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Melius Club

Conc. n°5 Imperatore


spersanti276

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Inviato

A me piace molto la versione di Curzon, Ashkenazy con Solti e quella molto vecchia di Giseking.

Ne ho altre versioni, con "l'imperatore" difficile sbagliare...

 

20220608_223803.jpg

Grancolauro
Inviato
19 ore fa, maverick ha scritto:

un'interpretazione che non mi emoziona, e vista la qualità delle composizioni, .. credo che gli interpreti ci abbiano messo del loro

Ho ascoltato un po’ e condivido. Versione decisamente non memorabile. Soprattutto per colpa di Kissin temo, che oggi suona Beethoven in modo completamente diverso e molto più interessante, bisogna dire.  La sonata op. 2 in do maggiore che ha registrato qualche anno fa dal vivo a me è piaciuta molto, ad esempio. Forse nelle vecchie registrazioni dei concerti con Davis  il Nostro mancava ancora un po’ di maturità.

 

ps: grazie per l’esperto, direi meglio semplice appassionato…🙂. Che poi il quinto concerto neanche lo conosco bene. Non mi ha mai appassionato. Preferisco di gran lunga l’1 e il 4 

Inviato

io darei un'ascoltata anche a Zimerman Rattle

Inviato
1 ora fa, talli. ha scritto:

io darei un'ascoltata anche a Zimerman Rattle

li ho presi qualche mese fa, .. ma ascoltati uno o due volte, .. troppo poco per poter esprimere un parere motivato.

E poi, .. ero così affezionato alle vecchie incisioni con Bernstein, .. che li ho lasciati un po' in disparte, .. ma effettivamente Zimerman non lo si può tralasciare

Inviato
4 ore fa, Grancolauro ha scritto:

Forse nelle vecchie registrazioni dei concerti con Davis  il Nostro mancava ancora un po’ di maturità.

È probabile, anche perché Davis non sarà stato Kleiber o Furtwaengler, ..ma comunque era uno che le orchestre le sapeva far andare, e ad esempio con nonno Arrau ultraottantenne aveva inciso gli stessi concerti in modo ben più convincente.

Ma sapete che più vecchio divento, più sono affascinato dai grandi vecchi (Arrau e Backhaus su tutti).

 

Inviato
46 minuti fa, maverick ha scritto:

più sono affascinato dai grandi vecchi

Molto anch'io: Gieseking in questa Opera mi piace parecchio.

Ho questa versione con Karajan alla direzione

 

 

R-4123952-1520950531-8551.jpg

  • Melius 1
Inviato

E comunque,  tornando ad Arrau, quando non era "nonno", ma un nobile signore di 60 anni, ho riascoltato la sua prima integrale (almeno per l'Imperatore) del 1964 con Haitink,

Credetemi, ..difficile trovare di meglio.

Ed è anche superbamente registrata,  forse con una presa di suono un po' ravvicinata, ma di straordinaria nitidezza.

Considerato che è una registrazione di 60 anni fa, c'è da stropicciarsi le orecchie.

  • Thanks 1
Grancolauro
Inviato

È sicuramente una mia deformazione mentale e mi prenderete tutti per scemo, ma se qualcuno chiede “quali sono le migliori interpretazioni di questo o quello” la prima cosa che mi viene in mente di consigliare, se conosco bene il pezzo in questione ovviamente, sono le interpretazioni che preferisco di oggi, degli anni vicini a noi. Non che quelle di 30, 50 o 70 anni fa non siano magnifiche, ovviamente. Ma in un certo senso appartengono ad altre epoche, sono reperti storici; inestimabili certo ma ormai lontani da noi. 
La dico fino in fondo: il nostro quinto di Beethoven, in cui il nostro tempo di rispecchia, non è più quello di Arrau ma quello di Lars Vogt, di Uchida, dell’ultimo Zimerman. Ed è quello che dovremmo, credo, innanzitutto ascoltare. Fosse solo per poi rifugiarci nel passato, nel caso il presente ci sembri troppo ostile.
Ok, mi rendo conto di averla sparata grossa… Mi zittisco subito 🙂

  • Melius 1
Inviato
15 ore fa, Grancolauro ha scritto:

La dico fino in fondo: il nostro quinto di Beethoven, in cui il nostro tempo di rispecchia, non è più quello di Arrau ma quello di Lars Vogt, di Uchida, dell’ultimo Zimerman. Ed è quello che dovremmo, credo, innanzitutto ascoltare.

Mmhhh, Grancolauro..., mi cade un mito.

Lascia stare Zimerman , che merita ovviamente approfondimenti specifici.., ma se mi parti con "non ascoltate Arrau, ma Lars Vogt" ... ti rispondo come Totò...

Con immutata stima.

Inviato

Non e’ questione di miti del

passato ma di valutazioni obiettive a mio avviso. Ad esempio un flauto magico di furtwangler puo’ essere in effetti vecchiotto come un Bach di Gieseking.

Ma un Mozart di Walter, un Verdi di Toscanini, un Debussy di Ciani o un Ravel di Ansermet sono non solo attualissimi ma per certi versi insuperati

Inviato
22 ore fa, maverick ha scritto:

Considerato che è una registrazione di 60 anni fa, c'è da stropicciarsi le orecchie.

Ascoltata su Tidal: veramente molto bella, c'è anche con Galliera alla direzione ma ho preferito Haitink... mi sembra più "fresca" (non so dare la giusta definizione....)

Ho acquistato un LP in condizioni NM, non facile da trovare visto l'anno... non vedo l'ora che arrivi😁

Grazie per la segnalazione!

Inviato
5 ore fa, maverick ha scritto:

Lascia stare Zimerman , che merita ovviamente approfondimenti specifici.., ma se mi parti con "non ascoltate Arrau, ma Lars Vogt" ... ti rispondo come Totò...

Ma no, figurati, non intendevo dire che Vogt è meglio di Arrau. Ci mancherebbe, non mi passerebbe neanche per l'anticamera del cervello 😄.

Provo a spiegare quello che avevo in mente con una metafora: per me le grandi interpretazioni del passato di un brano di musica classica sono come i quadri di grandi artisti esposti in un museo dedicato al medesimo soggetto. Tutti i quadri ritraggono esattamente la stessa cosa, lo stesso soggetto, ripruducendolo ovviamente in modi diversi. Ma l'arte non sta solo dentro ai musei. Ci sono anche gli artisti del nostro tempo, impegnati a suonare lo stesso spartito in modi sempre nuovi, perché nuovo è il loro tempo, e l'interpretazione che propongono di quello spartito è inevitabilmente figlia di quel loro tempo, bella o bratta che sia. Forse qualcuno di questi artisti un giorno vedrà appeso il suo quadro nel museo del quinto concerto di Beethoven, anche se al momento non sappiamo se questo accadrà. Ciò che conta, a mio modo di vedere ovviamente, è che la musica classica non sta soltanto dentro ai musei, né ha poi così tanto senso comparare le grandi interpretazioni di un passato a noi lontano con quello che fanno i musicisti oggi. Bisognerebbe forse fare entrambe le cose: seguire gli interpreti contemporanei, cogliere le loro sfide, i rischi che prendono, accettare i loro fallimenti, e poi andare anche al museo a vedere/ascoltare i grandi classici (come Arrau) che hanno già superato il giudizio della storia. Sono alla fine due attività diverse. Se pensiamo che la musica classica sia qualcosa di vivo, in continua trasformazione, fare la prima cosa non è tuttavia meno importante della seconda. Questo è più o meno quello che intendevo dire.

Detto questo, vado ad ascoltare Backhaus che è sempre un bel sentire 😂

 

             

  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato
5 minuti fa, Grancolauro ha scritto:

Detto questo, vado ad ascoltare Backhaus che è sempre un bel sentire 😂

Ecco,  ..bravo. 😂

Devo dire che leggo sempre con piacere le tue dissertazioni; quasi sempre le condivido in toto, queste ultime un po' meno, ..ma ci sta ed è sempre utile confrontarsi.

Sinceramente non invidio i pianisti di oggi; in gran parte del repertorio (e i concerti di Beethoven ovviamente fanno parte di questo) si è già talmente detto tanto,  che è davvero difficile essere interessanti e originali.

Certo, ..qualcuno lo è (Vogt secondo me non più di tanto), ..ma da ascoltatore io continuo a preferire le grandi esecuzioni del passato...

Almeno nel 5 di Beethoven .

Buona musica

Inviato
12 minuti fa, Grancolauro ha scritto:

Bisognerebbe forse fare entrambe le cose:

Sono d'accordo,  io ascolto la versione che più mi piace confrontando le varie versioni e mi diverte parecchio cogliere le differenze. 

Tempo fa era stata segnalata la versione di Chailly con al piano Freire: molto bella anche questa , più veloce ma molto bella.

Inviato
33 minuti fa, maverick ha scritto:

in gran parte del repertorio (e i concerti di Beethoven ovviamente fanno parte di questo) si è già talmente detto tanto,  che è davvero difficile essere interessanti e originali.

Già, è proprio così. Ma poi arrivano momenti in cui succedono cose che non ti aspetti. Nascono nuovi stili, si evolvono gli strumenti, arriva il genio dalla mano e dalla mente fatata che mai avresti pensato potesse nascere, o altro ancora. Pensa in anni recenti a gente come Sokolov, Pletnev, o al Beethoven di Pollini degli anni 80, o a quello di Kempff, Backhaus o Schnabel,  solo per fare qualche esempio banale. Ogni volta che esce un nuovo disco, anche di roba strafrequentata, ho sempre la speranza di restare stupito e ammagliato da qualcosa di nuovo. Anche se 99 su 100 poi torno ad ascoltare Backhaus, appunto.

  • Melius 1
Inviato
36 minuti fa, rock56 ha scritto:

Tempo fa era stata segnalata la versione di Chailly con al piano Freire:

Ottima segnalazione anche secondo me. Invece non conosco la versione di Pletnev indicata dall'amico @Alpine71. Ho in mente quella diretta da Gansh per la DG ma altre di Pletnev no. Ecco, il Beethoven di Pletnev è davvero fuori dagli schemi...

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