8Franz Inviato 29 Agosto Inviato 29 Agosto Lo vidi anch'io (e registrai) su Fuori Orario dato che quando uscì al cinema ero totalmente ignaro della grandezza dell'opera. Non so (non ho Prime) se la copia disponibile su quella piattaforma è doppiata, ma anche se non si conosce il tedesco è preferibile vedere gli episodi in lingua originale con sottotitoli in quanto gran parte dei personaggi principali parla nel dialetto dello Hunsrück, mentre non parlano dialetto solo alcuni dei personaggi più acculturati. Il regista pose molto attenzione all'aspetto linguistico ed è giusto tenerlo in considerazione. Per chi volesse approfondire dopo la visione c'è l'approfondito libretto della serie "Il castoro cinema" dedicato al regista. 1
selby998 Inviato 29 Agosto Inviato 29 Agosto 6 ore fa, analogico_09 ha scritto: Non perdere questa ghiotta occasione! "Heimat" sarà protagonista del mio autunno cinefilo.
selby998 Inviato 10 Settembre Inviato 10 Settembre Ho visto i primi due episodi di "Heimat": non è scoccata la scintilla, per usare un eufemismo. Non andrò avanti con i successivi. 1
analogico_09 Inviato 10 Settembre Autore Inviato 10 Settembre Rivisto LEONOR, terzultimo film di Juan Luis Bunuel (in seguito passerà al documentarismo e alla televisione) girato dal figlio di tanto padre nel 1975. Una storia medievole "faustiana" e vampirica, dell'orrore profondo ed implacabile, dell'amore inestinguibile che sfida la morte. Realismo e favolismo fusi insieme. Saggia e intrigante la regia che schiva o rinnova i luoghi comuni del genere. Un mio piccolo cult del cuore che non si fa dimenticare ed ogni tanto amo rivedere. Con grandi interpreti: M. Piccoli, L. Ulman, eccellenti, una giovane Ornella Muti di fresca, decorativa e "funzionale" bellezza. Scenari naturali severi e mozzafiato; castelli diroccati; cripte del delirio, drammatici tagli fotografici dentro cui si rincorrono le ombre e luci, i colori onirici affidati a Luciano Tavoli che sarà direttore della fotografia di Dario Argento per Suspiria e Tenebre. In tono con lo spirito dell'opera permeata da un romanticismo funerario e allucinato la melodia di Ennio Morricone che profuma di dolci fiori marciti abbandonati sui bordi scarlatti dell'eterna ed oscura voragine. Tratto dal romanzo gotico dello scrittore tedesco Ludwig Tieck, ambientato nel 1800.
analogico_09 Inviato 10 Settembre Autore Inviato 10 Settembre Il 29/08/2025 at 15:20, 8Franz ha scritto: Non so (non ho Prime) se la copia disponibile su quella piattaforma è doppiata, ma anche se non si conosce il tedesco è preferibile vedere gli episodi in lingua originale con sottotitoli in quanto gran parte dei personaggi principali parla nel dialetto dello Hunsrück, mentre non parlano dialetto solo alcuni dei personaggi più acculturati. Il regista pose molto attenzione all'aspetto linguistico ed è giusto tenerlo in considerazione. Mi era sfuggito questo post su Heimat. Sono pienamente d'accordo che il film andrebbe visto in originale, come tutti i film d'altronde, in questo caso specialmente dato il lavoro fatto dal regista sotto il profilo linguistico. La lingua originale tendendo conto che le immagini vengono girate in un modo o nell'altro anche in funzione dei "suoni" della stessa, , rende l'immaginifico più plastico e musicale.
Napoli Inviato 11 Settembre Inviato 11 Settembre @analogico_09 spero ti faccia piacere questo film di animazione sul tuo regista preferito: Bunuel nel labirinto delle tartarughe,su prime.
analogico_09 Inviato 11 Settembre Autore Inviato 11 Settembre @Napoli Caspita, ne avevo sentito vagamente parlare ma non sapevo nulla del film e sull'uscita finendo per dimenticarmeMi fa molto piacere la tua segnalazione, ci sarà arrivato da poco su prime... Grazie!!
analogico_09 Inviato 19 Settembre Autore Inviato 19 Settembre Rivisti due film di Robert Mulligham, il regista "inclusivo" delle problematiche sociali che investono le incerte e spesso controverse adolescenze e gioventù di un'America provinciale e conservatrice, moralista, razzista, a favore degli emarginati od esclusi, dei reietti a causa dei loro problemi fisici o psicologici, avversati dagli establishment sociali più ipocriti ed incolti. Basti pensare al magnifico "Il Buio oltre la siepe", il capolavoro di Mulligham, e l'"horror" psicologico che tratta di una schizofrenia infantile, il bellissimo "The Other" in italiano: "Chi è l'altro?", senza dimenticare "Il Mediatore", un gangaster movie crepuscolare e toccante sulle vicende di un uomo della mala saggio e benvoluto, da quelli che "giro" che rispettano le regole dell'onore, il quale diventa vittima del mito della violenza sorda e cieca presente in larga misura anche gli ambiti degli USA non delinquenziali. I film rivisti sono "Lo strano mondo di Daisy Clover" del 1966 di cui ho parlato nel topic dedicato a Robert Redford, interpretato dall'attore scomparso, da Natalie Wood e Christopher Plummer. La quindicenne Daisy Clover ottiene per caso una scrittura cinematografica da un impresario che la trasformerà in una cantante di successo, ma a caro prezzo: il cognato fa rinchiudere in manicomio la madre della ragazza che dopo il grande successo della prima pellicola accetta la proposta di matrimonio di un attore. Sarà l'inizio di esperienze infelici e problematiche proma che Daisy ritrovi la forza per risorgere Un duro attacco frontale dei cineasti non allineati degli anni '60, tra cui Mulligham, al mondo dello spettacolo dorato hollywoodyano, agli impresari che corrompono le giovani coscienze in divenire in ancora ingenue in cerca di affermazione. Il film non piacque ai produttori che si sentirono disturbati nella digestione e lo tagliarono brutalmente. Ciò nonostante "Daisy Clover" resta uno dei mejo parti del regista. Presente in Prime ma non visibile nel belpaese... L'altro film di Mulligham, ancora più raro, direi introvabile, non mi pare esista DVD italiano, anch'esso rivisto in una buona copia VHS registrata da Fuori Orario, "The Pursuit of Happiness" 1971 con l'insignificante titolo in italiano di "Usanze d'allora", affronta analoghe tematiche di una società chiusa e repressiva dentro la quale esplode la rabbia delle giovani generazioni coartate nei sentimenti e nelle istanze libertarie dagli adulti, dalla società, dalle famiglie incapaci di andare oltre le più viete convenzioni sociali e morali. Ancora un'opera intimista e malinconica, con tratti di contagiosa allegria giovanile, altra parabola generazionale del grande Mulligham, regista "antieroico" di una stagione cinematografica straordinaria, sulla fuga di una coppia di studenti universitari innamorati costretti a lasciare l'America, l'agiatezza, ogni cosa della loro vita e del presente in cerca di un futuro di libertà: una fuga dalla morsa di una società opprimente e da una giustizia ingiusta. Commovente il finale, il volo (reale e letafotico) verso il Messico, un passaggio su un piccolo aereo da turismo pagato a caro prezzo con i pochi dollari rimasti. Un investimento sulla libertà. Come sempre con stile essenziale, garbato e pungente si configura la messinscena di Mulligham, con solida regia d'espressione dalla quale trasuda l'amore cum-partecipativo per i personaggi raccontati.
analogico_09 Inviato 9 Ottobre Autore Inviato 9 Ottobre Autentica chicca d'altri tempi quanto mai attuale del grande attore Vittorio Caprioli qui anche regista con una superba Franca Valeri unica protagonista e co-sceneggiatrice in un film cucito addosso a lei. Un raffinato disegno narrativo punzecchiato da irone e con un fondo di tristezza. Sottili assonanze, eppure così diversi, con il successivo, bellissimo "Io la conoscevo bene" di Antonio Pietrangeli, entrambi il film sulla condizione femminile spesso umiliata nell'Italia provinciale, maschilista e moralista di quei primi anni '60 "catto-democristiani". Da DVD - "Parigi o cara", 1962. La patetica solitudine di una prostituta romana d'alto bordo e molto kitsch persa nelle strade, nei vicoli, nelle stanze sordide dalle finestre murate sui "sognati" Toits de Paris dei quartieri periferici degradati ed inospitali della capitale francese. 1
analogico_09 Inviato 10 Ottobre Autore Inviato 10 Ottobre Il 11/09/2025 at 14:49, Napoli ha scritto: spero ti faccia piacere questo film di animazione sul tuo regista preferito: Bunuel nel labirinto delle tartarughe,su prime. Visto. Grazioso, per chi non conosca già il film "Las Hurdes - Tierra sin pan" di Luis Bunuel, né le condizioni di ripresa avventurose ed affatto faticose - materiale per un film esse stesse - in zone poverissime della Spagna (terra senza pane, senza canzoni, dove anche il miele era amaro). Anni fa, seguendo le orme bunueliane, attraversai quella comarca dell'Estremadura che mostra tratti di inquietudini sorprendentemente affascinanti di una bellezza selvaggia, a tratti incontaminata: un terra attraversata da leggende sinistre, storie di demoni, di streghe, superstizioni, oscuri sortilegi. Ci vado a nozze... 👻 In alcune donne molto anziane forse sopravvissute a quelle epoche che prendevano il sole negli spazi sociali dei remoti villaggi costruiti con la pietra scura d'ardesia erano ancora presenti i segni del "gozzismo". Si mangia divinamente, tra le specialità el cordero en caldereta (agnello nella tiella) e il sublime prosciutto pata negra da maiali allevati a ghiande allo stato brado, formaggio di capra, chorizo e altri salumi speciali il tutto annaffiato con el vino de pitarra... vino in giare di coccio. Soggiornai anche nel Monasterio de las Batuecas che fu base della troupe cinematografica, ora ristrutturato con una foresteria spartana ma accogliente nella quale si fa la conoscenza di persone di tutto il mondo, presenze misurate e discrete, nessuna ammucchiata di turisti sperduti con macchina fotografica appesa al collo in cerca di esotismi d'accatto: rispetta la regola carmelitana del silenzio. Ed è possibile incontrare anche "due" monaci Zen che vengono dal giappone per apprendere la mistica di San Juan de la Cruz e di Santa Teresa d'Avila. Un luogo ai confini del mondo e della stessa realtà, un autentico eremo "democratico". Bunuel lo mette scena nel suo lavoro cinematografico. Un film vero e proprio - medio o cortometraggio, il documentarismo è solo nell'approccio - il cui realismo è così spinto, oltre ogni possibile immaginazione razionale da apparire sur-reale quindi degno di chiudere la "trilogia surrealista" del grande regista aragonese: Un Chien Andalou, 1929 . L'Age d'or, 1930 . Las Hurdes, 1932 La prima edizione fu con voce narrante fuoricampo, successivamente Bunuel montò il commento musicale rappresentato dall'allegro non troppo iniziale della quarta sinfonia di Brahms in intrigante contrasto con la crudezza delle immagini e del narrato. Bunuel era un grande appassionato di classica che ritroviamo ancora nei suoi film. Di Wagner specialmente. Io l'ho rivisto dal mio DVD, consiglio anche a voi di vederlo o rivederlo... dura meno do 30 minuti. Una buona copia con lvoce narrante originale in francese, sottotili in inglese e commento musicale. Di lusso, direi.
Napoli Inviato 12 Ottobre Inviato 12 Ottobre Chess of the wind,trasmesso stanotte su fuori orario,ora su raiplay,film iraniano sulla rivista quinlan on line c'è la recensione e la storia di questo film.
analogico_09 Inviato 12 Ottobre Autore Inviato 12 Ottobre 1 ora fa, Napoli ha scritto: fuori orario C'è ancora?
analogico_09 Inviato 12 Ottobre Autore Inviato 12 Ottobre @Napoli Intendevo dire fuori orario... Il film che suggerisci è degli anni '70, mai visto, lo recupero, ti è piaciuto?
Napoli Inviato 12 Ottobre Inviato 12 Ottobre @analogico_09 non l ho visto stanotte, è al momento su raiplay nel pomeriggio lo vedrò.
Napoli Inviato Martedì alle 11:24 Inviato Martedì alle 11:24 @analogico_09 visto ieri,ma non mi ha convinto molto,ora sempre su raiplay c'è Stephane una moglie infedele di Chabrol.
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