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analogico_09
Inviato
Il 4/6/2023 at 17:00, Gaetanoalberto ha scritto:

The Amazing Bud Powell Vol 1...
Bop nella sua veste migliore, roba da piccolo manuale dell’apprendista jazzista

 

Beh.., a dire il vero Bud Powell non lo si è mai visto, neppure nei momenti di maggiore sofferenza esistenziale, morale e psichica, in "abiti" musicali che non siano ben più che "migliori"...
Powell, e il Bop (ma tutta la grande musica) nella sua interezza, non è una "roba" che si possa ammirare come una "veste" in una ipotetica sfilata di moda delle migliori "vanità".
Terrei decisamente ad escudere che ciò possa riguardare lo straordinario mondo musicale e umanistico di Powell, saldamente fuso con le realtà tutte del Bop in cui, come in una sorta di "comunione dei santi", ogni personalità musicale, pur nell'unicità, si prefigura come parte integrante e inalienabile di quella " coralità" di intenti che tende all'assoluto.

Non esiste nei territori dell'estetica artistica somma e "cosmica" la possibilità di risfoderare i concetti ordinari del "meglio", del peggio oppure del così così.., adatti a definire gli aspetti più prosaici e meccanici del vivere o vivacchiare quotidiano.
Per poter opportunamente cogliere il supremo genio musicale, la profondità, la "tragica" spiritualità, la graffiante e dolente poesia che emerge da ogni semplice nota o accordo di Bud Powell, e da tutte le musiche di tutti i "celebranti" del Bop, bisognerebbe cestinare il "piccolo manuale" bignamistico da "neofita" che dispensa sperdute e infruttifere nozioni e dedicarsi ai ripetuti e concentrati ascolti - non di  "sottofondo" mentre si fa altro - delle musiche powelline (o parkeriane, ecc), accompagnati da letture adeguatamente approfondite e "qualificate", senza farsi distrarre dalle questioni accessorie che riguardano le caratteristiche tecniche ed "estetiche" dei dischi di per se utili ed interessanti nel soddisfare le passioni audiofile, che con piacere pure condividiamo, di nessun aiuto per quanto riuarda la formulazione del nostro commento o giudizio musicale.

appecundria
Inviato
1 ora fa, analogico_09 ha scritto:

Powell, e il Bop (ma tutta la grande musica) nella sua interezza, non è una "roba" che si possa ammirare come una "veste" in una ipotetica sfilata di moda delle migliori "vanità".

Bello, ma che significa?

  • Melius 1
analogico_09
Inviato
2 minuti fa, appecundria ha scritto:

Bello, ma che significa?


Slegato dal contesto potrà significare quel che si vuole. All'interno del mio scritto  significa quel che ... significa.

  • Melius 1
Inviato

@analogico_09 credo di esserci stato anche io al Saint Louis, meravigliosa scuola di jazz, oltre che palco per concerti. Tolliver, il modo in cui suon la tromba, è come una folgorazione; uno ha in testa vari modelli, ma ti accorgi subito che è solo Tolliver. È inutile pensare a Miles o ad Hubbard perché è solo lui. Questo è l'effetto che mi ha fatto quando misi su il suo albume di esordio: Paper Man con Bartz, Hancock, Carter e Chambers.

 

 

Ciao 

D.

 

  • Melius 1
Gaetanoalberto
Inviato

Sam Cooke - Best - ristampa giapponese del 1982. 

A volte dimentichiamo come il soul, nelle sue varie declinazioni, abbia scolpito ricordi ed emozioni, passioni, amori, nostalgie. 

La voce di Sam, ed i suoi brani, anche quando non siano stati esattamente quelli della tua generazione,

proiettano immediatamente in un mood positivo. 

Provate a metterlo sul giradischi un giorno, ed a chiamare le vostra splendida compagna/o per un giro di ballo, stretti come si usava una volta, e fatemi sapere.

Quelli che hanno provato hanno ancora oggi una relazione felice.

L'iban ve lo mando riservatamente. 

 

20230605_204829.jpg

20230605_210224.jpg

  • Melius 2
appecundria
Inviato
4 ore fa, analogico_09 ha scritto:

All'interno del mio scritto  significa quel che ... significa.

Senza esagerare però. Bud Powell è stato un ottimo musicista ma non proprio un grande del jazz.

giorgiovinyl
Inviato
13 ore fa, damiano ha scritto:

Andrew Hill - Dance with Death. È una registrazione del 68 che è stata rilasciata su disco nel 1980. Nel 68 Blue Note era un'etichetta poco spericolata e molto legata agli interpreti del bop per cui la musica di Hill, sempre vicina al confine dell'avanguardia (del tempo), era considerata poco vicina al rooster Blue Note.

Un attimo Damiano, chi parla di Andrew Hill non può che avere il mio plauso, però se è vero che negli anni 60 la Blue Note era legata al Bop, e aggiungo io al soul jazz, dava pure molto spazio ad artisti più innovativi che suonavano post bop o jazz modale. Basta pensare alle serie di dischi incisi da Wayne Shorter e Herbie Hancock, membri e cuore del magnifico secondo quintetto di Miles Davis, McCoy Tyner pianista di John Coltrane, l'organista Larry Young, e altri musicisti ancora più avant garde come Eric Dolphy, il capolavoro Out of Lunch, ma anche altre collaborazioni, Sam Rivers, Jackie McLean e persino Ornette Coleman. Alla faccia della poca spericolatezza...

giorgiovinyl
Inviato
Il 3/6/2023 at 21:52, analogico_09 ha scritto:

Irio De Paula , chitarrista brasiliano, probabilmente non celeberrimo presso il grande pubblico, tra i più significativi e sensibili musicisti di samba, di bossa nova legati anche al jazz, scomparso nel 2017, fu molto attivo in Italia, specialmente a Roma dove restò fino alla morte.

Era attivo anche a Palermo, non solo veniva praticamente ogni anno al Brass Group ma ne certifico’ la nascita, il primo concerto fu suo...

  • Thanks 1
analogico_09
Inviato
44 minuti fa, appecundria ha scritto:

Senza esagerare però. Bud Powell è stato un ottimo musicista ma non proprio un grande del jazz.

 Non direi, Bruno, Powell è tra i grandi che rivoluzionarono il jazz durare il Be Bop; il suo ruolo fu fondamentale, di riferimento di tutti i grandi del bop.

Ne parlai in questo post, nel periodo in cui tornari ad ascoltare i sui cinque "Amazing, che condivisi un qyesta discussione, restandone colpito più che mai; cito un estratto, ciò che scrive Richard Cook, un grande "addetto ai lavori" ben messo nelle cose del jazz

 

 

"La musica di Powell è iperattiva, la sua mano destra sembra a momenti voler esplodere sulla tastiera con un tocco percussivo enfatizzato da un rapporto empatico con i batteristi; d'altra parte la sua capacità di pensare musicalmente anche su tempi velocissimi e le sue melodie spesso molto suggestive annullano l'impressione che stia restando senza fiato.

"Bouncing with Bud" [...] è una corsa ad ostacoli. "Wail" è frenetico e i solisti lo attraversano in volo. "Dance of Infidels " è una delle sue melodie più singolari, con una bellissima scrittura per fiati e un assolo miracoloso di Powell. "52nd Street Theme" di Monk è un omaggio all'amico [correva affettuosa e reciproca stima tra i due giganti del piano] : qui, un urgente Rollins è seguito da un Navarro in forma smagliante e da Powell stesso , che cavalca impetuoso attraverso i cambi d'accordo senza la minima esitazione.

 

 

Questo, per quel che vale, lo aggiunsi io : "Aggiungerei che la "velocità" ritmica, la grande lucidità armonico- melodica con la quale Powell costruisce le sue frasi complesse e piene di note estrememente fluide, gli deriva dalla sua militanza nel Be-Bop del quale fu colonna portante insieme a Parker, Gillespie, Mingus, Roach, ecc". 

 

Se Powell non fosse uno dei grandi del jazz, Brubeck in proporzione sarebbe un pianista da ... "longue bar"... scherzo! :classic_wink:

 

analogico_09
Inviato
16 minuti fa, giorgiovinyl ha scritto:

Basta pensare alle serie di dischi incisi da Wayne Shorter e Herbie Hancock, membri e cuore del magnifico secondo quintetto di Miles Davis, McCoy Tyner pianista di John Coltrane, l'organista Larry Young, e altri musicisti ancora più avant garde come Eric Dolphy, il capolavoro Out of Lunch, ma anche altre collaborazioni, Sam Rivers, Jackie McLean e persino Ornette Coleman.

 

Sicuramente. Aggiungerei lo strepitoso album DIALOGUE a nome di Bobby Hutcherson con Sam Rivers, Andrew Hill (di cui si parla) Richard Davis, Jo Chambers tutti in stato di grazia e che potremmo definire tutti comprimari.

analogico_09
Inviato
16 minuti fa, giorgiovinyl ha scritto:

Era attivo anche a Palermo, non solo veniva praticamente ogni anno al Brass Group ma ne certifico’ la nascita, il primo concerto fu suo...

 

Lo avrai quindi ascoltato, e cosa te ne è paruto? :classic_biggrin:

appecundria
Inviato
9 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Ne parlai in questo post, nel periodo in cui tornari ad ascoltare i sui cinque "Amazing,

Lo ricordo, un ottimo post. Tuttavia nessuno degli storici del jazz lo include tra i grandi. È una tua legittima opinione personale. 

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