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Ricordando Berlinguer


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Inviato

 

La critica di Miriam Mafai concerne in primo luogo la strategia del «compromesso storico». Nel presentare questa strategia sul settimanale del Pci Rinascita tra il settembre e l’ottobre 1973, Berlinguer auspicava un’alleanza tra le forze rappresentanti del mondo popolare al fine di salvaguardare la democrazia italiana e indirizzare il Paese verso una prospettiva di progresso sociale, attraverso l’introduzione di «elementi di socialismo» nella realtà italiana. Sin dal principio, il «compromesso storico» si configurava pertanto come una strategia ambo difensiva e propositiva. Secondo Miriam Mafai, la proposta di Berlinguer rivela la concezione assembleare della democrazia propria del Pci. Non potendo accedere al governo in forza della pregiudiziale anticomunista in tempi di Guerra fredda, il Pci avrebbe puntato su un’alleanza con la Dc per aggirare l’ostacolo della conventio ad excludendum e garantirsi l’opportunità di giocare un ruolo di primo piano nelle scelte decisive per il Paese. In tale ottica, il «compromesso storico» si configura come una scelta strategica anacronistica, rivelatrice del profondo ritardo da parte del Pci nell’accettare l’inevitabilità di una evoluzione in senso riformista, sul modello delle coeve socialdemocrazie europee. Grande ingenuità è attribuita alla scelta di affidare a uno stretto rapporto con la Democrazia Cristiana un percorso di trasformazione radicale degli assetti sociali ed economici del Paese. Questa ingenuità da parte del Pci e del suo leader si paleserebbe platealmente nel periodo dei governi di «solidarietà nazionale», tra il 1976 e il 1979, con la scelta del Pci di sostenere due governi monocolore Dc guidati da Giulio Andreotti[2].

Non meno tranchant è il giudizio che Miriam Mafai riserva all’«ultimo Berlinguer», quello che, terminata l’esperienza della «solidarietà nazionale» e ripristinata la conventio ad excludendum con la nascita del Pentapartito, denuncia la «questione morale» e rivendica la «diversità» del Pci rispetto alle altre forze politiche. Il cambiamento di linea che sancisce l’inizio della nuova fase è descritto come brusco, frutto di una «scelta solitaria», a sua volta dettata dalla volontà di Berlinguer di ridare al Pci la fisionomia di «partito di lotta», dopo che gli anni della «solidarietà nazionale» ne avevano offuscato tale immagine. Mafai tratteggia un Berlinguer «insofferente di opposizione», che trincera il suo partito in una strenua difesa della propria presunta diversità, riducendolo ad esercitare un «ruolo di pura opposizione e testimonianza», in una deriva «di tipo operaistico, estremistico e radicale»[3].

Su tutto si staglierebbe l’anacronismo della visione berlingueriana della società. Secondo Mafai, all’effetto deformante delle lenti marxiste sono da attribuire la concezione catastrofistica della crisi economica degli anni Settanta e l’insistenza su una presunta centralità della classe operaia come «motrice della Storia». A pesare contribuirebbero però anche e forse soprattutto altri anacronismi, più specificamente riconducibili alla visione della società propria di Berlinguer: il riferimento è all’ostilità nei confronti dei consumi individuali e più in generale a un presunto atteggiamento di rigida chiusura nei confronti della modernità da parte del leader sardo. Secondo Mafai, la personale inclinazione antimoderna di Berlinguer lo avrebbe portato ad essere preoccupato, specialmente dopo il risultato del referendum sul divorzio, «per l’emergere nella nostra società di disordinate spinte libertarie, una modernità che stracciava antichi valori e istituti e che, nell’assenza di nuove regole, rischiava di portare la nostra società al decadimento morale e sociale»[4].

 

https://www.pandorarivista.it/articoli/l-eredita-di-enrico-berlinguer-interpretazioni-a-confronto/

 

talmente palese che pure la Mafai...

Inviato

Nella stesso articolo viene citata la Mancina, segnalata in un link in precedenza

anche qui nulla di nuovo, e il giudizio critico è pesante e inappellabile.

ma se l’analisi a sinistra esiste e raggiunge risultati chiari e inconfutabili, se tutto pare ostacolare una giusta evoluzione, a che serve e a chi serve continuare ad alimentare una tale inutile se non deleteria nostalgia?

Inviato
7 ore fa, nullo ha scritto:

Secondo Miriam Mafai

Lo scrive a metà anni '90, se non vado errato.

Inviato

@appecundria la data è nell’articolo postato.

idem per la Mancina.

l'articolo è interessante e propone tesi e antitesi.

Nello stesso, trovo le ragioni di chi ancora propone una lettura positiva decisamente vacue, mentre quelle critiche ben fondate..

ovviamente l’ho proposto per poter leggere repliche con un po’ di sostanza.

 

Inviato
5 minuti fa, appecundria ha scritto:

Moro e Berlinguer erano due fessi,

Direi piglio decisamente sbagliato.

Erano figli del loro tempo chiusi in una gabbia che avevano contribuito a creare.

Oggi paioni dinosauri.

Oggi si parla del giudizio su di loro e di quello che, sempre oggi, valga ricordarli con nostalgia.

Tieni conto che i Berlusconi, i Salvini e Company sono frutto della eredità di un mancato e sano sviluppo della politica italiana.

Ma puoi obiettare...

 

Inviato
2 minuti fa, nullo ha scritto:

Oggi si parla del giudizio su di loro

Appunto dico: due fratacchioni, a pensare bene.

A pensare male...

Inviato
9 minuti fa, nullo ha scritto:

Oggi paioni dinosauri.

Vero.

Progetto-senza-titolo.jpg

  • Melius 1
  • Haha 1
Inviato
4 minuti fa, appecundria ha scritto:

Vero

Ogni tanto ti vorrei vedere serio.

 Ancora una volta, peccato.

 

Inviato

@appecundria io non saputo esprimere un bel niente. È tutta roba, anche quella, di chi ha  bisogno di qualcuno che lo comandi. Il giochetto o sei con me o sei con quelli lá con me non attacca. Ve li tenete tutti quanti in sequenza così come ve li siete creati in cabbbina elettorale questi qua.

Inviato
9 minuti fa, nullo ha scritto:

vedere serio.

Amico mio, hai ragione, scusa.

Il fatto è che la battuta tra amici sta diventando per me l'unico sollievo di una vita sempre meno sopportabile. 

Inviato
12 ore fa, nullo ha scritto:

31 anni

 

31 anni si, ma nel 1953, la grande guerra patriotica era appena finita ed il latrato delle mg risuonava ancora nell'aria, non tenerne conto non è giusto, credere che nel 1953 un giovane dirigente del pci potesse avere ben chiare tutte le implicazioni di 30 anni di potere staliniano mi sembra un supposizione azzardata. Poi una componente fideistica nell'adesione alle grandi ideologie c'era, per chi è nato e cresciuto in quel mondo piegarsi al realismo, da una parte e dall'altra, non è stato uno sforzo indifferente.

Vabbè, adesso basta perdere tempo che devo depositare due pratiche complicate. 

Inviato

@nullo Ai tempi di Berlinguer per quale partito o partiti hai votato?

Inviato
1 ora fa, Panurge ha scritto:

giovane dirigente del pci potesse avere ben chiare tutte le implicazioni di 30 anni di potere staliniano mi sembra un supposizione azzardata

No, tutte no.

Ma un giro da quelle parti l'aveva già fatto.

In ogni caso la pagina dell'unità sulla morte di Stalin, aveva gli stessi temi e caratteri e non era a firma di un giovane dirigente.

Il silenzio imbarazzato in Italia  dopo le denunce ben circonstanziate di Krusciov, vale altrettanto.

In ogni caso il riferimento ai 31 era in risposta ad una sollecitazione cretina sulle elementari.

Il vero problema è che nonostante tutto, negli anni '70 gran parte del partito era ancora allineato.

Ma ognuno era allora, come oggi, libero di persarla liberamente.

Ma io non posso fare a meno di fare considerazioni sulle implicazioni che quel tipo di scelte e il relativo conseguente  isolazionismo abbiano condannato la scena politica Italia alla penosa china che tutti abbiamo sotto gli occhi.

Questo non scusa altri, ma a me delle scuse a destra e a manca importa poco, mi importa invece l'impasse che ancora oggi si trascina, e consideriamo che oramai la parte storica della sinistra antagonista è evaporata.

Sono tante le ragioni che mi portano a sperare che si smettano di alimentare nostalgie e trovare le ragioni per rifondare la politica su temi pratici e stringenti. 

 

Inviato
1 minuto fa, nullo ha scritto:

Ma un giro da quelle parti l'aveva già fatto

E dato che sicuramente gli hanno fatto vedere i gulag siberiani, come ha potuto insistere con questa ideologia?

Inviato

 

Berlinguer stava dalla parte sbagliata

Iuri Maria Prado 27-5-2022

L’altro giorno la Camera dei deputati ha dedicato una cerimonia al ricordo di Enrico Berlinguer, nato un secolo fa. Il segretario del Pd, Enrico Letta, tra le altre cose ha detto che Berlinguer, pur essendo stato “di parte”, appartiene in realtà alla storia di tutti emerita perciò di essere ricordato quale il protagonista che fu dell’esperienza repubblicana. Vale a un patto. E cioè a condizione che sia chiaro di quale “parte” Enrico Berlinguer fosse espressione e propugnatore. Era la parte nemica della democrazia. Era la parte ideologicamente, praticamente e finanziariamente associata al sistema criminale delle repubbliche socialiste sovietiche.

Era la parte nemica delle libertà individuali da sacrificare in nome di una presunta giustizia paradisiaca tradotta nella miseria, nella censura, nell’arretratezza tecnologica, nell’inferno civile dilagato ovunque abbia spirato il fiato della peste comunista. Era la parte che lasciava eseguire,e anzi salutava festosamente,l’elevazione del muro che tagliava in due il corpo dell’Europa e ne affidava una metà alle grinfie del più spaventoso sistema repressivo mai organizzato nella storia dell’umanità.

Questa era la parte presso cui militava Enrico Berlinguer. Questa era la parte che egli capeggiava e questa era la parte che unicamente perché non ce l’ha fatta, non perché non lo volesse, ha solo ammalorato non completamente distrutto il poco di democrazia liberale di cui possiamo godere.

 

  • Melius 1
Inviato

Effettivamente tutta questa beatificazione di Berlinguer, pure dalla destra postfascista, come dimostra il tweet celebrativo della Meloni, e’ veramente inquietante.

Non c’e’ solo ignoranza o revisionismo storico, c’e’ proprio una visione illiberale della societa’, a destra e a sinistra, che spiega anche perche’ l’italia e’ la nazione con piu’ putiniani e pacifisti a senso unico in tutta europa.

  • Melius 1
Inviato

Anche per questo tweet si capisce perche’ la Meloni e’ invotabile.

Ha sostanzialmente espresso gli stessi concetti che ha scritto qui @appecundria con foto meme e commenti.

Ora questo va bene in un forum dove ci si diverte a perculare e a scherzare facendo a gara a chi la soara piu’ grossa, ma non va bene per chi ha l’ambizione di governare un paese. Sperimamo quindi di non averla come prossimo presidente del consiglio.

 

 

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