analogico_09 Inviato 27 Aprile 2021 Autore Inviato 27 Aprile 2021 Adesso, dariob ha scritto: Non ho capito...ho la tua disapprovazione o no? O disprezzo per la musicaccia... No no.., nel senso di ad avercene ancora per poter riascoltare una tromba del genere! 👌
explorerdue Inviato 27 Aprile 2021 Inviato 27 Aprile 2021 @avv si tratta della riedizione di Acoustic Sounds la cui produzione è affidata alla Quality Record Pressings con masterizzazione a partire dai nastri originali, stampata su vinile da 180 grammi e confezionata in copertine gatefold ad alta qualità, curate dalla Stoughton Printing Co., dove – come si usava nei dischi dell’epoca – il foglio di carta stampato è applicato sul cartone (e quindi non è quest’ultimo ad essere inchiostrato direttamente). Il tutto sotto la supervisione di Chad Kassem, CEO di Acoustic Sounds, società affermata nel campo delle pubblicazioni per audiofili. I titoli sono presi dallo straordinario catalogo Verve/UMe. https://www.amazon.it/Study-Brown-Roach-Max-Clifford/dp/B08BQMNG33
analogico_09 Inviato 27 Aprile 2021 Autore Inviato 27 Aprile 2021 2 minuti fa, explorerdue ha scritto: curate dalla Stoughton Printing Co., dove – come si usava nei dischi dell’epoca – il foglio di carta stampato è applicato sul cartone (e quindi non è quest’ultimo ad essere inchiostrato direttamente) Queste sono informazioni "filologiche" interessanti, dicono di un'epoca delle registrazioni jazz e non...
dariob Inviato 27 Aprile 2021 Inviato 27 Aprile 2021 1 minuto fa, analogico_09 ha scritto: avercene ancora per poter riascoltare una tromba del genere! Fiiiu..😰, guarda che stasera vado a letto contento!! Pensavo che lo giudicassi troppo diciamo leggero, popolare, poco profondo. - Una volta, molti anni fa', in un negozio il titolare, sfegatato per M.Davis, parlando mi ha quasi rimproverato: "ma perche' compri dischi di tromba cosi'?", piu' o meno.
explorerdue Inviato 27 Aprile 2021 Inviato 27 Aprile 2021 9 minuti fa, analogico_09 ha scritto: Queste sono informazioni "filologiche" interessanti, dicono di un'epoca delle registrazioni jazz e non... Credo che queste riedizioni siano proprio al top. Curate veramente in tutto e per tutto https://store.acousticsounds.com/index.cfm?get=results&saleid=567
analogico_09 Inviato 27 Aprile 2021 Autore Inviato 27 Aprile 2021 20 minuti fa, dariob ha scritto: Fiiiu..😰, guarda che stasera vado a letto contento!! haha!! ... 😄 😴 21 minuti fa, dariob ha scritto: Una volta, molti anni fa', in un negozio il titolare, sfegatato per M.Davis, parlando mi ha quasi rimproverato: "ma perche' compri dischi di tromba cosi'?", piu' o meno. riferito al disco in particolare o a Lee Morgan in generale? ... 😅
Questo è un messaggio popolare. Amemas Inviato 28 Aprile 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 28 Aprile 2021 I ribelli e l'autogestione. Nell'estate del 1960, come accadeva ormai da alcuni anni, si celebrava il festival Jazz nella rinomata località di Newport che, per alcuni musicisti neri, era oramai divenuto una "cosa da bianchi", troppo inquinato da motivazioni commerciali e escludente nei confronti di quei musicisti che facevano ricerca e sperimentazione. Inoltre, i neri che vi partecipavano, venivano sistematicamente sottopagati e relagati a ruoli di secondo piano . È in quell'occasione che un gruppo di Jazzisti organizzò un controfestival con l'intento di boicottare la kermesse ufficiale. In testa, fra i tanti, Max Roach e Charles Mingus del quale si racconta che, a 5 giorni dall'inizio del festival, "se ne andava girando per le strade di Rhode Island su una decappottabile gridando a gran voce <<venite al mio festival, venite al mio festival!>>". Nonostante i tentativi di boicottaggio, il festival ribelle si tenne e vi parteciparono, tra gli altri, artisti del calibro di Ornette Coleman e il suo quartetto, Coleman Hawkins, Roy Eldridge e Jo Jones. Gli organizzatori dormirono in tende sulla spiaggia, costruirono il proprio palco e lo finanziarono chiedendo il contributo del pubblico. Mingus in persona passò con un cappello in mano a raccogliere soldi in mezzo a un gruppo di giovani che ascoltava la musica a scrocco subito dietro le recinzioni. Non fu un successo tuttavia, l'esperienza del controfestival fu, sicuramente, un primo esempio di artisti che vollero assumere il controllo della loro arte, una forma di autogestione in cui i musicisti hanno cercato di impossessarsi dei mezzi di produzione. Nell'autunno dello stesso anno, Mingus fu contattato da Nat Hentoff che ricevette l'incarico di direttore artistico di una nascente etichetta discografica indipendente, la Candid. Questa casa discografica (la cui filosofia era quella di fornire ai musicisti le migliori condizioni per registrare la loro musica lasciando loro la possibilità di scegliere sia i propri collaboratori che il repertorio da registrare) durò poco più di sei mesi ma riuscì a reclutare artisti del calibro di Mingus medesimo, Max Roach, Cecil Taylor, Steve Lacy, Booker Ervin e altri. Di Mingus, per questa etichetta, (ri)propongo l'album dal titolo emblematico e dal chiaro riferimento storico-concettuale Newport Rebels (Lp che ho la fortuna di possedere che ho riascoltato di recente, in occasione del 25 aprile, e che ho proposto nel thread dedicato all'ascolto del vinile). Dall'album in questione, registrato (benissimo e con mezzi tecnici di tutto rispetto) nel novembre 1960, ho scelto un "blues misterioso", il brano Mysterious Blues eseguito dal sestetto Mingus, Eldridge, Knepper, Dolphy, Flanagan e Jo Jones. Buon ascolto 3
analogico_09 Inviato 28 Aprile 2021 Autore Inviato 28 Aprile 2021 @Amemas Ci sono stati molti tentativi concertistici e dicografici promossi dai neri per strappare le loro musiche dalle mani dell'industria bianca spregiudicata, la quale, a dette dello stesso Mingus che non era tenero con gli impresari bianchi, era tutta presa a sfruttare le "gallinelle dalle uova d'oro", rappresentate ovviamente dai musicisti afroamericani... Magari se la ritrovo posto un'intervista a Mingus nella quale emergono cose molto polemiche e assai interessanti a tale riguardo... Esemplare anche l'intrigate l'episodio del Festiva jazz di Monterey del '65 durante il quale fu impedito a Mingus di suonare interamente la musica che aveva espressamente composto per l'occasione e che ripropose in concerto registrato alla Royce Hall, University of California at Los Angeles pubblicato in proprio da Mingus per la sua etichetta East Coasting Rec. 1984, doppio LP più un 45 giri che contiene la piccola parte di musica suonata a Monterey, intitilato Music Written For Monterey 1965, Not Heard, Played In Its Entirety At UCLA Disco raro, ed, numerata che acquiestai all'epoca a un prezzo non indifferente. Lo stesso Mingus lo vendeva per corrispondenza.., io lo presi se non ricordo male dalla Black Saint di Milano, mitica discoteca specializzata in jazz d'avangradia, free, new thing.., spatita anche lei... Le storie a fumetti all'interno del gatefold sono di scritte e disegnate da Mingus grande musica dell'ottetto strepitoso... successivamente fu pubbliacta anche in CD 2
dariob Inviato 28 Aprile 2021 Inviato 28 Aprile 2021 17 ore fa, analogico_09 ha scritto: riferito al disco in particolare o a Lee Morgan in generale? ... A Lee Morgan. Il fatto e' che, (non c'era ancora internet), mi ero preso la fissa per Morgan e avevo telefonato chiedendo :avete dischi di L.M.? domanda un po' generica, come dire prendo qualsiasi cosa purche' di L.M. Ne aveva 2, acquistati, ( mi ero fatto 100 Km andata e altrettanti al ritorno). Prima di uscire facciamo 2chiacchere, e mi dice perche' ascolti un trombettista cosi'? Vuoi mettere M.Davis, la profondita' e l'arte aldila' del talento strumentale...ecc.ecc.(o qualcosa di simile). Secondo me discorso del tubo: ascolto anche Miles ma mi entusiasmo per Morgan. - Lui voleva dire che " artisticamente" non c'e' paragone. Ma che ca--o vuol dire? Il discorso sarebbe lungo.
analogico_09 Inviato 28 Aprile 2021 Autore Inviato 28 Aprile 2021 L'avevo già postata chissà quando prima dell'incendio, ho ritrovato l'intervista nascostra nei remoti recessi della memoria del computer.., la quale funzione meglio della nostra... 😄 Ciascuno tragga le sue conclusioni dalla "arringa" (rovente come la sua musica) Mingusiana... ___________ - E’ tutto? [chiese Mingus al critico inglese che lo stava intervistando, non segnai quando, dove... - ndr] - Che ne dice del jazz inglese? Ce l’abbiamo il feeling? Mingus - Se parla di tecnica, di preparazione, immagino che gli inglesi siano altrettanto bravi di chiunque altro. Ma che bisogno avete di suonare jazz? E’ la tradizione del nero americano, è la sua musica. I bianchi non hanno diritto di suonarla, è musica popolare nera. Quando studiavo il basso con Rheinshagen, lui mi insegnava a suonare la musica classica. Mi diceva che ero vicino, ma che non ci sarei mai arrivato. [falso.., Mingus ha scritto ed eseguito musiche da far "invidia" a Strawinski; un album per tutti? Da Pre Bird, Half-Mast Inhibition – ndr] Così alla lezione successiva portai dei dischi di Paul Robeson e di Marian Anderson chiedendogli se pensava che quegli artisti ci fossero arrivati. Disse che erano dei neri che cercavano di cantare musica a loro estranea. Mi sta bene: se la società bianca ha le sue tradizioni, che lascino le nostre a noi. Voi avete avuto i vostri Shakespeare, Marx, Freud, Einstein, Gesù Cristo e Guy Lombardo, ma noi ce ne siamo usciti con il jazz, non ve lo dimenticate; e tutta la pop music del mondo oggi deriva da quell’origine. Gli inglesi ascoltano i nostri dischi e li copiano, perché non sviluppano qualcosa per conto loro? I bianchi prendono la nostra musica e ci fanno sopra più soldi di quanti noi ne abbiamo mai fatti! Il mio amico Max Roach è stato eletto miglior batterista in molte votazioni, ma gli offrono meno della metà di quello che prende Buddy Rich per suonare negli stessi posti.Che merda è questa? I commercianti della musica sono talmente occupati a vendere quello che va per la maggiore, che stanno soffocando a morte la gallina che ha fatto per loro tutte quelle uova d’oro. Hanno ammazzato Lester e Bird e Fats Navarro, e ne ammazzeranno altri: probabilmente anche me [e così fu! - ndr]. Io non farò mai i soldi, anzi pagherò sempre di persona perché apro la bocca per sputtanare gli agenti e gli imbroglioni… ed è quello che ho voglia di dire stasera! Yepp!!!! 👍 2
analogico_09 Inviato 28 Aprile 2021 Autore Inviato 28 Aprile 2021 1 ora fa, dariob ha scritto: Secondo me discorso del tubo Anche secondo me. A prescindedere dagli ordinin di grandezza, e Miles è storicamente più importante di Morgan il quale è prematuramente scomparso altrimenti chissà cos'altro avrebe potuto regalarci ancora, una cosa non esclude l'altra.., è come se dicessi che siccome Coltrane è il grande sassofonista dei suoi anni inutile ascoltare Rollins o D. Gordon.., per esempio.
Amemas Inviato 28 Aprile 2021 Inviato 28 Aprile 2021 @analogico_09 Sulla musica di Mingus non c'è veramente niente da aggiungere (dire): parla da sola. Mi vengono in mente le parole di Luis Buñuel a proposito di Jean Vigo e, mutuandole per traslato, dico solo che "il Jazz può andare avanti quanto vuole (e ha smesso di farlo perché, forse, è morto il 5 novembre 1970) ma non supererà mai e forse non raggiungerà mai l'opera di Mingus, un'opera dove c'è già dentro tutto". 1
dariob Inviato 28 Aprile 2021 Inviato 28 Aprile 2021 8 minuti fa, analogico_09 ha scritto: Miles è storicamente più importante di Morgan Naturalmente! Ma, soprattutto, sono 2 cose diverse. Con Morgan, e' come ascoltare i Rolling Stones: anzi, ancora piu' entusiasmo, energia, rabbia, puro piacere di ascolto, fisico e mentale. P.S. Bellissimo il film I called him Morgan, dell'anno scorso, con interviste alla moglie assassina, e a vari compagni di set: Whayne Shorter e molti altri. Se ti capita vale la pena. 1
Amemas Inviato 28 Aprile 2021 Inviato 28 Aprile 2021 4 minuti fa, dariob ha scritto: Bellissimo il film I Per non parlare del libro di Tom Perchard: Lee Morgan. La vita, la musica e il suo tempo.
analogico_09 Inviato 28 Aprile 2021 Autore Inviato 28 Aprile 2021 3 minuti fa, Amemas ha scritto: Sulla musica di Mingus non c'è veramente niente da aggiungere (dire): parla da sola. Mi vengono in mente le parole di Luis Buñuel a proposito di Jean Vigo e, mutuandole per traslato, dico solo che "il Jazz può andare avanti quanto vuole (e ha smesso di farlo perché, forse, è morto il 5 novembre 1970) ma non supererà mai e forse non raggiungerà mai l'opera di Mingus, un'opera dove c'è già dentro tutto". Bellissima questa cosa che hai scritto, hai nominato due miei numi tutelari del cinema e oltre il cinema: Bunuel e Vigo.., è Mingus era un po' come loro, aveva, a modo suo, calato nella sua specifica realtà culturale, antropologica e razziale, quel profondo tratto di "anarchia" creativa e dissidente, insofferente contro le convenzioni, le ipocrisie, i moralismi, contro il senso mercantile e speculativo della vita e dell'arte. 1
Amemas Inviato 28 Aprile 2021 Inviato 28 Aprile 2021 3 minuti fa, analogico_09 ha scritto: Bunuel e Vigo. Eh, allora non è solo la passione per il Jazz (e per Mingus) ad accomunarci...
analogico_09 Inviato 28 Aprile 2021 Autore Inviato 28 Aprile 2021 13 minuti fa, dariob ha scritto: P.S. Bellissimo il film I called him Morgan, dell'anno scorso, con interviste alla moglie assassina, e a vari compagni di set: Whayne Shorter e molti altri. Se ti capita vale la pena. Visto! E' da quel film che ho scoperto che Morgan fosse stato sparato dalla moglie.., pensavo a un altro tipo di accidente. A parte l'aspetto umano dell'omicidio già di se devastante, ma quanto potrebbe pesare ancora di più sulla coscienza il fatto di aver impedito a un genio così grande della musica, della poesia di esprimersi ancora a vantaggio di tutte le persone della terra 13 minuti fa, Amemas ha scritto: Per non parlare del libro di Tom Perchard: Lee Morgan. La vita, la musica e il suo tempo. Questo libro invece non l'ho letto.
analogico_09 Inviato 28 Aprile 2021 Autore Inviato 28 Aprile 2021 2 minuti fa, Amemas ha scritto: Eh, allora non è solo la passione per il Jazz (e per Mingus) ad accomunarci... No.., a quanto pare.., anche l'Atalante e l'Age d'Or.., ecc. 😉
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