Memé Inviato 22 Novembre 2021 Autore Inviato 22 Novembre 2021 @Grancolauro oh allora grazie mille! in questo caso preferirò un approccio più metodico e sistematico (che non mi è naturale) perché lo scopo e capire Gould e non solo goderne! bene, perfetto! vedro’ di cercarmi anche un bravo interprete più accademico in modo da fare un paragone. 👋🏻😊
analogico_09 Inviato 23 Novembre 2021 Inviato 23 Novembre 2021 9 ore fa, Memé ha scritto: .@analogico_09 ti andrebbe di suggerirmi brevemente qualche guida all’ascolto di Gould? Ho notato che (e le tue disamine me lo hanno confermato) GG si discosta tantissimo da tutto ció che si può ascoltare in giro nelle medesime esecuzioni e mi affascina il fatto che gli sia stato concesso o meglio che sia stato libero di esprimere la sua visione personale, anche laddove la prassi reclamasse il “ si esegue in questo modo” di turno. Uno puó rigettare o abbracciare in toto la sua proposta ma mi allieta il solo pensiero che gli sia stato consentito di farlo e che in qualche modo abbia anche stupito, ammaliato e e fatto cambiare opinione sull’interpretazione di determinati brani. Grazie in anticipo anche a te. Purtroppo non posso suggerirti nessuna "guida" all'ascolto di Gould perchè, come già "confessato", non ho letto molto del pianista, a parte qualche breve monografia e altri scritti "divulgativi" dai quali ho appreso il basilare spesso risaputo a fronte di una personalità umana e artistica piuttosto complessa e controversa. Credo inoltre che in genere le "guide", nell'aiutare l'ascoltatore ad avvicinarci ai mondi dell'arte, non rilascino la chiave della comprensione profonda di ciò che cerchiamo nell'arte, chiave che l'ascoltatore dovrebbe cercare in se stesso attraverso altri percorsi conoscitivi, "teorici" ed esperenziali. Mi sono sempre basato sulle impressioni personali ricavate durante gli ascolti dei dischi di Gould. Quando inizia a scoprire Gould, verso la fine del vecchio millennio, rimasi colpito dal suo modo di interpretare e suonare (forma, tecnica, stile espressione) i noti repertori in maniera molto divesa rispetto ai musicisti coevi; mi intrigava il suo modo "trasgressivo" e insolito di eseguire ciò veniva eseguito in quel certo modo canonico, di "turno"... come dici tu. Sebbene il suo modo di suonare Bach al pianoforte, ad esempio, fosse molto lontano dal mio ideale interpretativo delle musiche del Kantor, apprezzavo la sua "sfida", la libertà che si prendeva nel "tradire" Bach, un coraggio mentale e sentimentale che , mi sembrava.., lo avvicinasse idealmente a quel Bach capace di una libertà musicale sconfinata. La cosa mi incuriosiva e mi portava a riflettere sulla spinta "provocatora", a valutare la stessa sul piano della novella fenomenologia estetica, resettando ogni pre-giudizio critico, ancor prima di lanciarmi in valutazioni critiche conformiste. Poi.., passata la prima infatuazione mi accorsi che la "provocazione" aveva fatto il suo tempo mentre quel che restava di musicale della sua musica", quel che per me più conta, mi prendeva di meno. Non saprei dire la ragione di ciò in modo preciso, da manuale, da "guida".., ho solo certezza del fatto che cominciai a trovare attraverso la "semplice" immediatezza dell'ascolto troppo "mentale" e a tratti nevrotico il suo progetto formale ed espressivo che si andava a mano a mano a sua volta "conformando" al nuovo autoreferenziale clichè... gouldiano. Più forma e tecnica, tempi troppo rigidi; il suo suonare "martellante", che aveva sempre un non so che di "allarmante", a volte faceva pensare a una "sfida" con la musica, con se stesso... frasi tese, rari "silenzi"... musicali. Cominciai a trovare troppo stressante questo approccio ascoltatoriale... 9 ore fa, Memé ha scritto: non ho mai creduto nella visione assoluta delle cose. La resistenza infatti insorge solo quando dal confronto e dal disaccordo si passa all’imposizione tout court di una linea di pensiero a discapito di un’altra. Per la precisione, credo si sia in molti a non professare l'assurda visione del proprio pensiero da imporre al pensiero altrui, come assoluto. Mi sembra intutile ricordarlo qui perchè durante i nostri scambi nessuno mi pare abbia fino ad ora cercato fino di imporre le proprie idee personali a discapito delle altre. Ciascuno dice la sua e ci si confronta, in accordo o in disaccordo, sempre rispettando ogni diversa opinione.
Memé Inviato 23 Novembre 2021 Autore Inviato 23 Novembre 2021 @analogico_09 non è poco, perché hai comunque spiegato il tuo approccio e le tue conclusioni e in un certo senso possono fungere da guida anche loro. A grandi linee almeno per avere un punto di riferimento nello studiare il soggetto cosi tanto fuori dagli schemi. Circa il tuo secondo quote, per citare il vigile Verdone, il mio intervento era “avurso” da ogni rifermento alle dinamiche del forum; rispondevo a @cactus_atomo veramente nello specifico e se ti posso confessare una cosa, venivo da una grande e indigesta scorpacciata di prime pagine dei quotidiani che mi hanno predisposto con commozione a gradire il suo breve intervento con ancora in mente le coercizioni mediatiche che oggi ci schierano gli uni contro gli altri. buona giornata a tutti voi Memé 🎼 1
analogico_09 Inviato 23 Novembre 2021 Inviato 23 Novembre 2021 10 ore fa, Memé ha scritto: non è poco, perché hai comunque spiegato il tuo approccio e le tue conclusioni e in un certo senso possono fungere da guida anche loro. A grandi linee almeno per avere un punto di riferimento nello studiare il soggetto cosi tanto fuori dagli schemi. Circa il tuo secondo quote, per citare il vigile Verdone, il mio intervento era “avurso” da ogni rifermento alle dinamiche del forum; rispondevo a @cactus_atomo veramente nello specifico e se ti posso confessare una cosa, venivo da una grande e indigesta scorpacciata di prime pagine dei quotidiani che mi hanno predisposto con commozione a gradire il suo breve intervento con ancora in mente le coercizioni mediatiche che oggi ci schierano gli uni contro gli altri. buona giornata a tutti voi Solo due idee in libertà.., tuttavia ti ringrazio per le parole che in una certa misura potrebbero essere prese come generoso segno di apprezzamento... 🙂 In quanto al resto, Memè, non ho capito da quale indigesta scorpacciata giornalistica tu provenga, nè quale circostanza ti abbia commossa, ecc, a quali "coercizioni" mediatiche ti riferissi, promosse da chi.., quali sarebbero oggi le persone schierate contro tra di loro.., ecc.. Non rieco a cogliere il nesso tra questo e quanto scrive @cactus_atomo nel suo "terzultimo" post; sicuramente sarà a causa della mio basso grado di comprendonio 🤷♂️ quindi mi renderesti immeritato onore se volessi gentilmente volgerti a compassione rendendomi degno di un tuo disegnino più chiaro e d elementare... 🙏 🙂 Buona settimana anche a te, e non ci colga cruccio per la pioggia ☔ senza la quale non ci sarebbe l'"arcoiris"... 🌈
Grancolauro Inviato 23 Novembre 2021 Inviato 23 Novembre 2021 Nel caso a qualcuno interessi, segnalo questo bel libro che ricostruisce la figura di Gould nel contesto dell’estetica del novecento e della filosofia dei processi culturali. È un libro un po’ tecnico, per addetti ai lavori. Tuttavia è molto originale e pieno di spunti interessanti. Si può leggere il capitoletto conclusivo qui https://books.openedition.org/res/169?lang=it
analogico_09 Inviato 24 Novembre 2021 Inviato 24 Novembre 2021 11 ore fa, Grancolauro ha scritto: Nel caso a qualcuno interessi, segnalo questo bel libro che ricostruisce la figura di Gould nel contesto dell’estetica del novecento e della filosofia dei processi culturali. È un libro un po’ tecnico, per addetti ai lavori. Tuttavia è molto originale e pieno di spunti interessanti. Si può leggere il capitoletto conclusivo qui Benchè in teressante in effetti non mi è sembrata di immedita comprensione la dotta disanima finale che si riaggancia evidentemente ai molteplici contenuti dell'intero libro, senza conoscere i quali diventa meno agevole seguire la parte conclusiva dell'autore. In alcuni passaggi, scritti ovviamente in altri ben più colti termini e più approfondite articolazioni dei concetti, mi è sembrato intraleggere quanto da me ipotizzato molto modestante e sinteticamente nel mio post precedente nell'evidenziare l'impatto rivoluzionario, od "eversivo" che il Gould strumentista ed interprte ebbe sugli establishment musicali "vigenti". In seguito, come già riferito, si trattò di dover constatare come anche il "metodo", o l'anti-metodo, anti"mito" gouldiano iniziasse ad incanalrsi in un solco "conformista", per "moto contrario", a se stesso... Passato il momento delle "letterature", delle "filosofie", delle anti-ideologie, sociologie, fenomenologie, del testuale, delle biografie, delle gossipperie, delle "agiografie" santificatrici, del "divismo" (che si opponeva ai divismi dominati e correnti per farsi a sua volta, quello gouldiano, forma di divismo opposto ma speculare agli altri) ecc, ...guardando alla musica nella sua pura forma estetica in grado di esprimere i proprio contenuti formali e poetici in modo assolutamente autonomo e senza bisogno di "spiegazioni" extramusicali, tornando alla più autentica fonte autoriale, partituriale, "ricondiserando" il ruolo dell"interprete" che viene sempre dopo la realtà autoriale, musica liberata da ogni altra sovrastruttura speculativa intellettuale buona per analizzare gli aspetti tecnico-formali, meno adatta tuttavia a sondare le sfere della "poesia", della "verità" estetica, mi sono reso conto, tornando a bomba, al cuore profondo, intimo, inalienabile, non sovratrutturabile della questione, tornando alla musica per quel che era, per come avrebbe "suonato", che la musicalità, quindi l'essenza musicale di G.G. era quella cosa lì.., sulla quale mi sono già soffermato nell'altro post: essenzialmente, o principalmente, oppure "eccessivamente", un "esercizio mentale" di una mente affascinante ma chiusa in se stessa, chiusa come iniziava ad apparirmi la musica dalla stessa mente partorita.
Grancolauro Inviato 24 Novembre 2021 Inviato 24 Novembre 2021 3 ore fa, analogico_09 ha scritto: Benchè in teressante in effetti non mi è sembrata di immedita comprensione la dotta disanima finale che si riaggancia evidentemente ai molteplici contenuti dell'intero libro, senza conoscere i quali diventa meno agevole seguire la parte conclusiva dell'autore. Hai perfettamente ragione Peppe: il frammento del libro di Gatto accessibile online è piuttosto involuto e comunque poco conprensibile. Diciamo che non si capisce un'acca 🙂. Peccato, perché il resto del libro è molto meglio. Per questo l'ho segnalato, ovviamente per chi è interessato a speculazioni di questo tipo, che per altri possono risultare, legittimamente, del tutto prive di interesse 3 ore fa, analogico_09 ha scritto: In seguito, come già riferito, si trattò di dover constatare come anche il "metodo", o l'anti-metodo, anti"mito" gouldiano iniziasse ad incanalrsi in un solco "conformista", per "moto contrario", a se stesso... Penso tu abbia ragione. Nel tentativo di sfuggire al proprio mito, paradossalmente, Gould lo ha reso possibile. Per quanto mi riguarda, ad ogni modo, trovo davvero poco interessante il "personaggio Gould", la sua biografia, le cose strane che faceva. Al limite curioso e divertente, ma nulla di più. Penso anzi che il "personaggio Gould" abbia finito col mettere in ombra gli aspetti più interessanti dell'arte di questo pianista, del suo modo di concepire, praticare e vivere la musica. E' questo è davvero un peccato 3 ore fa, analogico_09 ha scritto: la musicalità, quindi l'essenza musicale di G.G. era quella cosa lì.., sulla quale mi sono già soffermato nell'altro post: essenzialmente, o principalmente, oppure "eccessivamente", un "esercizio mentale" di una mente affascinante ma chiusa in se stessa Su questo non sono d'accordo, anche se trovo molto interessanti le tue osservazioni sull'effetto "allarmante", "nevrotizzante" che può produrre ascoltare Gould. Il discorso sarebbe lungo e non voglio tediare nessuno. La metterei così, in estrema sintesi: a mio modo di vedere, quella di Gould è stata una strenua ricerca dell'essenza della musica, un'essenza che lui individuava nell'aspetto architettonico dell'opera musicale, il quale "parla da solo", per così dire, a prescindere da qualsaisi altra considerazione (le intenzioni del compositore, il punto di vista dell'interprete, il contesto culturale e sociale in cui l'opera è nata, quello in cui l'opera viene eseguita, e via dicendo). Sebbene possa sembrare esattamente il contrario, il tentativo estremo di Gould è stato quello di annullarsi come interprete, cosi come quello di estromettere il pubblico e lo stesso compositore dal controllo dell'opera musicale. Il compositore e l'interprete sono "eseguiti" dalla musica, che si impone nella sua necessità architettonica, e non viceversa, come siamo soliti pensare. Detta così sembra una stupidaggine, e si può legittimamente non essere d'accordo (io per primo non lo sono). Tuttavia è proprio questo estremo, titanico, tentativo di Gould di far parlare da sola la musica in un'epoca dove la musica è diventa merce, oppure viene intesa come mezzo per esprimere valori sociali e politici, o la sensibilità poetica dell'artista (sia esso il compositore o l'interprete) ad essere di grande interesse, credo.
Grancolauro Inviato 24 Novembre 2021 Inviato 24 Novembre 2021 Per cogliere in che senso Gould cerca di far parlare la musica "da sola", a prescindere da qualsiasi elemento contestuale che rischia di inquinarla o di renderla uno strumento per fare altro, mi sebra utile guardare questo video. Gould era anche co-regista dei suoi video: il modo in cui venivano girati e l'aspetto scenico sono parte integrante di ciò che Gould voleva dire. Se si guarda il video, si nota che Gould e il suo pianoforte sono collocati in un non-luogo, uno spazio bianco privo di dimensioni, del tutto decontestualizzato, nel quale accade l'evento musicale e la musica può svelare la sua essenza.
analogico_09 Inviato 25 Novembre 2021 Inviato 25 Novembre 2021 11 ore fa, Grancolauro ha scritto: Su questo non sono d'accordo, anche se trovo molto interessanti le tue osservazioni sull'effetto "allarmante", "nevrotizzante" che può produrre ascoltare Gould. Il discorso sarebbe lungo e non voglio tediare nessuno. La metterei così, in estrema sintesi: a mio modo di vedere, quella di Gould è stata una strenua ricerca dell'essenza della musica, un'essenza che lui individuava nell'aspetto architettonico dell'opera musicale, il quale "parla da solo", per così dire, a prescindere da qualsaisi altra considerazione (le intenzioni del compositore, il punto di vista dell'interprete, il contesto culturale e sociale in cui l'opera è nata, quello in cui l'opera viene eseguita, e via dicendo). Sebbene possa sembrare esattamente il contrario, il tentativo estremo di Gould è stato quello di annullarsi come interprete, cosi come quello di estromettere il pubblico e lo stesso compositore dal controllo dell'opera musicale. Il compositore e l'interprete sono "eseguiti" dalla musica, che si impone nella sua necessità architettonica, e non viceversa, come siamo soliti pensare. Detta così sembra una stupidaggine, e si può legittimamente non essere d'accordo (io per primo non lo sono). Tuttavia è proprio questo estremo, titanico, tentativo di Gould di far parlare da sola la musica in un'epoca dove la musica è diventa merce, oppure viene intesa come mezzo per esprimere valori sociali e politici, o la sensibilità poetica dell'artista (sia esso il compositore o l'interprete) ad essere di grande interesse, credo. Non mi sembra affatto una stupidaggine ciò che dici aprendo su questioni molto interessanti e controverse sulle quali potremmo a lungo e piacevolmente soffermarci, tra cui i ruoli dell'interprete rispetto alla "fedeltà" al testo, all'autore, alle "responsabilità" che lo stesso ha nei confronti del pubblico. Questioni sulle quli, ricorderai, ci siamo soffermato varie volte, sappiamo come la pensiamo più o meno, l'idea di un interprete quale punto centrale che si colloca tra autore e pubblico non la condivido in assoluto ma ha un suo fondamento che potremmo magari approfondire.., non ora si è fatto tardi... 😉 Io non "rifiuto" totalmente Gould il pianista; apprezzo la spontaneità dell'uomo e dell'artista, neppure nelle sue più evidenti "stravaganze" mi pare vedere e sentire la "posa", l'artefazione. Come dicevo ne ricavo un'impressione di una persona "candida" nel senso nobile, alto del termine, certo del fatto che il suo amore per la musica fosse senza compromessi e a fini merficicatori, che in fondo il suo "egocentrismo" forse un po' anche atodistruttivo. Quel cercare di "incarnare" la musica anche nel propio "corpo", dalla quale forse si lasciava "divorare" nel tentativo di "proteggerla" nel suo stesso "ventre" nel quale si agitava la conflittuale mistura di "ego" , "io" ed "es". Questo forse potrebbe essere ricollegato a quanto dici del Gould che si annullerebbe come interprete per far emergere l'essenza architettonica della musica, la quale contiene tuttavia un'anima che pur nella sua apparente "invisibilità" esiste ed agisce... Ho detto i motivi della mia non totale e costante adesione alla sua interpretazione, ma non ho mai chiuso definitivamente la porta: il personaggio mi i ispira sempre simpatita e un sottile fondo di cun-passione, perchè era un puro e ben più "idealista" di quel che se ne potrebbe pensare e dire. Gli eccessi sovrastrutturali che hanno avvolto e forse imprigionato la sua personalità sono stati enfatizzati e posti in primo piano dai "media", dalla critica, dalle letterature in cerca del sensazionale - non tutte quelle che parlano di G.G. ovviamente sono tali - per creare la mitologia della quale poter parlare.... Gould viveva la sua musica, le sue "nevrosi" esistenzialì che si riflettevano nella sua arte, cosa del tutto normale e molto ricorrente nei creatori d'arte, dove la sua, anche quando mi piace meno, o per niente, non mi lascia indifferente. Sarò contradittorio in questo ma è così... questo mi succede. Ho riascoltato prima le Goldberg di Bach ed è stato tutto un altro e bassi.., più bassi che alti.., sai che con Bach ho i sensori degli "allarmi" tarati in modo molto sensibile.., forse troppo.., chissà.., ma è sempre con autentico e convinto piacere che riascolto ad esempio le sue trascrizioni al piano del "Siegfried Idyll" wagneriano (da te mi pare già citato insieme alle interpretazioni di altri autori.., non solo per Bach dunque Gould andrebbe ricordato..), è come se l'interpretazione non fosse più una "sfida", una lotta "nevrotica" con la musica e con se stesso, e si abbandonasse alla sua amata in un sensuale, trasognato e trasfigurante, gioioso amplesso... Ma.., guai se così non fosse, nell'arte c'è sempre un "doppio" salutare, antitodo contro le stagnazioni, che il fruitore a sua volta percepisce nel suo piccolo. 😉 1
Memé Inviato 26 Novembre 2021 Autore Inviato 26 Novembre 2021 Il 20/11/2021 at 12:16, cactus_atomo ha scritto: ci fosse una verità artistica assoluta avremmo una sola terza di lvb, invece ce ne saranno almeno 20 differenti e meritevoli d ascolto ciao Peppe @analogico_09, era questa nello specifico la frase che mi trovava d’accordo. Al di là del contesto al quale fa riferimento ho pensato che generalizzandola trovasse applicazione nell’ambizione sicuramente utopica di vivere in una civiltá senza estremismi e visioni assolute, dove sappiano coesistere e convivere civilmente più prospettive anche diametralmente opposte, con soluzioni che riescano a soddisfare le libertà di tutti. Non c’é bisogno di descrivere i conflitti socio- sanitari attualmente in atto ai quali sottintendevo e dei quali, quella mattina, (come le altre d’altronde e purtroppo) avevo appena fatto indigestione. @Grancolauro grazie per il suggerimento letterario. Io gradisco sempre! Annoto !!! ho apprezzato anche la VOSTRA disamina del libro in questione (tanto da leggere, di ogni post, perdonate se mi limito al gradimento e non intervengo ulteriormente, visto che non ho cognizione di causa) e in effetti l’astrazione ricercata nel video che alleghi poi, credo che possa spiegare bene quell’approccio metafisico alla musica che Gould aveva e che sto cercando di conoscere e studiare. Non posso ancora mettere Melius. 👍🏻👏🏻 buon week end Memè
Grancolauro Inviato 26 Novembre 2021 Inviato 26 Novembre 2021 Il 25/11/2021 at 01:12, analogico_09 ha scritto: è sempre con autentico e convinto piacere che riascolto ad esempio le sue trascrizioni al piano del "Siegfried Idyll" wagneriano Quella trascrizione è magnifica, hai ragione. Ho come l’impressione che fosse cambiato qualcosa nel modo di suonare di Gould nei suoi ultimi anni di vita. Forse qualche trasformazione stava avvenendo in lui, ma purtroppo non ha avuto il tempo di trasformarla in musica. Il fatto stesso che le due sue ultime incisioni siano dedicate a Brahms colpisce. Un Brahms molto sentito, sofferto quasi, lontanissimo dagli eccessi che provocarono lo “scandalo” con Bernstein nel ‘62 per il primo concerto. Basta ascoltare per capire
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