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Melius Club

La questione ucraina


newton

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Inviato

Con il corridoio umanitario per i feriti della Azovstal e i toni tutto sommato pacati riguardo l'adesione di Svezia e Finlandia alla Nato (un mese fa il suo vice minacciava l'olocausto nucleare) percepisco un Putin meno arrogante.

Si vede che la cura dà i suoi frutti. 

Inviato
28 minuti fa, gianventu ha scritto:

guerrafondaio" a chi semplicemente sostiene che l'Ucraina vada aiutata con l'invio di armi

Gian, ma davvero pensi che qualcuno abbia l'anello al naso?

"Guerrafondaio" è chi non glie ne frega un tubo dell'Ucraina e spinge per la guerra al solo scopo di lucrare. Ormai il gioco è scoperto, dai. Il problema sarebbe D'Alema? 😁

Gaetanoalberto
Inviato

 

Gas, dipendenza dalla Russia: i veri errori dell’Italia

di Milena Gabanelli e Simona Ravizza

   

Dal 24 febbraio 2022 con l’invasione della Russia in Ucraina, rimbalza l’accusa: «L’Italia è troppo dipendente dal gas di Putin, negli ultimi 50 anni le forniture non sono state abbastanza diversificate». Vediamo.

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I sette contratti con Mosca

Siamo alla fine degli anni ’60. Il mercato chiede gas e in Russia ce n’è tanto e a buon mercato. L’accordo, il primo del genere al mondo, è del 10 dicembre 1969 firmato a Roma dal presidente dell’Eni Eugenio Cefis e dal viceministro del commercio estero dell’Urss Nikolay Osipov (qui il documento). Durata 20 anni, fornitura di gas naturale per 6 miliardi di metri cubi l’anno. I vantaggi sono due: è a buon mercato e in più l’Eni fornisce mezzi e tecnologia. Il primo gasdotto è operativo da maggio 1974: un’infrastruttura lunga 4.450 km che parte dalla Siberia, passa per l’Ucraina, la Slovacchia, l’Austria e approda all’impianto di Tarvisio. Da allora in poi i contratti sono altri sei con un aumento costante di volumi; l’ultimo è stato firmato nel 2006 con durata fino al 2035. La clausola prevede una quantità minima e una massima che l’Italia si impegna ogni anno a ritirare. La fornitura nel 2021 è stata di oltre 28 miliardi di metri cubi

Il gasdotto dal Mare del Nord

Negli stessi anni si tratta con l’Olanda, e successivamente con la Norvegia, per importare gas dai giacimenti del Mare del Nord. Il primo gasdotto che attraversa la Germania e la Svizzera arriva a Passo Gries, dove si trova il punto di interconnessione con la rete nazionale (qui e qui i documenti), entra in esercizio nel 1974. Per far fronte alla crescente domanda italiana il gasdotto viene ampliato nel ’94 e raddoppiato nel 1997. Nell’ultimo decennio però dal grande giacimento di Groningen, per ragioni sismiche, si pompa sempre meno, e oggi in Italia da quei tubi arriva solo il gas norvegese.

Da Algeria e Libia

Ad agosto del 1983 inizia l’importazione dall’Algeria attraverso il Transmed che approda in Sicilia, a Mazara del Vallo (qui il documento). Una seconda linea viene aperta nel 1997, raddoppiando la capacità di trasporto: 24 miliardi di metri cubi l’anno (qui il documento). A ottobre 2004 Silvio Berlusconi e Mu’ammar Gheddafi inaugurano il GreenStream, la linea sottomarina che collega la Libia all’Italia con sbocco a Gela (qui il documento).

Tredici anni per il Tap

A dicembre 2007 Italia e Azerbaijan firmano un memorandum di intesa per possibili forniture future di gas (qui il documento). Il 28 giugno 2013 il consorzio azero Shah Deniz annuncia che il Tap è il progetto prescelto per trasportare il suo gas in Ue attraverso la Puglia. Il metanodotto (sul quale partiti e comitati si sono scannati per anni) vede la luce il 31 dicembre 2020, quando il primo gas dal Mar Caspio arriva a

Melendugno.
Tirando le fila: in 50 anni ci siamo portati in casa 5 fornitori diversi. Certo dalla Russia abbiamo importato via via sempre di più perché di gas ce n’è di più, e perché rispetto ai Paesi africani era più stabile e affidabile. Dove invece non siamo stati lungimiranti?

Niente gas liquefatto

L’Eni estrae gas in Nigeria, dove dal 2000 viene liquefatto e portato con le navi metaniere negli Stati Uniti, in Asia e in Spagna. Il colosso italiano ha giacimenti e impianti di liquefazione anche in Egitto, ma dal 2005 il gas lo porta in Spagna. In Italia non arriva nulla perché non si sa dove metterlo. Fino al 2009 c’è un solo rigassificatore (Panigaglia in provincia di La Spezia), quando a Porto Viro, al largo del delta del Po, apre il secondo. Il terzo, sul mare di Livorno, entra in funzione a ottobre 2013. L’utilizzo della loro capacità è sempre stato sotto il 60%. Nel 2021 sonò stati importati 9,7 miliardi di m3 principalmente da Qatar, Algeria e Usa. A partire dal 2005 sono stati presentati da società italiane ed estere una dozzina di progetti: tutti bloccati. Quelli di Porto Empedocle (qui il documento) e Gioia Tauro (qui il documento) sono in ballo rispettivamente da 18 anni e 17 anni.

Produzione nazionale bloccata

Dalla metà degli anni ’90 abbiamo iniziato a bloccare l’attività di estrazione e ricerca in Adriatico, e la produzione nazionale è passata dai 20,6 miliardi di metri cubi nel 1994 ai 4,4 del 2020 (mentre i consumi sono saliti di quasi il 30%).

Del resto fino a pochi mesi fa il ragionamento diffuso era questo: perché impattare sull’ambiente quando il gas lo importiamo da Nord e da Sud? Tra l’altro in quegli anni si iniziava ad investire sulle rinnovabili per produrre elettricità, e l’Italia era partita bene. E qui si pone il terzo problema.

Le rinnovabili non decollano

Circa il 30% del gas importato viene utilizzato per produrre elettricità (25,9 miliardi di metri cubi nel 2021, dato Arera). L’idroelettrico in Italia è molto sviluppato, ma lo sfruttamento di corsi d’acqua con turbine e alternatori negli ultimi decenni viene trascurato, e si passa dai 50 mila GWh del 2000 ai 49 mila del 2020. Il fotovoltaico, dopo un impulso iniziale, da 10 anni non cresce più in modo significativo. L’eolico è praticamente fermo da 5 anni. Troppa burocrazia e ostacoli da parte degli enti locali. Cresce poco anche il geotermico, in grado di sfruttare l’energia che viene dal sottosuolo, e l’utilizzo del biogas.

Import: da un regime all’altro

Quindi adesso le forniture russe verranno sostituite aumentando l’import dagli altri fornitori storici. Ma sarà possibile a partire dal 2023 perché ogni Paese deve rispettare i contratti in essere con altri Stati. L’Algeria è pronta ad assicurare fino a 9 miliardi di metri cubi annui in più (visita di Draghi 11 aprile). Va ricordato che è un Paese autoritario e sempre sull’orlo di tensioni sociali con elevato tasso di disoccupazione, repressione delle proteste, restrizioni legali alla libertà dei media e corruzione dilagante (qui il documento): il Democracy Index 2021 lo mette al 113° posto (la Russia è al 124°). È tra i 35 Paesi che si sono astenuti al voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite contro l’invasione della Russia inUcraina. Dall’Azerbaijan entro fine anno arriveranno 2,5 miliardi di metri cubi addizionali via Tap. Uno Stato comandato dalla famiglia Aliyev da 30 anni, con il potere che si tramanda di padre in figlio fra contestazioni e moti di protesta (qui il documento).

Gli accordi africani

Per quel che riguarda i rifornimenti di gas liquefatto via navi metaniere abbiamo trattato con il Congo e l’Angola (visitati il 20-21 aprile) che possono aumentare i rifornimenti di 6 miliardi di metri cubi. In Congo, da 25 anni al potere c’è il militare Denis Sassou Nguesso: il suo governo usa regolarmente le forze armate e di polizia per intimidire i cittadini (qui il documento), mentre la sua famiglia fa shopping di lusso con i proventi del petrolio. In Angola, dove si è trascinata fino al 2002 un’incessante guerra civile tra il movimento filosovietico al potere e quello filooccidentale, ancora si lotta per l’indipendenza nella Regione del Cabinda (qui il documento). Dal Qatar, che non ha mai chiarito i rapporti con il terrorismo islamico, prenderemo 5 miliardi di gnl in più (5-6 marzo). Dall’Egitto già dal 2022 arriveranno verso Ue e Italia 3 miliardi di metri cubi. L’Egitto è il Paese dove è stato torturato e ucciso il ricercatore Giulio Regeni, ma le autorità non hanno mai collaborato per trovare i colpevoli. Rimane irrisolto il problema dei rigassificatori: li riempiremo invece di sfruttarli a metà, ma per costruirne di nuovi ci vuole tempo.

Che sia la volta buona?

Possiamo sperare invece che Enti locali e sovrintendenze la smettano di mettersi di traverso su parchi eolici e fotovoltaici anche quando i progetti hanno tutte le carte in regola? È il caso di ricordare la crisi petrolifera del 1973 scatenata dalla guerra del Kippur che coinvolse Israele, Egitto e Siria. I Paesi arabi produttori di petrolio fecero esplodere i prezzi e applicarono l’embargo nei confronti dei Paesi filoisraeliani, portando in Europa il crollo dell’economia e austerità fino alla fine degli anni ’70. Ma da quella crisi si cominciò a parlare di «ecologia» e «risparmio energetico», simboli di un cambiamento di mentalità sociale e della vita di tutti i giorni. La guerra di oggi ci costringerà ad accelerare questo processo.

 

Inviato dal mio Galaxy

 

Inviato
1 ora fa, appecundria ha scritto:

Sfruttate la guerra per guadagnare posizioni elettorali e una volta al potere si rivolta di nuovo sempre la stessa gabbana.

Scusa Bruno, ma che posizioni elettorali guadagnerei visto che non mi sogno neppure di votare FdI, non parliamo poi del cdx? 

Inviato
3 minuti fa, appecundria ha scritto:

Guerrafondaio" è chi non glie ne frega un tubo dell'Ucraina e spinge per la guerra al solo scopo di lucrare. Ormai il gioco è scoperto

Non lo vedono 

Sono accecati dal giletti di turno 

Inviato
Adesso, maurodg65 ha scritto:

Scusa Bruno, ma che posizioni elettorali guadagnerei

Infatti, per questo ho precisato "uno che non ti conoscesse".

Inviato
4 minuti fa, appecundria ha scritto:

Infatti, per questo ho precisato "uno che non ti conoscesse".

Ok, mi ero “perso” le ultime due righe del post.

  • Thanks 1
Inviato
11 minuti fa, appecundria ha scritto:

"Guerrafondaio" è chi non glie ne frega un tubo dell'Ucraina e spinge per la guerra al solo scopo di lucrare.

 

6 minuti fa, Cano ha scritto:

Non lo vedono 

Sono accecati dal giletti di turno 

Chi? @maurodg65😂😂😂

Maurì, se hai trovato il modo di lucrare, ricordati degli amici! So' pure Juventino come te!😂😂😂

  • Haha 1
Gaetanoalberto
Inviato

Cari forumers, 

visto che a Renzi, il nemico buono per tutte le occasioni, è stato attribuito l'ennesimo crimine relativo al gas russo, che penso proprio non gli sia affatto addebitabile, ho pensato di postarvi un po' di storia del medesimo. 

Gabanelli ed un articolo del Fatto quotidiano del 2010, prima che si trasformasse nella voce della pancia grillina, possono essere utili. 

Leggo nel TD lo spaccato del Paese, ma anche dell'opinione pubblica. 

Divisa, occupata nel disconoscimento delle opinioni diverse, piena di informazioni parziali, spesso inesatte, con una visione ed un'interpretazione viziata dal pregiudizio o, purtroppo, da mezzi di informazione sempre più intenzionalmente falsi e parziali, in cui lavorano servi di padroni molto attenti a far scomparire il giornalismo vero, a beneficio della propaganda. 

Naturalmente anche io ho una visione di parte: questo tipo di politica comincia a mettere radici grazie a tangentopoli. 

Il crollo del pentapartito determina la comparsa di nuovi attori. In Berlusconi e Forza Italia cominciano ad emergere le radici embrionali della comunicazione "populista". La Lega Nord amplifica esponenzialmente i discorsi rivolti alla pancia. FdI dei primi anni è solo una pallida nascita di un fenomeno che si allargherá a tutta l'Europa, e che in Italia trova la massima espressione nel leghismo e nel grillismo dei primi anni. 

La politica è la comunicazione basata sulla diffusione del sospetto, sull'attavvo frontale e la delegittimazione delle persone, dimenticando il contenuto concreto delle azioni, che diventa secondario rispetto all'identificazione del nemico. 

Un paese ingovernabile, in cui i cittadini, pensando di difendere la democrazia, amplificano i difetti del sistema, e confondono il governo della maggioranza con il più bieco individualismo, in un clima di giacobinismo che non guarda in faccia nessuno, pur di difendere interessi, conservare privilegi, che con la scusa della casta vengono mantenuti per la casta, ma anche per la pletora di cittadini assistiti che viene allargata. 

In questo quadro si collocano le voci della Le Pen, di Orban, e anche di questo TD. 

Il gioco a dividere, ad insinuare il sospetto, rende credibile perfino che la colpa dell'aggressione sia dell'aggredito, come quando si dà della pittanella alla donna che subisce la violenza, descrivendo e il vestiario è parlando del rossetto. 

È questo senza alcuna vergogna. 

Tanto che (la calunnia è un venticello) si ribalta la realtà per fini strettamente egoistici, spacciati per analisi profonda del dubbio sistematico. 

A ma spiace vedere questo spaccato di realtà e di divisione dell'umanità, presumibilmente alimentato da Est, che non ci porterà bene. 

Inviato
7 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

visto che a Renzi, il nemico buono per tutte le occasioni, è stato attribuito l'ennesimo crimine relativo al gas russo, che penso proprio non gli sia affatto addebitabile

infatti non è solo colpa sua, è stato durante tutto il periodo del trio lescano letta-renzi-gentiloni che gli acquisti di

gas dalla russia hanno avuto i maggiori incrementi.

e adesso una domanda sorge spontanea : ma di che partito saranno mai quei tre li ?

non so, chiedo per un amico.

Inviato

Vabbe' sicuramente c'e' anche lo zampino del Cavaliere e di Monti che ha avallato.

 

 

Immagine 2022-05-16 213020.jpg

comunque parlare male di renzie e' come sparare sulla Croce Rossa. Non si' fa.

Gaetanoalberto
Inviato

@audio2 Leggi gli articoli, poi ricominciamo. Sono lunghi, abbi pazienza... Leggili

Gaetanoalberto
Inviato

@criMan Non devi guardare alle quantità di approvvigionamento, ma ai contratti da cui sono dipese, l'ultimo di 35 anni stipulato nel 2006 dal buon Silvio 

Inviato

Comunque, a leggere questa discussione, alle prossime elezioni il PD prenderà il 98%. 

  • Haha 1
Inviato

La Svezia aderisce alla Nato ma non vuole basi sul suo territorio e tantomeno atomiche...

...a Stoccolma nessuno è fesso. 

Ospite
Questa discussione è chiusa.

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