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Melius Club

McIntosh e classe A


GFF1972

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Inviato
23 ore fa, scroodge ha scritto:

Se un diffusore a 4ohm richiede 10watt, un finale in classe A da 50w su 8ohm, glieli dà tutti in classeA.

Se un diffusore a 4ohm gli chiede 100w, glieli dà in AB

Dipende sempre dal progetto. C’è la A Pura e la A Dinamica. Nel primo caso, non ci saranno problemi di erogazione, ma più sará ostico un diffusore (noi magari ne apprezziamo il suono, ma dietro all’ascolto si nasconde spesso un modulo complesso e tormentato a livello elettrico nella gestione - crossover, vero collo di bottiglia passivo di quasi tutti i diffusori) e più l’ampli scalderá come un bruciatore Riello. 😁
Consigliato per chi va nella seconda casa a Cervinia a svernare a gennaio. 🥶

Inviato
1 ora fa, vignotra ha scritto:

con quante valvole per canale? a pentodo o a triodo?

Le 845 sono triodi.

Due per canale.

  • Amministratori
Inviato

@bombolink i 40 watt sono un valore .... conservativo direi.

Inviato
1 ora fa, dadox ha scritto:

C’è la A Pura e la A Dinamica.

La classe A dinamica non esiste.

Un ampli in classe A pura scalda sempre allo stesso modo, sia che eroghi un milliwatt che la massima potenza.

Può commutare e nel 99%dei casi lo fa in classe B, il che significa che i dispositivi finali vanno in transizione.

Inviato
10 minuti fa, vignotra ha scritto:

i 40 watt sono un valore .... conservativo direi.

Si.

Praticamente sembrano almeno il doppio anche perché il clipping è molto differente da uno stato solido.

Inviato

@GFF1972

Ti rispondo in qualità di possessore di un noto integrato giapponese in classe A da 50 w/ch, che ho inserito nell'impianto di studio, quindi in un ambiente di una ventina di mq. scarsi. Pensavo ad una resa poco "nerboruta", visti i dati di targa, ma mi sono dovuto immediatamente ricredere...l'eleganza e la trasparenza dell'emissione sono debitamente accompagnate da una sostanziosa spinta che, a mio parere, non darebbe problemi di pilotaggio con ben altri diffusori ed in ambienti più grandi.

Mi sono quindi documentato ed ho tentato l'impossibile, ovvero abbinare un finale in classe A da 60 w/ch dello stesso marchio in un ambiente di circa 55 mq. con diffusori tre vie con sensibilità di 85 dB (!!) ed il risultato è stato magnifico, mi riprometto di parlarne più diffusamente quando avrò fatto un po' di rodaggio in più.

Commuta? Non commuta? Se suonano in questo modo ti garantisco che il problema semplicemente non esiste...

  • Thanks 1
Inviato
22 minuti fa, bombolink ha scritto:

La classe A dinamica non esiste.

Ah, non so, io leggo cosa pubblica (o pubblicava) Krell.

Inviato

@dadox lascia stare è marketing.

Un ampli o funziona in classe A o in B e questo dipende unicamente dalla corrente di bias che tu invii ai finali di potenza.

Anche Technics faceva la classe AA 😁😁

  • Amministratori
Inviato

@bombolink Per abbattere in modo significativo la distorsione di inncrocio in hifi si usa appunto la classe ab, non la b pura (parlo di stato solido). oviamente più è alta la corrente diriposo meglio è. tutti gli ampli a bassissima potenza lavorano in classe a, poi commutano.nel tempo sono state adottati vari accorgimenti per salvare capra e cavoli, i jap usavano la finta classe a, da lro chiamata classe a dinamia, o a+, o super class a, pass progettava ampli che possono lavorare in classe a fino al 20-30%della potenza di targa

comunque l calore prodotto da un vero classe a è molto, ho visto ampli integrat in classe a divenrare così bollenti che era difficile anche ruotare la manopola del volume

  • Thanks 1
Inviato
11 minuti fa, cactus_atomo ha scritto:

Per abbattere in modo significativo la distorsione di inncrocio in hifi si usa appunto la classe ab,

Si in parte funziona ma quando i dispositivi commutano ecco che la distorsione compare.

Ovviamente più alta è la polarizzazione e maggiore sarà il livello di watt indistorti.

Questo è anche uno dei motivi per i quali utilizzare diffusori a bassa impedenza ed alta inefficienza non è proprio una furbata.

  • Amministratori
Inviato

@bombolink mediamente i watt servono nei picchi, in genere la spl media non è così elevata, almeno per me che ascolto musica acustica. con le regitrazioni ipercompresse il discorso è differente

Inviato

@bombolink

2 ore fa, bombolink ha scritto:

Questo è anche uno dei motivi per i quali utilizzare diffusori a bassa impedenza ed alta inefficienza non è proprio una furbata.

Spiega, spiega ….interessante questa affermazione, perché le mie orecchie fatalità prediligono sempre questi alla fine di tanti ascolti comparativi.
Grazie 

Inviato
9 minuti fa, verdino ha scritto:

Spiega, spiega ….interessante questa affermazione, molto . Grazie 

Molto semplice, un diffusore è un trasduttore, ossia trasduce un segnale elettrico in onde sonore.

Meno effientemente lo fa e peggio lo fa, in linea di massima e dal punto di vista di fisica elettroacustica.

Inoltre più è a bassa impedenza e più ha un modulo irregolare più sollecita lo stadio finale che quindi non sarà in grado di svolgere un lavori agevole.

Più un finale svolge il suo lavoro in maniera agevole e meno distorce, meno sollecita lo stadio di alimentazione e lo stadio finale che dovrà erogare meno corrente.

Un diffusore efficiente e/o di facile pilotaggio fa sempre suonare lo stadio finale meglio, con ciò che ne consegue.

  • Melius 1
  • Amministratori
Inviato
47 minuti fa, bombolink ha scritto:

Più un finale svolge il suo lavoro in maniera agevole e meno distorce, meno sollecita lo stadio di alimentazione e lo stadio finale che dovrà erogare meno corrente.

e questo è il motivo per cui da 70 anni McIntosh usa gli autotrasformatori d'uscita tra lo stadio finale e i morsetti dei diffusori. Con buona pace della classe A, AB, C, D Ecc,,,,,,

Inviato

@vignotra gli autotrasformatori hanno anche molti elementi di criticità.

Non è che McIntosh ha capito tutto e gli altri nulla...

Inviato

Io semplificherei il discorso, dal momento che è abbastanza contenuto il numero dei produttori di amplificazioni in classe A, della quale sono stati indicati, anche in questa discussione, i principali difetti e non sempre i pregi.

Chi costruisce e vende siffatte amplificazioni avrà avuto modo, nel corso dei decenni, di affinare i propri prodotti, cercando di migliorarne le prestazioni e di eliminare, per quanto possibile, i difetti.
Chi però non ha mai realizzato, ovviamente per scelta, apparecchi di questo genere non credo possa avere un ritorno commerciale dalla messa in produzione di oggetti che andrebbero inevitabilmente a collidere con quelli che formano la gamma già esistente di ciascun brand.

La cosiddetta fidelizzazione della clientela si ottiene anche mantenendo nel tempo alcuni elementi caratteristici rispetto alla concorrenza, magari investendo su durata ed affidabilità.

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