analogico_09 Inviato 24 Maggio 2021 Autore Inviato 24 Maggio 2021 Il 20/5/2021 at 19:13, dariob ha scritto: Sempre interessantissimo! La versione che preferisco e' quella di PreBird : mi risulta piu' accessibile, non essendo il genere nelle mie corde. Ma con te si arriva a farsi piacere anche cose che non avrei preso in considerazione😀. Anche io preferisco la versione del Pre Bird, e mi fa piacere quando c'è condivisione degli entusiami ad effetto di reciprocità. 😉
ferdydurke Inviato 24 Maggio 2021 Inviato 24 Maggio 2021 Il problema è che tanta roba si trova con difficoltà e/o a caro prezzo...
analogico_09 Inviato 25 Maggio 2021 Autore Inviato 25 Maggio 2021 17 ore fa, ferdydurke ha scritto: Il problema è che tanta roba si trova con difficoltà e/o a caro prezzo... Mica vero.., oggi c'è pure l'internet e la musica on line gratis e a pagamento: si scarica, si masterizza, si trasemtte in tempo reale entro pochi secondi.., hai voglia a musica, si farebbe molto prima ad elencare ciò che non trovi... ciò nonostante ti assicuro che si stava meglio quando stavamo peggio... 😉 2
Questo è un messaggio popolare. Forespro Inviato 21 Giugno 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 21 Giugno 2021 “Il jazz non lo puoi spiegare a qualcuno, senza perderne l’esperienza. Deve essere vissuto, perché non sente le parole. Le parole sono i fanciulli della ragione, e quindi, non possono spiegarlo. Queste non possono tradurre il feeling (nel senso di sentimento) perché non ne sono parte. Ecco perché mi secca quando la gente cerca di analizzare il jazz come un teorema intellettuale. Non lo è. È feeling.” Spero di non andare fuori tema con quanto era nelle intenzioni di @analogico_09 quando ha creato questo thread. Le parole all’inizio del mio post sono di Bill Evans in un intervista rilasciata nel 1965. Il jazz è “sentire”, è sentimento. Propriamente viene definita “jazz” un’espressione musicale improvvisata di un individuale personalità umana. Beh… ci può finire tutto dentro a una tale definizione… il passaggio, in termini di stili, di tecnica, di strumenti… dal vecchio al nuovo. La distinzione tra “passato e presente”. La differenza tra “staticità” e “mobilità”. Il jazz è arte. Il jazz è fenomeno sociale. Nel passato il jazz era per i musicisti mezzo di espressione di appartenenza ad un piccola comunità in conflitto inevitabile con un mondo che di quella comunità se ne infischiava;era ricerca di voler esprimere il proprio sentire, dolore o gioia che fosse, all’interno di una società soffocante. Oggi… in un mondo dove il web, pur essendo un possibile strumento di conoscenza, rende tutto fruibile senza essere conosciuto, potrebbe portare il jazz a essere un mezzo di comunicazione di massa. Ma ohime, per quella che è la mia esperienza, soprattutto nelle nuove leve, il web, più che come strumento di conoscenza di questo o quell’altro, è solo ricerca di un catalogo di un qualcosa da comprare per essere felici. Ma più invecchio e più mi convinco, forse perché non mi è mai mancato nulla (e va detto), che per essere felici servono gli amici, la famiglia, le piu piccole comunità a cui si appartiene. Scontato forse. Va da se, cambiando i tempi, cambiano i messaggi. Il jazz credo sia un messaggio di come si vorrebbe cambiare questo mondo o quello di una volta. Ai miei tempi universitari ricordo un professore di sociologia che aveva messo all’interno del suo corso l’argomento “jazz come stato di appartenenza di una minoranza: una storia sociale.” Beh… il jazz è voglia di urlare il “feeling” attraverso l’espressione di un singolo. Comunicazione di sentimenti. Emozioni. Altro non saprei dire, soprattutto a livello tecnico, su quel disco o quell’altro. Solo mi son sentito di dire che ho la fortuna di riuscire ad emozionarmi con molta di questa musica, piano, tromba o sax che sia. Spero di essere riuscito a trasmettere quanto intendevo… di non essere stato scontato e di non avervi annoiato. E vi ringrazio per quanto scrivete perché trovo tutto enorme fonte di arricchimento e conoscenza. 5 1
analogico_09 Inviato 21 Giugno 2021 Autore Inviato 21 Giugno 2021 6 ore fa, Forespro ha scritto: Spero di non andare fuori tema con quanto era nelle intenzioni di @analogico_09 quando ha creato questo thread. Per me non sei fuori tema, tutt'altro; non ho aperto il topic con delle precise intenzioni.., semmai ho auspicato che il presente non si trasformasse in uno dei tanti topic "figurine panini", posta, becchi li like e via... 😉 Il tuo intervento è invece centrato, porta spunti di riflessione ampi e chiama in causa una varietà di aspetti del jazz il quale è un insieme di cose, addirittura ciò che pur seguitando ad essere jazz potrebbe rappresentare la "negazione" del jazz stesso... Il jazz è anche un "paradosso"... musica individuale e collettiva, tribale, un blues triste cantato nella penombra di una baracca dei tempi dell'"affrancamento" da un ex schiavo "negro" che esercizza" in tal modo i suoi dolenti "demoni", il suo felling, il suo duende, il suo pathos, la sua saudade... ciascuno lo dice con parole diverse che restano parole per dire del "sentire" che non può essere detto con le parole... Il jazz è anche l'elettrico, estroverso e spumeggiante "svavillio" di una bog band "nera" piena di feeling degli anni '40/50..., è il grido di Charlie Parker, il dolore sommesso e profondo, lacerante, sanguinante di Bille Holiday... l'"offering" di J. Coltrane.., fino alle estreme avventure del free, sempre sotto l'egida del sentimento, del feeling. Il jazz è musica estremamente dinamica.., sempre in divenire, anzi lo era... E' musica sociale, antropologica, razziale, della protesta, della ribellione, atto di accusa e strumento dell'emancipazione orgogliosa, consapevole, musica del riscatto. Su queste faccende ci siamo soffermati numerose volte, io tra i primi quando si è trattato di sottolinearità l'aspetto anche fortemente "politico"ed "economico", ecc, oltre che estetico, stilistico e poetico della musica afroamericana, dove "società", politica, poesia, feeling e quant'altro sia stato detto sopra a parole, convergono in un comune punto di congiunzione identitario nel quale non hanno accesso le definizioni affidate alle "parole" convenzionali le quali - come sottolinea Bill Evans, e prima di lui un grande poeta che cantava il "duende" fratello gemello del "feeling" - sono "malate di limiti"... Mi taccio quindi ringraziando te per lo spunto che hanno ispirato queste mie quattro estemporane parole incomplete e incluse (poni argomenti interessanti e complessi tutt'altro che noiosi che chiamano all'approfondimento) le quali non "suonano", così come non suonano tutte le parole che pur non essendo la "porta" fungono spesso da "chiave" per aprire la porta stessa dietro cui si celano, conosciute o sconosciute, meraviglie musicali piene di feeling e di "sorprese"... Le parole sono "i fanciulli della ragione" ma tutto è in divenire.., a volte basta dire le due paroline della formula magica ed subito feeling, grande feeling... 😉 1
analogico_09 Inviato 21 Giugno 2021 Autore Inviato 21 Giugno 2021 7 ore fa, Forespro ha scritto: Ecco perché mi secca quando la gente cerca di analizzare il jazz come un teorema intellettuale. Non lo è. È feeling.” Ai miei tempi universitari ricordo un professore di sociologia che aveva messo all’interno del suo corso l’argomento “jazz come stato di appartenenza di una minoranza: una storia sociale.” Ecco.., il jazz semmai nasce da un minoranza per farsi presto linguaggio estetico universale, poesia, feeling, come dicevo sopra.., non solo storia sociale... Forse il tuo ex prof schematizzatore se ne sarà reso nel frattempo conto...
flamenko Inviato 21 Giugno 2021 Inviato 21 Giugno 2021 7 ore fa, Forespro ha scritto: Ecco perché mi secca quando la gente cerca di analizzare il jazz come un teorema intellettuale. Non lo è. È feeling.” Parole sante 🤷♂️🤷♂️
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 27 Giugno 2021 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 27 Giugno 2021 https://melius.club/topic/484-il-disco-in-vinile-che-state-ascoltando-ora/?do=findComment&comment=133204 THE HELIOCENTRIC WORLDS OF SUN RA Uno dei miglio dischi di Sun Ra (and his Solar Arkestra). Un free jazz "da camera", piuttosto "misurato" formalmente ma pieno di umori "cosmici", con molto feeling, assai vicino alle innovative e rivoluzionarie spinte musicali europee "colte" del '900. Rigore formale, come sempre in Sun Ra, nella piena libertà poetica ed espressiva, linguistica, techico stilistica. Tradizione, modernità e "avanguardia" mirabilmente fusi insieme. Si è parlato poco, anche nel topic dedicato al jazz, di questo gigante della musica che spinge il jazz oltre il jazz stesso senza snaturarne le radici nè le frondose ramificazioni... 2 1
leoncino Inviato 27 Giugno 2021 Inviato 27 Giugno 2021 Sun Ra va ascoltato con un minimo di conoscenza del Jazz o può risultare un poco ostico. Io lo ritengo uno da mettere insieme ai giganti del jazz. Quando l'ascolto più che l'anima mi prende lo stomaco e poi se lo stomaco risponde bene si inizia a volare tra le note e il firmamento.
analogico_09 Inviato 27 Giugno 2021 Autore Inviato 27 Giugno 2021 1 ora fa, leoncino ha scritto: Sun Ra va ascoltato con un minimo di conoscenza del Jazz o può risultare un poco ostico. Io lo ritengo uno da mettere insieme ai giganti del jazz. Quando l'ascolto più che l'anima mi prende lo stomaco e poi se lo stomaco risponde bene si inizia a volare tra le note e il firmamento. Tutte le musiche d'arte vanno approcciate sulla scorta di qualche conoscenza teorico-pratica; poi, una volta entrati in una certa dimensione inconsueta che sulle prime potrebbe apparire ostica, la comprensione/condivisione di mondi musicali meravigliosi viene da se, credo, sensa dovrerci stare a "pensare" su troppo... La "conoscenza" ci giunge direttamente dalla musica senza mutuare dalle critiche e dei saggi musicali che dispensano le "nozioni"... Ho avuto il privilegio di ascoltare più volte Sun Ra (nella prima edizione itinerante di Umbria Jazz, Perugia, 26 luglio 1973; in seguito a Pisa; a Pescara; infine a Roma due volte, l'ultima nell'80/81), e tra musica, teatro, danza, pantomima, esplosioni di luci e suoni, passaggi dalla tradizione all'avanguardia e viceversa senza soluzione di continuità, il feeling rapinoso iniziava a salire viscere... in modo "pre-logico", "sentimentale", senza mai chiudere la porta della mente che "memorizzava" l'esperienza e le sensazioni provate che non dimenticherò mai. Con Suna e la sua Intergalactic Solar - Research - Orkestra, effettivamente si "viaggiava" nel firmamento.., atterrando accanto alle "Piramidi" di prima della m nostra civiltà venute dalla "spazio"... Fu un grande pianista, grande inprovvisatore anche nelle performance per solo piano (da ascoltare tutti i brani di questo eccezionale album LIVE) e in duo, insiema a Walk DIckerson, eccellente vibrafonista, nello straordinario album VISION (un assaggino...) 2
leoncino Inviato 28 Giugno 2021 Inviato 28 Giugno 2021 Concordi con me che se si riesce ad ascoltare ad occhi chiusi questa musica ti porta ad una specie di trance.
analogico_09 Inviato 28 Giugno 2021 Autore Inviato 28 Giugno 2021 2 ore fa, leoncino ha scritto: Concordi con me che se si riesce ad ascoltare ad occhi chiusi questa musica ti porta ad una specie di trance. Va bene anche chiudere gli occhi, volendo, ma senza dimenticare di attivare il "terzo orecchio"... 👂😉
Mxcolombo Inviato 14 Luglio 2021 Inviato 14 Luglio 2021 @analogico_09 Peppe, innanzitutto grazie per questo bellissimo post dal quale traspaiono la tua passione per la musica e la tua grande cultura musicale che, non ti nascondo, ammiro e sanamente invidio. Sono arrivato al Jazz intorno ai 25 anni (adesso ne ho 55). Mi è risultato più ostico di Wagner ma adesso non riuscirei a farne a meno. Ascolto sempre con grande piacere i capolavori del passato ma, dato che il tempo non si ferma, preferisco andare ala ricerca di qualcosa di nuovo. Ora, volendo contribuire alla discussione, segnalo alcune proposte che, salvo errori, non sono precedentemente segnalate: - Stan Getz/Kenny Baron: People time (the compete recordings): bellissimo cofanetto con l’integrale delle registrazione dei concerti del marzo del 1991 al Cafe’ Montmartre di Copenhagen. - Shelly Manne &His Men: live at the black hawk: integrale delle registrazioni del quintetto di Shelly Manne con Joe Gordon e Richie Kamuca nel 1959 (prima registrazione live del quintetto). Down beat ha dato 4 stelle al box. - Lucio Dalla + Stefano Di Battista Quartet: in quella notte di stelle. Per questa registrazione non servono commenti. Va comprata e ascoltata, spesso. Un vero capolavoro - Gaia Cuatro: qualunque cd/vinile merita - The Bad Plus: qualunque cd. Io partirei con “The rite of the spring”. Visti dal vivo al Ronnie Scott’s. massimiliano 1
Antonino Inviato 14 Luglio 2021 Inviato 14 Luglio 2021 Grazie per questa bellissima discussione! Anche io amo il jazz,che spesso ascolto nella tarda serata Ecco il disco che sto ascoltando adesso del grande Joe Pass 1
analogico_09 Inviato 15 Luglio 2021 Autore Inviato 15 Luglio 2021 @Mxcolombo @Antonino Grazie a Massimiliano e Antonino per le parole di apprezzqmento e per le ricche e interessantissime segnalazioni discografiche... 16 ore fa, Mxcolombo ha scritto: Lucio Dalla + Stefano Di Battista Quartet: Non conosco questo disco. Ho avuto il piacere di conoscere personalmente Stefano di Battista, grande musicista e persona affabile, "modesta", di trascorrere in sua compagnia con altri intimi amici una indimenticabile notte d'estate in uno sperduto ma vivace paese di montagna. Prendo spunto per ricordare uno dei suoi dischi più belli inciso per la Blue Note Francia (come pure nella classica i nostri migliori artisti diventano beniamini del pubblico all'estero...) con un gruppo eccellente nel quale figura una leggenda assoluta del jazz: Elvin Jones. Sul drumming di Jones che prepara l'ampio terreno "ritmico-accordale" s'innesta il sax soprano che introduce una "melodia" modale; il pensiero corre per un istante verso un Colrane redivivo mentre, sulle orme del grande Coltrane esprimendo tuttavia la sua spiccata personalità, è Stefano di Battista lanciato nell'appasionante improvvisazione sostenuto dal battito "archetipico" di Jones e dalle raffinate e puntuali sottileature di Jacky Terrasson al piano e di Rosario Bonaccorso al basso, special guest Flavio Boltro alla tromba, presente in tre brani. Brani composti quasi tutti da Di Battista. In questo splendido brano di Battista col sax alto in contrappunto con Bolto, gran bella tromba! 2
Mxcolombo Inviato 15 Luglio 2021 Inviato 15 Luglio 2021 @analogico_09 Peppe, grazie per la segnalazione. Già nel carrello….. A proposito del live di Dalla, da ascoltare con molta attenzione il solo di Di Battista in Night in Tunisia. Molto ma molto vicino (Dalla dice identico) a quello di Charlie Parker.
ciccio61 Inviato 15 Luglio 2021 Inviato 15 Luglio 2021 17 ore fa, Mxcolombo ha scritto: Lucio Dalla + Stefano Di Battista Quartet: in quella notte di stelle dove lo trovo? non lo trovo ne in vendita sui vari siti on line, ne in streaming su Spotify o Tidal ☹️ trovo solo qualche usato, ma preferirei evitare.
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