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L'arte di ascoltare... la musica e l'impianto.


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@leonida quindi, secondo quanto scrivi, manipolare, variare, modificare l’arte altrui, ci renderebbe, a nostra volta, degli artisti? Beh, se penso a certi artisti, non siamo molto lontani ... ma, credo che manchi il primo passaggio, quello dell’idea, della creazione concettuale dal nulla, che poi l’artista elabora e realizza. Noi operiamo partendo da un arte già esistente,  e che poi, con strumenti da altrui pensati e creati, usiamo per interporre piccole variazioni su un tema già creato. Per assurdo, questo concetto, sarebbe in antitesi con quello di alta fedeltà, ovvero l’utopico obbiettivo di ottenere l’esatta copia del messaggio sonoro, originale.

Comunque, interessante riflessione ... 

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captainsensible
32 minuti fa, leonida ha scritto:

Nel momento in cui si interviene sul mezzo contribuendo a plasmare, variare,modificare, alterare etc il mezzo che permette  il trasferimento dell'operato dell'artista,

Quindi anche il sindaco del paese che stabilisce dove essere tenuto un concerto, a suo modo è un artista 😁

 

CS

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18 ore fa, iBan69 ha scritto:

Potremmo, traslare quest'arte anche nell'ascolto della musica e quindi, per un audiofilo, anche per l'ascolto di strumenti di riproduzione? Esiste una predisposizione nell'ascoltare, oppure esistono delle capacità che si acquisiscono con il tempo e l'esperienza? Queste doti, possono essere insegnate o sono del tutto personali?

Basta sentirci, per ascoltare bene, o ci vuole consapevolezza oltre che sensibilità? 

Il dubbio rimane, quando pensiamo che ognuno di noi percepisce lo stesso evento sonoro, che seppure chiaramente identificato da tutti, viene descritto con sfumature diverse. 

Se esiste l'arte del parlare, e la si può apprendere, esiste anche quella più "silenziosa" dell'ascoltare, oltre che le parole, la musica, e da lì, per noi appassionati, anche l'impianto?

Come per tutte le cose, le passioni, gli hobbies , le attività, l' esperienza conta, il percorso fatto aumenta i tools e le skills, si raggiunge una maturità che ci fa capire cosa effettivamente ci interessa, ci appaga, ci fa ascoltare in modo coinvolgente, e corretto, per le nostre possiiblità, intese sia psicofisiche che tecniche che di budget.

Poi ci sarà di sicuro una parziale componente genetica, c' è in tutto, c'è sicuramente anche nel buon modo di porsi verso l' arte, la musica, l' ascolto, ma il tutto va coltivato e affinato, va potenziato e ci devono essere, anche le condizioni pratiche, ovvero mi devo avvicinare al mondo dell' Hi Fi, cosa non così scontata, oggi come 40 anni fa . . . 

Se dovessi paragonare come ascolto oggi, rispetto a , diciamo 30 anni fa, probabilmente c'è un solco così ampio che non mi riconoscerei, anche come generi musicali preferiti o in scaletta, quindi potrebbe essere la prova di un' educazione e un' applicazione allo studio del buon ascoltare e del buon sentire, compreso il valorizzare al meglio delle proprie possibilità sistema audio e ambiente . . . 

Alla fine, lo ritengo un hobby di grande coinvolgimento, perchè la sinergia che si crea tra musica e sistema che la propone, può diventare un tutt' uno e garantire grandissime soddisfazioni. 

Ovviamente, ci possono poi essere alcune storture, dove si punta sempre a migliorare l' impianto perdendo di vista la musica, o ci si accanisce con alcuni oggetti che possono rappresentare dei feticci, insomma, come in ogn gioco si rischia la dipendenza negativa e frustrante, ma in generale, lo vedo come uno degli hobby sani, ricchi, dalle mille sfacettature e con potenziali di gratificazione e ludicità molto alti . . . 

La musica, come arte, tocca i sensi, la mente, la psiche, il corpo, in un modo che altre arti non sono in grado di fare . . . !!

saluti , Dario 

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6 minuti fa, alexis ha scritto:

ascoltare, anche altrui, musica, è una forma attiva e non passiva di conoscenza..

È attiva nella scelta, nella modalità e nell’approccio, lo può essere anche nella conoscenza qualora abbiamo la consapevolezza di ciò che stiamo facendo e del risultato che vogliamo raggiungere. Altrimenti è solo un’alchimia di casualità più o meno indovinate., che ci fa essere più degli esploratori che degli artisti.

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Ritengo, per le mie esperienze, che ci siano differenti gradi di modalità di ascolto della musica. 

Ovvero, ci sono gli ascoltatori di passaggio, che sentono in modo magari vago e distratto, ma che metabolizzano comunque qualcosa, e si emozionano anche, poi ci sono gli ascoltatori più specifici, ma pur sempre occupati a fare altro, magari all' interno del locale musica, quindi con un livello di attenzione relativo . . 

Poi ci sono gli ascolti più attenti, tecnici, motivati, legati a competenze, interessi, fatti anche in un modo il più canonico possibile, posizione obbligata, silenzio, condizioni ambientali curate e non disturbanti, insomma, si può fruire musica facendo mille altre cose, o concentrandosi su di essa con tutti i propri sensi e il massimo della capacità critica.

Il godimento ci sarà comunque, la piena consapevolezza di ciò che si ascolta, soprattutto per musica impegnativa, solo con la piena immersione sull' evento che si sta seguendo . . . 

saluti , Dario 

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26 minuti fa, captainsensible ha scritto:

Quindi anche il sindaco del paese che stabilisce dove essere tenuto un concerto, a suo modo è un artista 😁

CS

 

Trattandosi di un evento finalizzato alla produzione di particolari sensazioni sul destinatario dell'opera, se la scelta della location fosse in grado di modificare anche sostanzialmente, in meglio o in peggio, la qualità  della sensazione, e se il sindaco ne avesse piena consapevolezza, sarebbero fatto un corresponsabile del trasferimento artistico della potenzialità  dell'opera.

Se il sindaco avesse negato Il salone del palazzo Ganci per la scena del ballo del Gattopardo ed avesse concesso al suo posto la sala di trattenimento Milleluci, qualcuno può  immaginare che Luchino Visconti avrebbe accettato, nell'assunto che la qualità comunicativa fosse esclusivamente da attribuire alla qualità  della scena in sé e non anche al suo contesto?

 

 

Within the film industry, the primary job of the location manager is to research and secure the perfect locations to film a movie.

The location manager handles the creative side of finding appropriate location.

The location manager reports to the production designer, but collaborates frequently with the director. 

 

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captainsensible
8 minuti fa, leonida ha scritto:

Within the film industry, the primary job of the location manager is to research and secure the perfect locations to film a movie.

Questo durante la ripresa del film.......

A meno che non si voglia realizzare un western ambientato a Milano.

 

CS

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9 minuti fa, captainsensible ha scritto:

Atteggiarsi ad artisti avendo passato le ore ad attaccare e staccare-attaccare cavi e componenti, sinceramente mi sembra un poco una forzatura....più che altro per rispetto per chi ha passato ore a studiare uno strumento ed a comporre musica...

Molto d' accordo, infatti nel caso dei componenti si parla di capacità tecniche, che però non puoi disgiungere dalle capacità o competenze di ascolto, non certo di essere artisti , cosa che non ha attinenza, l' arte di ascoltare non ti fa artista, come l' arte di vedere un film non ti fa regista . . . 

saluti , Dario 

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19 minuti fa, aldofranci ha scritto:

Stravaccati, pigia play e non rompere le palle. 

Perché ciò non può avvenire per chi usa il giradischi ... sicuramente l’oggetto più vicino ad una forma d’arte per costruzione, concetto e utilizzo, che esiste nel nostro hobby. 😏

 

ps: se non rompessimo le palle ... questo forum non esisterebbe, nemmeno! 😄

 

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