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Alta Fedeltà: Glenn Gould uno di voi?


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Inviato

@analogico_09 questa è una valutazione tua di cui a me, sinceramente, non frega nulla, dal momento che la mia risposta non era rivolta a te. E anzi, per il futuro ti pregherei gentilmente - se non ti è di troppo incomodo - di ignorarmi, come già sto facendo io con te da tempo. Grazie! 👍🏻

Inviato
40 minuti fa, gabel ha scritto:

questa è una valutazione tua di cui a me, sinceramente, non frega nulla,

 

 

Simmetriche armonie, e non mi crea nessun incomodo ignorarti, infatti ti ignoro, rispondevo impersonalmente e civilmente con una mia osservazione ad altra osservazione, nei contenuti, nulla di personale,  di chi si mette pubblicamente in discussione Del tutto corretto da parte mia.

Inviato

@_Diablo_ andrò senz’altro a ricercare il tuo post, grazie per la segnalazione!

@bear_1 lieta di aver condiviso.

@cesare @analogico_09 L’ho intesa come @cesare Continuando nella lettura del libro che, ricordo, è fondamentalmente una raccolta di interviste nel quale il pensiero di Gould non è né filtrato né romanzato ma riportato tal quale come egli l’ha espresso, emerge la genuina trasparenza comunicativa di G. Non dice mai una cosa per intenderne un’altra e risulta essere un uomo mentalmente apertissimo e dall’animo disadorno di grettezze e superbie. In fin dei conti emerge chiaramente che lui non esistesse tanto per se stesso quanto per la musica e per essa sola, lei sì centro di gravità permanente della sua esistenza. 

Seppure socialmente bizzarro e professionalmente esigente, non ho letto un solo passo dove si evincesse l’arroganza di assurgersi ad unico meritevole interprete della musica, piuttosto traspare sincero interesse per non pochi artisti. Ovvio che stiamo esprimendo le nostre opinioni, perciò regaliamoci il piacere di crederla come vogliamo qualora altre argomentazioni non ci convincano. 

 

Rientrando on topic ringrazio @Grancolauro per aver espresso in finale del suo post l’idea che sempre più prepotentemente si é fatta avanti continuando nella lettura del libro. Un audiofilo egregiamente equipaggiato da madre natura! Avevo moltissimi pregiudizi su G.G dovuti da una considerazione superficiale circa il  suo atteggiamento fuori dal comune, ma mai titolo fu più azzeccato (NO, non sono un eccentrico).  In ogni risposta ha saputo spiegare precisamente il senso di ogni sua peculiarità: dal suonare gobbo, al suonare su quella sedia, dai problemi di circolazione e i guanti al suo amore per l’isolamento e per la quiete (non é una colpa essere socialmente frugali, soprattutto considerato che laddove si concedeva pare riuscisse ad essere, a detta di molti, un affascinante e ironico conversatore). Ho provato a volte compassione per la vita che ha condotto, ma solo perchè l’ho guardata con gli occhi di una persona dal temperamento passionale e sentimentale, come lui non era affatto. Ragione per la quale del mio compatimento e di quello di altri se ne sarebbe (e se ne sarà) altamente infischiato. 

 

Sarebbe stato fantastico averlo qui sopra. Unico nel suo genere seppur con tutte le sue idiosincrasie. 🙂👍🏻

Inviato

@Memé se vuoi continuare ad approfondire il personaggio Gould, questo è un ritratto, molto ben documentato, che approfondisce alcuni aspetti, anche della sua vita privata, forse meno conosciuti. Sicuramente tratteggia un’immagine “a tutto tondo” sul Gould uomo, oltre all’artista.

 

 

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Inviato

 

 

 

3 ore fa, Memé ha scritto:

@cesare @analogico_09 L’ho intesa come @cesare 

 

Non mettevo in discussione l'onestà intellettuale e morale di Gould; essere "egocentrici", autoreferenziali, "bizzosi", non vuol dire essere contorni o gretti, o arroganti o snob, o superbi, o non genuini, e quant'altro tendi ad escludere perchè non appartenenti al pianisdta, a mio avviso a ragione, concordo.
Ho anzi detto del "bambino" che era il lui non nell'accezione bambocciana del termine, ma come aspetto ammirevole della sua personalità - il bambino inteso come "innocenza", non come sprovvedutezza..., bensì come forza della "lungimiranza", più potente della forza dell'"adulto" sovrastrutturato, corrotto -, del suo essere persona umana come "noi comuni ascoltatori, con i suoi tick, difetti, pregi e virtù, ecc... (Ho anche "difeso" Gould da certe inutili gossippate.., ma sorvoliamo).
Aspetti della personalità umana, interessanti poichè riferiti a un grande "personaggio", a un musicista molto celebrato, con ammiratori e detrattori, che non diventano tuttavia elementi critici di merito sul piano della valutazione artistica, estetico-musicale.

La musica di Gould in parte riflette il carattere dell'uomo (capita a moltissimi artisti di assomigliare in una certa misura all'"uomo", e capita anche che moltissimi uomini non assomiglino affatto alla loro arte, o viceversa...) , ciò nonostante andrebbe giudicata in quanto tale (arte trasfiguratirce) separatamente dai giudizi sull'uomo.
La mia idea sulla musica di Gould l'ho detta, giusta o bagliata, condivisibile e non, ma ho cercato di argomentarla, però tu mi citi per gli aspetti più "secondari" per i quali provo scarso interesse (ne ho parlato perchè sono stati tirati in ballo e ho cercato di dare i miei due spiccetti...) lasciando cadere ciò che ho espressamente detto sulla sua musica, aspetto sul quale volentieri  seguiterei a dialogare. Liberissima ovviamente di non ritenere il caso di riprendere la questione centrale e dirimente, non è certamente un appunto il mio, però leggere questo "riassuntino" en passant dopo aver scritto cose un po' più ampie ed articolate mi è capitato spontaneamente di notarlo...In ogni caso è giusto dare a cesare quel che è di cesare... ma anche ad analogico quel che è di analogico.. 😄  dove, approfondendo un pochino di più, non mi pare che tra cesare ed analogico vi sia tutta quella distanza come se lui fosse cesare e d io il re dei galli.., come tu potresti averla intesa. 🙂

 

Per concludere vorrei rilanciare una ipotesi che quando capita mi piace ripromuovere cum-passione(volmente): l'arte non si fa con le buone intenzioni.., con il carattere buono o cattivo dell'uomo che si avvia a "trasformarsi" in artista, il quale sarà grande o non grande artista non in funzione della sua "moralità" e/o"eticità" e "ideologia" (valori contingenti buoni per il lì per lì destinati a deperire e scadere prima o poi...), bensì con la forza dell'estetica che a volte si, a volte no, è universale mentre nelle sue forme più autentiche e straordinarie  si fa sempre immortale . L'arte nasce come antidoto contro le faccende più prosaiche, retoriche, non di rado insincere, artefatte, sovrastrutturali, e perfino ingobili della "vita" (reale?). La quale esprime anche forme della meraviglia, ci mancherebbe.., quando giunta ai livelli sublimi della "bellezza" e della spiritualità che sollevano l'uomo dalle "normalità" della routine quotidiana, è oramai già "arte", e non più "vita". Oppure, la vita allo stato dell'arte... 🙂

 

Inviato
4 ore fa, Memé ha scritto:

Ovvio che stiamo esprimendo le nostre opinioni, perciò regaliamoci il piacere di crederla come vogliamo qualora altre argomentazioni non ci convincano. 

 

 

Ci mancherebbe che qualcuno voglia togliere agli altri il piacere di crederla come gli altri vogliono.., non servirebbe neppure precisarlo, una libertà assoluta, a se stante, per nostra intima convinzione e intimo senso del sentire personale, che non nasca in noi solo perchè le atre "argomentazioni" non ci convincono, o che anche ci convincano...

 

Sicuramente conoscerai un delizioso film su Gould ... Trentadue piccoli film su Glenn Gould ... non lo rivedo da tanto tempo, però lo apprezzai molto, cinematograficamente parlando, un film coinvolgente anche sul piano musicale e biografico, anzi.., tutto coeso intorno alla figura dell'uomo e dell'artista Gould...

Buona visione.

 

https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/trentadue-piccoli-film-su-glenn-gould/29216/

 

Solo in lingua originale

 

 

 

Inviato

@analogico_09 la mia conoscenza al momento molto limitata di Gould musicista e artista non mi consente di argomentare come vorresti; sarebbe veramente presuntuoso da parte mia addentrarmi in un dialogo sulla sua musica senza averne individuato i fondamentali; non ne so abbastanza per esprimermi in tal senso e quindi non si tratterebbe più di opinione legittima ma di parlare a vanvera. Sono interessata al soggetto, ragione per la quale nel tempo avrò sicuramente modo di costruirmi un’idea che possa spendere un giorno in un confronto stavolta non impari con chi come te ne sa molto di più. 

Grazie per i suggerimenti che alleghi e per gli approfondimenti che fai. 

ps. se avevo ben capito, il confronto cesare/ analogico verteva sull’attribuire ad una frase nel testo concernente la mancata partecipazione di Gould ai concerti altrui, come empatia in un caso e superbia in un altro (sintetizzando enormememente). Col riassuntino en passant ho motivato le ragioni per le quali ritengo di propendere per la strada dell’empatia. Tutto qui. 

 

@gabel lo appunto nella lista dei libri da leggere! 👏🏻👏🏻👏🏻🙂👍🏻

Inviato
10 ore fa, Memé ha scritto:

la mia conoscenza al momento molto limitata di Gould musicista e artista non mi consente di argomentare come vorresti; sarebbe veramente presuntuoso da parte mia addentrarmi in un dialogo sulla sua musica senza averne individuato i fondamentali; non ne so abbastanza per esprimermi in tal senso e quindi non si tratterebbe più di opinione legittima ma di parlare a vanvera. Sono interessata al soggetto, ragione per la quale nel tempo avrò sicuramente modo di costruirmi un’idea che possa spendere un giorno in un confronto stavolta non impari con chi come te ne sa molto di più. 

Grazie per i suggerimenti che alleghi e per gli approfondimenti che fai. 

ps. se avevo ben capito, il confronto cesare/ analogico verteva sull’attribuire ad una frase nel testo concernente la mancata partecipazione di Gould ai concerti altrui, come empatia in un caso e superbia in un altro (sintetizzando enormememente). Col riassuntino en passant ho motivato le ragioni per le quali ritengo di propendere per la strada dell’empatia. Tutto qui. 

 

Memè, non "vorrei" nulla di speciale.., non "vorrei" vantare pretese, solo manifestare un auspicio...
Visto che hai aperto un topic su Gould, per parlare non della sua interpretazione musicale bensì di ciò che riassumi nel post di apertura su cui ho cercato di dare il mio modesto contributo con tentativo di completare il quadro uomo/artista toccando anche gli aspetti più propriamente musicali [impossbile, quando si parla di un creatore di musica, di arte, separare i due aspetti che non fanno "muro", o compartimento stagno; viene del tutto naturale ampliare la visuale, dopotutto siamo nella sezione dedicata alla musica], ho pensato che fossi stata spinta a leggere le interviste di Gould sui vari argomenti apparentemente extra-musicali - i quali in un modo o nell'altro riconducono invero, o dovrebbero ricondurre, direttamente alla musica -, avendo già ascoltato l'arte di Gould, quindi conoscendo in qualche misura, piccola o grande, non ha importanza, avendola ascoltata, anche la musica di Gould.

Neppure  io sono un esegeta, profondo conoscitore dell'estetica gouldiana, quel che penso al riguardo, avendo letto pochi testi sul pianista, varie brevi monografie, deriva essenzialmnete dalle mie impressioni personali (giuste o sbagliate, condivisinili e non) ricavate dagli ascolti delle sue interpretazioni pianistiche, anche alla luce di quello che è il mio bagaglio esprenziale ascoltatoriale generale, al mio personale "allenamento" con gli ascolti musicali.

E' su questa semplice base che parlavo di dialogo sullo specifico musicale, un semplice scambio di idee, niente di astruso o di complicato, nessuna "aergomentazione" saggistica, "specilistica".
Anche se limititate e sicuramente opiniabili, a volte anche centrate "utili", le nostre impressioni di ascolto restano in ogni caso legittime, tutt'altro che un "parlare a vanvera". Siamo qui per condividerle in veste di ascoltatori, ciascuno contribusice come crede, come sa; se poi si non si ha la minima idea di ciò di cui si parla è un altro paio di maniche... allora è peggio che parlare a vancera...
E' in tale semplice aspettativa che intendevo parlare ANCHE del Gould musicista in connessione con il Gould "audiofilo" e del Gould ascoltatore, non un "semplice" ascoltatore perchè durante l'ascolto delle musiche suonate da altri "colleghi" il Gould musicista entra "massicciamente" in ballo, altro che no...

Ed ecco allora che a fronte di ciò parlare anche del Gould musicista che parla di cosa senza potersi distaccare dal suo essere musicista , il passo è breve e inevitabile.

 

 

  • Amministratori
Inviato

bisogna partire da un assunto, per il musicista la musica è passione ma anche lavoro, noi ascoltiamo, lui ricostrisce la partitura per come la conosce e per come la vorrebbe interpretare. il fatto che enne grandi mucisisti suonino lo stesso brani in n+m modi differenti dovrebbe dirci qualcosa. nel temo i gusti cambiano le interpretazioni che mi piacevano potrebbero stancarmi e scoprirne altre che prima schifavo

noi ascoltiamo un suono, ma un musicista ascolta come quel suono è podotto, potrebbe non ritrovarsi in una sua registrazione che non metta in evidenza il suo mdo di suonare. comunque trovoinutile andae a leggere le interviste dei grandi msicisti, se celibidache era un fautore della unicità della interèretazione e della sua immediatezza, karajan la pensava in modo totalmee differente e metteva boca nella post produzione. 

ci fosse una verità artistica assoluta avremmo una sola terza di lvb, invece ce ne saranno almeno 20 differenti e meritevoli d ascolto

Inviato
13 ore fa, Memé ha scritto:

ps. se avevo ben capito, il confronto cesare/ analogico verteva sull’attribuire ad una frase nel testo concernente la mancata partecipazione di Gould ai concerti altrui, come empatia in un caso e superbia in un altro (sintetizzando enormememente). Col riassuntino en passant ho motivato le ragioni per le quali ritengo di propendere per la strada dell’empatia. Tutto qui. 


Nel mio caso però non ho parlato di "superbia" o di arroganza di Gould.., vabbene il "riassunto" però che non sia fraintendente... 😉 Ho anche detto che probabilmente c'è dell'autoironia nel "narcisismo" (non "superbo", non arrogante, Gould era una persona "candida") in lui quando dice di poter ascoltare solo se stesso e non gli altri "colleghi".

Empatia si.., ma empatia lascia intendere anche "condivisione", comprensione e comunicazione.., quindi non credo sia facile capire i motivi profondi che determinavano la mancanza di partecipazione del pianista ai concerti altrui.., non mi convince affatto che fosse per la pena che sentiva per quei "poveracci" sue testuali parole, che dovevano affrontare le stesse responsabilità, stesse fatiche (riassumando) che provava rgli stesso mentre suonava... Queste per me sono della "candide" scuse.., c'è altro, come ho già cercato di ipotizzare dietro le sue idiosincrasie. Non riesco inoltre a capire perchè Golud condiserasse gli altri esecutori dei poveracci che stavano lì a penare., come se per costoro fosse una condanna fare il loro lavoro d'interprete, come se non fosse una gioia enorme essere musicisti per scelta e non per costrizione, struementisti, interpreti, direttori.., dove ogni interprete, data una stessa opera musicale, spalanca un suo universo interpretativo personale irripetibile, ogni interprete il suo... Non posso credere che Gould coltivase un'idea così "bizarra".., quasi penitenziale del fare musica, ma solo nei confronti degli altri, mentre lui ascoltava "religiosamente" se stesso.

Dove è ovvio che per poter raggiungere lo stato di felicità musicale per se stesso stesso da trasmettere agli ascoltatori, se in grado di farlo, occorre anche "faticare", responsabilizzarsi, impegnarsi, "soffrire".., ci mancherebbe... non senza fatica si giunge al fine...

Io credo che aldilà di queste motivazioni di "copertura" che non riesco a comprendere, presumibilmente inconsce, vi sia una ragione essenzialmente prioettiva.., nel senso che il pianista ti-vede e sente negli altri "colleghi" le pulsioni nevortiche, miste a grande candore, che si agitano in lui.., le quali mi fanno pensare più ai "timori" esistenziali, psicologici, caratteriali, all'insicurezza del "se", che al narcisimo/autoreferenzialismo spregiudicat, artefatto, superbo, arrogante... Lo stesso inconsco che generava in lui le "paure", o "fobie", la "nevrosi", era anche il generatore dei raggi di luce artistica trasfiguratrice, compensatrice, la stessa che riconosceva in se stesso, e solo in se stesso. Non per aridità...
Gould, sia l'uomo che l'artista, quello che prendeva pure le "medicine".., mi rimanda al candore di tanti artisti di ogni tempo le cui parabole esistenziali siano state più o meno tormentate, piene di incertezze, debolezze e di potenza creativistica, spesso abbagliante, il cui grande amore, la sconfinata passione per l'arte,  la incrollabile coerenza al valore primario della bellezza e della spiritualità senza compromessi, mai piegati al volere dei vari tipi di "potere", dal "commercio", mai per sola finalità "professionale".., e per questo molto spesso b non accettati e non compresi da questo mondo ingrato, irriconoscente, adulatore ma anche pronto a gettare giù l'artista dal piedistallo che per egli avevano creato...
In questo dissidio esistenziale, tra gloria e polvere, scatta anche il bisogno di ricerca di qualche "ungueto" lenitivo più o meno "artificiale" che possa portare un po' di pace, a volte naturale, altre volte più o meno "artificiale... Difficile giudicare l'uomo, esprimere giudizi morali (non è assolutamente riferito a te, Memè) sulla sua natura umana, caratteriale, psichica, psicologica, inutile cercare di interpretare.., rido di me stesso quando provo a farlo...

E' possibile riconoscere la verità vera dell'artista, l'unica che conta,  solo attraverso la sua arte.., attraverso il linguaggio dell'arte, l'unico in grado dire ciò che le parole e gli esempi di vita prosaica non possono dire.

Scusate i pensieri e le parole buttati in giù con forma in "dissonanza" ma scrivo di getto

Inviato
1 ora fa, cactus_atomo ha scritto:

bisogna partire da un assunto, per il musicista la musica è passione ma anche lavoro, noi ascoltiamo, lui ricostrisce la partitura per come la conosce e per come la vorrebbe interpretare. il fatto che enne grandi mucisisti suonino lo stesso brani in n+m modi differenti dovrebbe dirci qualcosa.

 

Dovrebbe infatti dirci, ciò su cui mi pare si sia tutti d'accordo, che non esiste un solo modo di intendere l'interpretazione musicale e che pertanto ogni interprete aperto e "flessibile", pur restando più attento e concentrato sul suo "mondo" interpretativo, dovrebbe essere aperto ad ogni altra istanza interpretativa, libero ovviamente di non apprezzarle tutte, ma senza pregiudizi o egocentriche idiosincrasie.

Seguito a sostenere il pensiero di Don Cherry già riportato in uno dei miei primo post. non riuscirei ad intendermi con un musicista che dice: "ok ho la mia musica tu hai la tua musica". E' tutto così impermanente come puoi aggrapparti a qualcosa. Mi riferisco alla vita stessa

 

1 ora fa, cactus_atomo ha scritto:

comunque trovoinutile andae a leggere le interviste dei grandi msicisti, se celibidache era un fautore della unicità della interèretazione e della sua immediatezza, karajan la pensava in modo totalmee differente e metteva boca nella post produzione. 

 

In genere apprezzo molto ciò che dicono i musicisti sulla musica, più che i "critici" di mestiere,  purchè non sia a fini autoreferenzialistici, dove in tal caso un ascoltatore scafato potrà pur sempre fare la tara degli eccessi di autopromozione e cogliere invece la buona sostanza delle cose dette da chi ha un'esperienza musicale grande, spesso immensa, molto più autorevevole dell'esperienza del critico di mestiere.., non di rado se ne incontrano di frustrati perchè musicisti falliti o pennivendoli di regime...

Le posizioni di Celibidache, interprete di esperienza interstellare, erano sulla registrazione musicale e sulla musica dal vivo, riguardavano la musica stessa, questione di interesse generale in grado di focalizzare l'attenzione di tutti gli interpreti e di tutti gli appassinati ascoltatori di musica, esprimevano il suo modo di intendere lo specifico aspetto, per amore della musica, senza fare promozione di se stesso, senza con questo voler affermare  la sua preminenza interpretativa, ovvero vendere il suo prodotto interpretativo come il migliore. Karajan invece faceva promozione di se stesso innazitutto.., tutte le musiche, da Vivaldi a Schostak andavavano suonate alla Karajan, asservite a un narcisismo autoreferenziale-celebrativo d cui pian piano molta "gente" mi pare capire va rendendosene sempre più conto.

 

  • Amministratori
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@analogico_09 le posizioni di karajan sono in qualche modo estreme, la registrazione permette a tutti di ascoltare grandi interpreti vivi o morti. Senza registrazione non sapremmo come cantava caruso o interpretava Walter o Toscanini. E anche per i musicisti poter ascoltare le altrui interpretazioni è fondamentale. L'evento dal vivo ha dei vantaggi ma lo stesso celibidache non avrebbe eseguito la stessa identica esecuzione in 3 performances successive. 

 

Inviato

@cactus_atomo Non sapremmo come cantava Caruso e come dirigeva Toscanini ma fino a quando ci sarà la musica "classica" il mondo potrà seguitare ad ascoltare infinite volte le creazioni immortali dei grandi compositori intrepretati in infiniti modi dalle nuove generazioni di interpreti che fatalmente si susseguono senza soluzione di continuità. Fatale, naturale che tutto abbia un termine, che vi sia il ricambio, mentre dei "trapassati" interpreti resteranno le testimonianze discografiche. Ma per quanto tempo, quante generazioni di ascoltatori terranno vivo il ricordo di costoro attraverso gli ascolti discografici? Credo che a un certo punto potrebbe finire tutto nel dimenticatorio, negli annali degli archivi discografici da consultare con spirito archeologico, a scopo documentale, lasciando giustamente spazio alla nuova "vita" musicale, compositiva e interpretativa che avanza.
Sempre che, purchè, a condizione che la realtà compositiva (per ora non ancora interpretativa...) all'interno della musica classica, "colta", o "scritta", riesca a supeare le dannose stagnazioni creativistiche che seguitano a caratterizzare da troppi anni la nostra contemportaneità nella quale andiamo spesso (ri)scoprendo il "nuovo" compositivo musicale dovendo tornare sempre più indietro nel passato, sia per piacere che per "necessità"...

Questo per quanto riguarda la classica, per quel che sperò seguiterà ancora ad essere in continuità con la sua millenaria tradizione ricchissima di opere straordinarie per molti altri secoli o millenni a venire, senza pensare al peggio.., mentre per il jazz e le altre musiche non scritte, senza i dischi non potremmo sapere come suonava Armstrong oppure Coltrane, sarebbe come se non eistesse più nulla di loro, non potremmo sapere come fosse la loro musica anche se suonata da altri in modo formalmente apprezzabile, sarebbe come fare la scalata dell'Everest in ascensore... 😄

Per tornare alla classica, anche oggi che possiamo ascoltare dal vivo gli interpreti che registrano le loro interpretazioni di classica, il disco svolge ovviamente il suo grande, incredibile e salvifico ruolo di divulgazione della musica, perchè nessuno di noi potrà ascoltare in concerto tutta la musica creata nel mondo in ogni tempo, mentre con dischi risusciamo a riempire molti dei vuoti che vorremmo colmare.

Ove vi sia però la possibilità di fare ascolti da vivo non c'è disco nè audiofilia che tenga.., vanno bene anche le altre, ma la via della musica che nasce e muore dal vivo, l'unica naturale da seguire è quella del live.. con tutto il rispetto per il maestro Gleen Gould e le sue "eccentricità" d'"autore" per le quali provo molto simpatia... 😉

 

  • Amministratori
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@analogico_09 i grandi interpreti significano grandi cachet, benissimo andare a sentire dal vivo, ma non tutti hanno la fortuna di avere i grandi interpreti vicino. la musica registrata è ovviamente un succedaneo, ma un succedaneo utile

Inviato
1 ora fa, cactus_atomo ha scritto:

i grandi interpreti significano grandi cachet, benissimo andare a sentire dal vivo, ma non tutti hanno la fortuna di avere i grandi interpreti vicino. la musica registrata è ovviamente un succedaneo, ma un succedaneo utile

 

 

Certo, ed è per questo che ho scritto ove vi sia la possibilità di fare ascolti dl vivo... La fortuna aiuta gli audaci, dovrebbe, come la divina provvidenza, opzione molto "manzioniana"..., obsoleta, anzi scaduta per quanto riguarda queste cose, perlomeno... Una ben più avanzata, solida e mirata diffusa politica di promozione culturale andrebbe oltre la "casualità" per creare "causalmente" delle realtà fisiche e ideali nelle quali vivere in modo e in misura più soddisfacente il nostro desiderio che è spesso un bisogno di cultura, arte, arte di ogni tipo. Ma purtroppo in questa italietta sono cose ancora a livello embroniale.., si fa un gran riempirsi la bocca ma ma siamo ancora ai livelli più infimi rispetto ad altri paesi europeri.

Inoltre non penso nè ho mai scritto che bisognerebbe ascolare dal vivo solo i grandi interpreti dei grandi cachet, anzi, credo che vi siano una gran quantità di musicisti di buono, ottimo livello che per i detti motivi di scarsa sensibilità e promozione culturale nel nostro paese vengono trascurati, quando non snobbati od osteggiati dagli establishment musicali accademico-concertistici di "potere".., dal quella gran parte di pubblico "abbagliato" dai grandi "spettacoli" musicali che più costano e più fanno status symbol.., l'ambizione di dire: c'ero anch'io.., e questo finisce per aumentare l'"ignoranza" diffusa che penalizza il belpaese da molti anni.., senza parlare della polarizzazione dei grandi apparati della concertistica istituzionale che assorbe le maggiori risorse e getta ombra sulle realtà musicali "minori" che invece avrebbero molto da offrire musicalmente il lungo e in largo per lo stivale, anche nelle zone più "periferiche", creando molte più occasioni di ascolti musicali dal vivo. Anche nel jazz.., Fresu  e Bollani... Bollani e Fresu... bravissimo Fresu.., Bollani non mi piace.., ma  stanno da tutte le parti come il prezzemolo, quasi solo loro, diventa eccessivo, stucchevole...

Questa realtà tocca anche il mondo delle arti figurative, pittoriche, architettonine, scultoree, archeologice, ecc... Roma , città che vanta una quantità incalcolabile di "oggetti" e luoghi d'arte di inestimabile valore, unici al mondo.., se la svanga col Colosseo, con le catacombe, con "tre" musei" capitali, e tutto il resto va quasi deserto. Non è vero che l'arte non da da mangiare.., lo diceva un tizio strano.., l'arte da e deve dare da mangiare, ma a se stessa, a chi lavora per l'arte, non a chi esercita la sua forma di potere approfittando dell'arte per speculare sull'arte.
Tornando alla classica.., anche il fare musica per diletto, ad ogni livello, così poco considerato, apprezzato e promosso da noi, potrebbe se non altro portare a una maggiore sensibilità e competenza musicale chi la pratica, e più si è numerosi e più il popola nazionale cresce un poco di più---

Certo che si va a sentire il concerto quando si puote.., ad esempio o avrei ascoltato volentieri i concerti ceciliani, di Pretenko ed altri.., ma come diventano nomi roboanti.., tocca passare prima in banca a fare un mutuo e poi dirigersi verso il botteghino... In quel caso, viva straviva la musica dal vivo ma a certe condizioni si può anche e volentieri rinunciare e andare a casa a spararsi un bel disco con migliore degli impianit.., cosa pià economica e anche più "etica" da farsi se pur di andare al concerto si finisce come finisce Gasmann nel film I Mostri... nello stadio a gridare il forza ... non ricordo quale squadra! ...

Quella è roba per la ricca borghesia.., per i poveretti fino a un po' di tempo fa c'era molta più offerta, e di grande quailità ad un prezzo civile.

Il mito dei "grandi" comincia a starmi sempre più stretto...

 

Inviato
Il 19/11/2021 at 23:41, Memé ha scritto:

Sono interessata al soggetto, ragione per la quale nel tempo avrò sicuramente modo di costruirmi un’idea

Benvenuta nel club! 🙂

Quando ero adolescente avevo il poster di Gould appeso sopra il letto, un po' come chi aveva quello dei Duran Duran o dei Take That ai miei tempi. Ma ero in realtà attratto più che altro dal personaggio, che trovavo molto affascinante, mentre la sua musica non la capivo, la trovavo anzi lontana dalla mia sensibilità. Forse anche per questo poi Gould mi è andato in disgrazia e non l'ho più ascoltato per molto tempo. Poi, una decina di anni fa, non so bene perché ma è rinata in me la curiosità per questo grande musicista, e così ho ripreso ad ascoltarlo, a leggere molte cose su di lui, a guardare i suoi video e i suoi programmi televisivi, ad approfondire la sua concezione dell’arte, dell’interpretazione musicale, del ruolo dell’artista nella società della comunicazione di massa. E ho scoperto un Gould diverso, molto più profondo, pieno di sfaccettature interessanti. Un artista radicale, che ha vissuto ed espresso la sua arte senza compromessi. Al punto che oggi pensavo di riappendere il suo poster sopra il letto 😂.

Quindi, buoni ascolti e buone letture. Quello di Gould è un mondo che vale davvero la pena esplorare

Inviato

@Grancolauro ne sono convinta anche io! oltre ai libri e ai filmati su di lui è necessario che io faccia i giusti ascolti della sua opera interpretativa. Visto il tuo riprendere in mano la questione immagino che tu possa indicarmi un punto di partenza sulle sue registrazioni da ascoltare. Qualunque consiglio in questo senso, sistematico o meno, è ben accetto. Grazie in anticipo.@analogico_09 ti andrebbe di suggerirmi brevemente qualche guida all’ascolto di Gould? Ho notato che (e le tue disamine me lo hanno confermato) GG si discosta tantissimo da tutto ció che si può ascoltare in giro nelle medesime esecuzioni e mi affascina il fatto che gli sia stato concesso o meglio che sia stato libero di esprimere la sua visione personale, anche laddove la prassi reclamasse il “ si esegue in questo modo” di turno. Uno puó rigettare o abbracciare in toto la sua proposta ma mi allieta il solo pensiero che gli sia stato consentito di farlo e che in qualche modo abbia anche stupito, ammaliato e e fatto cambiare opinione sull’interpretazione di determinati brani. Grazie in anticipo anche a te.

@cactus_atomo mi piace moltissimo la linea di pensiero della convivenza (pacifica) della moltitudine di prospettive e fermo restando che io sono la prima ad esprimere un giudizio di preferenza su questo o quel brano o su questa o quella esecuzione, non ho mai creduto nella visione assoluta delle cose. La resistenza infatti insorge solo quando dal confronto e dal disaccordo si passa all’imposizione tout court di una linea di pensiero a discapito di un’altra. Il tuo terz’ultimo intervento mi trova totalmente d’accordo. 

 

buon lunedi 

Memé  🎧👩🏻‍🦳

 

 

 

  • Melius 1
Inviato
43 minuti fa, Memé ha scritto:

Visto il tuo riprendere in mano la questione immagino che tu possa indicarmi un punto di partenza sulle sue registrazioni da ascoltare. Qualunque consiglio in questo senso, sistematico o meno, è ben accetto.

Beh, su questo si possono avere molte idee diverse. Io farei così: per prima cosa serve una scorpacciata di Bach! Quindi, nell’ordine, prima le Variazioni Goldberg, il pezzo che ha reso celebre Gould (magari confrontando le due versioni che incise), poi le Suites francesi, le Suites inglesi, le Toccate, le Partite, i Concerti, il Clavicembalo ben temperato, per finire con l’Arte della fuga. Fatto questo, con un certo sadismo (😀) ti consiglierei il Gould interprete della musica del Novecento: in particolare l’opera di Schoenberg, più Berg, Hindemith, Scriabin, Prokofiev. Se sei sopravvissuta a tutto questo, hai tutti gli strumenti per cogliere le particolarità del modo in cui Gould interpreta alcuni grandi classici, come le sonate e i concerti di Mozart e di Beethoven, più Brahms. Se ancora sei viva, meriti a quel punto il premio “I love Glenn Gould”, e ti può dedicare alle cose più sfiziose, come Bird, le trascrizioni di Wagner e Ravel, la musica da camera, le composizioni scritte dallo stesso Gould, ecc.

Questo mi verrebbe in mente di consigliarti. Oppure, più semplicemente, ascolta quello che vuoi e segui il tuo istinto! Che poi in musica e non solo è sempre la scelta migliore 🙂

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