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MSB Sentinel dac: una nuova frontiera è stata superata?


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11 ore fa, loureediano ha scritto:

i vecchi dac top erano degli equalizzatori, qualsiasi CD sentivi, erano praticamente cvon lo stesso suono

I nuovi DAC, come il mio Gustard A26, non solo ogni CD ha un suo suono, ma pure nello stesso CD i brani si fanno sentire le differenze spesso anche di sale di registrazione.

Io ascolto almeno 8 ore al giorno di musica con il mio stereo, lo spengo non per fastidio, anzi alzerei sempre più il volume, ma perchè ho anche altro da fare.

I vecchi super DAC a cominciare dal primo in assoluto, il Deltran bigger bit a finire coi Wadia top, erano dei gran ruffiani equalizzatori

Punti di vista. È chiaro che nell’epoca in cui uscirono avevano a che fare con i CD, alcuni dei quali erano incisi molto male. Ad ogni modo il loro utilizzo odierno con i files riesce ad affascinare e a riprodurre un suono per me in molti casi ineguagliabile da moderni Dac fino ad un certo livello . Poi è questione sempre di gusti.

ilmisuratore
40 minuti fa, rlc ha scritto:

un suono per me in molti casi ineguagliabile da moderni Dac fino ad un certo livello

Che paradosso però...

Se prendi un "miserabile" dacchino moderno da poche centinaia di euro è capace di traslare in uscita dallo stadio analogico (rigorosamente ad operazionali) l'esatto contenuto del file originale

Una conversione digitale--> analogica pressochè ideale

I "vecchi" convertitori a cui fai riferimento entra in ingresso X ed esce dallo stadio uscita Y

Ok...i gusti non si discutono e Y può piacere contestualmente/soggettivamente piu di X...ma se un DAC svolge egregiamente la funzione di conversione perchè attribuirgli delle "colpe" che non ha ?????

Che significa "un certo livello" ?????...convertire paro-paro il segnale originale senza alterarlo minimamente non dovrebbe già essere il massimo livello possibile ????

  • Melius 1
ilmisuratore
2 minuti fa, Mighty Quinn ha scritto:

Significa che non è del tutto passato il messaggio che il problema dac è risolto da anni (cioè la verità oggettiva) e la soluzione è a disposizione di chiunque voglia ai prezzi che sappiamo 

Prevale ancora certa narrativa (😘) audiofila 

Forse non lo avevi notato?😂

Ci sorprende?

Si raggiunge "un certo livello" se costa un botto pesa un botto e blasona un botto, il resto suona rotto 

Lo so...cerco di interloquire nel modo meno "invasivo" possibile (portando anche argomenti, esempi e disponibilità alla prova)

A te danno dell'insopportabile per una questione che ai fini oggettivi verte piu verso la ragione che il torto :classic_smile:

37 minuti fa, ilmisuratore ha scritto:

Che paradosso però...

Se prendi un "miserabile" dacchino moderno da poche centinaia di euro è capace di traslare in uscita dallo stadio analogico (rigorosamente ad operazionali) l'esatto contenuto del file originale

Una conversione digitale--> analogica pressochè ideale

I "vecchi" convertitori a cui fai riferimento entra in ingresso X ed esce dallo stadio uscita Y

Ok...i gusti non si discutono e Y può piacere contestualmente/soggettivamente piu di X...ma se un DAC svolge egregiamente la funzione di conversione perchè attribuirgli delle "colpe" che non ha ?????

Che significa "un certo livello" ?????...convertire paro-paro il segnale originale senza alterarlo minimamente non dovrebbe già essere il massimo livello possibile ????

Nessun paradosso. Non considero l'hifi un laboratorio chimico dove stare lì col misurino per l'ottenimento della formula della felicità scritta su un report. Mi siedo, pigio il tastino ON e ascolto.

Di quello che succede all'interno di quell'ammasso di ferro, rame, gomma, silicio, carbone, plastica eccetera, me ne frego.

A me uomo bianco, eterosessuale, fondamentalmente basico nelle esigenze, (oggi praticamente un nemico pubblico), basta che le mie orecchie percepiscano il suono che amo e che ritrovo, quasi sempre, nell'impianto che ho. 

So di essere limitato ma capisco chi, per 1000 ragioni oggettive o meno, voglia raggiungere il massimo della perfezione audio con il minimo impegno economico. A me in tanti anni non è mai riuscito ma sarà sicuramente frutto della mia incapacità o pigrizia.

 

Mettiamola così: io metto sullo stesso piano il conforto che dà al proprietario un ottimo data sheet e perfette misure dell'apparecchio che ha acquistato con poche centinaia di euro e il conforto che riceve il proprietario che ha scelto di acquistare un apparecchio di medio/alto/costo, affidandosi al marchio, al blasone, all'allure che questo emana e anche certamente, ad un po' di fuffa.

Entrambi saranno (o crederanno fermamente di esserlo) convinti di aver fatto la scelta migliore per raggiungere quella soddisfazione che si prova quando si accende il proprio impianto.

Basta non prendersi troppo sul serio e capire che ognuno ha le proprie debolezze.

 

 

  • Melius 1
  • Thanks 1
ilmisuratore
32 minuti fa, rlc ha scritto:

Nessun paradosso. Non considero l'hifi un laboratorio chimico dove stare lì col misurino per l'ottenimento della formula della felicità scritta su un report. Mi siedo, pigio il tastino ON e ascolto.

Di quello che succede all'interno di quell'ammasso di ferro, rame, gomma, silicio, carbone, plastica eccetera, me ne frego.

A me uomo bianco, eterosessuale, fondamentalmente basico nelle esigenze, (oggi praticamente un nemico pubblico), basta che le mie orecchie percepiscano il suono che amo e che ritrovo, quasi sempre, nell'impianto che ho. 

So di essere limitato ma capisco chi, per 1000 ragioni oggettive o meno, voglia raggiungere il massimo della perfezione audio con il minimo impegno economico. A me in tanti anni non è mai riuscito ma sarà sicuramente frutto della mia incapacità o pigrizia.

Mettiamola così: io metto sullo stesso piano il conforto che dà al proprietario un ottimo data sheet e perfette misure dell'apparecchio che ha acquistato con poche centinaia di euro e il conforto che riceve il proprietario che ha scelto di acquistare un apparecchio di medio/alto/costo, affidandosi al marchio, al blasone, all'allure che questo emana e anche certamente, ad un po' di fuffa.

Entrambi saranno (o crederanno fermamente di esserlo) convinti di aver fatto la scelta migliore per raggiungere quella soddisfazione che si prova quando si accende il proprio impianto.

Basta non prendersi troppo sul serio e capire che ognuno ha le proprie debolezze.

Non mi riferivo alle misure (nonostante c'entrino incontrovertibilmente) ma al fatto che dalle uscite analogiche di un DAC (cinese ?) esce il medesimo suono che uscirebbe da un qualsiasi DAC neutro che costa qualunque cifra 

  • Melius 2
2 minuti fa, ilmisuratore ha scritto:

Non mi riferivo alle misure (nonostante c'entrino incontrovertibilmente) ma al fatto che dalle uscite analogiche di un DAC (cinese ?) esce il medesimo suono che uscirebbe da un qualsiasi DAC neutro che costa qualunque cifra 

mi fa piacere scorgere cotanta fanciullesca ingenuitá in uno stazzonato e stagionato elettricista.. :-) con molto tempo libero.

33 minuti fa, Mighty Quinn ha scritto:

Definizione di orecchie audiofile: suggestione 

È architetto, si dice...pare recentemente abbia avuto una idea rivoluzionaria: alzare il pavimento!

La scena va apposto 

Non fa’ troppo il fico, siamo tutti sulla stessa barca.

ilmisuratore
30 minuti fa, rlc ha scritto:

Non fa’ troppo il fico, siamo tutti sulla stessa barca.

Qui hai ragione da vendere

Nessuno è immune dalla suggestione, spesso è anche non controllabile (anche se uno pensa di poterla "dominare")

Basta esserne consapevoli

  • Melius 1
imaginator
38 minuti fa, rlc ha scritto:

Non fa’ troppo il fico, siamo tutti sulla stessa barca.

 

Anche no!

Ma c’è rimedio, ovviamente. Non credo esista un brand di elettroniche di buon livello che, di per sé, restituisca una scena troppo alta o troppo bassa. Certo, la risoluzione e l’estensione – DAC compreso (per restare in topic) – hanno il loro peso. Ma poi ci vuole il manico: quello che serve per sollevare la scena  (e non solo) è mettere l’impianto nelle condizioni di esprimersi al meglio del meglio. Ed è proprio questo che spesso manca a chi presenta o rappresenta i vari brand nelle varie manifestazioni.

Evito di tirare in ballo il solito binomio impianto/ambiente, per non scadere nell’ ovvietà.

 

@Mighty Quinn sei così convinto che tute le tue scelte in Hifi siano state tutte esenti da qualsivoglia condizionamento consapevole o inconsapevole? Non credo. Siamo nel campo dei beni voluttuari dei quali si può fare a meno e che non si scelgono per necessità ma per piacere, per migliorare la nostra esistenza e per soddisfare la nostra passione. Può bastare un nonnulla per farci scegliere A piuttosto che B. 

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