blucatenaria Posted April 20, 2021 Share Posted April 20, 2021 @analogico_09 capolavoro assoluto, un caposaldo dellamusica del 900, una sintesi perfetta di antico e moderno in cui gioco, collaborazione e intesa tra i musicisti entrano in un connubio ideale con le capacità compositive ed espositive dell'autore, il tutto intriso di una emotiva discesa che tocca le corde più profonde dell'anima, laddove non si potrebbe mai immaginare di poter arrivare. Ad un soffio dal passo estremo che solo la morte immagino possa dare Link to comment Share on other sites More sharing options...
analogico_09 Posted April 20, 2021 Author Share Posted April 20, 2021 24 minuti fa, Beppardo ha scritto: capolavoro assoluto A quale capolavoro ti riferisci, Bepp? Link to comment Share on other sites More sharing options...
Popular Post analogico_09 Posted April 21, 2021 Author Popular Post Share Posted April 21, 2021 11 ore fa, flamenko ha scritto: Ora, e lo dico senza polemica, sono pagine che leggo solo aggettivazioni ridondanti e rigorosamente postume (andate a leggere quelle dell'epoca ) intorno ai "grandi" che certo non aiutano a capire, figurati a penetrare, un genere cosi maledettamente semplice quanto istintivo. Stereotiparlo, patinarlo pomposamente non è affatto......jazz! Ricordiamoci che i signori mostrati su queste pagine con perizia professorale anche al Carnegie Hall entravano dalla porta di servizio e una volta usciti, sempre dalla stessa porta, erano "negri" come gli altri.E questo è jazz almeno sino all'epoca che state esplorando e dissertando come si farebbe in un gentlemen club .....🤗 Credo che le tue affermazioni meritino una risposta più mirata, lo faccio ora, prima avevo da fare. Dovresti ricordare te, nel caso avessi letto ciò che ho scritto - ma non lo hai fatto stando alle tue lagnanze decentratamente polemiche, e parlo per me visto che ti rivolgi anche a me - che ho sempre parlato a più riprese, in questo topic e in tutte le altre discussioni sul jazz cui ho partecipato durante tanti anni di forum, della questione razziale degli afroamericani trattati come "proprietà", come oggetto dello sfrutamento schiavo e non, ovvero della condizione storica e cronachistica dei musicisti jazz. Ne ho parlato ponendo ripetutamente, l'accento sul dramma socio-politico, antropologico, culturale, morale, ecc, dell'emarginazione, dello sfruttamento, della violenza e del "dolore" del "popolo del blues".., di ciò che ha contribuito fortemente a forgiare l'estetica, il carattere, la poetica, la psiche della musica nera. Non mi sembra che questi siano gli argomenti più gettonati nei club dei gentlemen, ma tu saprai.., io non ne ho mai frequentati. Ho parlato di queste cose drammatiche e semplici, estremamente complesse e istintive, con le parole del cum-patimento, della sincera passione che mi lega al jazz alle vicende dei suoi protagonisti, alla sua grande storia. Stereotipi e patinature appartengono a chi le stravede proiettivamente negli altri. Non è obbligatorio leggere ciò che scrivono gli altri, ma non è neppure intellettualmente corretto negare l'evidenza, cercare di sminuire se non anche ridicolizzare le idee degli altri utenti, pontificare su quanto sia stato già stra-detto, credendo di scoprire l'acqua calda. 👋 1 2 Link to comment Share on other sites More sharing options...
blucatenaria Posted April 21, 2021 Share Posted April 21, 2021 @analogico_09 praying with eric Link to comment Share on other sites More sharing options...
leoncino Posted April 21, 2021 Share Posted April 21, 2021 Intanto se posso darvi un consiglio non partite senza lunghi ascolti di bebop e hardbop all'ascolto del free. Poi fondamentale, il bebop e lo hardbop possono essere ascoltati distrattamente, ma se volte veramente entrare nel mondo dei suoni chiudete gli occhi e viaggiate. Questo per il free invece è condizione irrinunciabile. Non si può fare altro o pensate ad altro, bisogna farsi trasportare nel viaggio interstellare. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Amemas Posted April 21, 2021 Share Posted April 21, 2021 3 ore fa, terlino ha scritto: Intanto se posso darvi un consiglio non partite senza lunghi ascolti di bebop e hardbop all'ascolto del free Curiosamente io ho fatto il percorso inverso, ma non faccio testo. Era il 1983 (o il 1984) e, convinto da un amico di mia sorella, sono andato a vedere un concerto degli Art Ensemble Of Chicago in un teatro della mia cittá. Una musica stranissima, un suono potente e misterioso ma in quell'occasione, quello che mi ha tenuto incollato alla sedia, fu lo "spettacolo tribale" a cui i suddetti erano dediti nelle esibizioni dal vivo Venivo da esperienze musicali legate all'ambito cantautorale, al soul e alla disco anni 70 e al rock "classico". Dopo quel concerto niente è stato più come prima. Dopo di allora sono (ri)partito dai classici e via via sino al jazz moderno e contemporaneo. 2 Link to comment Share on other sites More sharing options...
analogico_09 Posted April 21, 2021 Author Share Posted April 21, 2021 4 ore fa, Beppardo ha scritto: praying with eric Si, il Town Hall Concert.., straripante.., come tutti gli altri concerti eseguiti da Mingus con lo stesso sestetto, stesso anno, con gli stessi brani più altri, nelle varie capitali europee durante la leggendaria, lunga tournè del 1964 nel vecchio continente. Esistono vari video di tali concerti, imperdibile, anche in CD, un triplo album America Records, mono/stereo, del concerto registrato dal vivo al Theatre des Champs Elysees di Parigi il 19 aprile 1964, giusto 57 anni fa per una musica che appartiene al futuro... (nelle edizioni originali del 1971, io ho quella italiana, "So long Eric" risulta erroneamente accreditato come "Goodbye Pork Pie Hat". Johhny Coles accreditato per tutti i brani abbandonò il sestetto dopo "So long Eric", costretto a tornare negli Usa per motivi di salute. Il bellissimo filmato del concerto di Amsterdam ... in quintetto, John Coles assente ... meraviglia anche questo live, ma più "controllato".., il concerto di Parigi fu più intesnso "sanguigno" .., meno "raffinato" ma con un "duende furioso"... 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
analogico_09 Posted April 21, 2021 Author Share Posted April 21, 2021 4 ore fa, terlino ha scritto: Intanto se posso darvi un consiglio non partite senza lunghi ascolti di bebop e hardbop all'ascolto del free. Poi fondamentale, il bebop e lo hardbop possono essere ascoltati distrattamente, ma se volte veramente entrare nel mondo dei suoni chiudete gli occhi e viaggiate. Questo per il free invece è condizione irrinunciabile. Non si può fare altro o pensate ad altro, bisogna farsi trasportare nel viaggio interstellare. Come dicevo sopra, "ascoltare" senza cercare di "capire"... In quanto a viaggi interstellari, ne compii alcuni con la Intergalactic Research Arkestra di Sun Ra, attraverso i dischi.., quello che posto è un live del 1970, tra i migliori del Dio Ra ... intitolato "It's After The End Of The World".., eccellente registrazione Basf MPS... ... altri viaggi li ho compiuti durante i 6 concerti di Sun Ra cui ho assistito negli anni '70 e '80... ero sull'astronave di Pescara jazz del 1976... musica, teatro, danza, poesia... scattai qualche fotina che vorrei condividere con voi appassionati di jazz 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
analogico_09 Posted April 21, 2021 Author Share Posted April 21, 2021 Nel 1980, a Roma, partiva un'altra navicella intergalattica... fu un "viaggio" a colori... non vorrei annoiare con i miei ricordini.., ma che ci stanno fare chiuse in un cassetto ad ammuffire.., faccio volare un po' anche loro ... 😄 la prima immagine in particolare mi da' l'idea di come sia il free jazz... 2 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Popular Post analogico_09 Posted April 21, 2021 Author Popular Post Share Posted April 21, 2021 1 ora fa, Amemas ha scritto: sono andato a vedere un concerto degli Art Ensemble Of Chicago in un teatro della mia cittá. Una musica stranissima, un suono potente e misterioso ma in quell'occasione, quello che mi ha tenuto incollato alla sedia, fu lo "spettacolo tribale" a cui i suddetti erano dediti nelle esibizioni dal vivo Si.., l'idea tribale della musica, dello "spettacolo" integrale, come le riunioni (ance)(a)strali di Sun Ra... il jazz più "estremo", il free jazz.., si avvicina , ancora di più alle radici africane, "egizie", "cosmiche"... Il tuo fu un approccio "giusto".., lasciarsi cogliere di sorpresa dalla musica, senza prevenzioni.... Un concerto dei '70.., Teatro Argentina se non ricordo male.., gli AEOC erano spesso a Roma e li ho ascoltati più volte... c'era con loro la soul singer Fontella Bass della celebre Rescue Me del 1965... Giuro che sono le ultime... le ho messe insieme per "stringere" unn po'... 😄 2 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Amemas Posted April 21, 2021 Share Posted April 21, 2021 @analogico_09 👏Foto bellissime (sono dia?): mi chino di fronte a cotanta maestria. Io del concerto sumenzionato dell'Art Ensemble ho una registrazione "domestica" fatta personalmente con l'ausilio di un registratore portatile di media qualità. Pensa che, per darti la misura della durata dello "spettacolo", non è bastata una cassetta da 90 Min. che mi ero portato appresso! Link to comment Share on other sites More sharing options...
dariob Posted April 21, 2021 Share Posted April 21, 2021 @analogico_09 Sei una miniera! Complimenti! Ma per quanto mi riguarda ho l' impressione che per cominciare ad apprezzare il free (almeno nelle sue espressioni meno "ortodosse), bisognerebbe essere piu' giovani: mente piu' aperta, piu' disposta ad accogliere sonorita' , diciamo aliene a quanto ascoltato per 60 anni. Parlo per me, naturalmente. Ho comunque un mare di jazz da ascoltare! Link to comment Share on other sites More sharing options...
analogico_09 Posted April 21, 2021 Author Share Posted April 21, 2021 @Amemas @dariob Grazie ad entrambi toppo generosi, mi fa piacere condividere queste immagini che appartengono ahimè alla storia... 😉 3 ore fa, Amemas ha scritto: o del concerto sumenzionato dell'Art Ensemble ho una registrazione "domestica" fatta personalmente con l'ausilio di un registratore portatile di media qualità. Pensa che, per darti la misura della durata dello "spettacolo", non è bastata una cassetta da 90 Min. che mi ero portato appresso! AEOC e Sun Ra erano molto generosi con i tempi.., seguivano i loro flussi di "coscienza" musicali in piena libertà, in realtà i musicisti neri in "esilio" e non, trovavano l'"america", il meritato rispetto, la giusta considerazione, il senso della propria dignità in europa... Registravo anch'io ai concerti, ho alcuni nastri trasferiti in CD, altri sono ancora nei file in forma liquida.., devo dire che i nastri hanno retto molto bene il peso del tempo... @dariob non è mai troppo tardi ... 😉 magari da giovani la mente è più elastica e capiente, spesso anche naturalmente "presuntuosa", ma la maturità, il più ampio bagaglio esperenziale aiuta a comprendere meglio le cose che un tempo ci sfuggivano..., detto in linea di massima, ogni persona si pone di fronte alle cose in modo diverso. Io nel fiore della mia seconda gioventù... 😄 ... sto scoprendo e riscoprendo molto rock/pop che prima non mi stimolava particolarmente o proprio per niente.., e lo faccio senza rimpianti perchè i fondamentali del genere li ho seguiti, ma, a parte qualche ecceszione, sempre in secondo piano rispetto al jazz, alla classica, ad altri generi musicali world, etnici.., si può seguire mica tutto nella vita. Ora mi sento più aperto e mi capita di scoprire affinità sottili tra i generi musicali preferiti e quelli che consideravo più "commerciali" pur seguitando ad avere delle priorità e delle prefenze... Ad esempio, mentre ho risocperto Lou Reed, e alla grande, un genio!, non rieco ancora a "capire" nè "sentire" i Genesis, sempre ad esempio... Ma non andiamo troppo OT... 😉 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Amemas Posted April 21, 2021 Share Posted April 21, 2021 @analogico_09 Massimo rispetto. Link to comment Share on other sites More sharing options...
leoncino Posted April 22, 2021 Share Posted April 22, 2021 @analogico_09 Ti capisco, come non amare Lou Reed, mai un disco uguale all'altro, un genio. Link to comment Share on other sites More sharing options...
gennaro61 Posted April 22, 2021 Share Posted April 22, 2021 Meritevoli di essere ascoltati. Shelly Manne sono 5 cd, uno più bello dell'altro. 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
gennaro61 Posted April 22, 2021 Share Posted April 22, 2021 Caffè pagato a chi riesce ad ascoltarlo senza alzarsi dalla poltrona per muoversi a tempo di musica Link to comment Share on other sites More sharing options...
Popular Post Amemas Posted April 22, 2021 Popular Post Share Posted April 22, 2021 @gennaro61 Beh, Destination... Out! dell'altosassofonista Jackie McLean (per i dettagli del "curriculum" musicale e umano del "nostro", rimando all'abbondanza di informazioni che si trovano in rete), merita senz'altro una menzione a parte. Disco bellissimo, preceduto dall'altrettanto bel titolo che è One Step Beyond, entrambi frutto della collaborazione col trombonista/compositore Grachan Moncur III che qui firma la maggior parte dei brani. Inoltre, il disco in questione vanta una formazione di tutto rispetto che vede la partecipazione del vibrafonista Bobby Hutcherson. Su tutti, vi rimando all'ascolto del brano dal titolo emblematico "Love and Hate". Un pezzo ipnotico e crepuscolare in cui l'assolo di McLean è di una forza espressiva notevole, per non parlare di quello di Moncur al trombone... Il brano, da solo, varrebbe tutto il disco. In sintesi, a mio modestissimo parere, questo è uno di quei dischi che non può e non dovrebbe mai mancare nella discografia dei cultori e degli amanti del genere. Buon ascolto 3 Link to comment Share on other sites More sharing options...
transcriptor Posted April 22, 2021 Share Posted April 22, 2021 Salve , do il mio contributo, il jazz come genere L ho scoperto nel 1998 frequentando amici che solevano andata a concerti in una chiesetta sconsacrata nel paesino di Olivola( fra Alessandria e Casale) dove suonava in certo Nando De Luca , il tutto sovvenzionato da un ricco milionario svizzero amante del luogo e della musica.Seguirono concerti gratuiti al teatro di Alessandria e influenze di amici con età superiore alla mia nati con il jazz e non con il Rock 🎧. Ma la vera rivelazione fu ascoltare un disco di Chet baker avuto In regalo18 anni prima e mai utilizzato. Disco proveniente da una casa discografica di Parigi dove avevo fatto visita. Neanche a dirlo il titolo è Chet Backer a Paris 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
analogico_09 Posted April 22, 2021 Author Share Posted April 22, 2021 1 ora fa, Amemas ha scritto: L'assolo di McLean è di una forza espressiva notevole, per non parlarè di quello di Moncur al trombone. Il suggestivo e "misterioso" andamento del tema iniziale e finale di questo brano ha qualcosa di inquietante, di "funereo".., la ripresa finale di Grachan Moncur III, sulla scansione percussiva della batteria e del vibrafono, raccolta dal sax di McLean, sembra una marcia funebre... Jackie McLean è un musicista di altissimo livello, forse non pienamente riconosciuto come altri sassofonisti della sua generazione. Il suo jazz è molto personale, vigoroso, forte di "carattere", si discosta dall'hard bop più mainstream.., si avvicina di più al Bop.., a Charlie Parker, il suo idolo... Questo ricorda Miles Davis nella sua autobiografia scritta con Q. Troupe:_ <In quell'album [DIggin' whith the M. D. Sextet] Sonny Rollins diede tutto quello che aveva, e anche Jackie McLean. [...] Venne anche Charlie Parker a sentire e si mise in regia. Jackie era già nervoso perché era il suo debutto in studio, ma quando vide Bird, che era il suo idolo, a momenti uscì di testa. Continuava ad andare da lui a chiedergli cosa ci faceva lì, e Bird a rispondergli che si stava solo facendo un giro. Gliel'avrà chiesto un milione di volte. Jackie voleva che Bird se ne andasse perché così sarebbe stato più rilassato. Ma Bird continuava a dirgli come suonava bene e a incoraggiarlo, e questo alla fine rese la prova di Jackie davvero fantastica> Album non di meno interessante "Demon's Dance", organico di tutto rispetto: Jackie McLean - Alto Saxophone Woody Shaw - Trumpet Lamont Johnson - Piano Scott Holt - Bass Jack DeJohnette - Drums ... quest'ultimo davvero un "dominatore" di instancabile e potente energia percussiva... Un sentito omaggio a John Coltrane ... 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
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