Roberto M Inviato 3 Giugno 2022 Inviato 3 Giugno 2022 Intanto tutte le atrocità della Russia stanno passando in cavalleria. Stiamo assistendo al tentativo di un genocidio e corriamo il rischi che venga portato a termini se l’ucraina non verrà supportata militarmente. Stanno bombardando scientificamente ospedali, scuole, depositi di cibo, centri commerciali, depositi di carburante. Gia’ 12 milioni di persone, il 32% della popolazione e’ sfollato, ha perso la casa e non può tornarci perché i russi le hanno minate, hanno disseminato trappole esplosive nelle abitazioni civili. Migliaia di persone sono state deportate in Russia e non si sa nulla di loro, centinaia di migliaia di bambini sono stati letteralmente rubati e la Russia ha dicharato il loro stato di adottabilita’. 2
Roberto M Inviato 3 Giugno 2022 Inviato 3 Giugno 2022 58 minuti fa, 31canzoni ha scritto: e la Polonia ha comportamento da crimini contro l'umanità circa l'accoglienza di profughi non bianchi. Quindi la discriminante secondo te sarebbe data dal colore della pelle e non dal fatto, oggettivo, che gli uni scappano da una guerra vera e sono al 90% donne e bambini mentre gli altri sono principalmente migranti economici in cerca di fortuna e sono al 90% uomini adulti giovani. Normalmente quando c’è una guerra gli uomini rimangono a combatterla per difendere la loro libertà e cercano di mettere in salvo le proprie famiglie, non e’ il contrario.
maurodg65 Inviato 3 Giugno 2022 Inviato 3 Giugno 2022 Putin si sta impegnando per emulare il suo predecessore… …e sta facendo un eccellente lavoro.
appecundria Inviato 3 Giugno 2022 Inviato 3 Giugno 2022 10 minuti fa, Roberto M ha scritto: migranti economici = La loro vita non vale niente.
Gaetanoalberto Inviato 3 Giugno 2022 Inviato 3 Giugno 2022 1 ora fa, Roberto M ha scritto: mentre gli altri sono principalmente migranti economici i Qui si aprirebbe un altro thread. La Polonia sare.e molto favorevole ad un diverso intervento in Ucraina, e lo capisco. Brutalmente si potrebbe parlare di un do ut des: i problemi sono comuni e si dovrebbero affrontare assieme. Stiamo accogliendo gli ucraini, come abbiamo accolto gli albanesi. Il filo del distinguo sulle cause non mi trova d'accordo. Il malessere deriva spesso dalla sudditanza economica e dalla insicurezza che anche le nostre politiche determinano. È bello produrre conto terzi per la Germania. Magari per farlo sarebbe opportuno farsi carico di una parte dei problemi del sud economico del mondo
audio2 Inviato 3 Giugno 2022 Inviato 3 Giugno 2022 quali problemi comuni e risposte congiunte ci sono almeno tre o quattro ue e quattro o cinque nato diverse
Gaetanoalberto Inviato 3 Giugno 2022 Inviato 3 Giugno 2022 11 minuti fa, audio2 ha scritto: ci sono almeno tre o quattro ue e quattro o cinque nato diverse Ecco. Trovato il problema... Però il cavallo di questa UE che ci taglia le reni qualcuno credo lo cavalchi spesso. Pensa se tornassimo ai 40 stati e moltiplica...
Jack Inviato 4 Giugno 2022 Inviato 4 Giugno 2022 pereppppe peppe peeeee siori e siore dopo la bellezza di 877 pagg di repppliche in ogni teatttro d’europpa il musical don’t cry ucraina è passatto nella locandina di seconda lista…
Gaetanoalberto Inviato 5 Giugno 2022 Inviato 5 Giugno 2022 @Jack E dillo che un po' di nostalgia c'è...!
Questo è un messaggio popolare. iBan69 Inviato 5 Giugno 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 5 Giugno 2022 https://www.corriere.it/politica/22_giugno_05/rete-putin-italia-chi-sono-influencer-opinionisti-che-fanno-propaganda-mosca-fce2f91c-e437-11ec-8fa9-ec9f23b310cf.shtml La propaganda pro Putin, non è libera espressione, è solo falsa informazione. 3
maurodg65 Inviato 5 Giugno 2022 Inviato 5 Giugno 2022 Il gruppo Wagner, cuore di tenebra del Cremlino L’onore perduto della Russia. Avrebbe potuto intitolarsi così il libro di memorie che Marat Gabidullin ha dedicato alla sua esperienza in seno al gruppo di mercenari che opera da poco meno di un decennio al servizio del Cremlino. Questo perché l’autore di Io, comandante di Wagner (Libreria pienogiorno, pp. 284, euro 18,90), rivendica fino in fondo la scelta del «mestiere delle armi» che lo ha portato dopo un’iniziale carriera tra i paracadutisti e l’aviazione russa, e alcuni anni in cui ha conosciuto la depressione, l’alcol, la malavita e il carcere, ad integrare i ranghi dell’«esercito segreto» di Putin. Nato nel 1966 e cresciuto nel mito della forza e della potenza della Russia sovietica, Gabidullin è perciò un testimone significativo e attendibile per inquadrare al meglio il ruolo svolto da questa compagnia mercenaria in relazione con il potere moscovita. Le sue affermazioni, le sue parole come i suoi silenzi, hanno il peso di una denuncia non solo scomoda, ma in qualche modo inappellabile: vengono dall’interno di quell’apparato militare ufficialmente invisibile che è parte della strategia bellica e politica che ha accompagnato l’ascesa e il consolidamento del regime putiniano. LA STORIA di «soldato dell’ombra» che racconta Marat Gabidullin inizia nell’estate del 2015 in Donbass e prosegue con le tre «campagne» cui ha preso parte in Siria. Malgrado potesse contare su una preparazione militare significativa, l’uomo inizia la sua esperienza come «soldato semplice» per finire poi a guidare un reparto in qualità di «comandante», malgrado l’assenza di gradi e di una gerarchia formale nella struttura. Lascia la Wagner nel 2019 a causa delle brutalità che ha visto commettere dai propri compagni – l’ultimo caso un civile siriano torturato, decapitato e il cui corpo è stato dato alle fiamme -, ma anche perché si dice «nauseato» dalla doppiezza della autorità russe che utilizzano i mercenari come «carne da cannone» cui far svolgere ogni genere di «lavoro sporco» e i cui caduti non sono registrati dalle autorità e non sono pianti da nessuno almeno pubblicamente, negandone però l’esistenza. Con il risultato che migliaia di vittime morte per gli interessi russi dall’Ucraina al Mali, passando per la Siria, la Libia e la Repubblica Centrafricana – tutte zone in cui hanno operato o operano ancora – restano sconosciute all’opinione pubblica come al bilancio del ministero della Difesa di Mosca. Pagati cash, con stipendi anche cinque/sei volte più consistenti di quelli medi nel Paese, i combattenti del gruppo Wagner avrebbero raggiunto fino alle 10mila unità e si attesterebbero ora intorno alle 5/6mila. IN SIRIA, dove è rimasto anche ferito in modo molto grave, scontrandosi con l’Isis Gabidullin ritiene di aver combattuto contro dei tagliagole pericolosi, malgrado i mercenari russi sostenessero prima di tutto il regime e l’esercito di Assad. Diverso il suo sguardo sul conflitto nel Donbass, dove il gruppo Wagner ha mosso i suoi primi passi già nel 2014 appoggiando i «separatisti» di Donetsk e Lugansk. Nell’estate del 2015, lasciando quella zona dopo un periodo di «ricognizione» a favore degli insorti, l’ex mercenario sottolinea come sia attraversato da «un sentimento misto di frustrazione e delusione». «Mi ero reso conto in fretta, scrive Gabidullin, di quanto fosse falsa e illusoria la presunta nobile causa che sosteneva di difendere gli interessi della Russia di fronte alle ingerenze di una potenza straniera ostile». Un combattente del gruppo Wagner (wargonzo) Durissimo anche il suo giudizio sui combattenti locali che i mercenari non hanno solo il compito di appoggiare, ma anche di «contenere» o addirittura eliminare quando sono all’origine di traffici criminali – come il furto delle auto presenti nelle concessionarie delle zone occupate. Secondo lui infatti, «la “Repubblica Popolare di Lugansk” era di fatto una piccola comunità di persone prese in ostaggio da una banda di barbari analfabeti che avevano avuto accesso alle armi». Figure che «compivano la volontà di altre persone che, palesemente, non erano mosse da ragioni morali»: con ogni probabilità una parte del potere russo. Perché ciò che emerge dal racconto serrato di ciò che ha visto e vissuto Marat Gabidullin nel corso dei quattro anni che ha passato nel gruppo Wagner, riguarda da un lato il modo in cui «la compagnia» stessa incarni una delle caratteristiche dell’odierno potere russo, dall’altro quale sia il profilo dei suoi membri e il loro modo di operare o il contesto nel quale si muovono. Facente capo a Evgenij Prigožin, un ex criminale legato al leader del Cremlino fin dai tempi di San Pietroburgo e che per la sua attività nel campo della ristorazione è noto come «il cuoco di Putin», il gruppo Wagner porta alle estreme conseguenze l’occupazione del potere e dello Stato operata dal clan presidenziale: di fatto «privatizza» la sfera della difesa, riducendo al massimo i costi e ottimizzando i profitti anche in termini di controllo politico, di fatto si tratta di un esercito privato schierato a proprio piacimento dai vertici del Cremlino. L’altro profilo della vicenda si può far risalire a Dmitrij Utkin, l’ex tenente colonnello del Gru, il servizio di intelligence militare russo che per conto di Prigožin ha costruito e guidato «la compagnia» fin dal 2014. È a lui, grande ammiratore di Adolf Hitler e che mostra con orgoglio tatuaggi delle SS e della kolovrat, la «svastica slava», che si deve il nome stesso del gruppo di mercenari, in omaggio a Richard Wagner. Non a caso, tra i combattenti del gruppo moltissimi sono legati al neonazismo o sono adepti di una sua versione locale, la rodnoveria, o «fede nativa» un movimento neopagano slavo che sembra ispirarsi alla «dottrina ariana» del Terzo Reich, emerso già alla fine degli anni Ottanta e che vanta molti sostenitori nel circuito della destra radicale. DOPO AVER ASSISTITO con crescente disagio ad ogni sorta di abuso commesso dai propri commilitoni, violenze spesso culminate nella tortura e nell’omicidio, Marat Gabidullin ha deciso che malgrado questo lo esponesse all’accusa di essere diventato un «nemico del popolo» russo, era venuto il momento di voltare pagina e denunciare il ruolo e i legami del gruppo Wagner con il potere. Le sue memorie intendono spiegare l’uso che il Cremlino fa di questi mercenari, ma anche riflettere sul modo in cui la storia e la cultura del Paese sono utilizzate per gli interessi del regime. «La nostra cosiddetta identità tanto singolare, spirituale e romantica, scrive Gabidullin, non è altro che un mito, alimentato da coloro che ne traggono profitto». 1
maurodg65 Inviato 5 Giugno 2022 Inviato 5 Giugno 2022 7 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: Azz, stavate appostati... 😄😉
Panurge Inviato 5 Giugno 2022 Inviato 5 Giugno 2022 "spacchiamo le armi americane come noci", "spezzeremo le reni alla Grecia", solo io sento una certa vibrazione consonante? 2
ferdydurke Inviato 5 Giugno 2022 Inviato 5 Giugno 2022 19 minuti fa, maurodg65 ha scritto: Il gruppo Wagner, cuore di tenebra del Cremlino Un po' come la Blackwater americana, non trovi? The Iraqi Government revoked Blackwater's license to operate in Iraq on September 17, 2007, after a massacre in Nisour Square, Baghdad in which Blackwater contractors were later convicted of killing 17 Iraqi civilians.[110][111] The deaths occurred while a Blackwater Private Security Detail (PSD) was escorting a convoy of U.S. State Department vehicles en route to a meeting in western Baghdad with United States Agency for International Development officials. The license was reinstated by the American government in April 2008, but in early 2009 the Iraqis announced that they had refused to extend that license.[112] In 2009, FBI investigators were unable to match the bullets from the shooting to those guns carried by Blackwater contractors, leaving open the possibility that insurgents also fired at the victims.[113] In a 2010 interview, Erik Prince, the company's founder, said the government is looking for dirt to support what he dismissed as "baseless" accusations that run the gamut from negligence, racial discrimination, prostitution, wrongful death, murder, and the smuggling of weapons into Iraq in dog-food containers. He pointed out that current and former executives have been regularly deposed by federal agencies.[114] Prince argued in September 2007 that there was a "rush to judgment" about Blackwater, due to "inaccurate information.” Fallujah and Najaf[edit] Main article: March 31, 2004 Fallujah ambush A Blackwater Security Company MD-530F helicopter aids in securing the site of a car bomb explosion in Baghdad, in December 2004, during the Iraq War. On March 31, 2004, Iraqi insurgents in Fallujah ambushed two SUVs, killing the four armed Blackwater contractors inside.[115] Local residents hung the charred bodies above a bridge across the Euphrates.[116] In response, U.S. Marines attacked the city in Operation Vigilant Resolve,[117] which became the first Battle of Fallujah. In the fall of 2007, a congressional report by the House Oversight Committee found that Blackwater intentionally "delayed and impeded" investigations into the contractors' deaths. The report also acknowledges that members of the now-defunct Iraqi Civil Defense Corps "led the team into the ambush, facilitated blocking positions to prevent the team's escape, and then disappeared."[118] Intelligence reports concluded that Ahmad Hashim Abd al-Isawi was the mastermind behind the attack, and he was captured after a Navy SEAL special operation in 2009.[119] al-Isawi was ultimately handed over to Iraqi authorities for trial and executed by hanging some time before November 2013.[120] In April 2004, at the U.S. government's headquarters in Najaf, hundreds of Shiite militia forces barraged Blackwater contractors, four MPs and a Marine gunner with rocket-propelled grenades and AK-47 fire for hours before U.S. Special Forces troops arrived. As supplies and ammunition ran low, a team of Blackwater contractors 70 miles (113 km) away flew to the compound to resupply and bring an injured U.S. Marine back to safety outside of the city.[121] Baghdad[edit] On February 16, 2005, four Blackwater guards escorting a U.S. State Department convoy in Iraq fired 70 rounds into a car. The guards stated that they felt threatened when the driver ignored orders to stop as he approached the convoy. The fate of the car's driver was unknown because the convoy did not stop after the shooting. An investigation by the State Department's Diplomatic Security Service concluded that the shooting was not justified and that the Blackwater employees provided false statements to investigators. The statements claimed that one of the Blackwater vehicles had been hit by insurgent gunfire, but the investigation concluded that one of the Blackwater guards had actually fired into his own vehicle by accident. John Frese, the U.S. embassy in Iraq's top security official, declined to punish Blackwater or the security guards because he believed any disciplinary actions would lower the morale of the Blackwater contractors.[122] On February 6, 2006, a sniper employed by Blackwater Worldwide opened fire from the roof of the Iraqi Justice Ministry, killing three guards working for the state-funded Iraqi Media Network. Many Iraqis at the scene said that the guards had not fired on the Justice Ministry. The U.S. State Department said, however, that their actions "fell within approved rules governing the use of force" based on information obtained from Blackwater guards.[123] In 2006, a car accident occurred in the Baghdad Green Zone when an SUV driven by Blackwater USA contractors crashed into a U.S. Army Humvee. "The colonel ... said the Blackwater guards disarmed the soldiers and forced them to lie on the ground at gunpoint until they could disentangle their vehicles."[124] On December 24, 2006, a security guard of the Iraqi vice president, Adel Abdul Mahdi, was shot and killed while on duty outside the Iraqi prime minister's compound. The Iraqi government has accused Andrew J. Moonen, a Blackwater employee at the time, of killing him while drunk. Moonen was subsequently fired by Blackwater for "violating alcohol and firearm policy", and travelled from Iraq to the United States days after the incident.[125] The DOJ investigated and announced in 2010 that they were declining to prosecute Moonen, citing a likely affirmative defense of self-defense and high standards for initiating such a prosecution. The United States State Department and Blackwater USA had attempted to keep his identity secret for security reasons.[126][127][128] Five Blackwater contractors were killed on January 23, 2007, in Iraq when their Hughes H-6 helicopter was shot down on Baghdad's Haifa Street. The crash site was secured by a personal security detail, callsign "Jester" from 1/26 Infantry, 1st Infantry Division. Three insurgents claimed to be responsible for shooting down the helicopter, although this has not been confirmed by the United States. A U.S. defense official has confirmed that four of the five killed were shot execution style in the back of the head, but did not know whether the four had survived the crash.[129][130] In late May 2007, Blackwater contractors opened fire on the streets of Baghdad twice in two days, one of the incidents provoking a standoff between the security contractors and Iraqi Interior Ministry commandos, according to U.S. and Iraqi officials. The first incident occurred when a Blackwater-protected convoy was ambushed in downtown Baghdad. The following incident occurred when an Iraqi vehicle drove too close to a convoy. However, according to incident testimony, the Blackwater guards tried to wave off the driver, shouted, fired a warning shot into the car's radiator, finally shooting into the car's windshield.[102] On May 30, 2007, Blackwater employees shot an Iraqi civilian said to have been "driving too close" to a State Department convoy that was being escorted by Blackwater contractors.[131] Following the incident, the Iraqi government allowed Blackwater to provide security by operating within the streets of Iraq.[132] Documents obtained from the Iraq War documents leak of 2010 argue that Blackwater employees committed serious abuses in Iraq, including killing civilians.[133] Other incidents[edit] On April 21, 2005, six Blackwater USA independent contractors were killed in Iraq when their Mil Mi-8 Hip helicopter was shot down. Also killed were three Bulgarian crewmembers and two Fijiangunners. Initial reports indicated that the helicopter was shot down by rocket propelled grenades.[134] In 2007, the U.S. government investigated whether Blackwater employees smuggled weapons into Iraq.[135] No charges were filed. On August 21, 2007, Blackwater Manager Daniel Carroll threatened to kill Jean Richter, a U.S. State Department Investigator, in Iraq.[136] In June 2014, a New York Times investigation reported that it had secured an internal State Department memo stating this. Richter later returned from Iraq to the US and wrote a scathing review of the lax standards to which Blackwater was held accountable, only two weeks before a serious Blackwater incident in which 17 Iraqi civilians were shot and killed by Blackwater employees under questionable circumstances. The death threat incident was confirmed by a second investigator, a Mr. Thomas, who was also present at the meeting. The shooting incident that followed has been described by some as a "watershed" moment, and a factor which contributed to Iraq's later decision to refuse to allow US troops to stay beyond 2011.[137] Non mi pare poco...😉 Da Wikipedia
31canzoni Inviato 5 Giugno 2022 Inviato 5 Giugno 2022 13 minuti fa, iBan69 ha scritto: https://www.corriere.it/politica/22_giugno_05/rete-putin-italia-chi-sono-influencer-opinionisti-che-fanno-propaganda-mosca-fce2f91c-e437-11ec-8fa9-ec9f23b310cf.shtml Che giornalaccio è divenuto il Corriere di Cairo. La povera Sarzanini è da mesi che la fanno scavare a cercare le spie, prima la missione russa in occasione della prima ondata di covid, ma non si riesce a convincere nessuno che quella nel bergamasco fosse una missione di spie e anzi siamo al ridicolo "il KGB spia la val Brembana!? Il KGB spia negli ospedali lombardi!". Adesso questo articolo lista di proscrizione surreale che non convince, non c'è nulla di più patetico infatti di influencers sconosciuti da tutti e seguiti da nessuno. Manca anche solo un sano sense of humour. 1
Panurge Inviato 5 Giugno 2022 Inviato 5 Giugno 2022 Direi che il confronto tra tipo di operatività del Wagner Group è quella della Blackwater è improponibile. Non sto parlando di buoni Vs cattivi sia chiaro.
ferdydurke Inviato 5 Giugno 2022 Inviato 5 Giugno 2022 @Panurge la sostanza è quella, la atrocità sono le stesse, certo il battaglione Wagner è molto più numeroso, ma entrambi fanno i lavori sporchi con le stesse modalità. Non ci sono buoni e cattivi.
Messaggi raccomandati