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Melius Club

Jazz!


analogico_09

Messaggi raccomandati

Inviato
1 ora fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Henry Threadgill.

Mamma mia! Stai scoprendo tutte le mie passioni 😉

Anche io sgommo che devo fare alcune cose per domani....

Parleremo di HT, e delle sue millanta facce, nei prossimi giorni, ti dico che è uno dei 3 musicisti ad essere stato insignito del premio Pulitzer.....un altro è stato Ornette ed il terzo Winton Marsalis

Ciao

D.

  • Melius 1
Inviato
23 hours ago, analogico_09 said:

Senza Gillespie a mio avviso non sarebbe esistito il Bop così come lo conosciamo

Ma si sarebbe fermato lì.  Sono due personalità diverse. L'uno sempre in cerca e l'altro che ha trovato la propria dimensione, è così in tutte le arti. Non ha niente a che vedere con migliore o peggiore.

Inviato

 

Il lato latino di Dizzy.  

Inviato

Scusate se cambio il genere. Questo disco in puro stile West Coast di Chet Baker con musicisti italiani, Franco Cerri al contrabbasso, Gianni Basso al sax tenore, Renato Sellani al pianoforte, è un vero gioiello che sembra inciso in California.

Sono musicisti che ascolto volentieri, spero qualcuno li trovi di proprio gradimento.

 

Inviato
49 minuti fa, Ivo Antonio ha scritto:

Ma si sarebbe fermato lì.  Sono due personalità diverse. L'uno sempre in cerca e l'altro che ha trovato la propria dimensione, è così in tutte le arti.

 

Ma non è vero che Dizzy si sia fermato, né che si sia fermato il bop, sono giudizi trancant, Dizzy non ha vissuto i percorsi di Davis che è un caso a parte, che dagli anni del bop fino alla fine non si è fermato un attimo, con risultati meno travolgenti nell'ultima fase , quindi imparagonale a Gillespie. Tendi sempre a mettere i musicisti a paragone creando confusione, ogni musicista ha la sua storia e il suo valore, è scontato che vi siano delle differenze e  mi sembra  inutile cercare di spiegare ciò che si spiega da se.  Semmai varrebbe la pena cercare di evidenziare le paerticolarità musicali dei vari musicasti. Anche Gillespie si è spinto oltre il bop "canonico", percorrendo strade evolutiv: la musica caraibica, un jazz post-bop molto vitale, sempre di grandissima qualità musicale, dove peraltro non c'è jazz scaturito dalla rivoluzione del bop dopola quale il jazz non fu più quello di prima - salvo le naturali continuità tra modernità e traasdizione - fino al free-jazz, che non contenga elementi del bop, ancora importanti tracce dello spirito del bop.

 
 

1 ora fa, Ivo Antonio ha scritto:

Non ha niente a che vedere con migliore o peggiore.

 

E' quanto sostenuto nei precedenti post.

 

Il lato ironico di Dizzy

 

 

 

Inviato

@nickfats non ho Rag Bush and All. L'ho ascoltato un paio di volte e mi piace abbastanza. Quello è il cosiddetto Sextet ed è una degli aspetti di HT che conosco meno. Le mie preferenze vanno al Very Very Circus, che mi aumenta la produzione di endorfine 🙂, e poi a Zooid....

Un po' di gioia

 

Ciao

D.

 

  • Melius 1
Inviato

Da quwllo che fu il movimento del bop uscirono tanti musicisti, ognuno con la propria personalità e quindi con un suo modo di approcciare l'improvvisazione, qualcuno con problemi personali come Bud Powell, qualche altro più consono ai dettami del bop come Duke Jordan, Max Roach, qualche ritorno, vedi Dodo Marmarosa, uno che era fatto a modo suo fin dall'inizio come Thelonious Monk, e via discorrendo. Ognuno diede un suo contributo. Ognuno era fatto a modo suo e trovò un modo di suonare per il pubblico. Posto un video di Dizzy con Count Basie, di certo Miles non avrebbe mai fatto parte dei musicisti di Norman Granz, era troppo irrequieto per entrare in una simile compagnia. Lo stesso vale per Monk, Dexter Gordon o Max Roach, bopper che hanno fatto percorsi diversi suonando per pubblici diversi. All'epoca non era come oggi, e in USA non era come in Europa, sulla West Coast non era come a New York. Erano dei professionisti  che hanno portato avanti questa musica, cui ha dato un contributo anche i produttori con cui hanno lavorato. Dalla Blue Note passò pure Miles, due ottime incisioni con un giovane Jackie McLean, un giovane sassofonista coltralto ispirato da Bird. Ma anche lì, a parte il successo delle incisioni, tutto gli stava troppo stretto. Penso che su questo siamo tutti d'accordo.

 

 

Inviato

Sulla West Coast era tutto più tranquillo, dal clima più mite, ai musicisti, fattisi coinvolgere dal bop ma a modo loro.  È un genere che apprezzo, e che fu interpretato alla perfezione dai musicisti italiani con l'arrivo di Chet a Milano. Ecco Stan Getz in una incisione dall'iconico titolo

 

 

Inviato

Metto un'altra tipica incisione dell'epoca e di questo stile, c' è molta gioia di vivere in questa incisione del 1956  di due protagonisti che ebbero spesso problemi con le dipendenze.

 

.

Inviato

I due incisero un altro album, del 1958, rimasto un classico del genere. Il titolo, la copertina e la musica lasciano intravedere una spensieratezza ignava di quello che stava maturando in USA e nel jazz con l'arrivo del nuovo decennio. Un feeling ancora fra i solchi, contagioso, specie se si ascolta questa musica in analogico.

 

 

Inviato

Non furono soltanto i musicisti bianchi a creare il genere, ci furono anche musicisti di colore che ben si integrarono in quello che era un modo di vivere la musica lontano dalle nevrosi di New York.  A distanza di tempo questa musica ha un suo fascino dovuto anche agli studi di registrazione dell'epoca ed alla riscoperta del vinile. Metto un link con delle registrazioni del tecnico Howard Holzer.

https://better-records.com/search?q=tag:"howard-holzer"

  • 4 settimane dopo...
Inviato

abbiate pazienza, non c'è nessuno che per caso ha a disposizione l'articolo di piacentino sulla nascita del bebop comparso su musica jazz di maggio 2023?  un grazie anticipato da gusgoose_it@libero.it

Gaetanoalberto
Inviato

@gusgoose Credo tu abbia trovato già. Se hai bisogno ancora fammi sapere.Comunque grazie, avevo l’articolo e… non lo avevo letto. Molto ben scritto.

  • 1 mese dopo...
Inviato

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C’è un disco che amo tanto, un disco dove suona anche John Coltrane (ma questo è il particolare meno importante). Il disco è a nome di Cecil Taylor, un pianista che è stato un pioniere del jazz “moderno” (giudizio poco significativo… se non rapportato al tempo in cui è stato pronunciato). È l’unico album, che io sappia, dove possiamo apprezzare Taylor e Coltrane insieme (ed è stato furbescamente ristampato a nome del secondo con titolo Coltrane Time) ma la forza, a mio modesto avviso, sta tutta nel confronto/scontro fra il pianista e il malcapitato trombettista, Kenny Dorham, alfiere di quello che all’epoca era considerato il jazz “tradizionale”. Un po’ come se Satchmo si fosse ritrovato a suonare in un disco di Bud Powell… Se Taylor fa il suo lavoro mettendo in pratica un approccio dissonante, Dorham rispetta rigorosamente la grammatica del bop. Insomma, ognuno dei due sembra andare per la propria strada catafottendosene dell’altro. In mezzo, quasi fossero figli dei genitori divorziati, Chuck Israels al contrabbasso e Louis Hayes alla batteria che fanno del loro meglio per far funzionare il tutto. Coltrane, che suona a modo suo, sembra starsene in disparte, attento che non gli finisca qualcosa addosso per sbaglio. Il pregiudizio culturale che regna sovrano fra pianista e trombettista può apparire, all’ascolto, tanto sterile quanto complessamente affascinante. Secondo la Penguin i due si annullano l’un l’altro, secondo me da quel sonoro reciproco vaffa messo in forma di jazz è nato un gran disco. Cecil Taylor, Stereo Drive

 

 

  • Melius 2
analogico_09
Inviato

@campaz  Molto interessante la tua recensione, divertente la battuta ironica nel finale, mi incuriosisce, non conosco questo disco di Taylor, sentirollo volentieri. 

  • Thanks 1
  • Haha 1
Inviato

@analogico_09 è la continuazione di quell'ascolto sistematico che ti avevo condiviso qualche tempo fa (sono arrivato a 1400 dischi jazz dal 49 al 69). Riesco ad ascoltare poco altro, ma mi piace sempre di più sfrugugliare nella produzione di quel magnifico ventennio: ogni tanto esce fuori la chicca che non è il solito disco ascoltato e riascoltato ed è sempre divertente scoprirla.

  • Melius 1

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