Masaniello Inviato 8 Luglio 2021 Inviato 8 Luglio 2021 @transcriptor bene cercherò un laboratorio in grado di metterci mano
dipparpol Inviato 8 Luglio 2021 Autore Inviato 8 Luglio 2021 secondo me si sistema... un set di cinghie nuovo, una pulita a pinch roller, testina e via... al massimo sostituzione dell'idler in gomma se c'è... interventi fattibili... 1
Masaniello Inviato 8 Luglio 2021 Inviato 8 Luglio 2021 @dipparpol è dei primi anni '80 non l'ho aperta anche perchè potrei fare solo ulteriori danni ma se mi dite che ha senso la faccio sistemare.
dipparpol Inviato 8 Luglio 2021 Autore Inviato 8 Luglio 2021 si secondo noi sì. andrebbero fatti i soliti interventi di routine se non vengono fuori magagne nascoste...
Questo è un messaggio popolare. ediate Inviato 10 Luglio 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 10 Luglio 2021 Riprendo l'analisi dei miei registratori a cassetta con due modelli della Yamaha, per molti versi "sovrapponibili": Yamaha KX-670 e KX-690. Il secondo differisce dal primo per una estetica diversa e per la presenza del Dolby "S". Entrambi a tre testine, doppio capstan, Dolby B e C (ed S nel 690), play trim, auto tuning dei nastri e bias regolabile "a mano" (se si desidera un ulteriore affinamento post-regolazione automatica), volume cuffa regolabile, display con ritenzione del picco (i led sopra lo "0" sono in rosso nel 690) e indicazione del tempo trascorso e tempo rimanente del nastro (cassette impostabili: 46, 46L, 60, 90 nel 670, nel 690 a questi valori si aggiungono 50, 54, 70, 80). Macchine esteticamente ineccepibili, entrambe dotate di piedini (tutti e quattro, non solo i due a vista come accade spesso) eleganti simil ampli-jap, nera la 670, color titanio con scritte bianche la 690. Eccole: . . Le macchine non dispongono di chiusura motorizzata del cassetto, nè di illuminazione del vano cassetta. Nel prosieguo, analizzerò le caratteristiche e le eventuali differenze delle macchine attraverso la 670, più raggiungibile "fotograficamente". Qui, di seguito, alcune foto dei vari stadi di funzioanmento della macchina: in play: In play con l'indicazione del tempo residuo della cassetta: Durante le operazioni di auto-tuning del nastro: Al termine della quale la macchina riavvolge il nastro e si pone in pausa. Particolare dei comandi di regolazione del bias fine e del play-trim: Vano cassetta: Retro della macchina dove devo segnalare una grave mancanza, comune a tutti i deck Yamaha: la assoluta non leggibilità dei terminali pin (se non li si illumina non si capisce a colpo d'occhio quale siano quelli di in e out, quali quelli del canale sinistro e destro). Si sono persi in un bicchiere d'acqua e considerando che queste erano le macchine top del loro catalogo dell'epoca, è facile rimanere basiti... Come vanno? Bene, benissimo. Il funzionamento meccanico è impeccabile, senza alcuna incertezza; in più se si mantengono premuti i tasti ff e rew nella 670 (funzione purtroppo abolita nella 690) si imposta una modalità di super avanzamento veloce e riavvolgimento che quasi dimezza i tempi di avvolgimento/riavvolgimento del nastro, il quale rallenta automaticamente a tre minuti dallo stop - sia in un senso che nell'altro. Dal punto di vista sonoro, l'auto tuning permette di utilizzare quasi ogni tipo di nastro (solo i soliti vecchi BASF e Philips non vengono tarati), la commutazione rapida tape/source non evidenzia nessuna differenza udibile, l'introduzione del Dolby S (solo nel 690) riduce il soffio del nastro ad un livello più basso di quello udibile in un CD realizzato da nastri analogici. Il play-trim, poi, permette di rivitalizzare qualunque vecchia cassetta, anche se registrata con azimuth evidentemente sballato, sia in attenuazione che in esaltazione del comparto acuto: una genialata, realizzata anche da Pioneer in maniera leggermente diversa con il loro "Flex". Due macchine del tutto inaspettate, non avevo mai considerato Yamaha sotto questo aspetto; avevo anche una KX-493, poi venduta ad un forumer, anch'essa color titanio, una macchina a due testine praticamente identica alla 690 (ma senza Dolby S, ovviamente), con un auto-tuning sorprendentemente efficace e rapido per una due testine. Prendetele in considerazione, perchè, come tutti i registratori dei marchi "poco noti" (cioè non Technics, Nakamichi, TEAC, Sony, Pioneer, etc) danno prestazioni sorprendenti ad una frazione del prezzo richiesto per una pari macchina dei marchi noti sopra citati. Nel prosieguo del thread vi parlerò di due macchine assolutamente sorprendenti, prese ad un tozzo di pane.... 6
jopavirando Inviato 10 Luglio 2021 Inviato 10 Luglio 2021 Io ho la KX 393 a due testine. Somiglia alla 493, solo manca lo sportellino che copre le manopole. Anche io sono rimasto sbalordito per l'autotuning anche con solo 2 testine. Fra l'altro tara i nastri in pochi secondi e poi riavvolge la cassetta all'inizio dell'autotaratura. Suono eccezionale per un 2 testine, quindi nessun problema di azimuth. L'ho presa nuova 20 anni fa circa a 220 euro. Funziona ancora benissimo. Un plauso alla Yamaha che anch'io non consideravo come deck a cassetta, ma a torto.
Stereo Inviato 10 Luglio 2021 Inviato 10 Luglio 2021 @ediate complimenti per la disamina. Mi piacerebbe poter vedere come vanno rispetto al mio TC1000, soprattutto con i nastri che uso io, cioè i ferro low noise degli anni 70 1
ediate Inviato 10 Luglio 2021 Inviato 10 Luglio 2021 @Stereo 2 ore fa, Stereo ha scritto: Mi piacerebbe poter vedere come vanno rispetto al mio TC1000, soprattutto con i nastri che uso io, cioè i ferro low noise degli anni 70 Non credo che vadano molto bene; tutte le macchine "moderne", almeno quelle dopo l'allineamento ai parametri IEC "post-Prague" (quella conferenza IEC che nel 1982 ha codificato ed uniformato le caratteristiche base dei nastri in cassetta) hanno enormi difficoltà a tarare i nastri europei di quel periodo che, evidentemente, erano "abbastanza" fuori norma, tanto che con i registratori "post-Prague" non riesco assolutamente a tarare una BASF Ferro LH I mentre riesco, seppur con qualche difficoltà e solo dopo almeno due tentativi, a tarare questa: inutile dire che il suono di quella BASF al ferro, se non tarata, è chiuso da morire, con alti quasi completamente assenti. Nastri giapponesi coevi (1972), come questi: o questa TDK si tarano tranquillamente (i nastri illustrati li ho tutti, e anche qualcuno altro 😇 ). Per questo da sempre ho considerato (forse non a torto) i nastri europei, sia come guscio che come nastro vero e proprio, una vera schifezza. Solo negli ultimi anni le cassette BASF al cromo a doppio o triplo strato (Reference Maxima TP II) sono finalmente risultate veramente ottime e all'altezza dei blasonati nastri giapponesi di pari formulazione. Sul ferro (o tipo I) la partita è stata sempre vinta a mani bassissime dai giapponesi. 1
Stereo Inviato 11 Luglio 2021 Inviato 11 Luglio 2021 @ediate complimenti, la Sony e le Basf che ho anche io. Comunque non è di certo il TC1000 che tira fuori il massimo da quelle cassette. Con il Sony TC160 ne esce un suono incredibile, a livelli di magnetizzazione molto alti per giunta. Ma anche gli Akai GXC non scherzano
transcriptor Inviato 12 Luglio 2021 Inviato 12 Luglio 2021 Ultimo ritrovamento in termini di nastro attendo Oscilloscopio ed Ediate, miei mentori in tema con commenti ( anche negativi ma sinceri come sempre) ma pure di tutti gli altri….. dai! 1
ediate Inviato 12 Luglio 2021 Inviato 12 Luglio 2021 @transcriptor buoni nastri, onesti, non eccezionali meccanicamente ma molto buoni come formulazione magnetica. D’altra parte, tutti i nastri TDK sono “almeno” buoni tranne realizzazioni estremamente economiche come i TDK FE. Ottimo acchiappo! 1
oscilloscopio Inviato 12 Luglio 2021 Inviato 12 Luglio 2021 @transcriptor Confermo quanto scritto da @ediate nastri più che onesti... 1
Libra Inviato 12 Luglio 2021 Inviato 12 Luglio 2021 Ottimo nastro ma lunghezza non proprio felice. Oltre a 90 non andrei. 1
diego_g Inviato 14 Luglio 2021 Inviato 14 Luglio 2021 Il 12/7/2021 at 23:10, Libra ha scritto: Oltre a 90 non andrei. Ci vedi criticità costruttive? Perché la durata, in epoca CD, era davvero perfetta, laddove i 90' erano pochini per molti album... Buon nastro, comunque: lo usavo spesso per il rapporto Q/P particolarmente vantaggioso.
oscilloscopio Inviato 14 Luglio 2021 Inviato 14 Luglio 2021 Negli anni '90 ho utilizzato moltissime "100" anche se solo di buona qualità (cromo o metal di Tdk, Maxell o Sony)) e devo dire che ancora oggi funzionano molto bene
Libra Inviato 14 Luglio 2021 Inviato 14 Luglio 2021 @diego_g Più che altro alla instabilità meccanica di certi deck o portatili (tensionamento del nastro costante; e meglio se riprodotte su trasporti a Closed Loop). Mai comunque oltre ai 90 minuti.
ediate Inviato 14 Luglio 2021 Inviato 14 Luglio 2021 Le lunghezze critiche sono, a mio parere, 110 e 120 minuti. Sulla lunghezza di 100 minuti non ho mai rilevato problemi, anche perchè, a conti fatti, utilizzando un nastro dello spessore di quello da 90 minuti, si tratta di infilare nella cassetta 16,50 metri di nastro in più. Considerate lo spazio disponibile dentro la cassetta, ci dovrebbero entrare senza problemi.
dipparpol Inviato 15 Luglio 2021 Autore Inviato 15 Luglio 2021 @diego_g io non mi sono mai fidato di andare oltre le 90 minuti... in tutti i manuali di deck a cassette dicono sempre nelle primissime pagine di evitare i nastri oltre i 90 minuti... magari non succede niente ma.. perché rischiare?? oltretutto un'ora e mezza sono tante!!! ci stanno due lp a cassetta... per cd lunghi.. beh si usa una cassetta per cd... 1
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