Stefanodirektor Inviato 12 Giugno 2024 Inviato 12 Giugno 2024 @analogico_09 mi "ci vole l'inverno" per scrivere post elaborati, adesso sono distratto da altro (fotografia naturalistica, in gran parte). La musica ci sta sempre bene, ascolto musica tutti i giorni 1
analogico_09 Inviato 12 Giugno 2024 Inviato 12 Giugno 2024 @Stefanodirektor Musica e fotografia (come pure cinema e musica), ottima accoppiata, mi ci diletto anch'io. Posta qualche tua foto nella sezione fotografica, fotografia naturalistica. 1
Gaetanoalberto Inviato 12 Giugno 2024 Inviato 12 Giugno 2024 Ellington, Mingus, Roach, Money Jungle - 1963/76. Un altro disco per il quale basta il puntino (.)😆 L’innovazione presenta mille volti, appare in molti modi e momenti. Un gran disco in cui il piano di Ellington è ricco di tutta la sua lunga esperienza che si fonde con la modernità di Mingus in stato di grazia, ad intessere fuori tempo e contrappunti e Roach a guidare con precisione. Strabello. Penguin *** (*) 1 1
analogico_09 Inviato 12 Giugno 2024 Inviato 12 Giugno 2024 L’innovazione presenta mille volti, appare in molti modi e momenti. Io penso che varrebbe la pena verificare se il "puntino" esplodendo riusca a spiegere in modo argomentato e mirato con quali volti, molti modi e momenti si presenta l'innovazione nel jazz, più specificamente nel disco in questione che è grande musica, geniale pur senza contenere a mio modesto avviso sostanziali innovazioni di tecniche, forme, linguaggi. C'è l'alta espressione di tre grandi musicisti innovatori che si ritrovano nel feeling, nella coesione dei diversi stili, nel comune denominatore spirituale e musicale identitario rappresentato dal blues. Mingus in stato di grazia, ad intessere fuori tempo e contrappunti ... non avrei preteso un contro tempo ma da un genio del calibro di Mingus mi sarei aspettato molto di più di un fuori tempo, a limite di un contra(t)tempo?... 🤔 il piano di Ellington è ricco di tutta la sua lunga esperienza per questa non serve interrogare il "puntino"... va da se', è come dire che l'acqua a 50 gradi sia calda.
analogico_09 Inviato 12 Giugno 2024 Inviato 12 Giugno 2024 9 ore fa, analogico_09 ha scritto: A proposito del mood "colto".., molto hot, ascolto uno dei dischi più sontuosi e complessi di Charles Mingus, bellissimo, abbagliante! Fortemente in blues.... segue https://melius.club/topic/1001-jazz/?do=findComment&comment=1217063 e. c. - segue https://melius.club/topic/1001-jazz/?do=findComment&comment=1223179
giorgiovinyl Inviato 13 Giugno 2024 Inviato 13 Giugno 2024 Il 10/6/2024 at 21:04, Gaetanoalberto ha scritto: A proposito di innovazione e di “ostico”, quanta ce ne può essere in un disco del 1964, dato che sono passati 60 anni, la mia età ? Eric Dolphy, Out to Lunch, finalmente mi son deciso a prenderlo… Un primo ascolto on line tempo fa mi aveva frenato, ma ho voluto lanciarmi. A dispetto del abbandono degli schemi tradizionali che stupì i contemporanei, che conoscevano Eric nelle più “ordinarie” collaborazioni precedenti, mi é piaciuto molto. Il fraseggio solo apparentemente destrutturato tra la tromba eccezionale di Hubbard ed il sax di Dolphy, il vibrafono assai particolare di Hutcherson che riveste il ruolo del piano assente ma in modo meno invadente e più invitante, con il filo conduttore fondamentale del basso di Richard Davis. Boh, insomma, bbono! Per me un capolavoro, non credo abbia perso un'oncia della sua importanza innovativa anche se sono passati 60 anni. (A proposito grande annata il 64!) Non fischi certo i suoi riff sotto la doccia, ma è un disco che non smette mai di stupire e sorprenderti. Non riesco a capire chi si professa grande fan di Eric Dolphy e poi rifiuti questo disco invece di sforzarsi di capirlo e apprezzarlo.
Gaetanoalberto Inviato 13 Giugno 2024 Inviato 13 Giugno 2024 5 minuti fa, giorgiovinyl ha scritto: Per me un capolavoro Si, davvero meraviglioso. D’altra parte mi accorgo, man mano che incremento il numero di cose ascoltate, che non é raro che si debba avere la fortuna di sentire un lavoro al momento giusto, che a volte capita per caso, altre per una ricerca. Insomma, mi succede di avere impressioni positive o negative, e che qualcosa che piace a molti mi prenda di meno per chissà quale ragione, così come poi di cambiare idea in una direzione od un’altra.
giorgiovinyl Inviato 13 Giugno 2024 Inviato 13 Giugno 2024 Il 11/6/2024 at 19:58, analogico_09 ha scritto: Immagino che andando avanti con gli ascolti in jazz si possa arrivare a cogliere anche gli altri aspetti di un disco dell'anima qual è l'"Out To Lunch!" de Eric Dolphy. Avendone già colto la "piacevolezza" del groove, non dovresti incontrare particolari difficoltà nel superare la fase iniziale - naturale per un neofita del "genere" - che porta a ritenere "impegnativa" questa musica che di fatto tale è, mentre il termine non è sinonimo di "ostico", stato "fruitivo" che insieme alla noia in molti casi appartengono a chi provandola cerca di incolpare del proprio limite ascoltatoriale la musica che si mostra restia neil non farsi capiredi chi non sappia capirla ... Gli aspetti fortemente innovativi presenti non solo in questo disco di Dolphy, riguardano la musica, il linguaggio musicale, le forme melodiche, armonico-tonali "liberate" che non rispondono agli stilemi più correnti; riguardano le forme di "interplay" dei musicisti che seguono schemi "contrappuntisctici" più liberi e "spigoloosi" ma estremamente musicali; riguardano la parte strumentale, inoltre Dolphy rivoluziona il modo di suonare i suoi fiati, il sax, il suo meraviglioso flauto dal quale estrae un suono di struggente poesia (bellissimo il brando"Gazzelloni", dedicato al suo omonimo amico, ottimo flaustista classico), soprattutto fa un uso stupefacente, inedito, del clarinetto basso dai suoni gravi che sembrano provenire dal profondo delle viscere, dall'inconscio. Quattro cose sintetiche.., non vorrei caricare troppo, ti suggerisco di ascoltare questa video registrazione di uno dei concerti di Mingus della leggendaria, epocale tournèe in Europa del 1964 stesso anno di Out To Lunch! , irresistibili i "dialoghi flauto contrabbasso suonato da Mingus con l'archetto facendo letteralmente "gemere" le corde...con il sostegno "impressionista" deel piano di Jaky Byard. (Debussy) ma tutto l'insieme è stellare. Dolphy porta innovazione nell'innovazione di Mingus.., magie che furono e che mai più saranno. .Sono prove.., informale, ci sono anche piccoli incidenti.., piccoli nervosismi.. Ma che jazz!! E' un po' che non l'ascolto ma non ricordo tutto questo "groove" di questo disco, almeno non nel senso comune di groove come lo si intende generalmente. Però è un capolavoro senza se e senza ma che anche a distanza di 60 anni non smette di stimolare l'ascoltatore, a ogni ascolto scopri qualche nuova sfumatura.
giorgiovinyl Inviato 13 Giugno 2024 Inviato 13 Giugno 2024 3 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: Si, davvero meraviglioso. Grazie a te e a Peppe per averne (ri)parlato. Ultimamente sono stato piuttosto incasinato ma non appena possibile lo riascolterò
Gaetanoalberto Inviato 13 Giugno 2024 Inviato 13 Giugno 2024 Se ti capita prova ad ascoltare anche il Money Jungle di Ellington &C. di cui sopra e dimmi che ne pensi…
analogico_09 Inviato 13 Giugno 2024 Inviato 13 Giugno 2024 1 ora fa, giorgiovinyl ha scritto: E' un po' che non l'ascolto ma non ricordo tutto questo "groove" di questo disco, almeno non nel senso comune di groove come lo si intende generalmente. 1 ora fa, giorgiovinyl ha scritto: E' un po' che non l'ascolto ma non ricordo tutto questo "groove" di questo disco, almeno non nel senso comune di groove come lo si intende generalmente.Però è un capolavoro senza se e senza ma che anche a distanza di 60 anni non smette di stimolare l'ascoltatore, a ogni ascolto scopri qualche nuova sfumatura. Infatti è un termine generico, che non ho usato io; letteralmente significa altro, ma ci può state, si usa nel linguaggio corrente per dire della forte tensione musicale in genere, la quale è presente in maniera reiterata, spesso "ribattuta", in paerticolare negli interventi del vibrafono di Hutcherson, nella musica del disco di Eric Dolphy... (prima c'è la musica e poi il disco, vale sempre la pema tenerlo presente). Anche il termine "swing" si usa spesso per musiche che a rigor di termine non hanno swing, bensì groove o "spinte" ritimiche molto accentuate magari appartenenti al "free jazz" che non è per definiszione "swingante", o ... "ballabile". Non facciamo troppo caso alle parole.., sono spesso "malate di limiti", approssimative ed andiamo alla sostanza concettuale, all'essenza delle cose. E' talmente un capolavoro l'Out to lunch! che, come scrivo nell'altro post, nella sua "sacralità", andrebbe "maneggiato con cura"... Tutte le grandi, complesse e innovative forme d'arte, la musica non fa eccezione, hanno sempre qualcosa di nuovo, da dire, un "segreto" da svelare ad ogni nuovo ascolto. Per questo bisognerebbe parlarne sempre con cura e attinenza e "continenza" rispetto a quelle che sono le autentiche "verità" estetiche e storiche oggettive dell'opera stessa.
analogico_09 Inviato 13 Giugno 2024 Inviato 13 Giugno 2024 1 ora fa, giorgiovinyl ha scritto: Grazie a te e a Peppe per averne (ri)parlato. Grazie, però mi prendo il ringraziamento solo per le due cosette che ho scritto io.
campaz Inviato 13 Giugno 2024 Inviato 13 Giugno 2024 Il 09/04/2024 at 21:30, analogico_09 ha scritto: due perle del sassofonista, polistrumentista "Kalaparusha Ahra Difda (Maurice McIntyre)" : Humility In The Light Of Creator (1969) grazie per avermi fatto scoprire un altro grande jazzista, forse ne avevo letto qualcosa, sicuramente non l’avevo mai ascoltato 1
analogico_09 Inviato 13 Giugno 2024 Inviato 13 Giugno 2024 55 minuti fa, analogico_09 ha scritto: utte le grandi, complesse e innovative forme d'arte, la musica non fa eccezione, hanno sempre qualcosa di nuovo, da dire, un "segreto" da svelare ad ogni nuovo ascolto. La musica, la più astratta ed "immateriale" delle arti, è la più soggetta a cambiare e mostrare nuove cose ad ogni nuovo ascolto. Nel jazz basato fortemente sull'improvvisazione, e nelle altre forme di musica non scritta, ogni volta che la musica riprende vita durante il concerto cambia nella forma in modo spesso molto rimarchevole . Dico ciò perchè mi è tornato in mente cosa disse Eric Dolphy, ancora lui, quando si spensero le ultime note di un brano che stava eseguendo in concerto ["Miss Ann" - June 2, 1964 Holland Eric Dolphy(fl. bcl. as.) Misja mengelberg(pf.) Jacques schols(base) Han bennink(ds.)], pochi giorni prima della sua morte - Berlino, 29 giugno 1964, stesso anno di Out to lunch! Tradotto da google: Quando senti qui la musica, dopo che è finita, è sparita nell'aria. Non potrai mai più catturarla. Invito ad ascoltare fino in fondo questo meraviglioso lascito, ascolterete anche anche la sua voce, tra i più meravigliosi insieme agli altri "last date", di un gigante della musica destinato al culmine della maturità - chissà cos'altro ci avrebbe riservato - a salire nel luogo celeste dove saranno finite tutte le musiche suonate durante l'intera storia del genere umano... Nulla si sarà perso mi piace immaginare... L'eterno concerto.
giorgiovinyl Inviato 13 Giugno 2024 Inviato 13 Giugno 2024 2 ore fa, analogico_09 ha scritto: Grazie, però mi prendo il ringraziamento solo per le due cosette che ho scritto io. I tuoi interventi sono spesso illuminanti e io li apprezzo moltissimo ma penso che tu lo sappia. Poi si può non essere d'accordo su qualcosa. Per esempio Cecile McLorin Salvant
Questo è un messaggio popolare. Kat62 Inviato 13 Giugno 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 13 Giugno 2024 4
analogico_09 Inviato 13 Giugno 2024 Inviato 13 Giugno 2024 44 minuti fa, giorgiovinyl ha scritto: I tuoi interventi sono spesso illuminanti e io li apprezzo moltissimo ma penso che tu lo sappia. Poi si può non essere d'accordo su qualcosa. Per esempio Cecile McLorin Salvant Ci mancherebbe altro, sul de gustibus non sputazzanda est, ma la realtà dei fatti è questione di oggettività e checchè se possa pensare personalmente tale resta. Ad esempio è fatto storico oggettivo che Eric Dolphy nel 1964, poco prima della morte, mettendo a segno anche l'ultimo superbo capolavoro - Out to lunch!, fosse già conosciuto e seguito dagli appassionati di jazz come grande innovatore dei linguaggi, delle forme e dell'espressione della musica afroamericana, per quanto aveva realizzato anche prima del 1961, anno in cui fece prodigi innovativi "documentati" dalle pazzesche registrazioni al Five Spot, tra le altre, sulle quali mi soffermai tempo fa nel topic "Jazz", mi permetto di risegnalarle. Oltre alle registrazioni da leader, e mitiche collaborazioni con Coltrane, Mingus, O. Nelson, etc., su cui ho già fatto cenno nell'altro post. Buoni ascolti. Anche in CD. 1
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