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Che cos'è la neutralità di riproduzione di un impianto audio?


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La neutralità in un set up ben riuscito (somma di ambiente  + hardware) secondo me, e’  quella sorta di  “equilibrio” che permette di ascoltare bene  il 95 % delle registrazioni della propria  discoteca, senza mascherare i difetti delle registrazioni meno buone (che in virtu’ del predetto equilibrio saranno  comunque ascoltabili senza alcuna irritazione audiofila) 

13 minuti fa, scroodge ha scritto:

Scusa ma... "quale" realtà? Una volta che essa realtà entra in un (si vabbè uno.. e poi... quale) microfono, un cavo, un ampli microfonico, un convertitore, un pre-mix, un'acquisizione, una post produzione (tutto questo a discrezione di uno o più umani), di "realtà" dal vivo ne resta quel che qualcuno decide che resta

Un gruppo jazz non suona strumenti reali, senza artefatti? Perché io mi attengo a quello, non ad accrocchi elettronici di gruppi rock etc…

Se si tenesse a mente che un disco è un po' come un filmato, cioè una "realtà" come minimo filtrata, e nella maggior parte dei casi, ricostruita, forse si capirebbe meglio come inquadrare il concetto di neutralità.

Premetto il doveroso IMHO...😉

... rispetto alle informazioni contenute sul supporto ogni impianto, anche il migliore, ci mette del suo, quindi interpreta. Non esiste l'impianto "neutrale", è solo una mera e illusoria convinzione personale. Esistono solo buone interpretazioni (coerenza timbrica e temporale, colori saturi e contorni ben definiti, suono vivido e lucente, ritmo pimpante e coinvolgente) e cattive interpretazioni che, secondo la MIA esperienza, corrispondono ai componenti/impianti comunemente definiti "neutrali" che in realtà suonano, per i MIEI gusti, anonimi, opachi, tristi, noiosi e squallidi; quindi preferisco decisamente una "buona interpretazione" ad una grigia e loffia mancanza di personalità...

...chiudo con il doveroso IMHO...😇😁

  • Melius 1
2 ore fa, dadox ha scritto:

Un gruppo jazz non suona strumenti reali, senza artefatti?

Dal momento che il suono da loro suonato entra in un microfono è un artefatto. Guarda, ammettiamo pure che in post produzione non venga fatto alcun intervento di eq, compressione, riverbero, diciamo che siamo ai tempi di Rudy Van Gelder (sua santità Rudy Van Gelder.. 😉 )prova solo ad immaginare: quanti microfoni? che tipo di microfoni? che configurazione degli stessi in ripresa?, che preampli microfonico? E siamo ancora prima del mixer....

Ogni microfono riprende a modo suo, al netto delle caratteristiche polari. Se cambi configurazione (anche solo la posizione dei microfoni), cambia il suono finale.

Per un trio jazz basso, batteria, pianoforte, puoi usare da due a n microfoni e quello che arriva a  te, cambia. E ancora nessun artefatto in post produzione. Solo scelte oculate di bravi o pessimi tecnici...

Sul live versus riproduzione domestica (offtopic..): facciamola pure semplice, anzi semplicissima. Viene  a casa tua un violinista ed un bravo tecnico del suono con tutta l'attrezzatura, questi, a farla semplice e se sa il fatto suo, dovrebbe effettuare una ripresa di suono tale da raccogliere le maggiori informazioni possibili, ovvero suono diretto e riflesso del violino e i segnali di ambienza dell'ambiente (acustica della sala). 
Fatto ciò ti fa sentire il registrato. Quello che tu senti è il violino + l'acustica della tua sala (entrambi contenuti nella registrazione) + l'acustica della tua sala che sta suonando in quel momento.

Ciò non toglie che ne venga fuori una bella esperienza...
 

  • Melius 1
1 ora fa, cactus_atomo ha scritto:

Il mio obiettivo non è un sistema lineare, ma un sistema che sia verisimigliante con la più parte della musica che mi piace,

Sì, è esattamente così che dovrebbe essere! 👍

  • Melius 1

Si torna sempre lì : nella riproduzione della musica ciò che prevale è sempre i gusto personale. Ognuno si costruisce l'impianto avendo come obiettivo il suono che più gli piace, che può essere neutrale o anche no,purché soddisfi le proprie aspettative di ascolto. L'abbiamo detto più volte, se tutti tendessimo alla neutralità avremmo tutti lo stesso impianto. Le variabili è vero sono infinite (non ultima poco citata la variabile CA: io ho 240volts in casa, c'è chi ha anche meno di 220) ma il dato oggettivo resta sempre il MIO orecchio, quello devo soddisfare,un po' come per le donne : c'è chi preferisce le bionde, chi le more, chi le rosse, in questo caso la neutralità sarebbe forse da evitare😉

cactus_atomo

@78 giri vale anche per la musica, c'è chi preferisce il violino di accrdo, chi quello di heifetz, entrambi grandissimi interpreti ma suonano lo stesso brano in modo differente, co il canto della tebaldi e della callas

@mchiorri introdotto in quanto notavo mancasse una riflessioni su questa tematica. forse ho scoperchiato il vado di pandora? 😛

 

@cactus_atomo "Il mio obiettivo non è un sistema lineare, ma un sistema che sia verisimigliante con la più parte della musica che mi piace".. concordo con te ma questa non è la neutralità a mio avviso. potremmo chiamarla armonia d'ascolto o di riproduzione. non trovi?

Premesso che si ascolta l'incisione che comunque suonerà sempre diversa, anche con lo stesso impianto (basta modificare l'ambiente circostante o spostare in altra stanza). Quindi dipende quasi tutto dall'ambiente ma ovviamente, anche la catena incide. Una catena neutra non è quella che non interviene sul segnale perché ciò è impossibile, è quella che interviene meno. Chi se ne accorge? Certamente l'ingegnere del suono che ha prodotto quell'incisione. Noi invece, andiamo per orecchio (e per gusto). Spesso l'audiofilo è abituato a sentire più mediobasso e basso rispetto al dovuto, perché in genere quasi tutti gli ambienti rinforzano queste frequenze. Quindi un'elettronica/componente che ci dona un basso più fermo e lineare è certamente foriera di un suono più neutro. Poi ovviamente la capacità di rendere i particolari più vivi, ma tanti audiofili non amano il suono radiografante.  Io oggi una maggiore neutralità timbrica la trovo in componenti a stato solido costruiti in un certo modo, piuttosto che nei valvolari. 

Il concetto di neutralità, come per molti aspetti e descrizioni dell' Hi Fi, riguardo a parametri come raffinatezza, timbro , dinamica e simili, sono piuttosto opinabili e soggettivi, ma come sempre, ci sono elementi che possono aiutare a dirimere la questione .

Per me, le mie esperienze, il mio modo di ascoltare musica, la neutralità è importante, l' ho sempre considerata un aspetto fondamentale, perchè ho orecchie molto sensibili alla distorsione, alle alte poco raffinate, ad una presentazione fuori misura della musica e a sbilanciamenti sonori evidenti . . . 

Quindi, se accendo e ascolto, anche per ore, senza fastidi, fatica, con buon equilibrio e similitudine agli strumenti che conosco dal vivo, senza enfatizzazioni o caratterizzazioni evidenti, penso di trovarmi di fronte ad un buon approccio ad un suono neutro, ma anche corretto e adeguato alla proposizione di un programma musicale correttamente impostato. 

Poi ci saranno preferenze per un pò più di calore, o di limatura in alto, o di un suono un pelo più morbido, ed ognuno troverà la sua punta di neutro , che lo appaga e gli garantisce ascolti gratificanti, ma entro dei limiti ed un range adeguatamente corretto, altrimenti sdoganiamo qualsiasi suono e ogni sbilanciamento  . . . 

In soldoni, un buon sistema deve essere rigorosamente fedele al supporto, riproporlo come è stato inciso, e siamo già al 80 % del risultato possibile , poi ci sono finezze che aiutano e completano, ma come sempre, quel 5 - 8 % costerà come il restante 90 %, circa !!!! La somma non fa 100, perchè 100 non è contemplato 😀

saluti , Dario 

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