ve told me what he did that blew my mind. When I asked Bruno if he’d be willing to contribute a paragraph to this discussion about class-D’s future, he sent me his response with an intriguing foreword: “I do hope you can afford me a few more words than a paragraph, particularly because I’m fairly certain that it’ll run directly counter to at least some of the other replies you’ll get. “To be completely blunt,” his response began. “State-of-the-art class-D amplifiers are good, not because they’re class-D, but in spite of it. I chose a career in class-D because I liked the [the technology’s] efficiency and compactness, and I was hoping to combine that with high fidelity. “My first attempt immediately sounded appealing and engaging. The idea that class-D sounded ‘harsh’ was never true and was only perpetuated by people who’d never heard one. As proof of that, rudimentary zero-feedback designs still regularly hit the shelves and garner praise on account of their striking sonic character. But Hi-Fi, they were not. I wanted an amplifier you couldn’t hear, one that anyone could use and be happy with in any stratum of the market. And that turned out to be inordinately difficult [to design]. “The secret lay not in the power stage but in the control circuit, i.e., the modulator and the error correction. The mathematics required to fully understand a class-D amplifier is similar to what’s used in sigma-delta AD/DA chips, only more complicated. It’s not taught at any school. But the change you can make by only tweaking the power stage (faster FETs, etc.) is tiny compared to the effect of better error control. So, mathematics it was. “Designers of traditional amplifiers are not known to geek out on mathematics,” said Bruno. “They wouldn’t have to anyway; it’s not that difficult to build a respectable class-A amplifier using nothing but a few well-worn rules of thumb. The result was that while class-D crept steadily forward, class-A pretty much stagnated. Bel Canto e1X integrated amp “This has caused a curious paradigm reversal,” he continued. “The question is no longer whether class-D is approaching the quality of class-A, but how many class-A amplifiers can really claim to be up there with the best of class-D? Make no mistake, the fundamental fact still holds: any given level of performance is much easier to achieve in class-A than in class-D. But designers of class-A amplifiers have, by and large, sat on their laurels. I could easily design a better class-A amplifier, but I see no one waiting for a better petrol engine. “The level of difficulty explains why virtually all demonstrably good class-D-based products use prebuilt modules,” he wrote. “The effort of working this stuff out only ever pays off if you can re-use the design in hundreds of products. That’s a mixed blessing. On the one hand, class-D modules have turned high-end amplification into a commodity. On the other, it’s still de rigueur in the audiophile market to have distinguishing (i.e., home-grown) technology. Mine and my competitors’ work of decades raising class-D to adulthood now lends a halo effect to any class-D amplifier. Today, almost any class-D amplifier gets a rave review, no matter how crude the design. This could well prove perilous in the longer run to class-D’s hard-won reputation.” He added: “[One] way to escape from this is for the audiophile market to [focus less on] separate components. If you want to know what’s scaring younger customers away, it’s the idea that they should suddenly school themselves in amplifiers, DACs, cables, and whatnot before they can buy something that plays quality sound. Active speakers are a way out of this. If high-end audio has a future, it’s in system [integration], where the amplifier is simply a necessary functional block but where the real cleverness lies in the concept of the system as a whole and how it functions, sonically and practically. “There is a whole future in front of us with radically improved sound systems,” said Bruno. “If only the market were ready to accept that the amplifier part is basically a solved problem.”
Mighty Quinn Inviato 4 Agosto Inviato 4 Agosto 5 minuti fa, max ha scritto: If only the market were ready to accept that the amplifier part is basically a solved problem.” Eh no questo sarebbe inaccettabile Poi non avremmo più il piacere di leggere certe narrative alquanto divertenti L' intrattenimento è importante
SimoTocca Inviato 4 Agosto Inviato 4 Agosto 1 ora fa, grisulea ha scritto: Semplice, il classe d te l'ha fatta sentire per quel che è. Accusi il classe d delle caratterisctiche della cuffia? Mi pare di aver detto, fin dall’inizio, che amplificatore e diffusori sono un binomio spesso inscindibile, e la valutazione corretta dovrebbe essere sul “risultato finale”, non solo (e forse non tanto) sulla bontà intrinseca dell’ampli e dei diffusori. Le misure possono predire in molti casi la “felicità finale” di un buon accoppiamento, ma frequentemente ci sono sorprese all’ascolto, e neppure piccole. Che la tecnologia “non convenzionale” (nastro, planare, elettrostatica) abbia delle limitazioni rispetto agli altoparlanti dinamici è noto e fuor di dubbio. Ma i non piccoli vantaggi nella riproduzione (più vera, più naturale, più ariosa) portano a preferirla anche con le limitazioni, a me e ad una non piccola fetta di amanti della musica classica (per il Rock e Pop il discorso è diverso… per il Jazz invece vale quanto detto per la classica..). La cuffia RAAL sr1a, proprio per essere cuffia, supera in parte le limitazioni dei diffusori ribbon , ma limitazioni ce ne sono senz’altro. E però.. però se la RAAL è diventata la cuffia più usata dagli ingegneri del suono degli studi di registrazione più “in”, forse qualche merito ce l’avrà pure, no? Io ho detto fin dall’inizio (però, wè ragazzi, leggetemi prima di rispondere..!) che la tecnologia planare ed elettrostatica fino ad ora non funziona un granché bene con gli ampli in classe D. Che sia colpa della tecnologia non convenzionale o degli amplificatori, se il risultato finale non è buono, cosa cambia?? E se le vecchie casse Quad funzionano divinamente con un vecchio ampli a monotriodi invece che con un potente e veloce classe D degli anni 2000, la colpa sarà pure delle Quad…. Ma una colpa felice, se poi con il monotriodo rimangono ancora fra i diffusori più amati dopo oltre 60 anni! No??
captainsensible Inviato 4 Agosto Inviato 4 Agosto @max vabbe' ma qui stiamo ancora a discutere di amplificatori che assorbono 200 w per fornirne 10. Ma sono 10 "di magia" CS
SimoTocca Inviato 4 Agosto Inviato 4 Agosto 2 ore fa, widemediaphotography ha scritto: La prima cosa che mi vien in mente è che amplificatori per cuffie elettrostatiche o true Ribbon sono una categorie a se, non comparabili con un amplificatore convenzional È del tutto evidente che le cuffie necessitano una potenza millanta volte inferiore rispetto ad un diffusore… (eccetto la RAAL che consiglia, con apposito adattatore, amplificatori finali fino a 200w di potenza… Però concettualmente il fatto non cambia, se non che per la potenza inferiore possono essere realizzati, per le cuffie, amplificatori a valvole che non hanno gli stessi limiti degli amplificatori a valvole pensati per i diffusori.. Detto questo, ancor prima di Putzeys, circa venti anni fa, Mark Levinson in una bella intervista su Suono (che tempi, quelli lá… ) parlava a favore di sistemi audio “integrati” dove l’amplificazione è tagliata su misura per i diffusori… ma anche la sorgente… Di certo gli ampli in classe D integrati in diversi diffusori attivi sul mercato (diffusori tutti dinamici, a mia memoria) sembrano superare il problema del suono “digitale” anche se sono meno recenti dei Mola Mola e dei Pearl… Peraltro in uno dei miei posts di apertura (vedi che non mi leggete?) ho detto di aver ascoltato le Vivid Audio amplificate con i Mola Mola in classe D suonare meglio della volte successiva che erano modificate da amplificatori Pass in classe A…. Non mi leggete… e quindi diventa difficile poi scambiare pensieri se mi vengono attribuite parole diverse da quelle che ho scritto..
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