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Melius Club

Le migliori registrazioni di pianoforte


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Inviato

@rock56
Se parliamo di qualità audio della registrazione in senso stretto, consiglio senz’altro di ascoltare i Quadri di Mussorgsky nella versione di Hyperion Knight per la Wilson Audiophile Recordings, un’etichetta che fa cose splendide.

A me Kinght lascia un po’ freddino dal punto di vista artistico, ma la registrazione è allo stato dell’arte e forse anche oltre. Disponibile anche su Qobuz

 

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  • Thanks 1
Inviato

Tra i dischi usciti quest’anno, davvero bella la registrazione dei concerti di Brahms fatta da Schiff per la ECM, che come al solito come qualità audio non ha da imparare niente da nessuno. Schiff suona qui tra l’altro un pianoforte d’epoca dal timbro molto particolare, per gli appassionati del genere

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Inviato

@Grancolauro La Orchestra of the Age of Enlightenment usa strumenti originali. Che risultati dà, secondo te, in Brahms?

Mi viene da pensare all'attacco (magnifico) del primo tempo del primo concerto nelle versioni che possiedo: Curzon/Szell e Gilels/Jochum. Lì non si "alleggerisce" un pò troppo il tutto (scusami, spero di avere reso chiaro quello che intendo)?

Inviato

@Gabrilupo L’effetto non è male tutto considerato. L’orchestra non si alleggerisce affatto, anzi, acquista piuttosto maggiore colore. Quello che a me proprio non piace è il suono del Bluthner del 1859 con cui ha deciso di suonare Schiff. Sembra un piano verticale neanche tanto accordato, di quelli che si trovavano in giro una volta. Mi dispiace ma non c’è filologia che tenga…il registro medio-basso è una pena secondo me in Brahms. Sarà una questione di abitudine, non so

 

Inviato
1 ora fa, Grancolauro ha scritto:

Mi dispiace ma non c’è filologia che tenga…il registro medio-basso è una pena secondo me in Brahms. Sarà una questione di abitudine, non so

 

 

Penso sia un fatto naturale che ai tempi di Brahms, come pure ai tempi di Monteverdi, o di Mozart, si componesse e si suonasse la musica con gli strumenti che si avevano a disposizione, la grande musica che da tali strumenti nasceva e moriva senza soluzione di continuità e che veniva felicemente fruita dagli ascoltatori che vivevano in pace senza preoccuparsi di come la stessa sarebbe suonata con altro tipo di strumento non ancora inventato.
In quest'ottica storica, la filologia svolge il suo giusto e pregevole ruolo, potrà non piacere perchè non siamo abituati a quei suoni, ma c'è sempre lo Steinway naturale "evoluzione" dello strumento d'epoca da tutti i pianisti adottato e che, naturalmente, va più che bene (non si dica però che Brahms lo sognasse ad occhi aperti e che la mancanza lo facesse "innaturalmente" soffrire... 😉 )

Inviato

Al nostro orecchio  abituato diversamente quel piano non suona effettivamente al massimo della piacevolezza.., ma è una questione di "suono", la musica va oltre il suono attraverso il quale prende forma e si propaga per entrare in una dimensione meta-sonora...

 

Non conosco l'inglese..., mi piacerebbe capire cosa dice Schiff sulla sua interpretazione "filologica".

 

 

 

 

 

 

 

Inviato

@analogico_09 perdona l'annotazione che non vuole essere saccente ma perché non attivi i sottotitoli e la traduzione in italiano automatica?

L'accuratezza ormai è molto buona, sa molto poco di robotico!

Inviato
54 minuti fa, miklovj ha scritto:

perdona l'annotazione che non vuole essere saccente

 

 

Perdonare cosa.., piuttosto grazie del suggerimento! 🙂

Avevo provato ad attivare in sottotitoli ma appariva solo l'inglese, scopro ora che è possibile scegliere tra tante lingue smanettando nelle impostazioni.

Cosa dire, sempre detto che i migliori "critici" e "divulgatori" musicali siano i musicisti stessi.
Appassionata e coinvolgente la "lezione" di Schiff, ti fa entrare nel cuore del brano, con poche, commosse parole tratteggia la grandezza di Schumann,  dell'artista e dell'uomo, nonostante la gloriosa ascesa esistenziale e la rovinosa caduta del grande poeta dell'arte musicale e per elezione di tutte le arti.

Rapinosa la musica di questo concerto.., è così potente da farci dimenticare il "suono".., pensavo inizialmnete che il pianista spendesse due parole sulla scelta interpretativa "filologica", perlomeno per quanto riguarda lo strumento, ma incantato dalle sue parole e dai brevi ma sigtnificativi "esempi" musicali , preso completamente dalla usica ho dimenticato, anzi rimosso la questione accessia.
La musica risolve tutto, ricrea spontaneamente l'ordine naturale delle cose!

Io vado sempre più pensando che la tecnica, le tecnologie, con la foro enorme capacità di tiro, abbiano portato dei vantaggi all'umanità ma anche tante sovrastrutture che assediano la vita e l'arte spesso in maniera così forte da provocarne il soffocamento...

Ciò potrebbe rappresentare una delle cause, forse la primaria e la più perniciosa, della profonda crisi cui versano tutte le arti in questa nostra contemporaneità, che dura da troppi decenni, dominate dalle mirabilanti "sirene" del "progresso"

 

Inviato
Il 4/11/2021 at 14:53, analogico_09 ha scritto:

Questa diffusissima tendenza audiofila a coltivare il mito a mio avviso sbagliato di un impianto e di un disco al top tecnologico delle più ardite sofisticatezze foniche, con le quali secondo "fantasia" poter emulare alla perfezione o quasi il suono musicale live, fanno si che disco e impianto più modesto, siano da dare al gatto .., mentre la musica diventa un optional...

 Questo in effetti spesso accade, purtroppo. Penso sia in realtà un problema associato a qualsiasi progresso tecnologico, che per un verso aumenta le nostre possibilità e, per altro verso, non impedisce che queste possibilità vengano sfruttate per fini diversi rispetto a quelli per cui erano state pensate, fini non sempre virtuosi. Come diceva un noto filosofo: spesso la tenica da mezzo diventa un fine, e di questo non ci dobbiamo rallegrare.

Per quanto mi riguarda, tuttavia, devo ammettere che trovo impagabili il piacere e l'emozione di ascoltare oggi, grazie alla tecnologia , qualsiasi cosa mi passi per la mente stando seduto sul divano di casa, e a un livello qualitativo che mai avrei potuto neanche lontamente permettermi quando ero un ragazzino squattrinato.  Nessun rimpianto per il passato, dunque, anzi. Come diceva Catalano, megli ascoltare tanta musica banissimo che ascoltarne poca e pure male 🙂

Se così è, ben vengano le registrazioni allo stato dell'arte e il piacere che possono provocare in chiunque le ascolti

 

 

 

Inviato
11 minuti fa, Grancolauro ha scritto:

Nessun rimpianto per il passato, dunque, anzi. Come diceva Catalano, megli ascoltare tanta musica banissimo che ascoltarne poca e pure male 🙂

 

 

Nessun rimpianto per il passato che non potrà mai tornare, e che non vorrei tornasse, auspicherei solo un presente migliore, solo constato dal mio punto di vista quella che è l'attuale realtà audiofila "fanatica" che consuma una montagna di musica per poter ascoltare il "suono".., me se disgraziatamente dovesse scapparci un po' di melodia easy, o "piacevole"... 😄 Quello che diceva Catalano è giusto,ma non riferito ad altre realtà dell'ascolto musicale. 

 

 

11 minuti fa, Grancolauro ha scritto:

Come diceva un noto filosofo: spesso la tenica da mezzo diventa un fine, e di questo non ci dobbiamo rallegrare.

 

 

vero.., ricordi bene, mi fai onore... lo dicevo spesso prima.., non mi stancherò di ripeterlo... 😂

😉

Inviato

Effettivamente i pianoforti dell’epoca erano piuttosto diversi dagli attuali, non solo timbricamente ma soprattutto in dinamica e precisione meccanica. Ascoltare Haydn o Schubert suonati su uno Schantz può essere traumatico, ma loro quello strumento avevano… ed era considerato eccellente, affidabile e raffinato! Per non parlare dei Pleyel di inizio ‘800!!
Qualche mese fa ho messo le mani su un grancoda viennese dell’epoca di Brahms, già strutturalmente più evoluto rispetto agli strumenti costruiti intorno al 1830/40, suono più potente, più precisione meccanica…

Ogni pianista dovrebbe poter studiare su questi strumenti, aldilà di motivazioni filologiche che possono anche restare in secondo piano, ci si rende subito conto di quanto le prassi esecutive oggi siano diverse, avendo seguito l’evoluzione meccanica degli strumenti, e allo stesso tempo di quanto la tecnica si sia evoluta. Suonare Chopin su un grancoda attuale è molto più faticoso rispetto alle meccaniche dell’epoca, ma ovviamente lo strumento offre al pianista possibilità espressive che ai tempi erano impensabili. Il discorso vale anche all’inverso: le nuances e le sonorità degli strumenti storici oggi si sono ormai perdute…

  • Melius 2
Inviato

@analogico_09 Ho visto il video su youtube che hai postato.

E' vero , anche io sono stato rapito dal suo modo di spiegare la musica , bellissimo.

Bellissima anche la piccola sala da concerto dove hanno registrato il video

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Beethoven Haus Bonn

Inviato
28 minuti fa, garmax1 ha scritto:

anche io sono stato rapito dal suo modo di spiegare la musica , bellissimo

Molto istruttivi ( per me ) i Masterclass di Schiff , qui raccolti

 

 

 

 

 

 

 

  • Thanks 1
Inviato
1 ora fa, prometheus ha scritto:

lo strumento offre al pianista possibilità espressive che ai tempi erano impensabili.

 

 

Solo un pensiero ad alta voce... Ai tempi, con gli strumenti dei tempi, con lo Schantz, le straordinarie caratteristiche musicali di Chopin, già allora pienemente (ri)conosciute, suonavano forse peggio, in maniera più limitata, meno espressiva? Non credo. Tu stesso ricordi come tali strmenti fossero considerati  " eccellenti, affidabili e raffinat"
L'evoluzione di uno strumento, di un pianoforte che resta pianoforte benchè più evoluto, mettiamo un grancoda Steinway, è nell'ordine naturale e auspicabile delle cose, ma alcune differenze di suono, di tecnica, di forma, di stile, di nuanche, di dinamica tra il grancosa e lo Schantz, non potranno mai determinare a mio avvio un grado di espressività inferiore nell'interpretare una musica che nasce con il carisma inalienabile e non "dimunuibile" dell'espressività.
La "musicalità", elemento della trascendenza musicale, non dipende da queste cose.., la si potrebbe ottenere anche anche con un piano verticale da vecchie bettole per avvinazzati... 😄

 

 

 

1 ora fa, prometheus ha scritto:

Suonare Chopin su un grancoda attuale è molto più faticoso rispetto alle meccaniche dell’epoca, ma ovviamente lo strumento offre al pianista possibilità espressive che ai tempi erano impensabili. Il discorso vale anche all’inverso: le nuances e le sonorità degli strumenti storici oggi si sono ormai perdute…



Pienamente d'accordo su questo, con il distinguo di cui sopra, ovvero che le possibilità espressive offerte dagli strumenti attuali, impensabili ai tempi dello Schantz, siano tali non nel senso di meglio bensì di diverso.

Inviato
4 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Pienamente d'accordo su questo, con il distinguo di cui sopra, ovvero che le possibilità espressive offerte dagli strumenti attuali, impensabili ai tempi dello Schantz, siano tali non nel senso di meglio bensì di diverso.

Sì infatti è così… come dicevo il discorso vale anche all’inverso, erano sonorità diverse che oggi non esistono più.

Lo Schantz proprio non lo utilizzerei per Chopin, piuttosto per l’ultimo Beethoven. Ma con Pleyel il discorso non è poi tanto diverso! Se avessi spazio un bel Pleyel del 1830/40 me lo porterei volentieri in casa… ma tutto sommato anche un Erard. Sotto le dita non sembrano neppure un pianoforte, ma noi abbiamo una visione che spazia attraverso vari secoli di evoluzione! 
Ai tempi di Chopin chi ascoltava le sue musiche aveva la consapevolezza che in quel momento la musica si fermava lì, non esisteva nulla dopo. Anche oggi dovremmo cercare di metterci nei panni di quegli  ascoltatori, ma siamo troppo condizionati dalla conoscenza di ciò che è avvenuto storicamente dopo, che ci fa considerare vecchio o nella migliore delle ipotesi antico ciò che allora era l’avanguardia. Ciò vale anche per gli strumenti musicali ovviamente! 
 

Inviato

Dal vivo, in una sala di dimensioni ridotte ( teatro olimpico), il bluthner non è così male. 

Inviato
Il 6/11/2021 at 15:41, analogico_09 ha scritto:

Perdonare cosa.., piuttosto grazie del suggerimento

👍

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