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Melius Club

L'ultimo film che avete visto, al cinema, in casa, dove volete...


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Inviato

Visti entrambi, io che non amo il genere li ho apprezzati. 

Inviato

@LUIGI64 Guarda, dopo tutte le recensioni positive lette, pensavo di essere io a non averlo capito...ma fa piacere di non essere il solo 

@Napoli Ammetto che un paio di scene di Hereditary le ho apprezzate, ma Come hai fatto a non addormentarti alla fine di Midsommar? 

Inviato
9 ore fa, argonath07 ha scritto:

dopo tutte le recensioni positive lette, pensavo di essere io a non averlo capito...

Idem :classic_smile:

Inviato

Sempre genere Horror, ma fatto benissimo ed Italiano... e' Oltre il guado 

Film dal budget basso, ma che raggiunge il suo scopo più nel non far vedere che nel vedere...

Mi spiego, è "facile" far paura facendo vedere uno che fracassa la testa con una mazza, molto più difficile dar paura senza far vedere...

Classico esempio Rosemary's baby, capolavoro secondo me del genere...

 

 

Inviato


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L'uomo dai mille volti di Alberto Rodríguez   Drammatico,130’, Spagna, 2016.

 

*1/5 ****

  (1,5/5)

 

Me lo sono proiettato ieri sera in DVD.

 

Che delusione! Che film incasinato…

Come potevo aspettarmi da Alberto Rodriguez, il fantastico regista di Isla minima, un pasticcio del genere?

Basata sulla storia vera (e sul libro “Paesa, el espía de las mil caras” di Manuel Cerdán che con Rodriguez e Rafael Cobos firma la sceneggiatura) di Francisco (Paco) Paesa, un agente dei servizi segreti spagnoli che fu l’autore del più grosso colpo inferto al movimento separatista basco ETA, vendendo loro dei missili antiaerei, nascondendo loro che contenevano un localizzatore che permise alla polizia spagnola di individuare e sequestrare il loro più grande arsenale.

Il grosso compenso che gli spettava, il suo comportamento non irreprensibile fece in modo che i servizi segreti lo incastrassero in un caso di estorsione, costringendolo alla fuga ed a espatriare.

L’occasione del suo “riscatto” gli si presentò quando il corrotto ex comandante della Guardia Civil, Luis Roldán si rivolge a lui per salvare il malloppo (un miliardo e mezzo di pesetas) dopo l’incriminazione.

Il caso fu enorme e scosse tutta la Spagna negli anni novanta, mentre da noi non se ne seppe praticamente nulla, forse anche da questo per noi, oltre alla difficoltà filmica di raccontare una vicenda necessariamente tanto complessa, il lavaggio di danaro sporco con tutti i passaggi che implica, gli spostamenti in varie aree del mondo, contribuisce ad incasinare l’opera.

Tutto intento a spiegare i meccanismi delle operazioni, i dubbi, le scelte di questi delinquenti internazionali, mentre il racconto manca di originalità, la messa in scena è banale, non c’è thriller, non c’è tensione. Sappiamo solo quanto è scaltro, feroce e determinato Paco, col suo amico aviatore Jesuz, nel raggiungere gli obiettivi che si prefissa, e nonostante le vicende che si susseguono a noi sopraggiunge la noia, una noia di 130 minuti.

 


 

Ciao

Evandro

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Inviato

Un rocker allo sbando. 

Visto ieri sera su Netflix, niente di eccezionale però direi che merita da vedere. 

Inviato

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One Second di Zhang Yimou Drammatico, 105', Cina, 2021.


 

**1/5 ***

(2,5/5)


 

Visto ieri in sala.

ATTENZIONE, VIENE SVELATA LA TRAMA, FINALE COMPRESO.

 

Casualmente ieri mi sono trovato a vedere, in anteprima nazionale, l’ultimo film di Zhang Yimou, One second. Avevo letto la breve recensione di Emiliano Morreale sulla Repubblica dove ne emerge un giudizio positivo con una valutazione di tre stelle e mezza; poi casualmente ho visto che era in programmazione anche a Padova ed addirittura nel “mio” cinema, il mitico Lux.

Nonostante la scomoda programmazione tardo pomeridiana ho deciso di non perderlo e sono contento di averlo fatto, anche se il film sostanzialmente non mi è piaciuto.

E’ prima di tutto un atto di amore per il cinema… questi registi, quando diventano vecchi propongono opere sul cinema, non si capisce bene se come tributo o come mancanza di altre idee più originali. Yimou lo inserisce però in un contesto storico ben preciso, la rivoluzione culturale cinese,  ed in ambito generazionale come scontro-incontro tra padri e figli. Diciamo che il limite maggiore di questa opera, ovviamente a mio parere, è che non graffia, non scava in profondità… ed allora perché ambientarlo in quella precisa e molto controversa fase storica? Per amor di verità va ricordato che il film doveva essere presentato a Berlino 2020 e che poi fu ritirato per non precisati motivi tecnici, ma pare presumibilmente fosse un atto di censura e che alcune scene siano state rigirate, questo potrebbe spiegare la non incisività, ma un autore se non si ritrova nella sua opera ha il diritto-dovere di rinunciarvi, anche se nel cinema questo può avere, dati i costi, un esito catastrofico a livello economico.

Il risultato è un racconto fiabesco con paesaggi magnifici del deserto che circonda il fantomatico secondo distretto, l’amore per la pellicola, la pizza cinematografica contesa.

Zhang Jiusheng evaso da un campo di lavoro, dove era finito per una rissa con delle guardie rosse, è alla ricerca della pizza che contiene il Cinegiornale n° 22 che mostra la sua giovane figlia eroe del lavoro, anche se per solo un secondo. Lo vediamo arrivare nel villaggio dove è appena stato proiettato, le pizze vengono caricate su dei borsoni di una motocicletta per essere trasportate al successivo villaggio, ma improvvisamente irrompe Liu, una ragazzetta sporca e scapigliata, ruba una delle pizze, manco farlo apposta quella del cinegiornale, perché deve costruire un paraluce per il suo piccolo studioso fratellino, per proteggergli gli occhi mentre studia la sera.

E’ un continuo inseguimento, un road movie sulla stradina nell’assolato deserto, dove dopo un passaggio su un camion, che ha evitato loro la morte per sete, un tentativo di prendere un passaggio da una motocicletta, finalmente raggiungono il villaggio e si imbattono subito in Signor Cinema, una autentica autorità, quasi una divinità… è il proiezionista del locale cinema! Zhang gli consegna la pizza n° 22, in extremis sottratta a Liu, che lo accusa di essere un malfattore e di voler chiamare le guardie. Il protagonista spiega il motivo del suo interesse per il cinegiornale ed il Signor Cinema si tranquillizza ed offre loro il pranzo.

Poi quando tutto sembra essere rientrato, un frastuono li richiama fuori dalla locanda, vediamo rotoli di pellicola trascinata sulla strada polverosa, il figlio del Signor Cinema, un povero idiota ridotto in quelle condizioni perché da piccolo aveva bevuto la soluzione detergente per pulire le pellicole, e questo gli aveva comportato lesioni al cervello.

Ovviamente delle numerose pizze rimaste nel contenitore, l’unica che ne è uscita ed è stata trascinata nella polvere è la n° 22. Ma il Signor Cinema è un autentico dio, e senza mezzi adeguati decide di far bollire l’acqua per ricavarne acqua distillata e poi, coinvolgendo gli abitanti, molto meglio le delicate abitanti, puliscono con movimenti precisi centimetro per centimetro tutta la pellicola distendendola amorevolmente su filamenti tipo per bucato. Poi ancora con più amore, con dolci movimenti di ventagli donne e ragazze provvedono all’asciugatura. Poi quando tutto è pronto la pizza sparisce nuovamente e Signor Cinema decide di partire ugualmente col film, si tratta di Eroic Sons and Daughters, un patriottico film di guerra, che tutti devono aver già visto dato che tutti cantano le canzoni patriottiche, o forse conoscevano quelle. Impressionanti le scene della enorme sala, dove migliaia e migliaia di persone sedute, abbarbicate dappertutto seguono il film. La quantità di persone presenti dappertutto, moltitudini dappertutto, è quello che colpisce di più in Cina, anche il turista più disattento e sprovveduto non può non notarlo. Difficile vedere in altre parti del mondo tante persone tutte assieme…

Alla fine la pizza salta fuori e coltello alla gola Zhang intima a Signor Cinema di proiettarlo più volte, questi acconsente, poi propone di farlo girare il continuo, mediante una tecnica “ad otto” che dice conosce solo lui e pochissimi altri, praticamente un loop continuo. Invita quindi Zhang ad andare a vederlo comodamente in sala, e mentre questi commosso continua a riguardare il cinegiornale, l’operatore ne approfitta per sgattaiolare dalla cabina di proiezione ed andare a denunciarlo alle guardie rosse.

Questi arrivano ed al buio iniziano a picchiare la incolpevole Liu, poi identificato, passano a Zhang. Li legano ed al mattino dopo, contattato il campo di lavoro, si mettono in marcia nel deserto per riconsegnarlo alla giustizia. Signor Cinema dice al povero Zhang che gli dispiace per quello che è successo e gli infila qualcosa nel taschino della giacca.

Mentre sono in viaggio, una guardia rossa che aveva notato il gesto di Signor Cinema, gli estrae dal taschino un foglio arrotolato dove dentro sono protetti due fotogrammi del famigerato cinegiornale dove appare sua figlia. Con disprezzo, tra le furiose proteste del prigioniero, li getta via. In lontananza Liu vede tutto e si precipita a raccogliere il foglio di carta, non sapendo del contenuto, che la sabbia spinta dal vento nel frattempo ha coperto…

Due anni dopo, a rivoluzione culturale finita, o stroncata, vediamo Zhang ben vestito lasciare il campo di detenzione, la situazione è cambiata gli dicono le guardie, è un uomo libero. Lo vediamo tornare nel villaggio, tutto è più bello, più ordinato, più ricco ed anche la piccola Liu è completamente ripulita.

Subito felice gli consegna il foglio, lui lo scarta, ma non trova il frammento di pellicola. Lei lo accompagna sul luogo del ritrovamento, provano, a calci, a spostare la sabbia del deserto, poi rinunciano. Fine.

Ciao

Evandro

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Inviato

Come un gatto in tangenziale, ritorno a Coccia i Morto

 

Filmino di propaganda rozzo e didascalico, eppure godibile.

 

Il maschio-vecchio-pelato-grassoccio (Albanese) del ceto dominante (un presunto "acculturato" che dispone di fondi pubblici nel ruolo non meglio definito di responsabile di un progetto edilizio-culturale) rende edotta la femmina-piacente-incolta-incasinata (Cortellesi) di provenienza "periferica" sulla bellezza e sull' utilità della cultura, dei progetti "ufficiali", dei finanziamenti UE, insomma - in una parola - del Sistema che lo fa campare con un tenore di vita da classe dirigente.
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Sullo sfondo personaggi stereotipati come il "prete di periferia impegnato nel sociale", coatti e coatte di periferia del tutto ignari di cosa sia il mondo al di fuori della loro borgata (si suppone che non hanno nemmeno la Tv immagino), occupanti di case che formano una comunità felice e solidale.
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Ciò che può essere irritante è la "appropriazione" da parte del ceto dominante (rappresentato da Albanese) dell' eredità di una cultura millenaria rispetto alla quale ci si propone come "sacerdoti" come se il resto del mondo fosse popolato da capre. Appropriazione didascalicamente messa in scena quando il milanese Albanese porta in giro per Roma la "periferica" Cortellesi in un imbarazzante inversione di ruoli con la poveretta che di fronte al Ratto di Proserpina del Bernini riesce solo a commentare la cellulite che si vedrebbe sulle gambe della ragazza di marmo (credo che gli autori nemmeno sappiano bene cosa sia la cellulite per immaginare una scena simile).
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Manifesto in chiusura tutta la mia solidarietà alle attrici dei film comici: per forza di cose se non gli tocca baciare Albanese gli tocca Massimo Boldi o magari un invecchiato Pieraccioni, insomma di girare film con George Clooney, Brad Pitt ecc non se ne parla proprio. 
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p.s. sono l'unico convinto che Albanese sarà pure un ottimo monologhista ed inventore di grandi "macchiette" (tipo Cetto Laqualunue) ma... non sa recitare?

Inviato

@Partizan Sinceramente mi è sembrato un film molto scadente sia come trama che per la sceneggiatura e pure la recitazione faceva pena…Woody ci ha dato in passato molto di meglio…per me invedibile

Inviato

@ferdydurke Non sono del tutto d'accordo, soprattutto in relazione alle tantissime schifezze che passano sullo schermo.

 

Ciao

Evandro

Inviato

The tragedy of Macbeth di polanski

11 minuti di skolimovski

Inviato
Il 6/12/2021 at 11:18, Partizan ha scritto:

Visto ieri sera in sala.

Che dire, brutto veramente, anche se non fastidioso come altri suoi film.

Sarà che mi aspettavo tutt'altro film , ma a me è piaciuto.  Forse proprio per quelli che tu definisci difetti.

Più che un racconto lo vedo quasi come un sogno.

  • Melius 2
Inviato

House of Gucci: sarà che mi piacciono le saghe familiari ma l'ho gradito molto. 

Inviato

@senek65 Ci sta che un film possa piacere ad uno e non ad un altro 😉  Tuttavia rimango sconcertato per quanto è quotato Sorrentino, e personalmente non ho dubbi nel considerarlo un regista mediocre...

Ciao

Evandro

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Inviato
1 ora fa, Partizan ha scritto:

Tuttavia rimango sconcertato per quanto è quotato Sorrentino, e personalmente non ho dubbi nel considerarlo un regista mediocre...

Non ho competenza per giudicare il lavoro di un registra al di là del fatto che mi piaccia o no il suo lavoro. Per farti un esempio non riesco a guardare i film di Fellini.

Inviato

@senek65 Questo è MOLTO più grave!😉 🤣😱

 

 

Ciao

Evandro

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  • Haha 1
Inviato
Il 7/12/2021 at 19:07, regioweb ha scritto:

il film di Sorrentino ha lasciato anche me un po’ indifferente,

 È un minestrone tra Amarcord di Fellini e Ovosodo di Virzì ma manca della magia del primo e dell'ironia sferzante del secondo. Alla fine risulta una passerella di personaggi grotteschi stile famiglia Addams.
Si salva la fotografia di Napoli.
Ovviamente parlo per me. 

Inviato
16 ore fa, OLIVER10 ha scritto:

Alla fine risulta una passerella di personaggi grotteschi

vero, però io non sono così tranchant sul film come lo sono stati altri forumer.

Certo, mi aspettavo di più visto il clamore che lo ha preceduto, ma alla fine ho trascorso 2 ore piacevoli.

A parte la fotografia incantevole, sono proprio i personaggi che "reggono" il film passando drasticamente dalla parte più divertente della storia a quella più drammatica, con lo spartiacque rappresentato dalla tragedia di Roccaraso.

Non dimentichiamo che si tratta di un film autobiografico, quindi rappresenta tutto quello che il regista ha vissuto con i suoi occhi e il ricordo che gli ha lasciato...

Io darei un bel 7.

.

Nota di servizio: Luisa Ranieri è una topolona clamorosa! Non la conoscevo affatto, ma ora muoio di invidia per il Commissario Montalbano (ma stì lazzi, tutte lui ce le ha, le fortune? 😉 )

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