Partizan Inviato 7 Luglio Autore Inviato 7 Luglio Finché c'è prosecco c'è speranza di Antonio Padovan Noir, 101', Italia, 2017. *** ** (3/5) Me lo sono proiettato ieri sera, è sulla piattaforma di Amazon Prime. Cominciamo col dire che la valutazione data è un po’ generosa, forse due stelle e mezzo sarebbero state più appropriate, tuttavia qualche pregio (tipo l’interpretazione di Battiston e qualcos’altro) ce l’ha. E’ sovrabbondante di personaggi allo stesso livello scenico, è chiaro che un noir deve avere molto personaggi per estendere la gamma delle psicologie, dei possibili colpevoli, ma su piani e con intensità diverse… qua è un po’ un minestrone. Ma quello che manca davvero a legare-staccare le varie sequenze è un vero ritmo: serrato, lento… come si vuole, ma un ritmo ci deve essere, non possono essere sequenze semplicemente messe in fila. Il canovaccio del film non è male, molto individualisti i personaggi, come sempre accade in queste terre, riproposti con personalità spesso scontate, banali e banalizzate. Molto belle spesso le riprese dei colli strabordanti della orribile Glera (il vitigno del prosecco) e della ricca e godereccia Treviso. Una discreta delusione, un’opera prima sufficientemente pasticciata come accade molto spesso nel nostro nuovo cinema, consola che al suo terzo lungometraggio Padovan abbia migliorato parecchio la sua regia, infatti Come fratelli è di ben altro spessore e fattura. Ancora più incuriosito di vedere la sua opera seconda, Il Grande Passo, non esiste DVD, ed è sparito da Prime: “Questo titolo non è disponibile perché i diritti sono scaduti” e non si trovi su altre piattaforme… la caccia continua. Ciao. Evandro
Questo è un messaggio popolare. coldturkey Inviato 7 Luglio Questo è un messaggio popolare. Inviato 7 Luglio @dariob A proposito del regista di In Bruges, Martin McDonagh, ti consiglio di vedere altri suoi 2 film secondo me imperdibili, Tre manifesti a Ebbing, Missouri e Gli Spiriti dell’Isola, film abbastanza diversi tra loro, ma in cui si riconosce la mano comune. 2 1
Partizan Inviato 7 Luglio Autore Inviato 7 Luglio 47 minuti fa, coldturkey ha scritto: altri suoi 2 film secondo me imperdibili, Tre manifesti a Ebbing, Missouri e Gli Spiriti dell’Isola Soprattutto il primo, secondo me. Ciao. Evandro
spersanti276 Inviato 7 Luglio Inviato 7 Luglio 4 ore fa, Partizan ha scritto: Finché c'è prosecco c'è speranza di Antonio Padovan Noir, 101', Italia, 2017. *** ** (3/5) Me lo sono proiettato ieri sera, è sulla piattaforma di Amazon Prime. Cominciamo col dire che la valutazione data è un po’ generosa, forse due stelle e mezzo sarebbero state più appropriate, tuttavia qualche pregio (tipo l’interpretazione di Battiston e qualcos’altro) ce l’ha. E’ sovrabbondante di personaggi allo stesso livello scenico, è chiaro che un noir deve avere molto personaggi per estendere la gamma delle psicologie, dei possibili colpevoli, ma su piani e con intensità diverse… qua è un po’ un minestrone. Ma quello che manca davvero a legare-staccare le varie sequenze è un vero ritmo: serrato, lento… come si vuole, ma un ritmo ci deve essere, non possono essere sequenze semplicemente messe in fila. Il canovaccio del film non è male, molto individualisti i personaggi, come sempre accade in queste terre, riproposti con personalità spesso scontate, banali e banalizzate. Molto belle spesso le riprese dei colli strabordanti della orribile Glera (il vitigno del prosecco) e della ricca e godereccia Treviso. Una discreta delusione, un’opera prima sufficientemente pasticciata come accade molto spesso nel nostro nuovo cinema, consola che al suo terzo lungometraggio Padovan abbia migliorato parecchio la sua regia, infatti Come fratelli è di ben altro spessore e fattura. Ancora più incuriosito di vedere la sua opera seconda, Il Grande Passo, non esiste DVD, ed è sparito da Prime: “Questo titolo non è disponibile perché i diritti sono scaduti” e non si trovi su altre piattaforme… la caccia continua. Ciao. Evandro Vedo se riesco a rimediartelo in file 1
dariob Inviato 7 Luglio Inviato 7 Luglio @Partizan 'Tre manifesti a Ebbing' aveva avuto parecchia risonanza e critiche entusiastiche. Fantastica come il solito la McDomand, ma il film mi aveva annoiato. D'altra parte, non so voi, ma per me per certi film dipende anche dallo stato d'animo del momento.
Partizan Inviato 7 Luglio Autore Inviato 7 Luglio @dariob Caspita annoiato... 6 minuti fa, dariob ha scritto: D'altra parte, non so voi, ma per me per certi film dipende anche dallo stato d'animo del momento. Quello vale per tutti: ho preso delle cantonate! Ciao. Evandro
spersanti276 Inviato 7 Luglio Inviato 7 Luglio 2 ore fa, Partizan ha scritto: @spersanti276 Grazie davvero! Ciao. Evandro ...è quasi pronto. Mandami la tua email in PM.
spersanti276 Inviato 7 Luglio Inviato 7 Luglio 56 minuti fa, spersanti276 ha scritto: ...è quasi pronto. Mandami la tua email in PM. Dovrebbe essere arrivato 1
coldturkey Inviato 7 Luglio Inviato 7 Luglio @dariob Ti diró, anche a me Tre Manifesti, visto all’epoca, non fece un’impressione particolare, mi é capitato di rivederlo recentemente, ed il film ha guadagnato nel tempo (o forse sono io, come detto giustamente, che avevo una disposizione diversa). Diverso é il caso di Gli Spiriti dell’Isola (molto piú bello il titolo originale The Banshees of Inisheer), una sorta di leggenda arcaica irlandese, interpretata dalla stessa coppia di attori protagonisti di In Bruges, che ho apprezzato sin dalla prima visione. PS come sempre imho, da vedere rigorosamente in lingua originale con eventuali sottotitoli, per apprezzare appieno l’interpretazione degli attori ed il suono della lingua irlandese. 1 1
Partizan Inviato 8 Luglio Autore Inviato 8 Luglio Il grande passo di Antonio Padovan Commedia, 96', Italia, 2019. *** ** (3/5) Me lo sono proiettato ieri sera. Grazie ad un generoso prestito sono riuscito ad avere la possibilità di vedere il secondo film di Antonio Padovan. Questa volta è un punteggio pieno, anzi potrebbe essere anche qualcosa in più. Mi è piaciuto, una favola moralistica, ma almeno la morale è quella buona, ed il regista ha gestito con pieno controllo l’opera: buona la sceneggiatura, il ritmo, i dialoghi… Al solito ottimo Battiston giganteggia ed aggiunge una perla alla sua ottima collana di interpretazioni. Ottima anche la maniera di affrontare il “diverso”, contestualizzato al territorio, al suo vissuto, con buona dose di ironia e empatia. Ciao. Evandro
Grancolauro Inviato 8 Luglio Inviato 8 Luglio Mickey 17, di Bong Joon Ho Che dire, imbarazzante. Uno dei film più brutti visti negli ultimi anni. Forse l'aspettativa era troppo alta dopo 'Parasite', il pluripremiato precedente film del regista coreano. Ma qui ci troviamo di fronte a un lavoro che sembra essere stato assemblato in fretta a furia nonostante il notevole impiego di mezzi per realizzarlo. Chissà cosa è successo. Il film inizia bene: l'idea di fondo è potente. Ma poi la storia si perde, i dialoghi virano verso il nonsense, e la vena grottesca del film "inghiotte" sé stessa. Poi mi sono sembrate troppo smaccate, sotto il profilo stilistico e iconografico, le somiglianze con opere cult come "Brazil" e "Nausicaa nella valle del vento". Insomma, un buco nell'acqua, mi sembra.
analogico_09 Inviato 8 Luglio Inviato 8 Luglio Viati recentemente due film molto interessanti. Da RayPlay il notevole, "Il Cielo Brucia", 2023, del regista tedesco Christian Petyzold, Orso d'argento, gran premio della giuria al festival di Berlino. Di quei film "viscerali", profondi, connotanti fa forte originalità di scrittura e regia che rimarcano drammaticamente le distanza che intercorrono tra il nostro cinema "sempre più "impaesanitosi" rispetto alle cinematografice più agguerrite delle migliori realtà europee contrassegnate da un respiro più ampiamente universale, nonostante la crisi serpeggiante che tocca tutti senza aver tuttavioa fatto crollare le strutture portanti dell'industria filmica. Ho visto poi un film del mio amatissimo Brian De Palma che stranamente non conoscevo, forse perchè non ebbe la stessa risonanza di altri capolavori del regista americano. Sia quel che sia una lacuna grave a cui dovevo porre rimedio. L'ho acquistato da Prime, ottima copia a 3,99, dopo aver letto da qualche parte che Tarantino lo dava come il più bel film sulla guerra del Vietnam. Mi sono tolto la sete con il prosciutto e non ho nessuna voglia di contraddire l'opinione di un regista cinefilo che ha ha l'occhio molto lungo speciamente quando lo usa per girare i suoi tanti film, tutti dal notevole al capolavoro. In ogni caso, grandissimo film di e sulla guerra che potrebbe sembrare all'apparenza un fuori stile rispetto all'immaginario filmico più conosciuto e seguito di De Palma il quale non rinuncia neppure qui ai suoi "invisibili" e "virtuosi" piani sequenza, ad una regia "eroticamente" plastica e sinuosa facendone strumenti dell'espressione mai fini a se stessi. Casualties of War (Vittime di guerra) 1989. Un film di realismo opportunamente crudo, disturbante, feroce ma non ricattatorio che propone l'azione spettacolare spesso "odiosa" come i soldati "impazziti", tutti bravi, il principale interpretato da un Sean Penn di perversa acttiveria, con il doppio del "buono, Michael Fox. Ritmo implacabil con riflessioni morali "agogiche" e serfpeggianti, non moralistiche, non chiuse a tesi univoche o manichee. Ottimo scores di Ennio Morricone. Un grande film, entusiasmante scoperta, mi rende ancorta più felice il fatto che giunga a tanti anni di distanza come se fosse un nuovo film appena uscito. La mia filmografia dell'amato Brian De Palma ora è (quasi?) completa. 1
best_music Inviato 9 Luglio Inviato 9 Luglio Il 08/07/2025 at 17:28, analogico_09 ha scritto: Casualties of War (Vittime di guerra) 1989. Lo vidi in Tv, non sapevo che fosse di Brian De Palma (né mi sarebbe importato all' epoca), certo un film che si inserisce nel filone della autoflagellazione americana, ma anche un film che mette a fuoco aspetti della guerra di cui non piace parlare quando a commettere le violenze sono "i nostri" ma che alla fine non stupiscono più di tanto. : Interessante su questo tema un film minore tratto dall' unico romanzo di Flaiano, "Tempo di uccidere" (Montaldo, 1989 - il romanzo è del 1947), nel quale a commettere qualcosa di molto grave è un ufficiale italiano nell' Africa coloniale, protagonista e voce narrante della storia, cosa che fa sospettare al lettore che non la stia raccontando giusta, che stia cercando di autoconvincersi che le cose sono state meno gravi di come emergerebbero da una inchiesta. Purtroppo nel film questo aspetto più "letterario" si perde. Protagonista del film un Nicolas Cage un po' fuori ruolo anche se la parte del "tormentato" in fondo gli riesce bene.
analogico_09 Inviato 9 Luglio Inviato 9 Luglio @best_music Il film è una sorta di narrazione degli orrori della guerra inscenata in tempo reale, cosa che impedisce allo spettatore di distrarsi e saltare il coinvolgimento emotivo, morale, psicologico, lo spontaneo ed insieme "obbligato" processo identificativo come succede con i film basati essenzialmente sugli aspetti cinematografici più superficiali spettacolari. Lo spettatore è chiamato come prima cosa a "vivere" il film dal finale aperto, poi a riflettere e giudicare in proprio l'elemento "morale". Visto tanto termpo fa, non ricordo chiaramente il film di Montaldo il cui titolo mi rimanda allo straziante melodramma del grande Douglas Sirk intitolato "Tempo di Vivere", 1958. Una storia di amore tragico nella Germania della seconda guerra mondiale. Bellissimo, imperdibile. Un disperato atto d'accusa contro la follia e la disperazione della guerra. Lo rivedrò al più presto.
Napoli Inviato 11 Luglio Inviato 11 Luglio Gold coast ,il colonialismo della Danimarca nel 800 in Guinea ,su prime.
dariob Inviato 11 Luglio Inviato 11 Luglio Stasera un classico dei '70: Chi ucciderà Charley Varrick? Don Siegel e Walter Matthau. Sempre piacevole da rivedere. 1
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