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Il disco in vinile che state ascoltando ora!


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Inviato
Il 05/06/2024 at 19:55, analogico_09 ha scritto:

Science Fiction musica proiettata nel futuro che già da tempo veniva preparato nelle case del jazz, oltre il jazz per riaffermare ancora più tenacemente il jazz.

Grandissima prova di OC, direi quasi un manifesto sublime alla "sua" arte. Penso che Street Woman e Law Years andrebbero fatti suonare nella scuola dell'obbligo 🙂

Grazie e ciao

D.

  • Melius 1
analogico_09
Inviato
48 minuti fa, damiano ha scritto:

Grandissima prova di OC, direi quasi un manifesto sublime alla "sua" arte. Penso che Street Woman e Law Years andrebbero fatti suonare nella scuola dell'obbligo 🙂

Grazie e ciao

 
Grazie a te per risvegliarmi altri ricordi momentaneamente sopiti. Impossibile infatti non avere "obbligatoriamente"  presente nelle orecchie e nelle viscere, con brevi intervalli, l'altro album di Ornette Coleman: CRISIS (Bill of Right) che oserei definire il più (s)travolgente tra tutti gli altri capolavori che pur non sono pochi. Ora ho in ascolto altro, mi piacerebbe parlarne prima o poi, nella casa del jazz che è anche un po' la... casa del diavolo il quale benchè fatto oggetto di cattiva reputazione resta l'autentico nume tutelare della musica jazz... :classic_wink:

 

analogico_09
Inviato

Non ricordo come fu (probabilmente con i prestiti discografici che ci facevamo ai tempi tra amici appassionati di jazz sarà capitato qualche forma di quiproquò oppure anghingò causa della misteriosa sparizione...) fatto sta che mi sparì la covere (prima, quando eravamo burini, comunemente chiamata "copertina") di questo disco made in japan registrato nel 1979 che avevo da poco acquistato a prezzo bbbono... :classic_rolleyes:

 

Poco male.., rimediai autocostruendo una folder fatta alla bel e meglio in casa (rigirai una copertina di un disco inutilre.., come si faceva ai tempi più poveri e meno consumistici, con i cappotti e le ghiacche...) cui appiccicai dietro una mia foto scattata tre anni prima al concerto di Art Blakey and J.M. ad Umbria jazz, precisamente a Città di Castello. Sarà meglio una folder fatta in proprio oppure una industriale... alla "piazza" l'arduo giudizio... :classic_biggrin:

 

Ma veniamo al disco. Con questo direct mastering si sente da paura. Veniamo alla musica... aparte il leggendario, supremo "vate" del drumming, gli altri compagni non era particolarmente famosi, diciamo che benchè i loro nomi non risuonassero in ogni strada, piazza, vicolo, monte o spiaggia del "belpaese" (il tenor sax David Schnitter era a Città di Castello) sfoderano una classe da degni "messaggeri del jazz" e dunque la musica è grande jazz, potente, aggressivo "groove" & swing, dove sopra e sotto il "battito" "afro" dell'instancabile Blakey si alternano i formidabili "contrappunti" che senza stravolgere i "modi" ancora in uso nell'"hard bop", non interessati a praticarne il superamento, quelli del gruppo all'unisono se ne tornano invece all'indietro nel tempo (che è invece un andare avanti, oltr i limiti remporali contingenti) per riabbracciare tosto lo spirito  indomito del "BOP" pieno.., il quale una volta nato nei lontani ann' 40, così come pure il ""BLUES" delle origini, non ha mai smetto di essere presente nel jazz successivo, in ogni autentica forma di jazz, inclisce le avat-gard, fino alla morte del "jazz" stesso.

 

Per una misera copertina che manca, ne proveranno doglianza i feticisti del disco,  la musica è lì, registrata ascoltabile ad libitum,  nessuno mai la potrà alinare salvo catastrofi naturali. 😀


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La cover originale https://www.discogs.com/release/3670769-Art-Blakey-The-Jazz-Messengers-アートブレイキーザジャズメッセンジャーズ-A-Night-


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  • Melius 2
Inviato

@analogico_09

Valentyne Suite, è forse il "vero" inizio del prog inglese. Purtroppo, esce sostanzialmente in contemporanea con In The Court Of The Crimson King, che surclasserà i Colosseum in fatto di notorietà. Ma la "forma suite" vera e propria dell'epopea prog, nasce proprio in quel disco, con quel pezzo di 17 minuti. Per il resto condivido ciò che hai scritto, la natura della Band in effetti ha più attinenza con altri generi che hai citato. 

C'erano stati altri tentativi di "suite" (Procol Harum un anno prima, i Nice di Keith Emerson), ma non avevano ancora una forma "omogenea", un vero e proprio filo conduttore.

Insomma, è un tassello fondamentale del nascente prog.

.

Ce l'ho anch'io su LP d'epoca :classic_tongue:

  • Thanks 1
Inviato
16 minuti fa, one4seven ha scritto:

In The Court Of The Crimson King

 Uno dei dischi piu importanti della musica del XX secolo. E non intendo la musica prog o altre etichette, intendo dire la musica in generale. Siamo nel 69 e da allora nulla è stato più come prima.

 

È il fine settimana dei pezzi da 90, @analogico_09 con Science Fiction, tu che citi In the Court....🙂

Ciao

D.

  • Melius 1
Inviato
3 minuti fa, damiano ha scritto:

Siamo nel 69 e da allora nulla è stato più come prima.

 

Eh sì, è senza ombra di dubbio l'anno della "svolta". Di quelle che non si torna più indietro. 

Sostanzialmente, si entra nell'era "moderna". Se posso permettermi una definizione. 

analogico_09
Inviato

@one4seven Grazie delle precisazione, confortato dal parere di un esperto del "genere" come te, lo dico fuor di ironia e senza stucchevoli seriosità, sono contento di non aver scritto delle farloccate sulla suite della "bella" Valenthyna,,, tale mi piace immaginarla, sia esso un nome ispirato a una fanciulla della realtà o dell'immaginazione, oppure ad altro...🤗

Incuriosito hom provato poco fa a cercare qualche risposta nel web ma non ne ho trovate, mi sono però imbattuto in una recensione della "Suite" nel sito "DeBaser" più che entusiastica con la quale concordo totalmente!

Calcola che la Valenthyne Suite io l'ho scoperta in età "matura".., molto matura.., :classic_tongue: come pure altri capolavori del rock (prima mero troppo impegnato con altre musiche, un carico ovviamente dilettevole e godurioso, ma oltre non sarei potuto andare.., la tirannia del tempo... pur non perdendo molte opere fondamentali del rock/pop che ascontavo in tempo reale alle loro prime uscite) e pur non sapendo nulla di quel disco, se non di nome, anche in virtù della stima che veniva riservata negli ambienti del jazz ai Colosseum) mi folgorò all'istante sulla via di damasco! :classic_laugh:

Sto cercando già da dibersi lustri di recuperare le musiche "perdute".., e v devo dire che il navigare mi è dolche in questi mari musicali antichi, plurigenerazionali, ultrascolvati (sconosciuti solo ai "babbei" come ilo sottoscritto... :classic_cool:) e che io trovo increati, come fabbricati ora, nuovissimi di stampa.., e la cosa moltiplica il piacere.

 

 

  • Melius 1
analogico_09
Inviato
32 minuti fa, damiano ha scritto:
53 minuti fa, one4seven ha scritto:

In The Court Of The Crimson King

 Uno dei dischi piu importanti della musica del XX secolo. E non intendo la musica prog o altre etichette, intendo dire la musica in generale. Siamo nel 69 e da allora nulla è stato più come prima.

È il fine settimana dei pezzi da 90, @analogico_09 con Science Fiction, tu che citi In the Court....🙂

Ciao

D.

 

In the Court è un altro mio disco del cuore che conoscevo già all'epoca.., ma non approfondii il gruppo, anzi i "gruppi"..., quindi la riscoperta più profonda è avvenuta in età più senile (chi dice "vecchia" verrà energicamente ripreso... :classic_biggrin:)

Non mi vergogno a dire che l'"epitaffio" mi scolvolge, mi sfiora le più profonde e sensibili corde dalla "nostalgia" facendomi piangere delle lacrime "interne"... sarà la sehnsucht .... Già so so che dovrò presto riascoltare l'album "cremisi"...

Inviato
2 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

(chi dice "vecchia" verrà energicamente ripreso... :classic_biggrin:)

 

Pensa, i Colosseum suonarono al Piper nel 71. Ne esiste anche una (pessima) registrazione > https://www.discogs.com/release/16255647-Colosseum-Live-at-the-Piper-Club-Rome-Italy-1971  
.
Altra nota che vale la pena ricordare: Valentyne Suite è stato il primo disco pubblicato dalla Vertigo Records, nata come spin off della Philips, per buttarci dentro le "novità" non ritenute adatte al brand Philips.

I business man, sapevano benissimo come si stavano evolvendo le cose.

  • Thanks 2
Inviato

Sabasaba - Unknown City
Da Torino, uno dei migliori album di questo 2024 imho. 

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  • Melius 1
Gaetanoalberto
Inviato

Jeff Beck -There & Back - 1980

Jeff di solito mi piace molto perché riesce ad essere allo stesso tempo graffiante ed onirico nella ricerca dell’improvvisazione, e perché è riuscito spesso a sposarsi efficacemente con il cambiamento dei canoni del rock e del (oddio :classic_tongue:) jazz, costruendo sonorità ben identificabili.

Peró questo disco non mi piace molto, forse solo Star Cycle nella prima, Space Boogie e The final Peace nella seconda facciata mi hanno preso, per il resto l’ho trovato un po’ fiacchetto, diciamo né carne né pesce. Parliamo sempre di un professionista con la T maiuscola ovviamente.

Con lui Ian Hammer,l alle tastiere, Simon Phillips alla batteria, Mo Foster al basso.

 

 

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  • Melius 2
analogico_09
Inviato
1 ora fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Jeff Beck ... ricerca dell’improvvisazione, e perché è riuscito spesso a sposarsi efficacemente con il cambiamento dei canoni del rock e del (oddio :classic_tongue:) jazz, costruendo sonorità ben identificabili.

 

Si chiede gentilmente di sapere, se possibile, quali nuove "sonorità ben identificabili" che si "sposerebbe" con i cambiamenti dei canoni del rock (quali) avrebbe costruito il Beck

 

In che modo e misura c'entrerebbero inoltre dette sonorità rock di Beck con i "canoni" (quali ?) del jazz.
Restando nel sommario e nel generico potrebbero capire oppure immaginare solo gli "addetti ai lavori". 

analogico_09
Inviato

Il primo disco realizzato da Whayne Shorter per Blue Note trovandovi dei partners di lusso, un "co-ptotagonista" della classe di Lee Morgan. Poi va da se' che non serva aggiungere nulla a quanto già si sappia sia del leggendario Art Blakey, sia degli eccellenti Walter Davis e Jymie Merritt di casa negli studi di Lion & Wolf.

Le altre collaborazioni tra Shorter e Morgan per la stessa etichetta saranno non di meno entusiasmanti rispetto a quanto non lo sia questo grande LP intitolato "A. B. and The J. M. / AFRICAINE.

Si ascoltano da  Merritt, bassista anche alle prese con la conga, i "battiti" tribali nei brani Africaine e Haina (promessa mantenuta....) mentre le raffinatezze sonore e di "frasi" e "contrappunti" (mai estetistici) del sax e della tromba creano un contrasto sonoro e musicale tutt'altro che "sforzato" ed alòquanto "sontuoso", fondendosi con le "sapienti" rudezze percussive.

 

 

 

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  • Melius 1
Ivo Antonio
Inviato

Wayne Shorter fin dagli inizi era un musicista dalla forte personalità  . Nella sua prima incisione per la Blue Note ci sono McCoy Tyner e Elvin Jones, ovviamente non fa il coltraniano.

 

Gaetanoalberto
Inviato

Per coloro che desiderano approfondire un po’ la carriera dell’eccezionale chitarrista, ecco un link  con qualche informazione per i neofiti, ed un paio di articoli di Musica  jazz, l’ultimo dopo la sua esibizione ad Umbria jazz.

https://www.musiclike.it/2023/01/13/jeff-beck-da-qui-alleternita-con-la-sua-incredibile-chitarra-tra-rock-blues-e-jazz/

https://www.allaboutjazz.com/musicians/jeff-beck/

Edit: proprio per semplificare, credo questa innovazione che ha sposato il cambiamento dei canoni del rock e del jazz avvicinandoli, sia universalmente conosciuta come “fusion” , ricordando tuttavia la pluridecennale ritrosia di ogni grande musicista all’ inquadramento per generi, tanto cara a chi sta ai margini della creatività.

 


 

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analogico_09
Inviato

Non si tratta di "approfondire", non si chiede tanto, ma di condividere perlomeno i rudimenti, se manco quelli allora uno che ci viene a fare in un forum dello scambbio delle iddee e modeste conoscenze dei forumer, se poi deve ricorrere al webbe pure per le basilari.

 

 

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