transcriptor Inviato 22 Aprile 2021 Inviato 22 Aprile 2021 Salve , do il mio contributo, il jazz come genere L ho scoperto nel 1998 frequentando amici che solevano andata a concerti in una chiesetta sconsacrata nel paesino di Olivola( fra Alessandria e Casale) dove suonava in certo Nando De Luca , il tutto sovvenzionato da un ricco milionario svizzero amante del luogo e della musica.Seguirono concerti gratuiti al teatro di Alessandria e influenze di amici con età superiore alla mia nati con il jazz e non con il Rock 🎧. Ma la vera rivelazione fu ascoltare un disco di Chet baker avuto In regalo18 anni prima e mai utilizzato. Disco proveniente da una casa discografica di Parigi dove avevo fatto visita. Neanche a dirlo il titolo è Chet Backer a Paris 1
analogico_09 Inviato 22 Aprile 2021 Autore Inviato 22 Aprile 2021 1 ora fa, Amemas ha scritto: L'assolo di McLean è di una forza espressiva notevole, per non parlarè di quello di Moncur al trombone. Il suggestivo e "misterioso" andamento del tema iniziale e finale di questo brano ha qualcosa di inquietante, di "funereo".., la ripresa finale di Grachan Moncur III, sulla scansione percussiva della batteria e del vibrafono, raccolta dal sax di McLean, sembra una marcia funebre... Jackie McLean è un musicista di altissimo livello, forse non pienamente riconosciuto come altri sassofonisti della sua generazione. Il suo jazz è molto personale, vigoroso, forte di "carattere", si discosta dall'hard bop più mainstream.., si avvicina di più al Bop.., a Charlie Parker, il suo idolo... Questo ricorda Miles Davis nella sua autobiografia scritta con Q. Troupe:_ <In quell'album [DIggin' whith the M. D. Sextet] Sonny Rollins diede tutto quello che aveva, e anche Jackie McLean. [...] Venne anche Charlie Parker a sentire e si mise in regia. Jackie era già nervoso perché era il suo debutto in studio, ma quando vide Bird, che era il suo idolo, a momenti uscì di testa. Continuava ad andare da lui a chiedergli cosa ci faceva lì, e Bird a rispondergli che si stava solo facendo un giro. Gliel'avrà chiesto un milione di volte. Jackie voleva che Bird se ne andasse perché così sarebbe stato più rilassato. Ma Bird continuava a dirgli come suonava bene e a incoraggiarlo, e questo alla fine rese la prova di Jackie davvero fantastica> Album non di meno interessante "Demon's Dance", organico di tutto rispetto: Jackie McLean - Alto Saxophone Woody Shaw - Trumpet Lamont Johnson - Piano Scott Holt - Bass Jack DeJohnette - Drums ... quest'ultimo davvero un "dominatore" di instancabile e potente energia percussiva... Un sentito omaggio a John Coltrane ... 1
analogico_09 Inviato 22 Aprile 2021 Autore Inviato 22 Aprile 2021 57 minuti fa, transcriptor ha scritto: Neanche a dirlo il titolo è Chet Baker a Paris Conosco il disco, ottima compilation di brani registrati tra il 1955 1956 nella capitale francese
Amemas Inviato 22 Aprile 2021 Inviato 22 Aprile 2021 8 minuti fa, analogico_09 ha scritto: Album non di meno interessante "Demon Dance Conosco benissimo e ce l'ho (solo) su cd.
Amemas Inviato 22 Aprile 2021 Inviato 22 Aprile 2021 @analogico_09 E questo, lo conosci (domanda retorica)? Purtroppo, come il precedente (Demon's Dance), c'è l'ho solo su cd. Ornette Coleman alla tromba, incredibile!!!!
analogico_09 Inviato 22 Aprile 2021 Autore Inviato 22 Aprile 2021 Questo secondo me è un album capitale, bellissimo, di J. McLean nel quale la derivazione parkeriana dell'altosassofonista appare particolarmente evidente. 1
analogico_09 Inviato 22 Aprile 2021 Autore Inviato 22 Aprile 2021 36 minuti fa, Amemas ha scritto: E questo, lo conosci (domanda retorica)? Domanda pertinente.., non lo conosco, sarà sicuramente un ottimo disco.., Coleman lo ascoltai alla tromba a un concerto del Music Inn dei '70.., non la suonava alla Freddie Hubbard.., per dire.., la suonava con i limiti di chi non è trombettista, senza virtuosismi ma avendo come obiettivo la musica, la musicalità... Un po' come il "Mingus plays piano".., non un pianista ma con un senso sommo della "spontaneous composition and improvvisation" (sottotitolo del disco) da far invidia a certi pianisti di di "rondò a la turk" per appasianati di esotismi turistici dei viaggi organizzati... 😄 Il modalismo di Mingus collima con l'impressionismo ... Ravel, Debussy.., sono tutti molto vicini tra di loro... Un genio assoluto Mingus.., unico, massimo.., se dovessimo fare una classifica sarebbe il primo della mia lista dei più grandi musicisti jazz della storia... ... Di Demon Dance ho il CD.., ma alla fine ciò che conta è "avere" la musica... 😉 1
analogico_09 Inviato 22 Aprile 2021 Autore Inviato 22 Aprile 2021 11 minuti fa, Napoli ha scritto: sax tenore di cui si parla poco. Prova ad introdurlo tu, siamo qui per questo. Conosco poco Tina Brooks.
Amemas Inviato 22 Aprile 2021 Inviato 22 Aprile 2021 13 minuti fa, analogico_09 ha scritto: Conosco poco Tina Brooks. Io lo adoro, e True Blue è un capolavoro!
Napoli Inviato 22 Aprile 2021 Inviato 22 Aprile 2021 @analogico_09 @Amemas conosciuto all' inizio per le sue collaborazioni in album come the sermon di jimmy smith o il bellissimo open sesame di freddie hubbard.Nel 1958 firma un contratto con la blue note e registra 4 splendidi album: minor move-true blue-back to the tracks e the waiting game. Dal 1961 non registra piu nulla, muore nel 1974 a causa dell'abuso di sostanze stupefacenti a 42 anni.A parte True blue tutti i restanti album sono stati pubblicati solo dopo la sua morte. 1
Amemas Inviato 22 Aprile 2021 Inviato 22 Aprile 2021 @Napoli @analogico_09 Una settimana dopo aver partecipato alle sessioni di registrazione dell'album di debutto di Freddie Hubbard, Tina Brooks entra in sala di incisione per registrare l'album True Blue che, inspiegabilmente, risulterà l'unico a essere pubblicato dall'etichetta di Lion & Wolff. Ci vorranno 3 decadi per indurre la Blue Note a tirar fuori dal cassetto le altre registrazioni fatte dallo sfortunato sassofonista. Sicuramente non un pioniere alla Dexter Gordon, né un innovatore alla Joe Henderson, ma Tina Brooks rimane comunque un grande sassofonista capace di un fraseggio al contempo dolce e spigoloso, dotato di brio melodico e di una scrittura carica di pathos. Forse, se non avesse avuto la sfortuna di "incontrare" l'eroina, i numerosi problemi di salute che lo afflissero nella breve vita e, perchè no, dei produttori incapaci di leggere e riconoscere le sue potenzialità, avrebbe potuto regalare altre belle pagine di groove jazz come quella dell'album in oggetto. Good Old Soul 1
Amemas Inviato 22 Aprile 2021 Inviato 22 Aprile 2021 4 ore fa, analogico_09 ha scritto: Un genio assoluto Mingus. Concordo assolutamente.
mchiorri Inviato 23 Aprile 2021 Inviato 23 Aprile 2021 Ci provo, ma John Zorn, Dave Douglas con i vari Masada? Non li potremmo ri-valutare. Sò moderni, ma grandi 😉
mchiorri Inviato 23 Aprile 2021 Inviato 23 Aprile 2021 E lo stesso Uri Cane ce spazia dall'etnico alla classica, provenendo da un jazz americano mainstrem negli anni 90?
analogico_09 Inviato 23 Aprile 2021 Autore Inviato 23 Aprile 2021 @mchiorri Si, ma non si finirebbe mai di prendere musiche di altri contesti culturali misti, che prendono anche dal jazz senza appartenere all'estetica, alla cultura, all'"antropologia" afroamericana, mi riferisco alle varie forme di contaminazioni e fusioni di cui è pieno il mondo, il "tempo".., dal momento che con l'avvento del jazz il novecento musicale terrestre, non solo popolare, non solo occidentale, specialmente il popolare, ne restò quasi interamente impressionato... Ci vorrebbe credo un topic specifico per trattare in maniera centrata questi generi musicali diversi; è possibile fare dei riferimenti anche qui, così ci si riferisce alla classica contaminata dal jazz, e al jazz contaminato dalla classica, ma sempre in funzione del discorso focalizzto sul jazz...
mchiorri Inviato 23 Aprile 2021 Inviato 23 Aprile 2021 @analogico_09 certamente, hai ragione. Ma io partivo dall'idea del jazz come musica sincretica per antonomasia.... senza dimenticare le radici ed i bei dischi consigliati in questo 3d.
analogico_09 Inviato 23 Aprile 2021 Autore Inviato 23 Aprile 2021 @mchiorri Questa idea di un jazz sincretico, la sua applicazione pratica massiva, ha contribuito a minare, fino a sfldarle, l'identità estetica, poetica, psichica, oltre che culturale, antropologica, sociale, del jazz. Oggi abbiamo in molti casi, basti osservare certe liste di dischi divisi per generi musicali del web, negli stessi negozi dei dischi, che le musiche inclassificabili, più o meno spurie e impersonali, od anche di qualità, che non si sappia dove metterle, vengono infilate nella lista del jazz... 🙏
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