analogico_09 Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 Sia novella luce anche per coloro i quali nel fare proprie le opinioni mutuate in giro le riportano sotto o sopra (in)capite come i cavoli a merenda nelle discussioni di ben altro indirrizzo tematico e tenore discorsivo. Fatti salvi i diritti dei soprani, contralti e bassi che vengono trascurati. Viva i quartetti vocali integrali!! 😄
Questo è un messaggio popolare. alex2 Inviato 9 Giugno 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 9 Giugno 2024 Ristampa 2019 remastering Abbey Road - vinile 180 grammi alex2 4
Gaetanoalberto Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 Suggerisco a tutti questa interessante ed approfondita lettura. La riposto perché i punti di vista sono sempre arricchenti, nella loro salutare varietà e magari, messa come postata prima, potrebbe sfuggire. http://freefalljazz.altervista.org/blog/?p=13975g
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 9 Giugno 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 9 Giugno 2024 Puro godimento in chiusura di serata 5
analogico_09 Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 I quattro semplici punti di vista personali sull'argomento (alla portata di ogni buon intenditore appassionato di musica, nulla di trascendentale) che si vorrebbero trattare nel forum mettendosi in discussione su ciò di cui si abbia pertanto chiaro intendimento, sarebbero un po' (scusate la cotatta se non anche icastica metafora) come i "panni sporchi" che andrebbero lavati in famiglia. Se spediti nelle grandi lavanderie industriali esterne si congelerebbero le possibilità di scambio dialettico, di confronto diretto e paritario tra forumers, ciò che in definitiva E' fare forum con le idee vive dei partecipanti avvalorate o smentite, all'occorenza, non già come regola sistematica anche dagli scritti esterni, spesso "importati" senza dichiarare la "mutuata". Diversamente potrebbe sembrare che non si sia invero così sicuri di ciò che si sappia o si pensi di sapere chiaramente, pertinentemente sulla questione che si vorrebbe intavolare nel forum. Nello specifico caso, nessuno ha parlato di "purezza" del jazz, o di altra forma musicale - sciocchezze - bensì di autenticità stilistica, estetica, sentimentale, di autenticità del "pensiero" storico, socio-antropologico del jazz, o di altra forma musicale. Cose dell'arte che vanno salvaguardate, rispettate nella loro nobile integrità ,non già ridotte ad oggetti dei propri passatempi. Le parole sono importanti e significano cose diverse finanche diversissime tra di loro e andrebbero pertanto capite ed usate per il verso giusto, specialmente negli scritti che altri leggeranno.
Gaetanoalberto Inviato 10 Giugno 2024 Inviato 10 Giugno 2024 Visto che se ne parlava, sia pure marginalmente, a proposito del disco di Jeff Beck, che il tema è ricorrente, e che si è purtroppo già scritto che non se ne può discutere nel TD intitolato al Jazz!, lo scritto di cui al link è confacente a quello che più persone hanno tentato di dire con parole semplici ma sempre schernite. Cioè che, senza negarne le origini ma semmai guardandole nella loro ampiezza e complessità che sono assai maggiori di quelle che una lettura scolastica e totalitaria vorrebbero assegnargli, il jazz è qualcosa di più ampio, liquido, evoluto ed in continua evoluzione di ciò che qualcuno vorrebbe con notevole imperatività assumere. Il jazz è assolutamente vivo, non è assolutamente morto, e vive sia della propria vita che di quella che grazie a Dio trasmette intorno a sé nelle molteplici salutari influenze ed interscambi che la musica permette. Dato che le parole semplici sono sempre smentite, e che si chiede spesso quali siano i riferimenti delle tesi esposte, ogni tanto si ricorre a qualche link, del quale si riconosce un’efficacia maggiore. Quanto poi al “capire”, dato che nessuno ha il monopolio della comprensione e della spiegazione, direi che ciascuno possa farsi le proprie idee, ad esempio leggendo, e magari non solo ciò che conferma il nostro pensiero: dicono che la lettura faccia bene. Questo aiuta a capire che esistono più punti di vista, e che agli stessi bisogna riconoscere libertà.p, anche perchè espressi sempre con rispetto e moderazione, quella che si dovrebbe sempre avere verso chiunque ed ogni cosa, soprattutto le opinioni.
analogico_09 Inviato 10 Giugno 2024 Inviato 10 Giugno 2024 Le opinioni, le idee, i pareri, le stesse "impressioni" andrebbero sempre motivate specialemente quando si cerca il confronto con gli altri forumer su questioni di capitale importanza riguardanti la musica, altre arti, la cultura in generale, ogni altra cosa di questo mondo. Tutte le opinioni sono legittime e rispettabili, ma non si vergano fogli, benchè virtuali, con superficialità. Esprimere un parere in modo tranchant, sommario e generico, spesso fuori contesto e trasversalmente polemico, senza opportunamente argomentare, a mio avviso è sentenziare inopinatamente, fino a prova contraria. Si potrà poi aggiustare il tiro fatta notare l'incongruenza, ma evitando di porsi in termini moralizzatori, mistificando strumentalmente ciò che sia stato realmente scritto dall'interlocutore in questa e in altre occasioni in disaccordo ma sempre in maniera civile ed argomentata restando agli argomenti trattati senza scadere sul personale cosa in uso ed abuso presso altri. Sulla "morte" del jazz mi sono soffermato molte volte, ho spiegato cosa intendo significare con quella parola che viene presa, more solito, alla lettera, strumentalmente, dove verba manent, agevolmente rintracciabile. Non serve l'uteriore spiegone del già spiegato in questa circostanza. Il jazz, come cento volte sostenuto - una scontata banalità e una pura verità - si rivelò essere fin dagli inizi un "multigenere" musicale e "filosofico" esplosivo, molto contagioso, capace di influenzare un po' tutte le musiche del pianeta: popolari e "colte", improvvisate e "scritte", e ad effetto di reciprocitrà. Ragione per cui il jazz "morto" seguita a vivere anche in quelle musiche universali che da esso seguitano a trarre alimento: nelle stravinskijane come pure nelle brasiliane... etc, etc, etc. ... in quella che è la straordinaria dinamica del recipoco dare e ricevere. Ciò tuttavia non fa si che il jazz non sia più jazz o che Stravinskij non sia più Stravinkij e che la brasiliana non sia più brasiliana... etc. etc. etc. mentre tutte le identità musicali vengono fatte salve, pleonastico precisare ma quanto pare serve... Mi fa piacere che questa idea sia condivisa e venga riproposta "contro" l'autore stesso che non chiede i diritti al mutuante che non cita la fonte... Mai dettomi contrario alla pratica del portare a sostegno della nostra idea personale - la quale dovrebbe essere verosimilmente riflessiva e "meditata" - il parere dell'"addetto ai lavori". Cercare sostengno non è tuttavia "delegare" allo scritto esterno ciò di cui non si abbia già in qualche misura personale e propria consapevolezza. Evitando possibilmente le foto di pagine e pagine di riviste, di libri, ecc, di difficoltosa se non impossibile lettura.
Gaetanoalberto Inviato 10 Giugno 2024 Inviato 10 Giugno 2024 Qui il problema è un altro, cioè che quale che sia la modalità scelta, si sceglie di ritenerla inadatta. Le opinioni che ciascuno di noi esprime intanto sono già presenti nel dibattito culturale e pertanto hanno piena dignità, non esiste un censore che abbia il diritto di decidere il come ed il cosa si dice , e tutte le citazioni che spesso vengono fatte, come é normale, anche rimandando a scritti che sono molto articolati e quindi si farebbe torto loro riassumendole in post di un forum che hanno tutt’altra finalità, vengono archiviate sommariamente con un “ non hai capito”, “non lo leggo” non si deve citare ma “esprimere pensieri propri”, come se questi li portasse la cicogna, quando, ovviamente, ciascuno di noi, e ben venga, li esprime previa informazione acquisizione di competenze attraverso vari canali e possibilità che non sono uguali per ciascuno. Avendo la bontà di leggere la bella trattazione di cui al link di altervista, spero si possa condividere che, piaccia o no il contenuto, si tratta di riflessioni interessanti. Io mi ci ritrovo molto, e la sintesi dei motivi é quella che ho detto sopra, piaccia o meno il modo in cui mi sono espresso. Mi auguro ci si possa esprimere, non contesto affatto la legittimità intellettuale delle altre opinioni che ho letto e che ho perfettamente compreso, sulle quali però sono d’accordo solo in parte. Per me sono visioni che possono civilmente convivere senza determinare una lotta tra Oriazi e Curiazi, e senza alludere continuamente al fatto che i Curiazi appartengano ad una razza intellettualmente inferiore incapace di capire, di esprimersi e di motivare. Le nostre due chiacchiere non sono mica la scoperta delle Americhe, sono posizioni abbondantemente e legittimamente molto, molto, molto diffuse, a livelli ben più alti del mio piccolo contributo, che comunque più di così non può fare. Buona prosecuzione. PS sul tranchant, da ripetutamente tranciato, sarei proprio d’accordo. Mi veniva in mente un TD sulle canzoni popolari e folk in cui, postata la canzone, non andava bene perchè bisognava postare pure la traduzione, e questa non poteva essere parziale e di senso, ma doveva essere integrale, ma poi, postata quella integrale, era troppo lunga, perché mica si stava lì per capire gli altri dialetti😆😆😆😆😆 😆
analogico_09 Inviato 10 Giugno 2024 Inviato 10 Giugno 2024 Le chiacchiere, concordo, stanno a zero. I fatti sono che bisognerebbe farsene una ragione (mi autocito) che "questa" non meglio "descritta" innovazione operata dal fenomenale chitarrista di musica rock, pop e altre declinazioni, non abbia prodotto alcun cambiamento , né di forma né di contenuto, nessun spostamento di "canoni" del jazz autentico: ne avrà invece beneficiato il rock e suoi derivati. Giusto, naturale che ciò accada quando si gioca in casa... mentre non è dato sapere che Jeff Beck giocasse in casa del jazz, salvo dimostrare il contrario restando sul pezzo. E' su questa semplice, basilare e specifica faccenda che bisognerebbe motivare in solido le proprie affermazioni magari cambiate in corso d'opera - ma quel che è detto in princio è detto e ambasciator non porta pena. 🤷♂️ - senza sforare addensando questioni su questioni a iosa non pertinenti, alle quali non sono interessato in 'sto momento, atte a sviare dal semplice iniziale nocciolo della questione. Per quanto riguarda il resto "pontificatorio" non so di cosa e di chi si parli, e a che pro... potrebbe trattarsi di un flusso di coscienza personale, ma visto che nessuno abbia dato dell'ignorante a qualcun altro, bisognerebbe vedersela con se stessi medesimi in una specifica sezione. Qui si parla di musica per la musica non per le autoreferenzialità.
analogico_09 Inviato 10 Giugno 2024 Inviato 10 Giugno 2024 Vorrei infine di nuovo ri-precisare, sperando di doverlo fare per l'ultima volta, che non si contestano le opinioni motivate su argomenti popolari che fanno parte dei più ampi dibattiti culturali, esattamente ciò che facciamo qui nel forum, bensì si esprime il legittimo disaccordo a fronte di giudizi di merito di peso su questioni importanti scesi come sentenze non debitamente motivate e pertanto a mio avviso potenzialmente provocatorie.
Gaetanoalberto Inviato 10 Giugno 2024 Inviato 10 Giugno 2024 Il 09/06/2024 at 11:49, Gaetanoalberto ha scritto: cambiamento dei canoni del rock e del (oddio ) jazz, costruendo sonorità ben identificabili Dai che aiuto a capire ciò che è già chiaro. Sono anni in cui il rock ed il jazz stanno cambiando, introducendo elementi di reciproca influenza, ad esempio ma non solo, introducendo un ( diverso) uso della strumentazione elettrica, ma anche approcciando all’improvvisazione ed alla costruzione dei brani. Ascoltando Beck nella sua evoluzione, si ripercorre nettamente il graduale abbandono delle sonorità più tipiche del rock, per sconfinare in una fusion in cui le influenze delle evoluzioni in corso (cito Metheny solo per fare un esempio e, per carità, non per dire che Beck e Metheny suonano allo stesso modo)portano in territorio che non è più rock e che è influenzato dal jazz. Tutto l’ulteriore significato da me mai scritto lo hai aggiunto tu. Pop sarà magari la sorella di qualcuno, ma non Jeff Beck, e lo dimostra la frequente ospitalità ricevuta da istituzioni del Jazz (esempio rivista Musica Jazz e manifestazione Umbria Jazz), che attestano una curiosità che tutti dovremmo avere. Invece la lettura di cui al link, in modo articolato, sistematico e motivato, smonta molte delle affermazioni ripetute come un mantra da qualcuno, ma effettivamente questo è un altro discorso che da qualche parte si dovrà pur fare, visto che continuamente viene (e questo si è provocatorio) smentito in modo perentorio e vernacolare. Chi stabilisce il terreno di discussione, magari c’è qualcuno che ha il titolo di proprietà dei TD e non lo conosco? Di sicuro la discussione è scaturita da un disco in ascolto. Ed anche io vorrei evitare di dovermi continuamente ripetere ad orecchie che non ascoltano e non hanno nessuna voglia di capire il senso delle cose. Infatti mi piacerebbe potermi con serenità rivolgere ad altri.
analogico_09 Inviato 10 Giugno 2024 Inviato 10 Giugno 2024 Il 9/6/2024 at 12:30, analogico_09 ha scritto: Il 9/6/2024 at 11:49, Gaetanoalberto ha scritto: Jeff Beck ... ricerca dell’improvvisazione, e perché è riuscito spesso a sposarsi efficacemente con il cambiamento dei canoni del rock e del (oddio ) jazz, costruendo sonorità ben identificabili. Si chiede gentilmente di sapere, se possibile, quali nuove "sonorità ben identificabili" che si "sposerebbe" con i cambiamenti dei canoni del rock (quali) avrebbe costruito il Beck In che modo e misura c'entrerebbero inoltre dette sonorità rock di Beck con i "canoni" (quali ?) del jazz. Restando nel sommario e nel generico potrebbero capire oppure immaginare solo gli "addetti ai lavori". C'è nulla da spiegare più chiaramente, è tutto esattamente spiegato nei primi scambi. Posto il primo, integrale, per facilitare la comprensione. La musica rock di Jeff Beck non si "sposa" con il jazz, con i "cambiamenti" ??? dei canoni ??? del jazz ... non si hanno notizie di matrimoni benedetti dal Signore od officiati dal sindaco o dallo sceriffo del villagio americano... Alcuni elementi formali di superfice ricorrenti nella musica di Jeff, che è grande anche senza essere sposata col jazz (perchè insistere con queste forzature innecessarie e forvianti?) non fanno diventare jazz il grande rock beckeriano, per sua fortuna.., dove non c'è musica rock/pop, in tutte le loro declinazioni, che dagli albori del "genere", dal Rock & Roll fino ad oggi non contengano elementi di jazz e di blues essendo tali "generi" bianchi derivati dal blues e dal jazz senza tuttavia appartenere alla specifica cultura estetica, storico-socio-antropologica, psichica, poetica, etc, del jazz la quale è sostanzialmemnte, stramassimamente, fondamentalmente afroamericana aperta anche ai bianchi dal cuore "nero".. A meno di non spiegare in che misura e in quali forma vi sia jazz sostanziale nella musica di Beck e quali siano i "cambiamenti" nunziali propiziatori del jazz a cui si fa altrettanto vago riferimento, quanto affermato categoricamente e "dispettosamente" all'inizio resta a mio modesto avviso, mera sensazione personale non già giudizio motivato. Sarebbe interessante approfondire sui contenuti ponendo fine alle lamentazioni improduttive. Ma si dovrebbe colloquiare con parole e pensieri nostri.., citare Musica Jazz e Umbria jazz aperti oramai a forme musicali altre oppire un poco vicine al jazz, non serve.., leggo direttamente la rivista, vado a sentire musica direttamente in Umbria.., cosa che faccio da una vita. Ho di nuovo cercato di rispiegare quanto già più volte sostenuto armato di pazienza e buona volonta.., si è fatto fin troppo fumo per nulla, potrà bastare, mentre per le arrampicate sugli specchi potrei fornire una rete per ogni evenienza che lascio fuori della porta prima di mettere sul piatto un bel disco jazz che avrei in mente di ascoltare.
OTREBLA Inviato 10 Giugno 2024 Inviato 10 Giugno 2024 Ho letto il lunghissimo scritto. L'autore contesta l'ingeneroso giudizio che taluni appassionati e critici hanno formulato a danno del cosiddetto Jazz contaminato (Fusion, Jazz-Rock, Funk-Jazz, Soul-Jazz, ecc), in voga tra gli anni '60 e tutti gli anni '70. Jazz considerato spurio e commerciale, poco meritevole di attenzione. L'autore si lancia in un'appassionata difesa di dette forme jazzistiche, apportando alcuni esempi e sostenendo che uno, le ambizioni di successo commerciale non sono mai venute meno, sin dai tempi del Dixieland, due che i jazzisti hanno sempre puntato al maggiore riscontro di pubblico, rifuggendo l'elitarismo, e tre che le origini afro-americane si possono riscontrare anche nel Jazz più Pop. Che attorno alla musica Jazz nella sua interezza è stato costruito un recinto di pregiudizi dai conservatori e dai modernisti. I primi la vorrebbero in una teca di vetro, immutabile ed atemporale, i secondi la interpretano come incessante ricerca di qualcosa di nuovo ed attuale, poco importa se non più collegato a nulla di ciò che è stata in precedenza. Che le intenzioni dei musicisti di colore sono state perennemente travisate da una critica che le ha deformate secondo i gusti, le aspirazioni politiche e le ambizioni di riscatto sociale di una certa cultura borghese, bianca ed eurocentrica. Può anche darsi. E' un argomento su cui ho dovuto già confrontarmi e che parte dal presupposto, legittimo, che tutto sia Jazz e che la sola componente originale che connota la musica Jazz sia l'improvvisazione musicale. Oltre a ciò non è richiesto altro. Se accettiamo tale assunto Bix Beiderbecke è Jazz quanto Albert Ayler. Guardando alla tradizione della musica africana, forse Ayler lo è addirittura più di Bix, ed il Miles Davis di Bitches Brew più di entrambi. Capisco ed in un certo senso concordo. Però rimane il problema del fatto che Bix non assomiglia per niente ad Albert Ayler. Che sono due cose completamente diverse. Così come un dipinto di Sorolla non assomiglia per niente ad un dipinto, se vogliamo chiamarlo così, di Pollock. E' sempre pittura, tela, colori, arte. E' sempre quella roba lì, con due linguaggi diversi. Non so che dire, se non che il tempo, il pubblico e le mode giocano un ruolo cruciale nella definizione di ciò che è arte. Come minimo bisogna aspettare, e più si aspetta e più le cose si chiariscono da sé. Peccato che quando si chiariranno definitivamente io avrò cessato di esistere da parecchio. Alberto. 1
analogico_09 Inviato 10 Giugno 2024 Inviato 10 Giugno 2024 All'"autore" potremmo rispondere che il fatto di trovare non jazz le musiche rock, detto sinteticamente, non starò a cercare le ricecatezze ed esattezze lessicali, non significa che le stesse siano disprezzabili o che di fatto si disprezzino, o che non piacciano, o che non abbiano in se' le naturali ricorsività del jazz (vito che tutta la musica rock/pop deriva dal blues e dal jazz) dove di queste cose, nelle loro forme più autentiche ed ispirate, pure mi nutro avidamente da una vita, né che che non si sappia che l'arte abbia bisogno anche del "commercio" per potersi sostenere. purchè non sia solo commercio, marchetta. E vai con altre scoperte dell'acqua calda. Questi "saggi" a mio avviso pistolotti generici, sommari, spesso risentiti, non sono di nessuna utilità, a mio parere, di nessuna pertinenza a fronte delle cose che ci stiamo dicendo qui. E' un ricorrere alle cannonate dialettiche spropositate per due concetti semplici alla portata di ogni appassionato conoscitore di musica. Ma dove non si vuole che le cose semplici siano semplicemente capite, o dove possa accadere che qualcuno non le capisca nonostante la semplicità, si ricorre all'accumuolo di ragionamenti del tutto sfocati rispetto al terreno d'indagine ad arzigogoli concettuali che vanno ben per tutto e quindi per niente, per sviare l'attenzione dalla vera semplice questione presa in esame.
Gaetanoalberto Inviato 10 Giugno 2024 Inviato 10 Giugno 2024 49 minuti fa, OTREBLA ha scritto: E' un argomento su cui ho dovuto già confrontarmi e che parte dal presupposto, legittimo, che tutto sia Jazz Grazie di aver contribuito: si tratta solo di uno scritto tra tanti, e di un’opinione motivata tra tante. Come dicevo e tu stesso ricordi, sono discorsi che si ripetono nel tempo con posizioni speculari ed abbastanza prevedibili, che tutte portano a proprio sostegno argomenti validi. Io non sono affatto per il relativismo assoluto, e neppure perché si possa dire che tutto è jazz. Diciamo però che per i contemporanei il tema è sempre sfuggente e scivoloso, come lo era per chi criticava le innovazioni che ne l tempo si sono succedute cambiando forma al genere. Penso anche che per quanto si trasporti sul tecnico, la conclusione sui confini del genere alla fine resta abbastanza influenzata dalla propria sensibilità: quando facciamo un giro per concerti nelle giornate aperte, ci accorgiamo immediatamente dei casi in cui il jazz fa capolino, che non significa che stia suonando Miles Davis o il MJQ. E lo dimostra un dibattito sempre in corso, la molteplicità di analisi e di conclusioni diverse. Perció l’unico motivo per il quale non mollo sulla discussione, é che io rispetto la tua preferenza per alcuni stili, quella di Giuseppe per altri, e non sento il bisogno di affermare in modo troppo netto alcuni confini, altrimenti se é vero che non tutto è jazz, si finisce per non poter usare la parola neppure per dire che la fusion è influenzata dal jazz, e che tutto l’insieme di ciò che si evolve potrebbe già oggi essere una nuova forma che, appunto perché contemporanei, non riusciamo bene ad inquadrare come in passato si è fatto. Si tratta di discorsi normali, che si possono fare anche pacatamente e senza trasformare in grottesco argomenti abbastanza banalmente diffusi pure tra appassionati e critica. Se poi qui molti hanno già esposto più volte le loro opinioni in passato, io non le conosco e scrivo per uno scambio, non per altro.
analogico_09 Inviato 10 Giugno 2024 Inviato 10 Giugno 2024 Per una visone critica storico-sociologica e musicale della storia del jazz, elaborata all'interno del fenomeno "jazzistico", con la massima onestà intellettuale e con conoscenze su campo vaste e profonde, non da osservatore, peggio da "pennivendoli di regime", suggerirei la lettura del libro intitolato "Il Popolo del Blues" sociologia degli afroamericani attraverso il jazz , scritto dal saggista, musicologo, poeta, drammaturgo, esegeta degli autori della beat generation, animatore culturale, "rivoluzionario all'interno della grande protesta "nera", cosa pagata col carcere, musicista, etc., Amiri Baraka (LE Roi Jones). Un modo per capire dall'interno il mondo estremamente variegato e complesso del jazz che la critica dei "banchi" avversa o troppo compiacente non potrà mai capire e "raccontare" fino in fondo partendo dalle radici africane. Dalla musica del nero come proprietà (titolo di un primo capitolo del lbro) Nel sito Amazon è possibile leggere alcuni estratti del libro.
analogico_09 Inviato 10 Giugno 2024 Inviato 10 Giugno 2024 1 ora fa, Gaetanoalberto ha scritto: Penso anche che per quanto si trasporti sul tecnico, la conclusione sui confini del genere alla fine resta abbastanza influenzata dalla propria sensibilità: quando facciamo un giro per concerti nelle giornate aperte, ci accorgiamo immediatamente dei casi in cui il jazz fa capolino, che non significa che stia suonando Miles Davis o il MJQ. Mi sorprende a volte in quanta musica di ogni genere, e lo dico spesso nella varie discussioni, anche nella classica ancora meglio se "antica", io ci sento il jazz.. elementi universali di questa musica.., nell'impressionismo. nelle musiche modali, orientali africane, sudamericane, ecc, perchè la musica non ha confini e tutte le musiche a mio avviso hanno delle radici comuni.., così come nel jazz ci sento gli elementi di altre musiche, ma mi guardo bene dal sostenere che la presenza di jazz in un genere musicale altro porti il genere stesso ad essere jazz, o viceversa. Tutto ci rende felici all'ascolto, qualsiasi musica di ogni genere purchè sia buona musica, per noi, si prende tutto, si tratta semplicemente di prendere il jazz come jazz e il non jazz come non jazz.., ogni mmusica ha pari dignità, sennò in questa oramai levigata modernità pseudo-culturale così permissiva e spregiudicata votata essenzialmente al profitto, o all'aspetto edonistico, la musica, il jazz come disco, ovvero come feticcio, tutto diventa tutto e quindi niente.., tutto si può gettare dentro un unico calderone.., poi non ci lamentiamo del fatto che anche per questo motivo, l'arte di oggi e fanno ormai troppi lustri, è in forte e grave crisi creativistica, fatte salve le eccezioni che benchè poche non mancano mai. La fusione musicale può essere interessante, vitale, ma la promisquità ibrida e indiscriminata no, non l'ammucciata nel calderone nel quale si mette tutto e di più dove ogni cosa finisce per perdere i propri contorni e le preziose specificità identitarie, ovvero la propria storia, la propria memoria, il proprio presente, il proprio futuro. Si chiama omologazione culturale. Inoltre si parla troppo e si sentenzia di jazz avendo scarse esperienze di ascolto dal vivo del jazz - vale anche per la classica , una musica che ESIGE l'ascolto live, quindi di un jazz ascoltato prevalentemente od essenzialmente da disco che diventa un punto di vista molto limitato. E' il segno dei tempi...
OTREBLA Inviato 10 Giugno 2024 Inviato 10 Giugno 2024 36 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: Perció l’unico motivo per il quale non mollo sulla discussione, é che io rispetto la tua preferenza per alcuni stili, quella di Giuseppe per altri, e non sento il bisogno di affermare in modo troppo netto alcuni confini, altrimenti se é vero che non tutto è jazz, si finisce per non poter usare la parola neppure per dire che la fusion è influenzata dal jazz, Certamente. E' tuttavia innegabile che alcuni di noi, per noi intendo dire...io...considerano il Jazz citato da Gianni Morelenbaum Gualberto un gigantesco compromesso col mercato, molto più di altre forme di Jazz antecedenti. Oh...saremo elitari... Alberto.
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