Luca Pisati Inviato 3 Gennaio 2024 Inviato 3 Gennaio 2024 @Gici HV Anch'io ho un Aiwa, AD-F 910. L'ho aooena riesumato dal box e pure il mio cinghie sbriciolate... ma lo farò sistemare!
Luca Pisati Inviato 3 Gennaio 2024 Inviato 3 Gennaio 2024 @ediate ciao. posseggo una Aiwa AD-F 910. Cosa mi sai dire?
ediate Inviato 4 Gennaio 2024 Inviato 4 Gennaio 2024 @Luca Pisati ciao Luca. Non conosco il deck in questione; ho una AIWA AD-F770 (quindi molto precedente alla tua) che va bene, riproduce e registra bene, tara automaticamente quasi tutti i nastri in commercio - si è arresa solo con un nastro al crono terribile - costruzione caotica. Degli AIWA, conosco gli Excelia; macchine veramente magnifiche , peccato per la meccanica non all’altezza del registratore e del suo costo da nuovo. La tua appartiene alla serie quasi “finale” di AIWA, macchine ben suonanti e performanti (conosco la 850, non è malaccio) ma costruite quando si andava verso gli anni 2000 e verso la fine delle cassette quindi con meccaniche talvolta problematiche, difficilmente riparabili in caso di guasti (cosa comune a tutti i costruttori). Suonano benissimo, come la mia Technics RS-B707 (sembrano, esteticamente, le stesse) ma finché dura è fortuna… il tuo registratore ha tutte le caratteristiche di una ottima macchina di quegli anni (tre testine, Dolby B, C e HX-pro, regolazione fine di bias ed eq), forse un po’ anonima - come detto, sembrerebbe una Technics o una delle numerose macchine di quel periodo - però, per andare bene, va bene. Manutienila regolarmente, occhio alle cinghie, dalle nastri buoni in pasto e… buon divertimento! 😉
Huxley_A Inviato 4 Gennaio 2024 Inviato 4 Gennaio 2024 chiedo solo a chi mi sa dire: che marca e modello è il registratore cassette che compare nella home page di melius sopra il link a questa discussione? A naso credo trattarsi di un Tascam ad uso pro però non saprei. Grazie.
Huxley_A Inviato 4 Gennaio 2024 Inviato 4 Gennaio 2024 premetto (e mi spiace per chi, invece, ne è appassionato) che non sono un amante della compact cassette, che per me costituisce solo un ascolto di "compagnia" da farsi solo per i contenuti musicali (per me "storici" / nostalgici, essendo indietro negli anni della mia gioventù) e senza pretese audiofile. Personalemnte posseggo un - ormai vecchiotto, è degli anni '90 - Pioneer (con varie regolazioni tutte automatiche) che comprai per la sua comodità d'uso e che fa il suo dovere (solo che lo uso poco e dovrei ricordarmi di farlo andare ciclicamente). Ciò posto, in passato ebbi modo di utilizzare (e di rimanere stupito dalle sue prestazioni, in particolare dalla sua capacità di incidere a livello davvero alto senza problemi) il deck che imho è nell'olimpo di tali apparecchi: Studer con vano cassette fisso (trattasi di un apparecchio per uso professionale, ma, analogamente, posso citare il Revox suo amologo in ambito home, che non ho provato personalemnte ma che credo vada comunque molto bene).
Luca Pisati Inviato 5 Gennaio 2024 Inviato 5 Gennaio 2024 @ediate Grazie per la gentile risposta. Hai per caso avuto modo di dare una occhiata al link inviato in precedenza? https://www.argaudio.it/ad-f910.html
pescare8 Inviato 5 Gennaio 2024 Inviato 5 Gennaio 2024 ho un marantz dd82 che da la paga a tantissime piastre di vecchio stampo e non la cambierei con altre, forse con il Dragon che pero’ non ho mai avuto la fortuna di ascoltare…. viva le cassette che ci riportano agli anni 80/90 visto che io ne gia’ 70!!😂😂
ediate Inviato 6 Gennaio 2024 Inviato 6 Gennaio 2024 @Huxley_A Il 4/1/2024 at 15:21, Huxley_A ha scritto: che marca e modello è il registratore cassette che compare nella home page di melius È un Tandberg TCD3014.
ediate Inviato 6 Gennaio 2024 Inviato 6 Gennaio 2024 @Luca Pisati ho letto il link; una buona disanima di una macchina che era più o meno equivalente a tutte quelle di quel periodo, un po’ anonime esteticamente ma dalle ottime prestazioni elettriche e “sonore”. Difficile trovare registratori che, in quel periodo, andassero male; usavano più o meno tutti la stessa meccanica e gli stessi integrati, quindi le variazioni tra loro sono più o meno solo estetiche. Forse solo Sony e Technics utilizzavano meccaniche proprie, così come in precedenza Studer/Revox e Tandberg, ma per lo più, per i deck giapponesi, si usavano meccaniche Sankyo.
Huxley_A Inviato 6 Gennaio 2024 Inviato 6 Gennaio 2024 @ediate 4 ore fa, ediate ha scritto: È un Tandberg TCD3014. Grazie per l'info! (credevo un Tascam,... va bè inizia sempre con la T!) E' molto bello questo deck della tandberg (azienza che, mi ricordo, era a suo tempo ben valutata). E'un modello che non mi ricordo, me lo guardo su internet (ma era ad uso pro od home?) Ad ogni buon conto, chiedo conferma di quanto mi appare a prima vista... è un modello con vano cassetta fissa (cioè senza lo sportello vano cassette ma con la cassetta che si incastra nelle linguette)? (tipo lo Studer / Revox da me menzionato in precedente post)?
ediate Inviato 6 Gennaio 2024 Inviato 6 Gennaio 2024 @Huxley_A Il TCD3014 o il modello seguente TCD3014A era il modello di punta di Tandberg, Casa che ha sempre costruito apparecchi al di sopra di ogni sospetto. Che io sappia ci sono alcuni modelli non facilmente riparabili (se non sbaglio uno di questi è il TCD440), però sono generalmente macchine ben suonanti seppur poco diffuse. Proprio questo può rappresentare un problema, da un lato per gli alti prezzi che spuntano, dall'altro per la difficoltà nel reperire i ricambi. Se funzionano bene (ma dopo 40-50 anni è piuttosto difficile) sono bellissimi registratori. Le differenze tra il modello 3014 e il modello 3014A sono riassumibili in: 1 - il capstan è a finitura matta (liscia nel 3014); 2 - possibilità di controllo remoto (no in alcuni 3014); 3 - componenti elettronici più evoluti e/o performanti; 4 - finitura differente nei pulsanti (matta nel 3014A, lucida nel 3014) e colori diversi dei LED (tutti rossi nel 3014, multicolori nel 3014A). Spuntano quotazioni da gioielleria: si parte da 3000 euro o poco più. Comunque, Studer/Revox e Tandberg non sono stati i soli costruttori a produrre registratori con la cassetta inseribile senza sportellino e tenuta da fermi meccanici: lo fecero anche Pioneer (CT-F1000 e CT-F1250, tra gli altri), qualche modello Yamaha (uno di questi mi sembra che fosse il K-360), Sansui (SC-1110), qualche Telefunken (RC-100, MC-1, C80), Grundig (MCF-200, CF-5100, ecc) e altri costruttori che non mi vengono in mente (forse Kenwood fece qualcosa senza sportellino). Era un po' una "moda" - sulla scorta del minimalismo tanto in voga, senza alcun reale motivo, tra gli ampli da trent'anni a questa parte - che così come venne, andò via.
Huxley_A Inviato 6 Gennaio 2024 Inviato 6 Gennaio 2024 @ediate Ti ringrazio per l'esauriente risposta che denota grande passione da parte tua per questi apparecchi. (con finitura matta credo tu intenda matt, cioè opaca) Coem ripeto, è molto bello questo Tandberg, sia esteticamente che tecnicamente. 8 ore fa, ediate ha scritto: Spuntano quotazioni da gioielleria: si parte da 3000 euro o poco più. Caspità! Tenendo anche presente, come tu mi confermi, che sono comunque pezzi vintage e quindi bisognosi di manutenzione e/o riparazione. forse comunque questo tandberg sconta anche una certa rarità, che ne alza le quotazioni. In effetti, anche lo Studer / Revox da me citato (il cui modello esatto dovrebbe essere Studer A710 / Revox B710) ha quotazioni alte (ho visto annunci euro 3.200 per lo Studer e, mediamente, sui 1.700 per il Revox, forse un po' meno a seconda delle condizioni). Pensavo di meno! comunque ed anche al netto di alcune critiche / difetti che ho trovato su internet ad accettando il fatto che trattasi di deck a tarature fisse (ottimizzate quindi per nastri pre determinati), per me resta una macchina dalle prestazioni davvero elevate. 8 ore fa, ediate ha scritto: Era un po' una "moda" - sulla scorta del minimalismo tanto in voga, senza alcun reale motivo, tra gli ampli da trent'anni a questa parte - che così come venne, andò via. Però mi pemetto di rappresentare un dubbio al riguardo (perdonami se oso , so che che sei molto esperto di registratori): mi ricordo che all'epoca (fine anni '80) mi documentai un po' (anche per utilizzarlo al meglio) sui registratori a cassette della Studer / Revox (guardai il manuale d'uso, forse una prova della rivista Audiovisione, ecc.) e - tra le altre cose - lessi del fatto che il costruttore elvetico preferì utilizzare la soluzione della cassetta inseribile senza sportellino e tenuta da fermi meccanici per posizionare la cassetta con la maggiore precisione possibile onde ridurre al massimo le tolleranze dimensionali (i "giochi") tra le testine e le piste della cassetta (che in effetti ha un nastro di larghezza molto più ridotta rispetto ad esempio a quello dei bobine), al fine di poter ottenere da quest'ultima il massimo delle prestazioni possibili. Poi certo credo che anche i migliori costruttori di registratori con sportellino apribile abbiamo comunque ottimizzato questo parametro e quindi magari le differenze tra le due soluzioni non siano poi cosi marcate. Da che ricordo io, mi sembra ad esempio che i Nakamichi (per citare un marchio ben considerato per le prestazioni) avessero lo sportellino. Diciamo che forse la cassetta sui fermi è un modo semplice ed efficace per ottenere il massimo risultato prestazionale al prezzo forse di una maggiore scomodità / minore immediatezza d'uso (problema accettabile nel settore pro e nell'home medio-alto di gamma, forse un po' meno nel settore home consumer medio-basso, difatti anche i registratori più "basici" della Revox, vedi quelli della serie H, tipo l'H11, avevano lo sportellino. L'uso dello sportello d'inserimento con l'ottimizzazione delle prestazioni credo sia comunque ottenibile ma con una maggiore complicazione e con costi più alti (quantomeno c'è lo sportello ed i suoi meccanismi che comunque sono componenti in più).
ediate Inviato 7 Gennaio 2024 Inviato 7 Gennaio 2024 @Huxley_A i due modelli Revox/Studer da te citati sono rispettivamente A721 per lo Studer, B215 per Revox (sono quasi le stesse macchine, una con ingressi/uscite bilanciate, features e tarature professionali - Studer - l’altra con ingressi/uscite sbilanciate, features e tarature consumer - Revox). Entrambe dispongono di un sofisticato microcomputer che tara automaticamente bias ed eq (ed anche il livello dell’eventuale Dolby inserito, performance unica nel campo dei registratori a cassette) per ogni tipo di nastro inserito. Inoltre, tra i registratori moderni con riconoscimento del nastro automatico, lo Studer è l’unico che permette l’utilizzo della equalizzazione per nastri di tipo I (120us) con i nastri di tipo II in luogo di quella standard prevista per essi dalle norme IEC (70us), per incidere le tipiche musicassette commerciali con nastri di tipo II ma con equalizzazione di tipo I per renderle, all’ascolto su apparecchi tipicamente portatili che hanno il riconoscimento automatico del tipo di cassetta (autoradio, ad esempio), più “squillanti”, perché alcune cassette commerciali, pur avendo nastri di tipo II, non hanno il buco sul dorso per il riconoscimento automatico del tipo di nastro e quindi appaiono, a questi apparecchi, come nastri di tipo I. Per quanto riguarda la tenuta della cassetta in sede, i costruttori che usavano lo sportellino hanno sviluppato sistemi di tenuta della stessa che, a prezzo di una maggiore complessità meccanica, garantivano un blocco della cassettta granitico (i cosiddetti “cassette stabilizer” usati da Yamaha, Akai, Technics ed altri nei loro top di gamma). Devo dire, però, ad onor del vero, che il mio vecchissimo Technics RS-M88 blocca la cassetta in sede con una morsa ferrea pur avendo lo sportellino ma nessuno stabilizzatore. Questo avveniva quando le meccaniche erano tutte in metallo, costruite con tolleranze bassissime e senza badare troppo ai costi. Tutta ‘sta pappardella ( 😂 ) per dire che, quando sono “fatti bene” i due sistemi sono del tutto equivalenti. 2
Membro_0022 Inviato 7 Gennaio 2024 Inviato 7 Gennaio 2024 Il 6/1/2024 at 16:24, ediate ha scritto: Che io sappia ci sono alcuni modelli non facilmente riparabili (se non sbaglio uno di questi è il TCD440) Non sbagli. Ci ho già avuto a che fare e l'ho messo nella mia "lista nera". http://www.ilnastrone.it/PiccolaBottega/Orrori/Tandberg_440/Tandberg_TCD440.html
Questo è un messaggio popolare. ediate Inviato 17 Gennaio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 17 Gennaio 2024 Riprendo le mie annose disamine di registratori di cui sono in possesso. L'ultimo aggiunto alla batteria è un Akai, l'Akai GX-9. Questa macchina rappresenta l'anello di congiunzione tra la serie altamente automatizzata dei primi anni 80 (la serie GX-F31/51/71/91), la successiva di cui facevano parte i modelli GX-6/7/8/9 e la successiva rappresentata dai GX-65/75/95 poi diventati MkII. La Akai GX-9 era il top di gamma di questa serie, commercializzata negli anni 1985-87; questa macchina è estremamente simile, seppur diversa, dalla Akai GX-F71; non a caso, le illustrerò entrambe per visualizzare similitudini e qualche differenza. Esteticamente, sono molto simili: stesse dimensioni, peso, caratteristiche. La GX-9 in più era disponibili in finitura nera, piuttosto difficile da trovare. Vediamo la prima foto (sopra la GX-9, sotto la GX-F71): La GX-9 si presenta esteticamente leggermente più "dimessa" rispetto alla 71; sparisce il bel tasto di accensione illuminato in trasparenza, così come quello dell'indicatore tape/monitor e quelli di movimento, tutti trasferiti nel display: . I comandi principali sono comuni ad entrambi gli apparecchi; la GX-9 aggiunge una caratteristica nuova nello sportellino sotto il display: la possibilità di variare il bias anche dopo la taratura automatica del nastro per aggiustamenti "fini". A proposito della taratura del nastro, c'è da osservare che questa, nel 71, impiega una ventina di secondi; nel GX-9 è praticamente istantanea, azionata ogni volta che si preme il tasto "Rec/Pause" la prima volta; questo impone all'utilizzatore di rifare la taratura al passaggio dal lato A a quello B della cassetta - perchè si ripreme il tasto "Rec" per registrare l'altro lato - ma vista la "fulmineità" dell'operazione è un disagio di poco conto (nel 71, invece, la taratura rimane memorizzata fino a che non si cambia tipologia di nastro, da "I" a "IV" per esempio). Il GX-9 introduce, oltre il counter e il tempo trascorso dall'inizio del nastro, anche una funzione temporale "Remain" che indica quanto tempo manca alla fine del nastro; la durata dello stesso è individuata automaticamente dalla macchina. Una particolarità estremamente innovativa, mai vista in nessun registratore Akai, è quella che appare nel display allo schiacciare del tasto "Peak/Spectrum" del frontale del GX-9; l'indicatore di livello si commuta da "Peak Meter": a "Spectrum Meter": Appaiono delle indicazioni, a sx, "High e M.Low", a destra "SOL" e "MML". La barra superiore misura la risposta in frequenza del nastro ad 8 KHz, la barra inferiore quella a 400Hz. Agendo sul comando "Tuning Bias" e sul livello di registrazione si può fare in modo che le due barre tocchino le estremità dei sei puntini sopra il 6 per il SOL e sotto il 2 per il MML, sfruttando così al massimo la capacità di magnetizzazione del nastro alle varie frequenze (in inglese, "headroom"); il 71 non possiede questa funzione, il meter si può commutare solo tra "VU" e "Peak" senza ritenzione del picco massimo. Entrambe le macchine non dispongono di Dolby HX-Pro, piuttosto snobbato da Akai (farà la sua comparsa sul GX-65 e, escludibile, sulle GX-75/95). Come va il GX-9? Bene, benissimo: le registrazioni, così come nel 71 e nel 91, sono assolutamente indistinguibili dall'originale; il 9 è forse un pizzico più aperto sulle alte, le registrazioni dei CD anche ad ampio contenuto spettrale e dinamico, usando buoni nastri, sono praticamente identiche, non c'è nemmeno bisogno di scomodare costosi (allora) e introvabili (oggi) nastri Metal, con i quali si possono però raggiungere volumi di registrazione - e di saturazione spettrale - veramente pazzeschi. Queste macchine hanno rappresentato "il canto del cigno" di Akai nel "regno" dei registratori altamente automatizzati; i successivi GX-65/75/95 non avranno più la taratura automatica dei nastri né funzioni avanzate nel meter, ma una ben più convenzionale taratura di bias ed eq manuale tramite oscillatore incorporato. Se vi capita un GX-9 in buone condizioni e a buon prezzo, prendetelo, è sempre un ottimo Akai con le mitiche testine SuperGX... Oggi il marchio Akai si vede sulle lavatrici... che tristezza, ripensando a questi capolavori e a quelli a bobine! 4 2
Alessandro Inviato 17 Gennaio 2024 Inviato 17 Gennaio 2024 @ediate anche se personalmente sono sempre stato attratto dal look dei tape deck più vecchi (76 > 80) e meno performanti, i tuoi bellissimi Akai oltre alle automazioni come esaustivamente hai descritto, hanno delle prestazioni in termini audio (risposta in frequenza, wow & flutter, etc) veramente di eccellente livello, ciao 1
hiroshi976 Inviato 18 Gennaio 2024 Inviato 18 Gennaio 2024 Il 3/1/2024 at 20:13, Luca Pisati ha scritto: ciao. posseggo una Aiwa AD-F 910. Cosa mi sai dire? Buon giorno ragazzi... dopo un lungo periodo d'assenza, rieccomi! Nel mentre, dico la mia a Luca sulla f910 Ne possiedo una ormai da diversi anni, acquistata nel periodo ancora buono per fare affari, è perfetta e dotata di telecomando, l'ha utilizzo regolarmente e devo dire con estrema soddisfazione. Partiamo subito con le note negative, La F910 è una piastra ultima generazione e di costruzione moderna, quindi leggerina a livello di telaio, economica da questo punto di vista, non mi piace neanche la collocazione del trasformatore d'alimentazione, carina l'apertura meccanica, ma ti obbliga al cambio frequente della cinghietta d'apertura. Per il resto dal punto di vista della riproduzione e registrazione non sfigura assolutamente, anzi, personalmente, almeno al mio orecchio (quindi niente di strumentale) è uno dei deck che si comporta meglio con le type I, questo a mio avviso è da non sottovalutare. Molto comodo il sistema di calibrazione, che è una via di mezzo tra automatico e manuale, visto che ti fornisce solo ed esclusivamente i toni di taratura, ad esempio è uno dei deck che mi consente di capire al volo se il nastro è in buono stato oppure no, perchè mentre la aiwa F770 o la technics 747, automatiche, si ostinano a calibrare comunque il nastro, anche se fatiscente, qui la magagna salta subito all'occhio. Mi piace molto anche la sobrietà del layout del circuito, che tutto sommato consente interventi rapidi e poco macchinosi. Poi come detto da Edilio, è un deck che integra tutto quello che di optional era presente all'epoca. Tienilo stretto! ;)
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