il Marietto Inviato 14 Novembre 2022 Inviato 14 Novembre 2022 2 ore fa, sonny ha scritto: ha interrotto il concerto e se ne è andato lasciando interdetti gli altri ne so qualcosa... qui scrivono dopo un ora, ricordo solo un paio di brani suonati . "Keith Jarrett in concerto a Trento il 10 luglio 1983 di Arnaldo Volani Articolo di ieri 29 aprile 2017 del Trentino ricordando Keith Jarrett a Trento nel concerto da me organizzato per Oriente Occidente nel lontano 10 luglio 1983 in piazza Duomo ! Concerto interrotto da Keith Jarrett dopo un’ ora per un fotografo che dava fastidio con scatti con Flesch e parte del pubblico che applaudiva nonostante il pianista per ben due volte esortava al silenzio! — presso Trento Piazza Duomo. (vicino a Trento Piazza Duomo) "
analogico_09 Inviato 14 Novembre 2022 Inviato 14 Novembre 2022 In tutta sincerità riconosco anch'io che il Koln Concert abbia benchè "sontuosa" qualche tratto di "stucchevlezza" che non mi invoglia a riascoltalo spesso. A parte gli "Standard" e altre incisioni ECM prima "stagione", lo stesso K.C., non tutte le registrazioni di Jarrett mi esaltano insieme a gran parte della vasta, a mio avviso sovrabbondante produzione ECM seconda "stagione" . Confesso tuttavia di aver sempre apprezzato ed anche amato la musica di Jarrett che ascoltai dal vivo quando era ancora sconosciuto in Italia durante il festival jazz di Pescara del 1973, quando il pianista suonò prima del gruppo "funky" di Miles Davis (terza serata festivaliera da febbre a 40!...), per tornare l'anno successivo, nel 1974, e durante l'Umbria Jazz, prima edizione itinerante, ma di quel concerto non ricordo la data esatta. Furono momenti di musica trascinanti, un modo di suonare "soul & funky" mai sentito prima... Iniziando dal seguente post nel topic dedicato al jazz "https://melius.club/topic/1001-jazz/?do=findComment&comment=334415 parlammo di Jarreth, della sua musica, dei suoi dischi. Ci soffermarmo su parte della vasta produzione discografica del pianista che attraversa diverse tappe e stili musicali, ponendo l'attenzione, oltre che sui migliori dischi ECM, anche sulla produzione meno conosciuta (Atlantic, Impulse, CBS...) a mio avviso in molti casi migliore di quella più pubblicizzata,. Evito quindi di riportare qui quanto fu segnalato lì, c'è il link, per chi fosse interessato.
analogico_09 Inviato 14 Novembre 2022 Inviato 14 Novembre 2022 11 ore fa, sonny ha scritto: Anch'io ho avuto modo di ascoltarlo dal vivo in trio e ricordo, oltre le indubbie qualità tecniche, la sua ipersuscettibilità, a tratti quasi irriverenza, verso il pubblico che aveva pagato un salato biglietto per vederlo. Luigi. Smisi di andarlo ad ascoltare quando iniziò il caro biglietto.., la musica, la cultura, l'arte, non può avere costi da speculazione. E comunque certe cifre io le spenderei per una autentico raro genio della musica. Jarrett è un grande musicista, ma non un "profeta", quindi ritenni che non avrei potuto accettare di farmi complice di quelle che secondo me erano forme di speculazione inaccettabile, legate alla logica del profitto che detesto particolarmente quando si è a farlo nella case della poesia. Jarrett fu inizialmente sostenuto e celebrato, portato allla notorietà da un pubblico prevalentemente popolare, giovane, di ogni estrazione sociale, non capivo come potesse assumere certi atteggiamenti "snob". Quando lo ascoltai la prima volta dal vivo agli inizi dei '70, come dicevo sopra, era un giovane tranquillo che, così mi parve, non dava segni di strane idiosincrasie nei confronti del pubblico che svilupperà in seguito. Le sue bizzarrie vanno per nominata.., ho ritrovato una pagina del web di Umbria Jazz nella quale si racconta della ricucitura dopo la rottura verificatasi tra Jarrett e l'organizzazione della rassegna nel 2007... Posto il link per chi voglia leggere l'articolo intero , http://www.umbria24.it/speciale-umbria-jazz-festival/umbria-jazz-2013-keith-jarrett-torna-il-7-luglio-nella-dannata-perugia-dopo-la-rottura-del-2007 Quel che segue è un estratto. Chissà chi avrà avuto ragione o torto.., ammesso che possa trattarsi di avere ragione o torto, chissà cosa potrebbe accadere nella psiche di una artista stressato dalla sua stessa celebrita, dalla logica del divismo, assediato dalla mitomania di molta parte del pubblico che forse va ai concertri per poter dire: c'ero anch'io , per poter portare a casa il suo ricordino o filmatino fotografico da telefojino, magari rumoreggiato nei momenti di maggior concentrazione ed ispirazione musicale dell'artista. Inoltre io seppi, mi pare sia rispauto, che Jarrett soffra o soffriva di una sorta di "patologia" che lo rende/va particolarmente debole fisicamente, dove si sa che corpo e mente siano intergenti. Venti? anni fa, saltò un suo concerto che si sarebbe dovuto tenere al teatro dell'Opera di ROma mi dissero in biglietteria (i ncosti erano ancora accessibil) per indisposizione dell'artista. Tutto è relativo a questo mondo e bisognerebbe prestare maggiore comprensione umana. In tutto questo a musica resta e scavalca ogni umana vicenda gloriosa o dimessa a beneficio di chi cerchi la musica e non il gossip... [...] Una lunga storia Pochi mesi dopo, Jarrett registrò il Koln Concert e nella piazza perugina l’allora giovane pianista apparve decisamente differente rispetto al 2007, tra gente assiepata praticamente fin sotto il suo sgabello e fotografi che gli ronzavano intorno a pochi passi. Poi la rottura del 2007 e le parole di allora, durissime, del direttore artistico Carlo Pagnotta: «Abbiamo deciso che con lui abbiamo chiuso. Resterà sempre parte della storia di questo festival – disse -, ma faremo a meno della sua musica. Capisco tutto, perfino l’ossessione delle telecamere, ma non si può insultare un pubblico e addirittura una intera città per colpa di qualche flash. L’artista Jarrett è sublime, l’uomo molto discutibile». Il manager cercò di ricucire poco dopo scrivendo a Pagnotta, dopo che la notizia fece il giro del mondo, che Jarrett non ce l’aveva con Perugia: «Avrebbe potuto essere benissimo New York o Parigi» disse, aggiungendo che Jarrett si era detto molto «frustrato» per quanto accaduto. Appuntamento, senza flash, al 7 luglio.
Partizan Inviato 14 Novembre 2022 Inviato 14 Novembre 2022 2 ore fa, analogico_09 ha scritto: In tutta sincerità riconosco anch'io che il Koln Concert abbia benchè "sontuosa" qualche tratto di "stucchevlezza" che non mi invoglia a riascoltalo spesso. Certamente, ma ha dei momenti, nella prima parte, che mi rapiscono totalmente. Ciao Evandro
analogico_09 Inviato 14 Novembre 2022 Inviato 14 Novembre 2022 Indubitabile Evandro, quando uscì il disco, ce l'ho in vinile, lo facevo girare spesso con godimento, specialmente la prima parte, la migliore, la più ispirata, ma forse due dischi furono troppi.., ci sono momenti si stasi e di ripetizioni, sempre secondo il mio modo di sentite, ovviamente. Una delle sue carattetistiche linguistiche, stilistiche e poetiche, Jarrett è abilissimo nel far emergere l'interludio melodico dalle lunghe trame armoniche fittamente ribattute ritmicamente.., un "gioco molto seduttivo", ma la passione "stanca", idem l'eccitazione, non la si può tirare troppo per le lunghe... 😉 1
damiano Inviato 15 Novembre 2022 Inviato 15 Novembre 2022 23 ore fa, SimoTocca ha scritto: Però, ecco visto che potrebbe essere un mio limite, il non capire la Creazione, o potrebbe essere che la Creazione è proprio brutta e “convenzionale”, non cerco “conforto” aprendo un apposito Thread. Parole da scolpire nel granito. Quando un'opera (in generale) non mi piace, ed è realizzata da qualcuno che esprime la sua arte, penso sempre di non avere "gli strumenti" per capire a fondo. Ciao D.
Membro_0015 Inviato 15 Novembre 2022 Inviato 15 Novembre 2022 Il 11/11/2022 at 19:49, Renato Bovello ha scritto: che due maroni D'accordo pure io e anche l'amico bebo Moroni in un vecchio editoriale su questo forum quando si chiamava videohifi I dischi in trio con peacock e dejohnette mi piacciono d'altra parte
Questo è un messaggio popolare. Grancolauro Inviato 15 Novembre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 15 Novembre 2022 Il 14/11/2022 at 09:26, SimoTocca ha scritto: Niente di male, ma a me pare che ormai le discussioni “negative”, di critica, superino qui sul Forum quelle positive. E questo è semplicemente un indice di quanto accade anche sui Social e, ahimè, anche nel mondo reale. A me sembra che la critica sia utile, se sostenuta da qualche argomento. Consente di mettere in dubbio le proprie opinioni, di approfondire, di riflettere, di scoprire cose nuove. Certo, se si riduce a “questo a me non piace” lascia il tempo che trova. Penso poi che nessuno metta in dubbio che si stia comunque parlando di grandi artisti. Questo è scontato. Ma celebrarli e basta non fa loro onore, anzi. Riguardo allo Jarrett schizzinoso, viziato e rompiballe, mi sento poi di spezzare una piccola lancia a suo favore. Jarrett aveva un modo di suonare molto particolare: componeva suonando, per così dire. Le sue non erano improvvisazioni jazz tradizionali, basate su un cornice (armonica, ritmica o melodica) prestabilita, entro cui il solista si muove liberamente. Lui la cornice la costruiva mentre improvvisava. E per fare questo serve concentrazione massima, altrimenti il gioco non riesce, la musica non si forma. Posso capire quindi la sua difficoltà di fronte alle intemperanze di pubblico e fotografi. Era per lui non una questione di rispetto del grande divo, ma di possibilità di creare al meglio ogni volta la sua musica. Per il pubblico, oltre che per se stesso. 3
jakob1965 Inviato 15 Novembre 2022 Inviato 15 Novembre 2022 @Grancolauro si .. penso anche io sia così - il Koeln concert è quasi improvvisazione pura: secondo me non sapeva nemmeno lui all'inizio dove voleva arrivare e dove sarebbe poi arrivato. Lo percepisco dai momenti (a volte lunghi) dove ripete ossessivamente un passaggio - rimane li e batte sulle stesse note a lungo nell'attesa naturale del guizzo dello spunto nuovo - della melodia improvvisa , del nuovo sviluppo - dipinge il concerto al momento - credo non sia facile - anzi penso che sia molto molto difficile
analogico_09 Inviato 16 Novembre 2022 Inviato 16 Novembre 2022 19 ore fa, jakob1965 ha scritto: si .. penso anche io sia così - il Koeln concert è quasi improvvisazione pura: secondo me non sapeva nemmeno lui all'inizio dove voleva arrivare e dove sarebbe poi arrivato. Lo percepisco dai momenti (a volte lunghi) dove ripete ossessivamente un passaggio - rimane li e batte sulle stesse note a lungo nell'attesa naturale del guizzo dello spunto nuovo - della melodia improvvisa , del nuovo sviluppo - dipinge il concerto al momento - credo non sia facile - anzi penso che sia molto molto difficile Molto interessanti le tue osservazioni che condivido però in parte. Le lunghe improvvisazioni al piano solo di Jarrett non erano così "inconsapevoli" o solo frutto dell'istinto "cieco. Jarrett aveva le anche le sue ben strutturate e riconoscibili ricorsivistà "mentali" di forma, di stile , di linguaggi espressivi di base sulle quali costruiva spesso ripetendosi le sue improvvisazioni "solipsistiche", nel parlavo nell'altro post. Non era una sua caratteristica esclusiva, tutti i grandi del jazz partono da un determinato punto senza sapere quale percorso potrebbero seguire e quale fine raggiungere.., le vie dell'improvvisazione sono infite e sempre diverse. Un esempio, tra i "mille" che si potrebberon fare, facile da farsi ma utile credo per meglio spiegare quel che intendo dire. L'esempio di John Coltrane che su una banale, piacevole e breve canzone(tta) destinata allo spettabolo musical, su quel grazioso motivo intitolato My Favorite things, introdotto il "temino" il sassofonista si lancia in un'improvvisazione torrenziale, da "posseduto", lui e i suoi compagni di viaggio (Eric Dolphy, ad es.. altro illustrissimo nome), senza senza un secondo di stanca o di smarrimento, creando lunghe o bervi, coesissime progressioni modali in uno spazio senza "tempo" che arrivano a durare fino a quasi 60 minuti... Voglio dire che se Jarrett ha il suo grande talento improvvisativo, in parte istintuale, in parte "ragionato"; Coltrane è un genio dell'improvvisazione fiammeggiante, dove ragionamento e istinto sono un corpo unico irriconoscibili singolarmente, come accade invece con la doppia natura di Jarrett, a mio avviso. Mi rimase impresso ciò che lessi da qualche parte, non ricordo dove, sul modo che aveva Coltrane di creare, scomporre e ricostruire la frase musicale all'infinito, senza soluzione di continuità.. L'autore dello scritto lo paragonò ad una farfalla che giri impazzita attorno ad una fiamma di candela senza mai fermarsi per scoprirne il segreto più profondo, intimo, misterioso, incurante del fatto che tale "fuoco" avrebbe potuto bruciarle le ali in ogni momento... Per me, il Jarrett migliore, lo dissi nel topic di cui ho citato il link sopra, è il pianista che "gioca" ad improvvisare con il piano e con altri strumenti (percussioni, flautini, banjo, ecc) insieme ad altri sopraffini compagni di viaggio alla ricerca momenti musicali magari più semplici e minimali all'apparenza, meno sontuosi dei dischi K.C. ma più immaginifici, più vari, perfinoi più "pop"... produzione Atlanticc, Impulse, Cbs... D'altra parte, salvando quel che c'è da salvare, ci mancherebbe, "quasi tutta la "prima" produzione, l'ECM tende a mettre a far sentire il suo "marchio" unifiormatore su tutta la sua produzone.
landrupp Inviato 16 Novembre 2022 Inviato 16 Novembre 2022 OT: su 2 piedi, qualcuno si ricorda in che album si trova la versione live di "Inception" eseguita dal trio jarrett-peacock-deJohnette?
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 16 Novembre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 16 Novembre 2022 Il 15/11/2022 at 16:09, Grancolauro ha scritto: Jarrett aveva un modo di suonare molto particolare: componeva suonando, per così dire. Le sue non erano improvvisazioni jazz tradizionali, basate su un cornice (armonica, ritmica o melodica) prestabilita, entro cui il solista si muove liberamente. Lui la cornice la costruiva mentre improvvisava. E per fare questo serve concentrazione massima, altrimenti il gioco non riesce, la musica non si forma. Posso capire quindi la sua difficoltà di fronte alle intemperanze di pubblico e fotografi. Non è caratteristica esclusiva di Jarrett, Damiano, lo dicevo dopo fa sul precedente post.., l'improvvisazione nel jazz (che è tradizione, modernità, avanguardia e rivoluzione, molteplici volti) non è così schemati., tutt'altro, è molto più varia, "visionaria" e imprevedibile. La concentrazione di cui ha bisogno Jarrett per le sue improvvisazioni è richiesta anche da tanti altri jazzisti afroamericani e bianchi, ma si fanno distrarre dalla presenza del pubblico a volte "naturalmente" ma anche funzionalmente rumoroso.., il jazz nasce come musica popolare da balere da ballo, bettole e bordelli dove la musica suonata esra spessa dell'anima... . Un concerto jazz non è come un concerto di classica. Le interperanze di Jarrett per i "fotografi" e non solo, il pianista puntava gli occhi anche su chi registrava.., secondo me anche per una questione di "diritti" commerciali... Mi spiego.., un esempio tra i tanti, infiniti, che si porebbero fare, mi ripeto: un genio del piano, del jazz, della musica qual è Bill Evans, nel 1978 - c'ero anch'io - in un concerto a Terni, in trio con Marc Johnson, basso e nientepopodimenochè Philly-Joe-Jones alla batteria, suonò una musica di rara, distillata, intima poesia. Accerchiato da uno sciame di fotografi (tra i quali c'ero anch'io, che spingevano sotto il palco.., devo dire discretamente e per amore di quel che si stavao facendo, non per spedire il selfie col telefonino su qualche pagina social o all'amico, altri fotografi professionisti, organizzatori, ecc, erano sul palco, lo si può vedere da una registrazione Rai presente nel rubo ) non si fece distrarre durante l'intero, lungo e intenso concerto, concentrato in se stesso, nella sua musica, nel magico interplay instaurato con la sua eccellente ritmica, semmai stimolato invece dagli umori positivi che gli provenivano dal pubbico entusiasta... Credo di averli già postati in altra discussione forse anticendio nel segnalare il video del concerto del '78 presente nel tubo.., da questi scatti, dei tanti che realizzai in quella occasione, abbiamo un pianista ispirato, assorto, cocentrato senza fisime antifotografiche... 😄 Anche Jarrett agli inizi - poi si è stranito - accettava questi "disturbi" ai suoi concerti... 😄 Prima era la norma felice.., senza fisime e tic da divismo.., ho ricordi ancora più "eclatanti" di rocambolesche fotografate ai concerti in cui ero addirittura sul palco a fare primi piani di Art Blakey o di Elvin Jones Gato Barbieri Dizzy Gillespie ecc, ecc... 3
analogico_09 Inviato 16 Novembre 2022 Inviato 16 Novembre 2022 20 minuti fa, landrupp ha scritto: OT: su 2 piedi, qualcuno si ricorda in che album si trova la versione live di "Inception" eseguita dal trio jarrett-peacock-deJohnette? Non mi risulta; ho guardato nel disco degli "Standard live" e del trio "by by blackbird".. niente nel web, "Inceprion" che io sappia è un brano di McCoy Tyner presente nel disco omonimo.
landrupp Inviato 16 Novembre 2022 Inviato 16 Novembre 2022 @analogico_09 si, lo so...non è una composizione del trio o di kj, ma ho sentito una loro versione live e non ricordo più da dove è estratta, mi pare un doppio
landrupp Inviato 16 Novembre 2022 Inviato 16 Novembre 2022 @analogico_09 errore mio: andando a memoria, dalla tua risposta ho poi ricordato che il brano che cerco non è una versione live di "inception" di Tyner, ma quella di "conception" di Evans (a distanza di tempo mi ha fregato la similitudine dei titoli😂)... Esecuzione ottima, versione elegante e potente, quasi ipnotica in certi passaggi col trio in stato di grazia, il fraseggio di Jarrett è impressionante per bellezza, varietà e naturalezza, contenuta in "Whisper not" (Live At Palais Des Congres, Paris / 1999) . PS: aggiungo che mi spiace per Bill Evans, che apprezzo non poco, ma la versione di Jarrett è di parecchie spanne superiore...
Grancolauro Inviato 16 Novembre 2022 Inviato 16 Novembre 2022 @analogico_09 ciao Peppe! Non sono un jazzista né un esperto di jazz. Lo ascolto e basta. Quello che so per certo, perché l’ho sperimentato, è che un conto è improvvisare a partire da un riferimento obbligato (ad esempio standard classici tipo Autumn Leaves, Summertime, I Got Rhythm, All of Me ecc.) altro conto è non avere riferimenti obbligati e costruirli sul momento. Ovviamente nel secondo caso non si crea dal nulla. Ma il processo creativo è diverso e più impegnativo, nel senso che è più difficile tirar fuori qualcosa di davvero interessante. Serve un talento speciale, che Jarrett sicuramente aveva per quanto a me non piaccia molto. Poi ognuno trova la concentrazione in modi diversi, è una cosa molto personale. Ho un vecchio amico che per improvvisare ha bisogno di guardare il pubblico, di parlare con lui, per cogliere il mood del momento negli sguardi della gente e lavorarci sopra, creare una connessione. Se c’è silenzio e la gente sta ferma, non ce la fa. Insomma, i percorsi creativi sono tantissimi. Del perché Jarrett fosse così insofferente non so nulla. Molti jazzisti in realtà lo sono. Ma a prescindere da questo, penso che se un artista mentre suona chiede di non essere disturbato con flash e schiamazzi vari, abbia tutto i diritti di farlo, e che il pubblico gli deva rispetto se le richieste sono ragionevoli. Il musicista non è un animale da baraccone che deve subire senza fiatare qualsiasi cosa sul palco. Merita rispetto come qualsiasi altro essere umano, ti pare? a prescindere da tutto questo, complimenti per le foto! 1
sonny Inviato 17 Novembre 2022 Inviato 17 Novembre 2022 @analogico_09 Anche se qui parliamo di Jarrett e non di Evans non posso astenermi dai complimenti per le belle foto inserite e per la fortuna di essere stato presente a quel concerto. Ricordo, alcune settimane dopo la prematura scomparsa, di aver dedicato alla radio un'intera serata alla musica di Evans dal titolo "One for Bill". Luigi.
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