Questo è un messaggio popolare. Savgal Inviato 7 Agosto 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 7 Agosto 2022 @mom Considera che troppe volte diamo erroneamente per scontato che nella comunicazione il soggetto ricevente intenda quanto comunicato negli stessi termini in cui lo ha inteso il soggetto emittente, cosa in molti casi per nulla affatto vera. Per studio (sono laureato in filosofia) e lavoro il tema del linguaggio e della comunicazione mi interessa particolarmente. Incollo un mio "pippone" sulla teoria della comunicazione che sottoponevo ai miei studenti. In antitesi al tema del thread non è sintetico, ma analitico e richiede pazienza ed attenzione. Teoria della comunicazione - Cosa significa “comunicare” Per comunicazione si intende il trasferimento di informazioni, ossia di segni che esprimono o rappresentano stabilmente un dato oggetto fisico e mentale sulla base di regole condivise, da un soggetto ad un altro. Il trasferimento di informazioni avviene attraverso processi bilaterali di: 1) emissione, 2) trasmissione, 3) ricezione, 4) interpretazione. Ciò implica che i soggetti coinvolti nel processo devono condividere una serie di regole di emissione, trasmissione, ricezione, interpretazione dell’informazione. In ambito sociale la comunicazione può essere intesa principalmente in due modi, 1) come trasferimento di informazioni, 2) come condivisione dei significati dell’informazione. Nella prima accezione essa può essere intesa come il fenomeno costituito dal trasferimento di informazioni da un soggetto, l’emittente, ad un altro, il ricevente, attraverso mezzi di varia natura. Questa definizione può essere intesa, a sua volta, in due modi, in relazione al significato attribuito al termine “informazione”. Si può collocare sotto il termine informazione qualunque messaggio, a prescindere dal fatto se il messaggio sia codificato o meno, oppure si può restringere il concetto di informazione esclusivamente ai messaggi che sono stabilmente e intenzionalmente codificati, che quindi consistono in “segni” che stanno a significare un determinato evento, idea, soggetto e solo per quello. Nel primo caso quasi tutti i possibili fenomeni sociali sono comunicazione, nel secondo caso si circoscrive la comunicazione alle informazioni linguistiche o non linguistiche stabilmente collocati in dei codici. La definizione di informazione come condivisione dei significati dell’informazione deve essere opportunamente intesa. Sostenere che si è in presenza di comunicazione solo quando due o più soggetti condividono completamente gli stessi significati dell’informazione implica una drastica riduzione della portata del concetto di comunicazione. Solitamente due o più soggetti trasmettono e ricevono una grande massa di informazioni codificate senza che ciò implichi necessariamente che essi attribuiscono all’informazione scambiata gli stessi significati. Nell’analisi delle interazioni sociali il significato deve essere inteso come una grandezza variabile e che anche in caso di condivisione del significato in misura minima si può essere in presenza di forme di interazioni efficaci. Il giungere a condividere i significati della comunicazione in ugual misura è operazione estremamente complessa ed assai rara. Sul punto si tornerà oltre. Altra distinzione da operare è quella fra sistemi verbali e non verbali di comunicazione. Fra i sistemi non verbali il più importante è il sotto-sistema gestuale. Nel sistema gestuale è il soggetto emittente che attraverso determinati movimenti ed atteggiamenti del corpo e, soprattutto, del viso, trasmette segni finalizzati a comunicare stati fisici e psichici ed informazioni e messaggi relativamente semplici. Tutte le culture sono ricche di sistemi gestuali che passano un contenuto informativo spesso difficilmente traducibile in segni verbali. Altro carattere dei sistemi non verbali è la grande variazione che presentano in termini di codificazione/decodificazione. Vi sono sistemi altamente codificati in cui i segni rappresentano in modo non equivoco e costante un determinato messaggio, di solito regolativo o prescrittivo, l’esempio è la segnaletica stradale, in questo caso si parla di segni/segnale. Altri sistemi sono invece molto poco codificati per cui i loro segni ammettono, senza forzature arbitrarie, interpretazioni diverse in relazione a differenti riceventi, al cotesto storico, ecc.; in questo caso si parla di segni/simbolo. I più complessi fra questi sono i prodotti artistici. Il sistema di comunicazione prioritario nell’ambito sociale è il linguaggio naturale. Il linguaggio naturale è fenomeno assai complesso, dalla prospettiva sociale è fondamentale adottare una teoria del significato linguistico. Quanto segue adotta la teoria triadica del significato linguistico sviluppata dal Ogden e Richards (c.d. "triangolo di Ogden e Richards”). Il significato è costituito da tre componenti distinte, che possono variare autonomamente o in relazione alle altre componenti. Il primo componente è la rappresentazione fonemica o ortografica (il significante) di una parola o di cosa. La seconda componente è la rappresentazione concettuale (il significato) memorizzato dal soggetto e che è richiamata dalla rappresentazione fonemica. Il terzo componente è l’elemento non linguistico richiamato dal significante, il referente, sedimentato nella mente attraverso l’esperienza e depositato nella memoria del soggetto. Il significato totale di un’espressione linguistica è tutta l’informazione esistente nella memoria del soggetto richiamata da quella espressione. Ciascuno dei tre elementi può essere richiamato alla memoria a partire da un altro. La teoria consente di chiarire i concetti di codice linguistico, segni/segnale e segni/simbolo. Qualsiasi tipo di codificazione/decodificazione della comunicazione tende a diventare progressivamente meno efficace, meno stabile, meno univoco quando il referente e il significato che il segno/codice rappresenta crescono in grandezza e complessità. In virtù di queste considerazioni si indica per segni/segnale ogni segno che rappresenta una grandezza limitata e finita di informazione, con significato e referente esattamente definiti (si pensi ai segnali stradali). Il segno/simbolo è invece ogni segno che richiama significati e referenti molti ampi e indeterminati, e la cui ampiezza non è possibile circoscrivere con precisione attraverso delle convenzioni. Il segno linguistico si colloca tra segno/segnale e segno/simbolo. All’interno di questa teoria del significato si colloca la definizione di “campo comunicativo”, inteso come il complesso di relazioni che include: a) una fonte o emittente; b) il significato che il contesto attribuisce al messaggio; c) un messaggio; d) un ricevente; e) il significato che il ricevente attribuisce al messaggio. All’interno di questo complesso di relazioni è possibile collocare il messaggio tra due poli. Un polo in cui il significato del messaggio con tutte le sue componenti non è per nulla coincidente tra emittente e ricevente; si definirà questo campo comunicativo di primo ordine. Nel secondo polo vi è una progressiva corrispondenza del significato del messaggio tra emittente e ricevente; si definirà questo campo comunicativo di secondo ordine. All’estremo del primo polo si parlerà di co-informazione, andando verso il secondo si parlerà di co-significazione. All’interno dei due poli si collocano le comunicazioni che avvengono nella realtà. Nei campi comunicativi di primo ordine le variazioni che è possibile osservare sono: 1) la co-significazione esiste in potenza e non in atto, ma ciò non interessa all’emittente; 2) la co-significazione non esiste e la fonte ne è consapevole 3) la co-significazione non esiste, ma la fonte presume erroneamente che vi sia; 4) la co-significazione non esiste, la fonte ne è consapevole, ma i suoi fini sono altri. Nei campi comunicativi di secondo ordine le variazioni che è possibile osservare sono: 1) la co-significazione è parziale, ma uno dei due soggetti o entrambi non hanno interesse a farla diventare simmetrica; 2) la co-significazione è parziale ed asimmetrica, ma i due soggetti sono interessati a pervenire ad una co-signifcazione simmetrica; 3) la co-significazione è simmetrica ma parziale, nel senso che il messaggio richiama nel ricevente significati e referenti che sono solo una parte di quelli che il messaggio ha richiamato nella memoria dell’emittente; 4) la co-significazione richiama nella memoria stessi significati e referenti senza ambiguità. Si deve altresì tener conto che le informazioni che significati e referenti richiamano dalla memoria sono spesso solo un parte di quelle effettivamente collocate nella memoria. Si deve poi considerare che qualsiasi messaggio è interpretato dal ricevente in relazione allo schema interpretativo che egli sceglie. L’interpretazione avviene anche attraverso comparazioni, per cui l’informazione è interpretata attraverso delle analogie, somiglianze, differenze, ecc., che il soggetto avverte a confronto di altre informazioni. In altri termini, sia la memorizzazione di significati e referenti che il passaggio di certe informazioni dalla memoria all’uso effettivo sono gestite da operazioni di percezione selettiva, reperimento, selezione dello schema interpretativo e comparazione. Perché si abbia identità di co-signifcazione tra emittente e ricevente è quindi necessario che non solo i due soggetti abbiano in memoria le stesse informazioni su significato e referente, ma anche che le operazioni di reperimento, selezione dello schema interpretativo e comparazione avvengano in modo sostanzialmente identico. Nelle situazioni concrete le possibilità che tutto ciò avvenga è evidentemente minima. Si devono anche considerare i fattori soggettivi ed oggettivi che condizionano la formazione del significato attraverso la memorizzazione e l’impiego di un lessico interno. Tra i fattori soggettivi vi sono gli interessi, i bisogni, le ideologie, le attese del soggetto, il suo livello di angoscia. Da questi fattori dipende il fatto che uno stesso messaggio è interpretato come una minaccia o come una speranza, se una data informazione, pur disponibile nella memoria del soggetto, è effettivamente reperita ed utilizzata, se la stessa espressione richiama alla memoria in un soggetto un dato elemento referente o concettuale ed in altri soggetti elementi solo parzialmente simili o addirittura diversi. Un fattore che potrebbe rendere omogenee le informazioni concettuali di una popolazione è l’istruzione. Tuttavia essa modifica in misura marginale le informazioni sui referenti, pertanto la diffusione dell’educazione non è da sola sufficiente a migliorare la comunicazione interpersonale in una società. Tra i fattori soggettivi che condizionano la formazione di significati e referenti e il loro impiego nell’interpretazione dei messaggi rientrano in primo luogo le esperienze che un soggetto compie in quanto collocato in un certo ambito sociale. Poiché all’interno di ciascun ambito si vivono esperienze particolari e si elabora una sub-cultura, ne consegue che le informazioni su significati e referenti che i suoi membri memorizzano sono differenti rispetto a soggetti che vivono in altri ambiti. In sintesi, ciascun ambito sociale tende a delimitare un perimetro circoscritto di significati e referenti. Inoltre, l’appartenere ad un ambito sociale condiziona in notevole misura (e spesso determina) gli interessi, le ideologie, i bisogni, le attese, i livelli di angoscia. Un ulteriore fattore che interviene sulla sequenza di operazioni di percezione, memorizzazione, reperimento, selezione dello schema interpretativo, comparazione del messaggio, è la situazione contingente del ricevente, quali gli stati di conflitto, le tensioni locali, la situazione economica e politica, ecc.- La modernizzazione ha moltiplicato i problemi di comunicazione in confronto a quelli delle società “tradizionali”. Le società moderne cercano di risolvere questi problemi attraverso meccanismi di integrazione. La differenziazione e la divisione del lavoro ha moltiplicato gli ambiti sociali aventi scopi, attività e sub-culture particolari e differenti, si sono moltiplicati i codici, i segni/segnale e i segni/simbolo, le informazioni a cui un soggetto è esposto sono enormemente aumentate in poche generazioni. L’incremento e la differenziazione di informazioni su significati e referenti ed il moltiplicarsi della quantità di informazioni diffuse hanno prodotto un’enorme differenziazione di significati attribuibili all’informazione. Il moltiplicarsi dell’informazione ha prodotto come effetto paradossale la riduzione della comunicazione come co-significazione e l’incremento della comunicazione come co-informazione. La co-significazione è tuttavia essenziale per l’integrazione dei sistemi sociali, dello Stato ossia delle collettività che pretendono un’esistenza stabile. Dal punto di vista teorico sarebbe possibile avere dei buoni livelli di integrazione attraverso un ristretto numero di segni/segnale che richiamano norme di comportamento operativo, economico, politico semplici e dirette. Ma il moltiplicarsi di campi comunicativi differenti e spesso isolati tra loro, conseguenza della differenziazione e della divisione del lavoro, rende sempre più difficile e costoso conseguire un livello minimo di co-significazione. Sottovalutare i costi e le conseguenze di tutto ciò o non avere risorse per conseguire un livello minimo di co-significazione potrebbe condurre al collasso del sistema sociale. 5
mom Inviato 7 Agosto 2022 Autore Inviato 7 Agosto 2022 @Savgal Grazie, lo leggerò con calma, mi interessa. Da quel che ho appena sbirciato mi ricorda un mio lavoro fatto in francese per l’esame di linguistica. Nel mio caso parlavo di sincronia e diacronia del linguaggio, del significato/significante e della reale semantica del linguaggio tra partenza e arrivo del messaggio. Avevo scritto anche un capitolo sulle varie interpretazioni dette à couches, cioè a strati, citando St. Exupéry e «Le petit prince ». Era un ottimo esempio per definire le chiavi di interpretazione del messaggio secondo età e cultura. Concludevo poi soffermandomi sull’aspetto psicologico e le possibili reazioni degli attori. Sarebbe interessante un confronto ma… ora siamo in vacanza ed è ora di pranzo…devo andare! Buon appetito! 😃
nixie Inviato 7 Agosto 2022 Inviato 7 Agosto 2022 A me il mio lavoro ricorda,scale alzate fino a 15m,su facciate al sole e pioggia,salita coi ramponi sui pali fini a 10m,camminate sulla neve in inverno per ripristinare linee telefoniche cadute per la suddetta,ho provato a declinare tutti i verbi come la Treccani comanda,fargli fare pure la sintesi,ma niente da fare.Insomma e in pratica, con questo latino,tutte le frasine e verbi messi perbenino,non avrei messo insieme il pranzo con la cena. P.S quando ascolto persone con certi requisiti,tendo ad indossare mutande di acciaio INOX.
Schelefetris Inviato 7 Agosto 2022 Inviato 7 Agosto 2022 10 minuti fa, nixie ha scritto: P.S quando ascolto persone con certi requisiti,tendo ad indossare mutande di acciaio INOX. in passato ci stava però un Partito che ti spiegava, fornendoti il servizio, che se anche tu avessi capito i verbi e le parole, le mutande in inox si poteva cercare di evitarle 😉
melos62 Inviato 7 Agosto 2022 Inviato 7 Agosto 2022 @nixie un buon operaio, esperto e capace, potrebbe essere ancora migliore conoscendo e apprezzando musica, arte, letteratura, basterebbe in modo amatoriale, si intende. L'uomo è uno. 1
Savgal Inviato 7 Agosto 2022 Inviato 7 Agosto 2022 @mom Aggiungo un'osservazione. I maggiori problemi di comunicazione e comprensione sorgono quando i termini usati sono significanti privi di referenti concreti. Quando utilizziamo parole come amore o libertà o Dio, come le intende il mio interlocutore? I tre termini non sono casuali, nel dialetto della mia terra non vi sono parole con un significato equivalente. Il che pone il quesito di cosa intende un mio interlocutore la cui lingua è stata il dialetto. Ma anche chi ha l'italiano come lingua materna, quale significato attribuisce alle tre parole di cui sopra? Fino a che punto è la connotazione a prevalere sulla denotazione, ammettendo che quest'ultima sia ben chiara al mio interlocutore.
mom Inviato 7 Agosto 2022 Autore Inviato 7 Agosto 2022 45 minuti fa, Savgal ha scritto: . I maggiori problemi di comunicazione e comprensione sorgono quando i termini usati sono significanti privi di referenti concreti. Verissimo, le icone mentali che si creano nella mente di ogni individuo su termini astratti sono del tutto soggettive: dipendono da tanti dati, non ultimi quelli insiti nella memoria fisiologica storica (uomo/donna), il territorio e la personale sensibilità. Ciascuno ha i suoi disegni mentali più o meno ornati o geometrici.Resta comunque quasi sempre un po’ di spazio per trovare un denominatore, non assoluto ma approssimativo. Qui si abbandona l’aspetto linguistico per addentrarsi in quello psicologico. Sei d’accordo? 😀 E la storia continua…
vizegraf Inviato 7 Agosto 2022 Inviato 7 Agosto 2022 58 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: Grazie di esistere ... canta Gino Paoli. 1
Savgal Inviato 8 Agosto 2022 Inviato 8 Agosto 2022 @melos62 Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza. 1
Gaetanoalberto Inviato 8 Agosto 2022 Inviato 8 Agosto 2022 Invito a leggere l'interessante post di @Savgalprima di procedere alla lettura di queste scarne righe. I miei post, ormai noti all'affezionato pubblico, distinto tra rari estimatori e folle di detrattori, rientrano di norma nel campo comunicativo di primo ordine, sottoinsieme individuato al punto 1). Ai detrattori tuttavia vorrei oggi far giungere una comunicazione ascrivibile al campo comunicativo di secondo ordine, sottoinsieme 4). Nonostante la possibilità sia minima, mi auguro che il successivo messaggio rientri tra i rari casi di identitá completa di cosignificazione. Ritengo infatti che, a dispetto della sua origine appartenente ad una sub-cultura, l'educazione, istruzione, l'informazione dei forumers detrattori, consentano di intendere il messaggio, anche attraverso l'uso codificato dei segni, ormai significativamente condiviso nella nostra comunitá nazionale. Venendo al dunque, inoltro agli amati detrattori il messaggio. Grazie alle risposte, sarà possibile effettuare un interessante esperimento sociale sulla co-significazione. MESSAGGIO 🤘🤘🤘🤘🤘
melos62 Inviato 8 Agosto 2022 Inviato 8 Agosto 2022 6 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: MESSAGGIO 🤘🤘🤘🤘🤘 Penso di poter rispondere con un messaggio acustico onomatopeico in cui significato e significante coincidono: 😀 1
melos62 Inviato 8 Agosto 2022 Inviato 8 Agosto 2022 1 ora fa, Savgal ha scritto: Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza. Se lo tuo dir riprova la mia idea d'usare la conserva piemontese siccome David con Golia facea ben tu t'avvedi che a più riprese con zelo degno di ben altro fine il Guru con la @mom vile trascese a nulla vàlser mòniti e moìne: per contenere il sardineo bruto occorrono buccacci di zucchine
Schelefetris Inviato 8 Agosto 2022 Inviato 8 Agosto 2022 @Savgal L'argomento da te esposto ha anche altre diramazioni. Ti risparmio i tanti approfondimenti fatti per quanto concerne le tecniche di comunicazione e semantica nella e della contrattazione 😄 Si possono riassumere nel cosiddetto "feedback" (pardon ma quando si entra in certi tecnicismi esiste solo l'inglese 😞 ) a due o più vie... Capire e "livellare" il linguaggio dell'emittente con la ricevente- Segnale inviato, sentito o ascoltato? Capito e/o condiviso? Ricezione di segnale di conferma. Conferma accertata, condivisione accertata? ok, secondo segnale etc. etc.
Gaetanoalberto Inviato 8 Agosto 2022 Inviato 8 Agosto 2022 37 minuti fa, Schelefetris ha scritto: tecniche di comunicazione e semantica nella e della contrattazione Tra le varie ho i ricordi di un corso di tecniche di vendita, poi ho un caro amico radioamatore e pilota, dopo anni di uso dei software di simulazione di volo. 37 minuti fa, Schelefetris ha scritto: Segnale inviato, sentito o ascoltato? Capito e/o condiviso? Ricezione di segnale di conferma. Conferma accertata Pare che radioamatori, piloti e venditori abbiano qualcosa in comune. Un buon inizio per la condivisione di significante e significato.
UpTo11 Inviato 8 Agosto 2022 Inviato 8 Agosto 2022 Il 6/8/2022 at 13:30, lufranz ha scritto: Un suo post con meno di 32768 parole era merce rara. 2¹⁵, la sintesi cribbio! P.S. anche il mio prof di chimica organica lo diceva sempre che la capacità di sintesi è importante.
Schelefetris Inviato 8 Agosto 2022 Inviato 8 Agosto 2022 @UpTo11 ovvio, tra dire acido acetilsalicilico e C₉H₈O₄ ce ne passa 😄 anche sulla scelta dei nomi e della importanza della lunghezza si era espresso Troisi 😄
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