analogico_09 Inviato Mercoledì alle 10:20 Inviato Mercoledì alle 10:20 Si tratta di due "ciaccone" (in re minore BWV 1178,in sol minore BWV 1179) scritte quando il compositore era ancora ragazzo. I brani sono stati eseguiti a Lipsia nella Tomaskirche 320 anni dopo la loro creazione dall'organista, musicologo, maestro concertatore, grande ricercato ed esegata bachiano, Tom Koopman. Tutti i particolari sull'eccezionale scoperta seguendo questo link che porta ad "Avvenire" https://www.avvenire.it/agora/spettacoli/scoperti-due-brani-per-organo-di-johann-sebastian-bach_101074 La BWV 1179 viene qui eseguita al cembalo (strumento compatibile con l'organo - a differenza del pianoforte) un magnifico strumento originale Giacomo Ridolfi (Roma, c.1665) restored by Ugo Casiglia. 1
analogico_09 Inviato Giovedì alle 09:22 Autore Inviato Giovedì alle 09:22 10 ore fa, Felis ha scritto: Dico solo una cosa. Bah. In Ghe senZo.
analogico_09 Inviato Giovedì alle 14:11 Autore Inviato Giovedì alle 14:11 A me sembra un'espressione di perplessità ad esempio: bah!, o boh!... direi voglia ndire che... a piacere. Ma anche bhi e bho capitan cocoricò; Volendo, anche che questa notizia non rende giustizia alla piena verità di baCh perbacco!! Ma forse @Felis si riferisce a Tom Koopman.., io potrei conoscerne il motivo...
Felis Inviato Sabato alle 01:25 Inviato Sabato alle 01:25 Si ravvisa una modalità Beatrice Venezi per come sia stato inappellabilmente calato il tutto dall’alto. Wollny con il suo 99,9% si è spinto molto oltre quello che sarebbe il prudente rigore musicologico.
Grancolauro Inviato Sabato alle 14:53 Inviato Sabato alle 14:53 Ho provato ad ascoltare i due pezzi e, francamente, a me non sembra farina del sacco di JSB… ma mica sono un filologo…
Lolparpit Inviato ieri alle 07:39 Inviato ieri alle 07:39 Mah...io mi occupo di filologia, sebbene su testi letterari e non musicali. I principi e gli obiettivi della disciplina tuttavia sono gli stessi. Mi piacerebbe leggere pubblicazioni scientifiche a riguardo, a comprovare la genuinità o perlomeno la probabile genuinità bachiana delle due ciaccone. Ho letto solo un articolo del Guardian, un po' più dettagliato rispetto a quello linkato di Avvenire. Sembra che la prova, o forse meglio indizio decisivo, sia il riconoscimento della mano di un copista, identificato in tale Salomon Gunter John, organista allievo di Bach ad Arnstadt, del quale sono note altre trascrizioni di testi sicuramente bachiani. Oltretutto nell'articolo è detto 'similar', per cui non nemmeno è certa l'identificazione: in filologia il peso specifico della constatazione cambia parecchio... A me l'ipotesi di attribuzione a Bach, se gli elementi sono questi, sembra molto molto avventata: non è stato trovato l'autografo di Bach. Nemmeno questo in realtà darebbe la sicurezza al 100%, perché non è detto che Bach copiasse testi propri: potrebbe trascrivere anche componimenti altrui (esempio dalla letteratura: Boccaccio si è copiato per ben tre volte la Commedia di Dante, abbiamo i tre codici, uno a Toledo, uno a Firenze, uno ora in Vaticana). Credo che l'unica cosa che si può dire, rebus sic stantibus, se davvero il copista è quell'allievo di Bach, è che le due ciaccone sono state scritte in un ambiente prossimo a quello bachiano. Non credo che JSB fosse l'unico che scrivesse cose per organo in Turingia... Le ho ascoltate anch'io: non ci sento il Bach a me più familiare, ma non sono musicista e non ho orecchio educato. Bisognerebbe vedere se in questi pezzi ci sono stilemi tipicamente bachiani: se così fosse l'ipotesi attributiva prenderebbe un po' di consistenza in più... 2
Felis Inviato 15 minuti fa Inviato 15 minuti fa Il 23/11/2025 at 08:39, Lolparpit ha scritto: Mah...io mi occupo di filologia, sebbene su testi letterari e non musicali. I principi e gli obiettivi della disciplina tuttavia sono gli stessi. Mi piacerebbe leggere pubblicazioni scientifiche a riguardo, a comprovare la genuinità o perlomeno la probabile genuinità bachiana delle due ciaccone. Ho letto solo un articolo del Guardian, un po' più dettagliato rispetto a quello linkato di Avvenire. Sembra che la prova, o forse meglio indizio decisivo, sia il riconoscimento della mano di un copista, identificato in tale Salomon Gunter John, organista allievo di Bach ad Arnstadt, del quale sono note altre trascrizioni di testi sicuramente bachiani. Oltretutto nell'articolo è detto 'similar', per cui non nemmeno è certa l'identificazione: in filologia il peso specifico della constatazione cambia parecchio... A me l'ipotesi di attribuzione a Bach, se gli elementi sono questi, sembra molto molto avventata: non è stato trovato l'autografo di Bach. Nemmeno questo in realtà darebbe la sicurezza al 100%, perché non è detto che Bach copiasse testi propri: potrebbe trascrivere anche componimenti altrui (esempio dalla letteratura: Boccaccio si è copiato per ben tre volte la Commedia di Dante, abbiamo i tre codici, uno a Toledo, uno a Firenze, uno ora in Vaticana). Credo che l'unica cosa che si può dire, rebus sic stantibus, se davvero il copista è quell'allievo di Bach, è che le due ciaccone sono state scritte in un ambiente prossimo a quello bachiano. Non credo che JSB fosse l'unico che scrivesse cose per organo in Turingia... Le ho ascoltate anch'io: non ci sento il Bach a me più familiare, ma non sono musicista e non ho orecchio educato. Bisognerebbe vedere se in questi pezzi ci sono stilemi tipicamente bachiani: se così fosse l'ipotesi attributiva prenderebbe un po' di consistenza in più... Bravo, era quello che lasciavo intendere con il mio post più su e che penso anch'io. D'accordo su tutta la linea. Sembra più un'operazione di marketing (Bach Gesellschaft, Breitkopf...).
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