Vai al contenuto
Melius Club

Il dubbio scettico e il dubbio metodico


Messaggi raccomandati

Inviato

Dubbi o certezze?

Credo che vivere nel dubbio onnipervadente e ad oltranza, non sia così auspicabile

Avere certezze, sarebbe meglio dire i propri punti di vista, mi pare sia fisiologico e sano, ma ciò che ritengo fondamentale è non identificarsi rigidamente con esse

È importante lasciare sempre uno spazio per differenti opinioni  e qualora fosse  possibile integrarle

Inviato
3 ore fa, wow ha scritto:

Bruno ha adottato il dubbio metodico per i fatti di Bucha

Effettivamente. All'inizio, il dubbio metodico non poteva escludere il caso isolato e/o il caso un po' troppo clamoroso. Ma il dubbio metodico è appunto uno strumento di conoscenza e quindi...

Inviato
8 minuti fa, appecundria ha scritto:

Effettivamente. All'inizio, il dubbio metodico non poteva escludere il caso isolato e/o il caso un po' troppo clamoroso. Ma il dubbio metodico è appunto uno strumento di conoscenza e quindi...

Ma il dubbio metodico va applicato per verificare i fatti prima di esporsi in prima persona rendendo pubblico il proprio scetticismo, quando si instilla il tarlo del dubbio prima di fare le opportune verifiche è troppo tardi, a maggior ragione se lo si fa sui media o sui social, in questo caso si può ancora parlare di dubbio metodico? Oppure avrebbe senso farlo solo se il metodo di verifica lo applico prima di parlare, altrimenti cado nel caso opposto di dubbio scettico.

Inviato

Sarebbe interessante indagare il confine tra dubbio metodologico e dubbio scettico. Cioè quando un dubbio sulla veridicità di un determinato fenomeno presuppone l'esistenza di una serie di fattori di cui è lecito dubitare n volte di più.

Esempio: il complottismo 🙂 Quante cazz@te devo considerare possibili perché si  possa ammettere il complotto stesso, anche se su quel determinato fenomeno sarebbe lecito porsi qualche dubbio? (Uno spin off del rasoio)

Inviato

Troppe certezze, pure scientifiche, pur temporaneamente mondate dai dubbi, si sono poi rivelate effimere come la gloria terrena... 

varrebbe la pena essere meno pesanti e presentare meno sicumera ogni tanto...

Inoltre, non essendo possibile risolvere il dubbio in alcun modo, e vista la consistenza della compagnia sui 60 suonati, sarebbe ora di impugnare il Rosario come opportunamente consigliato da @mozarteum....

e pregare per sé, invece di elargire continuamente benedizioni a terzi.

 

Inviato
Adesso, nullo ha scritto:

sarebbe ora di impugnare il Rosario

 

Ste cose da papisti non le facevano neanche i miei bisnonni, hanno rotto fieramente i marroni fino all'ultimo senza particolari timori per il dopo.

  • Melius 1
Inviato

E poi lasciate stare sta povera scienza che se superate/iamo i 60 e proprio grazie a lei.

Inviato
1 minuto fa, Panurge ha scritto:

Ste cose da papisti non le facevano neanche i miei bisnonni, hanno rotto fieramente i marroni fino all'ultimo senza particolari timori per il dopo.

Ultimo che ho visto era di una bisnonna, quindi almeno 50 anni fa.

ma rimane utile usarlo, ha l’effetto di un mantra per chi ha troppo acido da smaltire su terzi.

 

Inviato
1 minuto fa, Panurge ha scritto:

lasciate stare sta povera scienza

Veramente la scienza non la si critica, magari alcuni interpreti non scienziati sul pulpito....ehm cassetta della frutta...  si.

Inviato

La sssienza quando e’ esatta aiuta (ad esempio a volare, a prevedere il meteo, a sviluppare modelli di intelligenza artificiale ecc). Quando e’ largamente inesatta come nelle cd scienze umane (politica, diritto sociologia psicologia) puo’ generare mostri.

In mezzo si barcamena la scienza medica che  ha prolungato finora la vita o meglio l’ultima fase di essa e dunque prolungato il paturnismo senile per la gioia dei fruitori e parenti nonche’ dei bilanci pubici

Inviato

Il problema non è la scienza, ma la mentalità scientista

In altre parole, la flatlandia

Inviato

 

Il dubbio è lo stato gnoseologico di sospensione dell'assenso, o condizione psicologica di incertezza tra due tesi contrarie, una affermativa e l'altra negativa. Nella storia della filosofia, la distinzione principale riguardo al dubbio è quella tra il dubbio come metodo per la ricerca della verità (dubbio metodico) e il dubbio come risultato della ricerca della verità (dubbio scettico): nel primo caso, il dubbio è la condizione di ogni autentica certezza; nel secondo caso, è l'unica, insuperabile certezza.

 

1. Il dubbio metodico nella filosofia antica e medievale.

Il primo esempio di dubbio metodico è costituito dalla dialettica socratica, che si articola nella "confutazione" del falso sapere dell'avversario, e nella "maieutica", cioè nell'arte di far "partorire" l'anima dell'avversario, che è gravida di verità. All'accusa del sofista Menone, interrogato sulla definizione della virtù ("tu non sai far altro che dubitare e tirare nel dubbio gli altri"), Socrate (470/469-399 a.C.) risponde: "non è che, essendo io sicuro, renda dubbiosi gli altri, ma, dato che dubito più di tutti, rendo dubbiosi anche gli altri. Quanto alla virtù, io non so che cosa sia; tu invece, che prima di incontrarmi forse lo sapevi, ora sei pari a uno che non lo sappia. Ad ogni modo voglio indagare e cercare insieme a te che cosa mai sia" (Platone, Menone, 80a-d). All'inizio del terzo libro della Metafisica (III, 1, 995a-b), Aristotele (384-322 a.C.) teorizza la necessità del dubbio metodico: "In relazione alla scienza su cui verte la nostra attuale indagine, noi abbiamo anzitutto il dovere di affrontare quelle difficoltà che sono le prime a richiedere di essere discusse; [...] perché la soluzione buona non è altro che lo scioglimento dei dubbi precedenti, e non è possibile che sciolga un nodo chi l'ignora. [...] Ecco perché è necessario prima considerare approfonditamente tutte le difficoltà, [...] perché chi si mette a fare un'indagine senza aver prima ponderato le difficoltà assomiglia a chi ignora verso quale direzione debba muovere i passi; né, poi, costui può sapere se abbia trovato o no quello che cercava: gli è oscuro, infatti, quel fine che è invece ben chiaro a chi ha prima dubitato".

 

Il dubbio è praticato da sant'Agostino (354-430) sia come condizione spirituale di incertezza (nelle Confessioni), sia come metodo contro le argomentazioni degli scettici. Nel De vera religione (390) si trova la celebre anticipazione del cogito cartesiano: "chiunque sappia di dubitare, sa la verità ed è certo di ciò che sa. Quindi, chi dubita dell'esistenza della verità ha in se stesso una verità di cui non può dubitare; giacché nessun vero è tale senza la verità".

 

2. Il dubbio metodico nella filosofia moderna.

Nella filosofia moderna, Bacone (1561-1626) e Cartesio (1596-1650) sono gli autori delle più celebri teorizzazioni del dubbio metodico (v. Metodo 3). Il primo critica, nel Novum Organum, gli idola, cioè i pregiudizi, gli ostacoli che l'intelletto incontra nel tentativo della "grande instaurazione" del sapere, e che occorre preventivamente demolire. Gli idola tribus sono i pregiudizi propri della natura umana; gli idola specus appartengono ai singoli individui; gli idola fori sono gli errori e le inutili controversie derivanti da un uso improprio del linguaggio; gli idola theatri, infine, sono quei preconcetti indotti dalle dottrine filosofiche. Nel Discorso sul metodo (Parte I), Cartesio sottopone a critica il sapere del proprio tempo e introduce il dubbio da un punto di vista autobiografico, prima che gnoseologico (Parte IV). Nelle Meditazioni (I), analizza le fasi del dubbio metodico, che si estende dapprima ai dati dei sensi, tradizionalmente incerti, poi alle presunte certezze razionali, comprese le verità matematiche, fino a trasformarsi nel dubbio iperbolico che esista un "genio maligno", preposto a ingannare sistematicamente gli uomini. A questo punto, la mente che dubita attinge la prima certezza: la sua stessa esistenza, evidentemente mostrata dal dubbio che tutto investe (Principia philosophiae, I, 7).

 

3. L'epoché fenomenologica.

L'epoché (o sospensione dell'assenso) teorizzata nel Novecento da Edmund Husserl (1859-1938), pur traendo il nome dal dubbio scettico, si presenta come il metodo della filosofia, che deve essere rifondata come fenomenologia o "scienza rigorosa". Per questo, è necessario sospendere il giudizio, mettere tra parentesi tutte le credenze - filosofiche, scientifiche e comuni - proprie dell'"atteggiamento naturale" dell'uomo, al fine di attingere un "residuo fenomenologico", fondamento assoluto e punto di partenza indubitabile della ricerca filosofica: la coscienza, l'esistenza del cogito con i suoi cogitata.

 

4. Il dubbio scettico.

Il dubbio scettico poggia sulla negazione dell'essere e sulla riduzione della realtà ad apparenza: in questo senso, il metodo antilogico del sofista Protagora, fondato sul principio dell'homo mensura rerum, o il nichilismo del sofista Gorgia, possono essere considerate forme di pensiero scettico. Pirrone di Elide (IV-III secolo a.C.) non fondò una vera e propria scuola e non scrisse nulla: l'epoché (termine successivo, probabilmente introdotto da Arcesilao di Pitane) o sospensione del giudizio e l'atarassía o imperturbabilità sono gli unici atteggiamenti gnoseologicamente e moralmente corretti, data la generale "indifferenza" delle cose e dei giudizi umani (v. Scetticismo).

 

Nel I secolo a.C., Enesidemo di Cnosso elaborò una tavola dei modi del dubbio, o dei motivi dell'epoché, fissati in numero di dieci. La stessa cosa appare diversa ad animali di diversa specie; a diversi individui della stessa specie; ai diversi sensi di uno stesso individuo (per esempio, la vista e il tatto); allo stesso senso, in diversi stati (giovinezza e vecchiaia, salute e malattia); a causa di differenze nella posizione, nella distanza o nel luogo della cosa percepita (ad esempio, un bastone immerso nell'acqua appare spezzato, e una torre quadrata da lontano sembra rotonda); a causa di differenze nelle cose che si accompagnano ad essa (ad esempio, un corpo appare pesante nell'aria e leggero nell'acqua); a causa di differenze nella quantità e nella situazione (i granelli di sabbia sono morbidi nel mucchio e ruvidi singolarmente presi); a causa di rapporti diversi (tutto è relativo); a causa della frequenza con cui un evento si verifica (un terremoto sembra meno spaventoso, se avviene spesso); a causa dei diversi modi di vivere, costumi, abitudini e credenze (i greci proibiscono i sacrifici umani, mentre altri popoli li praticano). Allo scettico Agrippa (I secolo a.C.) si deve una nuova tavola dei tropi, che ha lo scopo di mostrare non soltanto la relatività delle sensazioni, ma anche quella dei ragionamenti deduttivi. Ogni prova - sostiene Agrippa - ha bisogno a sua volta di prove (regresso all'infinito); per evitare questa difficoltà, i dogmatici partono da assunzioni indimostrate; il rapporto tra la premessa e la conclusione è simmetrico e dà luogo a un circolo vizioso.

 

5. Il valore del dubbio per la filosofia.

Al di là della distinzione epistemologica tra dubbio scettico e dubbio metodico, il valore del dubbio, del problema per la ricerca filosofica è un topos nella storia del pensiero, da Pascal a Locke, da Hume a Diderot, fino a pragmatisti come Peirce e Dewey. Nella Storia naturale dell'anima (1745), La Mettrie aveva affermato: "un uomo d'ingegno propone problemi, lo sciocco e l'ignorante li risolvono: ma la difficoltà resta sempre tale per il filosofo".

 

(Pippone sottoposto, o meglio imposto, ai miei studenti)

 

 

  • Thanks 2
Inviato
1 ora fa, maurodg65 ha scritto:

Ma il dubbio metodico va applicato per verificare i fatti prima di esporsi in prima persona

Questo è vero se uno è una persona "politicamente esposta", categoria che non include i soli politici.

I magno greci praticavano all'uopo la sospensione del giudizio. 

Inviato

Aggiungo, il "Discorso sul metodo" di Cartesio è una lettura istruttiva, una sintesi della rappresentazione borghese del mondo e, soprattutto, dell'uomo borghese.

Cartesio mise in dubbio tutto per poi accettare tutto. Alla morale provvisoria non seguì alcuna morale definitiva.
La ragione che vorrebbe un mondo razionale si piega alla “saggezza”, ossia nell’accettazione del mondo quale è.

 

  • Melius 1
Inviato
1 ora fa, wow ha scritto:

Sarebbe interessante indagare il confine tra dubbio metodologico e dubbio scettico.

Dovrebbe essere l'acatalessia. Cioè partire dal presupposto che la verità è inconoscibile. Però c'è una differenza tra il filosofo seduto sui gradini del tempio di Elea e il moderno noncielodicheno.

  • Thanks 1
Inviato
3 minuti fa, appecundria ha scritto:

Questo è vero se uno è una persona "politicamente esposta", categoria che non include i soli politici.

I magno greci praticavano all'uopo la sospensione del giudizio. 

Certo, ma pur con tutti i limiti del caso varrebbe anche per chi esprime le sue opinioni qui, il giudizio dovrebbe partire dalla risoluzione del dubbio utilizzando prima il sistema metodico, la sola esposizione del dubbio senza verifica dei fatti trasforma questa esternazione da dubbio metodico a dubbio scettico.


  • Notizie

  • Badge Recenti

    • Badge del Vinile Arancio
      music.bw805
      music.bw805 ha ottenuto un badge
      Badge del Vinile Arancio
    • Contenuti Utili
      Eiji
      Eiji ha ottenuto un badge
      Contenuti Utili
    • Reputazione
      Ultima Legione @
      Ultima Legione @ ha ottenuto un badge
      Reputazione
    • Contenuti Utili
      Capotasto
      Capotasto ha ottenuto un badge
      Contenuti Utili
    • Contenuti Utili
      fabio76
      fabio76 ha ottenuto un badge
      Contenuti Utili
×
×
  • Crea Nuovo...