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L'ultimo film che avete visto, al cinema, in casa, dove volete...


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Inviato

@8Franz Anche a me è piaciuto meno di altri suoi film, ma è stato come ha indagato e raccontato una vicenda così al limite, come a mio avviso ha indicato  la prospettiva di necessità di tolleranza, la necessità di rivedere i nostri preconcetti per formare una società nuova, adeguata ai nuovo tempi, che mi ha fortemente turbato. Opera leggera nell'esposizione, ma pesantissima nei contenuti.

L'ha girato in Corea, con tutti attori coreani, è venuto naturale farli recitare nella loro lingua.

Grazie per la segnalazione per "Le verità", trovato su RaiPlay il giorno dopo e visto: una delusione totale. Verboso, banale, con due attrici che, da anziane, mi stanno sulla balle (sempre gli stessi ruoli)...  Totalmente inutile, a mio avviso, un puro esercizio di film europeo girato da un giapponese.

Ciao

Evandro

Inviato

Il bandito senza nome e il castello di dragonwick di mankevicz. Bellissimi

Inviato

Boomerang e Un albero cresce a Brooklyn di Elia kazan

Inviato

The Northman

Lugubre, iperviolento, tragico.

Inviato

@NapoliThe Witch non l'ho visto però ti posso dire che "The Northman" non mi ha entusiasmato...così così...

Inviato

 

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TRIANGLE OF SADNESS di Ruben Östlund  Satirico, 149’, Svezia, 2022.

 

*** **

 (3/5)

 

Visto ieri sera in sala.

 

ATTENZIONE VIENE SVELATA LA TRAMA DEL FILM, FINALE COMPRESO.

Confesso che sono entrato in sala con grandi aspettative, The Square, l’unico suo film suo da me visto, mi era piaciuto moltissimo: alla feroce critica sociale accompagnava immagini e situazioni magnifiche, lo avevo trovato fortemente moderno ed innovativo.

Non sono uscito dalla sala con la stessa gratificazione, ma certamente è una bella opera, ancora più feroce ed anticapitalista, semplicemente narrando (mettendole sotto ad una lente di ingrandimento) situazioni di vita pressochè “normali” per gli squali sociali della borghesia.

Il film è in tre atti: Carl e Yaya, lo yacht, l’isola.

L’incipit  è la caustica intervista ad una serie di modelli maschili, a cui viene sottolineato di essere vittime di discriminazioni: guadagnano infatti tre volte di meno delle loro colleghe donne. Poi vediamo un giovane biondo, tale Carl sfilare per un provino.

Nelle scene successive vediamo lo stesso giovane a cena con una giovane modella, Yaya, e l’imbarazzo su chi deve pagare il conto, lei guadagna tre volte più di lui, ma lo lascia fare e lui controvoglia mette vicino al conto la sua carta di credito, ma la rimprovera di essere vittima dei ruoli, di non ricercare la parità nei rapporti, una sega incredibile. Allora lei tranquillamente tira fuori dalla borsetta la sua carta di credito e paga il conto; ma l’operazione non andrà a buon esito ed allora lei prova a pagare per contanti, ma non ne ha a sufficienza. Carl paga con la sua carta, mentre lei rimette via il contante. Altro pippone che proseguirà anche in camera da letto, lui dice che non gliene frega niente dei soldi, ma è questo adattarsi ai ruoli maschile e femminile che non può accettare.

Cambia la scena e vediamo Carl e Yaya prendere il sole sulla sdraio sul ponte di uno yacht da crociera, lei fa anche l’influencer, e come tale ha avuto questa crociera per lei ed il suo compagno in omaggio promozionale.  Vediamo lui che col telefonino le scatta foto in continuazione, che poi lei selezionerà e pubblicherà sulle home dei suoi vari social, alla caccia di followers.

La fauna dei passeggeri della crociera è variegata, ma composta da vecchi soli o accompagnati, tra questi spicca una coppia di inglesi rinsecchiti produttori di armi, mine anti uomo nello specifico, Dimitri, un oligarca russo produttore di concime (venditore di mezza pensione si autodefinisce) con dietro a carico una moglie invecchiata male che compie atti “democratici” ordinando al personale della nave di fare il bagno e prendere il sole piuttosto di lavorare, ed una prosperosa amante che vedremo spesso assieme a Yaya.   C’è poi il solitario Jorma che ha fatto montagne di soldi con i videogiochi o cose affini, ed una coppia tedesca deve lei, colpita da ictus capisce tutto, ma ha perso l’uso della parola, sa dire solo “in den wolken”, che ripete in continuazione.

Altro personaggio eccentrico, che vedremo solo dopo parecchio tempo perché rinchiuso nella sua cabina  a bere in continuazione, insensibile alle richieste di uscire di Paula la capo steward e del vice comandante, è Thomas il capitano americano, comandante in prima della nave , che si definisce marxista.

Vediamo lo stridente diverso atteggiamento tra chi è in oziosa vacanza ed i lavoratori di bordo, tutti addestrati da Paula per il massimo della disponibilità e servizio nei confronti dei ricchi viaggiatori. Unica eccezione un lavorante che sta sul ponte a torso nudo, esibendo un notevole fisico che colpisce anche Yaya, il nostro democratico Carl si risente e va a fare le sue rimostranze a Paula, che anziché mandarlo a quel paese, fa allontanare con un gommone l’incauto fusto.

Tutto prosegue tra le spacconate e le grandi bevute del ciccione russo, le fisime di altri ricconi, finchè Paula riesce a strappare al capitano Thomas una data, “per cortesia tutte, tranne giovedì quando ci sarà mare mosso”, ma Thomas sceglierà inevitabilmente il giovedì per la “cena col capitano”.

La sera fatidica, riescono effettivamente a stanare il capitano, che esce apparentemente lucido ed in buone condizioni, ma devono posticipare l’inizio della cena perché appunto la riccastra russa ha preteso che tutte le maestranze si rilassassero e facessero il bagno, questo fatto inevitabilmente ha portato ritardi.

Vengono serviti i primi manicaretti, accuratamente descritti dalle cameriere, ed intanto si sente rumoreggiare sempre più forte il mare; la cena prosegue con qualche difficoltà, qualche oggetto inizia a rotolare sui pavimenti fintanto, che le onde si innalzano spaventosamente ed iniziano a sbattere sugli oblo della grande sala da pranzo. Il mal di mare inizia a provocare scrosci di vomito, alcuni cercano di allontanarsi dalla sala, ma vengono sbattuti violentemente a terra, vediamo water da cui fuoriesce un fiume di mezza pensione… un quadretto paradisiaco.

Alla fine in sala rimangono solo il capitano Thomas e Dimitri che continuano a bere ed a confrontarsi-scontrarsi politicamente, peccato lo facciano attraverso il microfono della radio di bordo, martoriando i sofferenti passeggeri. Alla fine, completamente ubriachi  si rendono conto di essere un russo capitalista ed un americano comunista, la cosa sembra divertirli parecchio.

Per non farci mancare niente vediamo un gommone d’altura di pirati abbordare la nave, Winston e Clementine, i due schifosi vecchietti inglesi saliti in coperta vedono per terra un oggetto strano, la moglie lo raccoglie e riconosce una bomba a mano fabbricata da loro.

La camera si allontana e vediamo in lontananza una grossa esplosione a bordo dello yacht.

Cambia la scena, siamo su una bellissima spiaggia dove si sono salvati solo pochi naufraghi: Carl e Yaya, Dimitri, Jorma (il produttore di videogiochi), Paula, Therese la signora tedesca colpita da ictus, Nelson (un addetto alla sala macchine, o un pirata) e Abigail, la responsabile del servizio di pulizia della nave da crociera, che si è salvata su una scialuppa cabinata portandosi dietro acqua ed un minimo di prodotti da forno, grissini e patatine.

Natura selvaggia, un bellissimo sole, ma immediatamente si rendono conto di non aver acqua e nemmeno cibo, sarà appunto Abigail a razionare acqua e grissini, poi la vediamo immergersi in mare per poi tornare a riva con un polipo catturato con le mani. Chiede se qualcuno sa come si pulisce un polipo, se qualcuno sa come accendere un fuoco, nessuno. Allora compie lei tutte le azioni necessarie e nella successiva distribuzione della cena, tiene per se la maggior parte del cibo. Paula fa presente che non è giusta una ripartizione del genere, il russo Dimitri declama “ciascuno deve fare secondo le sue capacità ed avere secondo le sue necessità”, ma  Abigail è inflessibile: sulla nave lei era l’ultima degli ultimi, ma adesso è solo lei ad avere le conoscenze e le capacità di procurare il cibo, quindi lei adesso è il capitano, e loro sono ai suoi ordini! Ed infatti di buon grado accettano il nuovo ordine gerarchico, che grazie alla nuova comandante priviligerà le donne, agli uomini viene dato l’unico incarico di vegliare che il fuoco non si spenga durante la notte. Siccome si addormenteranno ed il fuoco si spegnerà il giorno successivo a Carl, come punizione, non verrà dato da mangiare, ed a tutti, a Yaya per prima questa punizione sarà vista come giusta.

A sera Abigail dice che siccome non ha mangiato tutto il giorno, Carl sarà molto stanco e pertanto decide che anziché all’addiaccio come gli altri, andrà a dormire con lei nella scialuppa. Immediatamente scatta la gelosia di Yaya, che lo istruisce su cosa può e cosa non può fare con Abigail. La scena si ripeterà per più sere e Carl sarà deriso, forse con un po’ di invidia, per questo. Lui stesso è in difficoltà e lo vediamo discutere con la nuova amante sul come comportarsi, e poi le chiede che sia lei faccia chiarezza con Yaya,  che il loro rapporto sia ufficializzato.

La mattina vediamo Yaya battere alla scialuppa ed invitare Abigail a fare una escursione sulle alture nel tentativo di procacciarsi del cibo. La sera prima avevamo visto una scena penosa col povero Jorma in difficoltà a finire con una pietra una asina ferita.

Un quadretto disgustoso quando il mare restituisce la salma di Vera, la moglie di Dimitri, e questi abbracciandola le sfila anello e collana, nascondendoli in una scarpa.

Le due si arrampicano sulle pendici delle alture e le maggiori forze della giovane mettono in difficoltà la sua compagna, e mentre vediamo la signora tedesca avvicinata da un ragazzo di colore che vende braccialetti e bigiotteria, Yaya lancia un urlo, ha visto un ascensore, l’isola praticamente è un villaggio turistico.

Vediamo Yaya seduta tessere le lodi di Abigail, che di fatto ha costituito un matriarcato ed offrirgli di farle da assistente, quest’ultima raccogliere una grossa pietra per colpirla… vediamo Carl che intuendo le intenzioni ad Abigail si lancia in una sfrenata corsa nel tentativo di fermarla, ci riuscirà? Non lo sapremo mai, il film finisce prima.

Questa tremenda allegoria sullo scontro tra classi sociali ha momenti di forte ilarità, il sarcasmo che pervade questa pellicola è si divertente, ma non distoglie l’attenzione e la tensione sulle vicende, sugli scontri in atto.

Ben recitato, diretto ancor meglio con una splendida fotografia del giovane svedese  Fredrik Wenzel, al suo terzo film con Östlund, compreso il magnifico The Square.  Ottimo il modo di ritrarre i personaggi, indagandoli psicologicamente ed arditi e fluidi i movimenti di macchina nei vari piano sequenza.

Palma d'oro al miglior film al 75º Festival di Cannes.

Ciao

Evandro

 

Inviato

Sky sta trasmettendo After Yang di Kogonada. 

Non so neanche se ha visto le sale di proiezione in Italia, ma consiglio la visione se avete la possibilità. 

  • Thanks 1
Inviato

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Visto ieri sera su Netflix.

Uno dei film di guerra più sconvolgenti che abbia mai visto. 

Niente retorica,  non ci sono eroi,  non ci sono buoni...  solo massacri senza senso agli ordini di generali avidi e ottusi.

Fa intendere anche come la Germania sia stata colpita e penalizzata duramente, da un punto di vista sociale ed economico, al termine della grande guerra.

Condizioni che poi hanno favorito tutto quello che viene dopo e che ha scatenato la seconda guerra mondiale.

Lo consiglio ma solo se avete uno stomaco abbastanza forte..

 

  • Melius 2
Inviato

 

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TORI E LOKITA di Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne  Drammatico, 80’, Francia, 2022.


***1/5 **

   (3,5/5)

 

Visto ieri sera in sala.

 

ATTENZIONE VIENE SVELATA LA TRAMA DEL FILM, FINALE COMPRESO.


Sempre più “asciutti” i film dei fratelli Dardenne, più asciutti e più duri, accusatori.

Il loro modo di fare cinema ha rinunciato a tecniche intriganti, gestione di ripresa e montaggio sopraffine per una regia “semplice”,  apparentemente quasi banale per concentrarsi sul contenuto, forse per rispetto, visto che i temi delle loro opere sono sempre gli ultimi, gli “scarti della società”.

E di fronte a vicende umane quali quelle dei migranti non c’è tanto da ricamarci,  ma mostrare semplicemente la infame vita che conducono questi esseri umani, cosa sono costretti a fare per cercare di campare, cercare ripeto.

Il film inizia con Lokita, ragazzina di età non definita, che sta cantando in un locale mentre i commensali stanno consumando la propria cena, poi lei chiama il fratellino per cantare insieme una ballata che hanno imparato in un centro d’accoglienza in Sicilia,  la filastrocca è “Alla fiera dell’est” che viene resa in maniera spettacolare, emozionante. Scopriremo che in realtà non sono fratelli di sangue, lei viene dal Camerun, il ragazzino dal Benin, ma il viaggio, la traversata in mare, il bisogno di proteggersi a vicenda ha creato una fratellanza di cuore, fortissima tanto che lei sta cercando di ottenere dei documenti per potersi regolarizzare, fare la colf ed abitare insieme al piccolo Lori per proteggerlo, aiutarlo a crescere, ovviamente anche aiutando i cinque suoi familiare che sono rimasti in Camerun.

Nello stesso ristorante gestito come copertura da Betim, un trafficante di stupefacenti, i ragazzini rispettando codici di sicurezza, da veri navigati,  entrano in cucina dove Betim che fa il cuoco, dopo ritirare i loro cellulari e consegnandone altri due per poter comunicare, fornisce loro un certo quantitativo di dosi di stupefacenti (presumibilmente marijuana) che loro recapiteranno ai clienti abituali, torneranno in cucina, restituiranno i cellulari e riavranno i loro, intascando una decina di euro per la commissione.

Nelle scene successive vediamo la ragazza alle prese con addetti dell’ufficio immigrazione, dove vuole convincere gli esaminatori di essere realmente la sorella di Lori, che per una condizione diversa di rifugiato, ha già avuto la cittadinanza.  Gli esaminatori non sembrano malvagi, hanno forse empatia con Lokita, ma fanno il loro lavoro ed inevitabilmente riescono a metterla in crisi, non conosce certe situazioni e si contraddice o non sa rispondere. Vediamo Lokita disperata per non essere riuscita, anche questa volta, a superare la prova avere una crisi d’ansia che supererà fortunatamente assumendo un farmaco.

Vediamo poi una coppia di neri, probabilmente camerunensi anche loro, rimproverare la ragazza  per non essere andata alla loro messa la domenica precedente, sono degli schifosi religiosi che hanno gestito il suo trasferimento dalla Sicilia al Belgio, e che per questo millantano un credito di parecchie centinaia di euro, che Lokità verserà ratealmente.

Ma questa volta la ragazza non vuole versare perché a sua mamma servono i soldi per iscrivere a scuola i suoi fratelli, ma i religiosi non sentono motivi e la donna la fruga dappertutto, alla fine trovandole i soldi dentro una scarpa.

La ragazza è disperata, assistiamo prima ad una sua telefonata con la madre che è convinta che la ragazza trattenga i soldi per se, poi la vediamo nella casa di accoglienza rifrancata dalla presenza di Lori col quale scherza e gioca.

Sempre più determinata ad avere dei documenti che le permettano oltre il soggiorno, di lavorare, decide di chiedere a Betim, il cuoco malavitoso, dei documenti falsi. Questi la rassicura sulla facilità di procurarglieli, certo hanno un costo alto, oltre ad una prestazione sessuale, le toccherà stare per tre mesi in un vecchio fabbricato fuori città (mentre vi viene trasportata è bendata) dove con mille sicurezze e prudenze Betim gestisce una coltivazione di marijuana. Settimanalmente le verrà portato del cibo e lei dovrà svolgere tutta una serie di operazioni atte ad una buona coltivazione, le verrà tolta la sim dal telefono per evitare possa essere individuata.  Questo per la ragazza è inaccettabile perché non potrà comunicare col piccolo Lori, concordano che lo potrà fare una volta alla settimana con altra scheda sim e di fronte a Betim, in modo possa controllare quello che dice.

Inizia questa fase di isolamento, e vediamo Lokita lavorare alacremente, ma le manca il contatto col fratello e così in occasione della consegna del cibo da parte di una ragazza protesta  ed ha una crisi di ansia, la ragazza si spaventa e chiama Betim, che la farà parlare telefonicamente per qualche decina di secondi col fratello. Questi che si era attivato per fare le consegne delle pizze del locale, per ragranellare qualche soldo, la sorella gli aveva intimato di non spacciare, rompe gli indugi e con la scusa di far consegnare dei disegni a sua sorella riesce a nascondersi nell’auto di Betim e così raggiungere l’edificio dove è sequestrata la ragazza. Dopo che Il cuoco sarà ripartito, Lori con una abilità e prodezza che l’agente James Bond gli fa un baffo, riesce ad entrare nell’edificio e raggiungere la sorella. Commozione ed abbracci poi vanno a visitare gli ambienti dove la canapa viene trattata per poi essere smerciata. La ragazza ne consegna qualche decina di grammi al ragazzino, questi la venderà ad un cliente che aveva lamentato prezzi troppi esosi da parte di Bezim.

Con i suoi risparmi più il ricavato della vendita si reca ad un ufficio postale e, facendosi aiutare in quanto come minorenne non abilitato, fa un bonifico alla famiglia di Lokita.

Poi qualche giorno dopo prende un autobus che lo porti nei pressi del fabbricato, è giorno entra facilmente, raggiunge la sorella, sentono dei rumori… e Betim li raggiunge aggredendo Lori, Lokita raccoglie un pezzo di legno e colpisce l’infame sulla nuca, lo tramortisce, sembra si riprenda, Lokita lo colpisce nuovamente alla testa ed iniziano la fuga, peccato che prudenzialmente Betim aveva chiesto ad un complice di raggiungerlo, è il ragazzo che aveva accompagnato Lokita in quei locali.

I fratelli riescono a nascondersi quando questi entra, poi con le chiavi sottratte al tramortito cuoco, aprono e richiudono i lucchetti posti a difesa delle varie porte.

Fuggono a piedi in direzione opposta a quella che considerano la più prevedibile, verso l’autostrada, nonostante la ragazza abbia grossi problemi ad una caviglia, procuratasi durante la colluttazione con Betim.

Raggiunta una certa distanza, fa nascondere nella vegetazione il fratellino e prova a fare autostop,  passa una signora e si ferma, quando lei le dice che c’è anche suo fratello, questa impaurita riparte, lasciandoli a terra. Purtroppo la macchina successiva è quella del complice che rincorre la ragazza e la raggiunge facilmente, dati anche i problemi alla caviglia. Le chiede dove è suo fratello e lei gli dice che sono scappati in direzioni opposte, per aver maggio probabilità di fuga.

Lui estrae un revolver e la uccide sparandole due colpi. Tori nascosto nel fogliame ha visto tutto. Il criminale risale in auto e velocemente torna sui suoi passi.

Le ultime scene sono riprese nel centro accoglienza dove si sta svolgendo una cerimonia di commiato per la povera Lokita,  viene ceduto il microfono a Lori perché dica qualche parola, e lui durissimo dice semplicemente che l’aver negato la loro fratellanza, non averle dato la cittadinanza ha ucciso Lokita, poi si mette a cantare una nenia dolcissima nella sua lingua e finisce il film.

Questa scelta di semplificazione del linguaggio visivo è addirittura spiazzante, sarebbe interessante sentirne le motivazioni direttamente dai fratelli Dardenne, non credo che il messaggio arrivi più forte, meno ancora che possa arrivare ad un pubblico più esteso, le discriminanti sono ben altre.

La durezza delle vicende ti fa uscire dalla sala triste e schifato dal mondo, dire che si è soddisfatti della visione è una bugia; il vero riconoscimento è l’onestà della rappresentazione, il non girarsi dall’altra parte di fronte a situazioni che nonostante la grande diffusioni non possono e non devono essere accettate come “normali”.

Inviato

Segnalo un bel documentario sulla spedizione dei 2 Rover su Marte.

Su Amazon Prime: Buonanotte Oppy.

:classic_smile:

 

Inviato

Segnalo su raiplay : i cento cavalieri di cottafavi 

Inviato

Las brujas de Zugarramurdi, film spagnolo del 2013 (su Prime), malamente tradotto in italiano  come Le streghe son tornate, suggestivo e divertentissimo, con Carmen Maura che dà un tocco almodovar primo periodo (chi ha visto i primi film, quelli ispirati ai fumetti, capirà...)

  • 2 settimane dopo...
Inviato

 

The Fabelmans

Introspettivo, raffinato, emozionante.

 

  • Thanks 1
Inviato

Glass Onion su Netflix.

Mi è piaciuto,  bella sceneggiatura e bravi attori. 

Uno dei pochi film le cui 2 ore e mezza di durata sono giustificate.

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