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Oltre la filologia? La Nouvelle Vague di Bach al pianoforte


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Inviato
20 minuti fa, SimoTocca ha scritto:
9 ore fa, analogico_09 ha scritto:

ma da cosa da dove deduci che se fosse stato per lui avrebbe voluto anche 30 o magari 50 cantanti! ?

Dalle sue stesse parole, messe per iscritto: abbiamo già citato nell’altra discussione sulla Messa in Si Minore, che secondo Bach 12 Cantanti erano pochi e se fosse stato per lui ne avrebbe scritturati almeno 30! E... pensando alle dimensioni della chiesa dove si svolgevano le celebrazioni, in fondo in fondo non aveva tutti i torti... 😉😃

 

 

A me risulta che Bach quasi implorò per iscritto i "pastori" di mettergli a disposizione perolomeno 12 cantori.., un numero che riteneva evidentemente soddisfacente, senza precisare quanti ne avrebbe voluti di più...

 

27 minuti fa, SimoTocca ha scritto:

P. S. Ci sono almeno 3 lettere autografe di Bach in cui chiede di aumentare il numero di coristi...

 

Questo la stiamo ripetendo qui e li.., lo abbiamo assodato, resta da capire quanti cantori in  più Bach avesse chiesto. Tu dici 30, o 50.., in base a cosa.., per non dare l'impressione di dare i numeri al lotto si potrebbe dare una letta alla tre lettere che citi.., se ne riporti i contenuti è segno che le hai lette... faccele legge pure a noi e ti daremo ragione... 😄 🙂

 

Inviato
24 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Un "matrimonio" tra Bach e il piano che è stato a lungo a grave rischio di uxsoricidio...

Grande Peppe! Questa me le la segno 😂😂

24 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Bach, poco dopo la sua morte, per tutto l'ottocento e buona parte del '900, fino all'impulso filologico riscopritore, rimase fuori dai circuiti concertistici pubblici

Questo non è vero, in base alle fonti di cui disponiamo. Non volevo entrare in argomento ma tu mi tiri la giacca! 😁

In un vecchio thread andato in fumo, di cui il web tuttavia conserva qualche traccia, avevo scritto quanto segue, che riporto qui fedelmente, perdona la pedanteria:

“Una domanda posta da molti riguarda il perché la 
musica clavicembalistica di Bach venga suonata col pianoforte mentre non succede, ad esempio, che 
i quartetti di Beethoven vengano suonati con l’organo o cose simili. Perché mai si vuole a tutti i costi 
“rimodernare” Bach e non altri autori?
Bene, credo che una risposta a queste domande possa essere trovata considerando la storia del 
pianoforte e del repertorio pianistico. Se la si considera un con un minimo di attenzione, ci si accorge 
che non c’è stata alcuna soluzione di continuità tra l’uso del repertorio originariamente 
clavicembalistico e l’uso del repertorio strettamente pianistico. Quando il pianoforte è stato inventato, 
non aveva una letteratura propria. Chi lo suonava eseguiva la letteratura clavicembalistica o 
genericamente “per tastiera”, dal momento che questi spartiti, così riportano le cronache del tempo,
potevano essere eseguiti sul nuovo strumento senza dover apportare alcuna modifica o reinventare le 
partiture originali. Poi, a partire dalla seconda metà del ‘700, i compositori hanno iniziato a scrivere 
partiture dedicate in modo specifico al pianoforte, in modo da sfruttare le sue caratteristiche (ad 
esempio, l’estensione di 7 ottave della tastiere contro le 5 di quella del clavicembalo). Tuttavia, la 
nuova letteratura si è semplicemente aggiunta a quella eseguita fino a quel momento, che includeva 
Frescobaldi, J.S. Bach, Rameau, Scarlatti, e altri clavicembalisti. Come dire: fin da quando il 
pianoforte è nato, la musica di Bach (e non solo la sua) è stata ritenuta da qualsiasi pianista come 
parte integrante del repertorio pianistico, e non invece come una musica “aliena” da adattare o 
convertire all’uso del pianoforte. E così è continuato ad essere fino ai giorni nostri.
Per scrupolo, ho ripreso in mano il Cambridge Companion to Piano, che contiene un repertorio 
storico abbastanza completo ritenuto autorevole. Dorothy de Val e Cyrul Ehrlich osservano quanto 
segue: “All’inizio del XIX secolo esisteva un nucleo di opere per tastiera affermate, molte delle quali 
non erano originariamente concepite per il piano, che erano considerate canoniche o esemplari per il 
pianoforte. Ad esempio, il Clavicembalo ben temperato di J.S. Bach era noto attraverso copie di 
manoscritti fino alla sua pubblicazione a stampa da parte di Imbault, Simrock e altri intorno al 1800; 
un’edizione critica del primo libro apparve a Londra nel 1810. Successivamente varie edizioni 
apparvero in tutte le principali città d’Europa. Sonate selezionate di Domenico Scarlatti erano state 
pubblicate a Londra già nel 1739, principalmente grazie all’iniziativa del compositore, ed erano 
regolarmente eseguite al pianoforte”. La musica di Scarlatti rimase popolare in particolare a Vienna, 
dove Czerny, nel 1839, pubblicò un’edizione di 200 sonate a uso pianistico.
La presenza consolidata della musica di J.S. Bach, Scarlatti e altri clavicembalisti nel repertorio 
pianistico è confermata dalle antologie e dalle raccolte a stampa di musica per pianoforte del periodo. 
Il Méthode de piano du Conservatoire di Louis Adam (adottato ufficialmente dal Conservatorio di 
Parigi nel 1804, pubblicato nel 1805 e poi utilizzato in tutta Europa), che conteneva un’antologia di 
pezzi per pianoforte canonici, includeva numerose fughe di Bach e Handel, oltre che una sonata di 
Scarlatti (Kp113). Forse la più significativa raccolta di pezzi per pianoforte è costituita tuttavia da 
Le trésor des pianistes, compilato da Jacques H. A. Farrenc e sua moglie Louise, che fu pubblicata 
a Parigi tra il 1861 e il 1872. Suddivisa in 23 volumi ordinati secondo un taglio storico, l’antologia 
includeva opere di Byrd, Bull, Gibbons, Merulo, Frescobaldi, Couperin, J.S. Bach e Rameau.
Parallelamente in Germania venne redatta da Franz Kroll la Bibliothek älterer und neuerer 
Klaviermusik, pubblicata a Berlino tra il 1869 e il 1882. Suddivisa in 50 fascicoli sciolti, ciascuno 
dei quali conteneva un’unica opera, l’antologia enfatizzava il repertorio di Beethoven, Schubert e 
Weber; gli unici brani originariamente per clavicembalo contenuti in questa raccolta erano due 
partite, una toccata, due suite inglesi e le invenzioni a due voci di J.S. Bach, a dimostrazione della 
loro considerazione quali parti integranti del repertorio pianistico. Le opere complete di Bach “per 
pianoforte” vennero pubblicate a partire dal 1851.
La pubblicazione di queste antologie coincise con la nascita del “recital pianistico”,
sebbene Moscheles avesse aperto la strada a questa idea tre decenni prima con i suoi matinée 
musicali, nei quali interpretava opere di J.S. Bach, Handel e Scarlatti, a volte al clavicembalo e altre 
volte al pianoforte. Nel 1863 il pianista e storico Ernst Pauer tenne sei celebri concerti a Londra. 
Nel programma di ciascuna serata Pauer eseguì al pianoforte alcuni pezzi di compositori come Nicola Porpora, Mattheson, J.S: Bach, Scarlatti, Couperin, Rameau. Anton Rubistein tenne 
parimenti una serie di sette recital storici nel 1885/6 in varie città. I programmi di Rubinstein 
iniziarono con la musica per clavicembalo dei virginalisti inglesi e dei clavicembalisti francesi, 
proseguendo con J.S. Bach, Haendel, C.P.E. Bach e Haydn. Anche nel ‘900 la musica di Bach ha 
fatto sempre parte integrante del repertorio pianistico (celebri i concerti di Busoni, che non si 
limitava a comporre trascrizioni ma che spesso eseguiva in concerto gli spartiti di Bach). Il ruolo 
della musica di Bach nel repertorio pianistico ha subito una svolta con Glenn Gould, come tutti 
sanno. Ma qui arriviamo a nostri tempi e non serve proseguire.”

Detto questo, ciascuno poi è libero ovviamente di valutare il corso della storia in modo diverso, uxoricidio o meno 🙂

  • Melius 1
Inviato
10 ore fa, Grancolauro ha scritto:

E' in effetti un peccato che Bach al clavicembalo si ascolti assai poco dal vivo. Pur non amandolo alla follia  (anche se il mio recente innamoramento per Rondeau sembra suggerire il contrario 🤔...), riconosco certo che si tratta di  uno strumento da difendere e valorizzare. Al contempo, è uno strumento poco adatto alle sale da concerto contemporanee. Non ha un volume di suono capace di riempire una stanza anche di medie dimensioni, e se lo si amplifica perde gran parte del suo fascino. Resta uno strumento per piccoli spazi e un numero ridotto di spettatori.    

 

 

Si.., il limite, la "colpa", l'inadeguatezza è del/nel nostro provincialismo musicale e culturale che ci impedisce di mettere a disposizione delle musiche per cembalo o per altri strumenti da suono "discreto" le sale ad essi idonee. Eppure in Italia, a Roma, abbiamo una quantità inesauribile di luoghi, chiese, oratori, spesso sconsacrati, palazzi, edifici di vario tipo, sottoutilizzati o del tutto chiusi all'arte, alla vita delle persone...
Dici bene, abbiamo le grandi sale da concerto, teatri auditorium che contengonocentinaia o migliaia di persone, tutto a misura della tradizione musicale di derivazione post-romantica ancora dominante, luoghi capaci di contenere le grandi orchestre, dove il pianoforte a coda e papillon fa la sua grande figura in "bianco e nero"... E per il povero clavincelao o per la tenera viola da gamba ogni tanto qualche anima pia gli rimedia uno sgabuzziono in cui farli suonare... sic! 😅

Non è vero che sono strumenti adatti a pochi spettatori, nonostante la scarsa capienza delle sale basterebbe fare più concerti.., promuovere anche repertori musicali altri, meravigliosi, nei quali offrire agli strumenti cosidetti "inadatti" (mentre siamo noi a mancare a loro...)la possibioità di farsi sentire in tutto il loro splendore sonoro e musicale...

Questa micragna è cmq tipica italiana.., in altri paesi d'europa e del mondo, perfino in sud america, in asia, lontani da noi eurocentrici.., c'è un grande impulso concertistico rivolto anche alla musica antica e barocca.

E' tutta una questione di "potere"... se non si vuole.., inutile a dirlo, nemmeno si puote... ma se si vuole di sicuro si puote...

Allora come vedi, caro Damiano, la mia teoria dello strapotere del pianoforte dominante che si ficca dapperutto cetrcando anche di soffocare il cembalo potrebbe non essere campata in aria... 😉

 

 

Inviato
25 minuti fa, Grancolauro ha scritto:

Questo non è vero, in base alle fonti di cui disponiamo. Non volevo entrare in argomento ma tu mi tiri la giacca!

 

 

Capsita.., ma questo trattato lo avevi già bel e pronto e preparato... 😄

 

Dammi mil tempo di leggere e metabolizzare l'enciclopedica pagina.., data una rapida scorsa.., mi pare si riconfermi che la frequentazione tra piano e musiche clavicembalistiche fosse una "forzatura" storica.., dal momento che c'era scarsa letteratura pianistica ecco che ti becco quello che avava scritto il buon Sebastiano per cembalo e te lo romanticizzo in men che non si dica... Il punto resta quello che ho cercato di individuare. Non avevo negato che Bach fosse molto eseguito nell'800, poco prima, e poco dopo... cito me stesso per comodità...
 

56 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

In realtà Bach è stato molto seguito non solo dai pianisti,

 

... il punto è che veniva eseguito al pianoforte per suonare le composizioni di Bach al clavicembalo... è su questo che si gioca la partita. Per questomparlavo di matrimoni tra accoppiati male...
Grazie di aver riportato i calendari dei concerti in cui c'erano le musiche di bach, o sarebbe forse meglio dire che c'erano le note delle musiche di Bach... è buona, minuziosa nozione da imparare e mettere da parte, ma il discorso di base resta quello: quanto sarà rimasto della natura musicale di Bach ( e altri compositori antichi e barocchi) di quelle musiche per cembalo "rovesciate" per pianoforte.., come i cappotti dei poveretti che non hanno i soldi per comprarsene uno nuovo? ...  😄

 

 

Domenico Scarlatti fa storia a parte.., non mettiamo troppa carne a cuocere...  Scarlatti al piano è più suonabile.., è grande musica ma non ha la stessa metafisica della partitura bachiana... 😉

 

 

 

 

Inviato
9 ore fa, analogico_09 ha scritto:

questo trattato lo avevi già bel e pronto e preparato

😀, nel senso che quando ci fu l'incendio ho provato a cercare nel web tracce di vecchie discussioni, e alcune (ben poche in realtà) le ho ritrovate e salvate in un file.

9 ore fa, analogico_09 ha scritto:

uanto sarà rimasto della natura musicale di Bach ( e altri compositori antichi e barocchi) di quelle musiche per cembalo "rovesciate" per pianoforte..

Certo, su questo le opinioni sono molto diverse. Intendevo solo dire che la musica di Bach ha da sempre fatto parte del repertorio pianistico e dei programmi da concerto di questo strumento. Anche prima dell'era Gould, Bach costituiva il cavallo di battaglia di diversi concertisti. L'esempio più noto e importante è quello di Dinu Lipatti, forse il più grande pianista della prima metà del '900. Lipatti inseriva sempre Bach nei suoi programmi da concerto. Ecco qui il suo ultimo recital che non a caso si apre con una Partita di Bach (sarebbe interessante confrontare il Bach di Gould e di Lipatti per capire quanto il secondo sia stato influenzato dal primo, ma questa è un'altra storia).

 

 

Per converso, fino agli anni '50 del '900 il clavicembalo ha conservato una certa popolarità anche nella sale da concerto. La sua "sparizione", in parte dovuta proprio al successo del lavoro di Gould, è in realtà piuttosto recente. Un esempio per tutti è quello di Wanda Landowska, che grazie al suo cembalo Playel era celebre in tutta Europa. Soprattutto per le sue Variazioni Goldberg

 

Tra l'altro la Landowska suonava sia il clavicembalo sia il pianoforte, a seconda delle esigenze. Una duttilità che dopo di lei si è persa purtroppo, anche per effetto dell'influenza della filologia. Insomma, non mi sembra che il pianoforte abbia fagocitato il clavicembalo. Certo, ha avuto un successo che quest'ultimo non ha avuto. 

Altro mito da sfatare è quello secondo cui il repertorio del clavicembalo sarebbe solo quello barocco. Non è così. Molti compositori negli ultimi due secoli hanno scritto musica per clavicembalo. Addirittura gente come Cage e Ligeti. Forse ascoltare questa musica può essere utile per dissociare mentalmente la musica barocca dal clavicembalo, come se l'uno non vi fosse senza l'altra e viceversa. Ecco qui un pezzo di Ligeti che a me piace molto.

 

Ma sto divagando ampiamente, chiedo scusa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

       

  • Melius 1
Inviato
2 ore fa, garmax1 ha scritto:

Anche qui i POTERY FORTY! 🤣🤣🤣

Anzi PIANO FORTY 

 

47 minuti fa, Grancolauro ha scritto:

Molti compositori negli ultimi due secoli hanno scritto musica per clavicembalo. Addirittura gente come Cage e Ligeti. Forse ascoltare questa musica può essere utile per dissociare mentalmente la musica barocca dal clavicembalo, come se l'uno non vi fosse senza l'altra e viceversa. Ecco qui un pezzo di Ligeti che a me piace molto.

 

 

Certamente, ma sono comunque composizioni piuttosto di "nicchia", senza con questo volerne sminuire l'alto valore  estetico e musicologico più in genarele. Non vedo però perchè, in che modo, queste musiche della "riscoperta" del cembalo potrebbero o dovrebbero dissociare la musica barocca dal clavicembalo, anzi, come dicevo nell'altro post, tra le prassi esecutive della musica antica e barocca,  e quelle della moderna moderna ('900) o contemporanea,  corre un fil-rouge ideale, linguistico, formale (l'improvvisazione, il tipo di scrittura "canovaccio", la libertà esecutiva non solo del basso continuo, ad esempio) che sta a dimostrare la vitalità delle musiche del passato che non subiscono i cedimenti del tempo dove pertanto non è affatto realistico pensare o "pretendere" di riadattare le stesse all'orecchio dell'uomo moderno, o contemporaneo..., così come non è pensabile riadattare la pittura di Zurbaran all'occhio dell'uomo d'oggi dì...

Mai pensato o scritto che il cembalo non possa essere svincolato dal barocco (ma nemmeno omologato al romanticismo come si usa fare presso i pianisti, direttori e strumentisti di estrazione tardo o post-romantica che cominciano a nutrire dei "sensi di colpa" e allora provano ad imitare il modo di suonare cembalistico facendo non di rado esilaranti caricature...),  mentre penso che il barocco senza cembalo sarebbe un ... "marziano"... 😄

Grazie di aver postato il brano di LIgeti, bellissimo! Per il resto ci sentiamo un po' a tappe, tempo fugit... 😉

 

Inviato
1 ora fa, Grancolauro ha scritto:

😀, nel senso che quando ci fu l'incendio ho provato a cercare nel web tracce di vecchie discussioni, e alcune (ben poche in realtà) le ho ritrovate e salvate in un file.

 

 

Bravo!.., magari ti chiederò di girarmene qualcuna... 😉

 

Inviato
2 ore fa, Grancolauro ha scritto:

Lipatti inseriva sempre Bach nei suoi programmi da concerto. Ecco qui il suo ultimo recital che non a caso si apre con una Partita di Bach (sarebbe interessante confrontare il Bach di Gould e di Lipatti per capire quanto il secondo sia stato influenzato dal primo, ma questa è un'altra storia).

 

 

Il paragone lo farei con Scott Ross, tra la'impostazione tradizionale lipattiana (che ha tuttavia il merito di non importare nella partitura barocca troppi germi del romanticismo, mantenendo una certa "asciuttezza" esprevvisa risultando più moderno di tanti pianisti contemporanei che cercano di mascherare il loro imprinting post-romantico col suonare il piano ad imitazione del cembalo, combinando ancora più guai...) e quella filologica...
Prendiamo in esame solo il secondo movimento, allemande.., senza commentare, per ora (si potranno ovviamente ascoltare per interole due Partite diversamente suonate), lasciamo che si la musica stessa a "parlare". Mi limito a dire, ipotizzare, che tra i due mondi interpretativi vi sia l'abisso.., potrà piacere più l'uno che l'altro, naturalmente, improbabile tuttavia che di fronte a una tale "spaccatura" si possa sostenere che siano apprezzabili entrambi nello stesso modo, o quasi: la scelta di campo diventa quasi "obbligata".

 

Ho segnati i punti d'inizio dell'allemande...

 

Il metronomo

 

 



la musicalità


 

 

  • Melius 1
Inviato
28 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Ho segnati i punti d'inizio dell'allemande...

Trovo molto molto interessanti per me questi confronti di un particolare momento musicale. 

Mi permettono di comprendere meglio tutto il thread. 

Detto questo Bach suonato al pianoforte mi piace moltissimo ma in questo caso il clavicembalo mi sembra più gradevole all'ascolto. 

Sto cercando di ascoltare la proposta fatta da @Grancolaurosulle variazione Goldberg suonate da Rondeau... 😉

Inviato
Il 14/2/2022 at 22:07, Alpine71 ha scritto:

Corro a cercare le Goldberg interpretate da Rondeau

 

 

Inviato

Immagina che una persona apprezzi la musica di Bach suonata col pianoforte: trovi piacere ad ascoltarla, le attribuisca un valore estetico sotto il profilo emotivo e intellettuale. Diresti che l'esperienza di questa persona è inautentica?

Dovrei capire casa intendi per inautentica; soggettivamente può essere sicuramente autentica. Esteticamente no, perché non aderente a sé alla sua natura, perché altro, perche estetica diversa (migliore o peggiore non  compete a me, ma se parliamo di autenticità direi di no. Anche il marmo di Michelangelo "suona", fatto con la plastica non saprei.

... se uno dicesse che una certa interpretazione pianistica è esteticamente più pregevole di un'altra, non perché più vicina all'"originale" ma per ragioni diverse, di tipo strettamente pianistico, diresti che un confronto del genere è privo di senso?

Su quale base è esteticamente più "pregevole"?..ogni estetica (funzione) ha il suo 'arto'  giusto e coerente... mi vengono esempi brutti oggi, sarà colpa della nebbia, ma la voce di un bambino la trovo esteticamente coerente, se avesse una voce da camionista lo porteri da un virologo 😄 se devo rispondere in sintesi direi di sì, che è un po privo di senso

immagina che una persona non attribuisce valore estetico a una certa esecuzione, filologicamente corretta, di una Partita di Bach al clavicembalo perché la ritiene brutta, e attribuisca invece valore estetico alla medesima Partita suonata al pianoforte, ritenendola invece bella; arriveresti in questo caso a dire che questa persona è in errore, a prescindere da ogni ulteriore considerazione?

Secondo me si confonde l'estetica con il picere personale, ovvero col gusto (bella, brutta, buona, cattiva, amara, dolce etc etc)
Esteticamente parlando si è un errore, gustativamente parlando è nella piena leggibilità

La filologia non è solo cosa musicale. È cosa che ha a che fare con la poesia, la letteratura, ma estendendo, con l'arte tutta, e il tutto è intrecciato con l'estetica, che a sua volta volta è intrecciata con la filosofia, la storia, la politica la sociologia, la psicologia e pure con l'eros...cambiere i parametri in maniera aleatoria in una matassa di tale portata può essere quanteno 'licensioso'

In un passaggio mi pare di aver letto, se non sbaglio, che non ami o non ti piace il suono del clavicembalo. In molti mi pare di apprendere non "piace". La cosa è lecita ma non è corretto per questo considerare il pianoforte superiore, perché non lo è affatto. Semplicemente è diverso. Il suo timbro è completamente altro. Per non parlare delle modalità esecutive etc etc, ma avete già parlato di mesto. In sintesi non si può danzare indistintamente  con un polipo e una donzella nello stesso modo...non farci caso....è la nebbia della pianura:D comunque l'esempio rende la cosa.
Non credo neanche che sia la musica di Bach in sé  a far scoprire nuovo timbro al pianoforte...il suo timbro ha le sue possibilità ben note, e indubbiamente  indagate in oltre due secoli di musica. Semmai vedo il rischio di vestire una estetica con un timbro quantomeno alieno.
Non credo neanche che la musica di Scarlatti sia più appropriata di quella di Bach ad essere suonata al piano...nella mia modesta esperienza non ho mai avuto questa impressione, anche perché la mistica si trova indistintamente nel fango e nell'oro 😉
Vista la nebbia mi permetto ancora un altro esempio. L'ologramma (semplificando e semplificando) si puo paragonare ad una fotografia (anche se chiamato processo fotografico senza obbiettivo) ma al contrario di questa se ne tagliamo un pezzetto questa mantiene tutte le informazioni per riprodurre l'immagine originale (la cosa non succede con una normale foto, se la taglio mi rimane solo una parte). Questa caratteristica viene chiamata 'autoreferenzialita'. In un certo qual modo anche il suono, o meglio la sua componente timbrica, si comporta autoreferenzialente. Questo perché ogni suono (timbro del clavicembalo o del pianoforte) per essere tale è la somma (potenzialmente infinita) di determinati armonici, i quali tutti compartecipazione al coro di una determinata composizione, e Il piano forte anche se ha una tastiera non è necessariamente nel coro di tutte le musiche. Ovvero si sta sostituendo al pezzetto di ologramma un pezzetto alieno....si è persa l'autoreferenzialita....non è poca cosa.
Semplicemente col piano non si può fare musica barocca...imho secondo me.
Infine è da ricordare che il temperamento equabile non è invenzione di Bach. La storia del temperamento equabile ha avuto diverse e tante vie. Ma la cosa sarebbe lunga e forse estranea al 3d, cito solo una passaggio dell'accordatore del clavicembalo di Kenneth Gilbert " mentre non è certo che Bach compose questi pezzi per il temperamento equabile, non si può essere certi che non lo fece (sembra un scioglilingua, altro che nebbia :D) ; e la sua particolare pratica di trasporre i pezzi (usati sia altrove che nel clavicembalo ben temperato) sembra indicare che qualsiasi sistema di temperamento abbia usato, questo deve essere stato, se non altro assai vicino al temperamento equabile. E quindi, che le cose rimangano così"

 

 

  • Melius 2
Inviato

@Panurge grazie per aver postato il video. Il disco appena pubblicato da Roundeau è tuttavia diverso, molto più originale e interessate di questa esecuzione di qualche anno fa, a mio modo di vedere perlomeno 

Inviato
3 ore fa, garmax1 ha scritto:

Detto questo Bach suonato al pianoforte mi piace moltissimo ma in questo caso il clavicembalo mi sembra più gradevole all'ascolto. 

 

Casi come questi ve n'è a bizzeffe...

 

 

 

2 ore fa, my2cents ha scritto:

Non credo neanche che la musica di Scarlatti sia più appropriata di quella di Bach ad essere suonata al piano...nella mia modesta esperienza non ho mai avuto questa impressione, anche perché la mistica si trova indistintamente nel fango e nell'oro 😉

 

 

Non ho scritto che sia più appropriata ad essere suonata, ecc.., ma che, per gentile concessione.., notansi il tono di "sufficienza"... 😄 ... ho scritto che è più suonabile.., ben diverso, modo di dire vago.., e se la metafi(si)ca è nel fango così come nell'oro, facciamo che io mi tengo quella dell'aureo metallo e tu ti tieni l'altra... 🤷‍♂️ 🤓
 

15 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Scarlatti al piano è più suonabile.., è grande musica ma non ha la stessa metafisica della partitura bachiana...



Inoltre è a tutti noto, fuor di sofismi, che Bach temperò la scala musicale e non la matita del geometra o dello scolaretto, se non anche quella dell'architetto... 😉

Inviato

Ma anche la lotta nel fango ha il suo perchè e comprende l'aureo metallo 😉

Ho scritto "appropriata" velocemente che ero al cellulare in pausa pranzo.., magari un pò di fretta

Il temperamento equabile andrebbe rilocalizzato e rivisto nella notorietà 😉 

Inviato
2 minuti fa, my2cents ha scritto:

Ma anche la lotta nel fango ha il suo perchè e comprende l'aureo metallo 😉

Ho scritto "appropriata" velocemente che ero al cellulare in pausa pranzo.., magari un pò di fretta

E' più probabile che Bach temperò delle matite per scrivere qualche partitura, perchè il temperamento equabile (musicale) non è  invenzione sua 😉 ....è semmai un un'onda che su cui lui stesso ha cavalcato, forse meglio di altri ma non l'ha generata lui. 

 

 

Ovvio che non è tutta sua.., nulla nasce dal nulla.., la stessa atonalità, forme di atonalismo, dissonanze, ecc, erano già nei precedenti secoli.., la dodecafonia la introduce per benino Mozart, anticipando il '900; la polifonia fiamminga ad esempio ne è piena di cose che nei secoli a venire saranno riprese, ampliate adotttate come norma... ma il CBT, l "codifica", stesura ufficiale, definitiva, "brevettata", con la garanzia europea di anni due, l'ha realizzata il Kantor... 😍

Mangia meno e non uscire con le nebbie... 😄

 

Inviato
Il 15/2/2022 at 10:12, SimoTocca ha scritto:

In fondo lo si diceva per la Messa in Si Minore: Bach lavorava con un coro di 10-12 cantanti (come emerge in maniera chiara e inoppugnabile dai documenti contabili ritrovati), ma se fosse stato per lui avrebbe voluto anche 30 o magari 50 cantanti!

chi lo dice? secondo me anche le wagner-tuben 🙂

Inviato

@Grancolauro

@Panurge

i due cd sono arrivati oggi. 
me li devo prendere con molta calma e cautela perché i tempi sono dilatatissimi. 
ho apprezzato le note del libretto: due pagine bianche con la scritta “Silenzio”. 
grazie a entrambi per le segnalazioni
 

 

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