analogico_09 Inviato 18 Novembre 2022 Inviato 18 Novembre 2022 Il 16/11/2022 at 18:50, landrupp ha scritto: errore mio: andando a memoria, dalla tua risposta ho poi ricordato che il brano che cerco non è una versione live di "inception" di Tyner, ma quella di "conception" di Evans (a distanza di tempo mi ha fregato la similitudine dei titoli😂)... Esecuzione ottima, versione elegante e potente, quasi ipnotica in certi passaggi col trio in stato di grazia, il fraseggio di Jarrett è impressionante per bellezza, varietà e naturalezza, contenuta in "Whisper not" (Live At Palais Des Congres, Paris / 1999) . PS: aggiungo che mi spiace per Bill Evans, che apprezzo non poco, ma la versione di Jarrett è di parecchie spanne superiore... Normale confondersi con questi titoli molto simili, io poi che non conosco l'inglese (per vocazione... 😄 ) ne combino di tutti i colori con i nomi esteri... 😋 Ascolterò a confronto le versioni di jarrett ed Evans, di "Conception" poi magari confrontiamo le nostre opinioni. 😉 1
analogico_09 Inviato 18 Novembre 2022 Inviato 18 Novembre 2022 Il 16/11/2022 at 23:36, Grancolauro ha scritto: ciao Peppe! Non sono un jazzista né un esperto di jazz. Lo ascolto e basta. Quello che so per certo, perché l’ho sperimentato, è che un conto è improvvisare a partire da un riferimento obbligato (ad esempio standard classici tipo Autumn Leaves, Summertime, I Got Rhythm, All of Me ecc.) altro conto è non avere riferimenti obbligati e costruirli sul momento. Ovviamente nel secondo caso non si crea dal nulla. Ma il processo creativo è diverso e più impegnativo, nel senso che è più difficile tirar fuori qualcosa di davvero interessante. Serve un talento speciale, che Jarrett sicuramente aveva per quanto a me non piaccia molto. Poi ognuno trova la concentrazione in modi diversi, è una cosa molto personale. Ho un vecchio amico che per improvvisare ha bisogno di guardare il pubblico, di parlare con lui, per cogliere il mood del momento negli sguardi della gente e lavorarci sopra, creare una connessione. Se c’è silenzio e la gente sta ferma, non ce la fa. Insomma, i percorsi creativi sono tantissimi. Del perché Jarrett fosse così insofferente non so nulla. Molti jazzisti in realtà lo sono. Ma a prescindere da questo, penso che se un artista mentre suona chiede di non essere disturbato con flash e schiamazzi vari, abbia tutto i diritti di farlo, e che il pubblico gli deva rispetto se le richieste sono ragionevoli. Il musicista non è un animale da baraccone che deve subire senza fiatare qualsiasi cosa sul palco. Merita rispetto come qualsiasi altro essere umano, ti pare? a prescindere da tutto questo, complimenti per le foto! Grazie dei complimenti, Damiano. Riprendo dalla fine, sono d'accordissimo con te che ogni artista segua i suoi "humori" diciamo così ispiratori e che abbia diritto a non subire gli schiamazzi, i flash e altre intemperanze del pubblico, però non intendevo criticare tout-court l'idiosincrasia di Jarrett o di altri musicisti per queste cose, ho fatto dei distingui, segnalavo come prima fosse un po' una norma la tolleranza, la più stretta vicinanza tra pubblico e artista che in genere veniva stimolato dal "calore" così ravvicinato del pubblico. Parlo ovviamente dei concerti jazz e "pop", non di classica, cameristica o sinfonica, ecc, per gli evidenti motivi che non serve ricordare. Ci sarebbe tuttavia da precisare che in quelle passate stagioni meno "consumistiche" non votate al fenomeno attuale del "sefieismo" usa e getta, il fotografo professionista e il dilettante che era lì per coltivare l'autentica passione per la fotografia, bandiva rigorosamente l'uso del flash sparato in faccia all'artista, cosa orrenda da farsi, effettivamente molto disturbante, rozza, volgare. Inoltre noi fotografi per passione accalcati sotto il palco rispettevamo la regola spontanea, non scritta, dell'evitare il più possibile rumori e schiamazzi, infatti non ho ricordi di artisti che se ne lamentassero col pubblico. Mi pare solo Jarrett ad Umbria jazz , come riferito nell'altro topic, si lanciò in una "proverbiale" e scomposta e offensiva protesta contro un pubblico sicuramente non inurbano. Il primo a fare casino con i suoi gridolini canticchianti mentre suona è proprio lui: Jarrett! 🤣 Si scherza, avviamente. 😉 In parte d'accordo sulla parte in neretto: partendo da uno standard si ha una traccia sulla quale improvvisare, ma non c'è un "metodo" improvvisativo unico, dipende da caso a caso. In moltissimi casi la più o meno breve esposizione tematica, sempre "pretestuosa", tutt'altro che "obbligata", è solo il punto di partenza di forme di improvvisazioni musicali increate e personali le quali viaggiano per conto loro perdendo ogni contatto con il tema iniziale, mentre si frantumano le "melodie" conosciute, si rivoluzionano le armonie, le tonalità, il ritmo, il tempo, le tecniche per raggiungere forme di linguaggio mai uditi, espressione mai sentite. Non è alla portata di tutti realizzare questo.., solo i talenti estremi e i geni "consacrati", di cui il jazz è pieno, se lo possono permettere. Detto senza voler sminuire l'alto, eccellente valore musicale di Jarrett. Facevo l'esempio delle versioni più iconoclastiche di My Favorite Things di Coltrane.., in questa, uno dei brani del sassofonista e di tutto il jazz che trovo più "rabbrividente", un live al VIllage Vanguarda, il tema della graziosa canzonetta del celebre musicall manco si riconosce... siamo alla più pura, lirica ed astratta, geniale e travolgente, inarrivabile e definitiva creatività musicale convenzionalmente definita "free jazz" mentre appartiene unicamente a se stessa, alla spiritualità coltraniana che gli schiudeva le porte di una musicalità ultraterrena. Grazie anche al contributo fondamentale del suo grande "allievo" Pharoah Sanders
analogico_09 Inviato 18 Novembre 2022 Inviato 18 Novembre 2022 Il 17/11/2022 at 07:29, sonny ha scritto: Anche se qui parliamo di Jarrett e non di Evans non posso astenermi dai complimenti per le belle foto inserite e per la fortuna di essere stato presente a quel concerto. Ricordo, alcune settimane dopo la prematura scomparsa, di aver dedicato alla radio un'intera serata alla musica di Evans dal titolo "One for Bill". Luigi. Ciao Luigi, grazie deio complimenti, ho postato le foto di Bill Evans per cercare di "testimoniare" la sua intima e profonda concentrazione musicale che non si faceva distrarre dal brulicante "traffico" del pubblico che sapeva tuttavia osservare una certa spontanea, non invadente discrezione. La cosa resta pur sempre nel solco della discussione su Jarrett. Memorabile davvero il concerto, anche quando al trio si aggiunge Lee Konitz con il suo raffinato e "cool" sax alto. Quella stessa sera fu anche la volta di MCoy Tyner con il mingusiano George Adams al tenore, tra gli altri, vi risparmierò le foto... 😄 Complimenti a te che conducevi trasmissioni radiofoniche sul jazz e su altro immagino. Che radio è/era? ah.., purtroppo di Jarrett non ho foto.., era troppo rischioso... 😄
sonny Inviato 20 Novembre 2022 Inviato 20 Novembre 2022 @analogico_09 La trasmissione, diramata quella volta da Radio Castelfidardo 1, ebbe la presenza in studio di un pianista romano che aveva dedicato ad Evans la sua performance i giorni successivi la scomparsa. Alternammo l'ascolto della registrazione di quell'evento con brani dello stesso Evans dibattendo sull'immane vuoto artistico lasciato dal pianista(e di chi ne avrebbe preso il posto...Jarrett...) Luigi.
antonio_caponetto Inviato 20 Novembre 2022 Inviato 20 Novembre 2022 Ringrazio l’opener @Renato Bovelloperchè questa discussione mi ha fatto tornare voglia di ascoltare il Koln Concert: sempre un grandissimo piacere per le orecchie e la mente (almeno le mie !)
Renato Bovello Inviato 20 Novembre 2022 Autore Inviato 20 Novembre 2022 6 minuti fa, antonio_caponetto ha scritto: Renato Bovelloperchè questa discussione mi ha fatto tornare voglia di ascoltare il Koln Concert: sempre un grandissimo piacere per le orecchie e la mente (almeno le mie !) Concordo al 100%
argonath07 Inviato 20 Novembre 2022 Inviato 20 Novembre 2022 Il primo vinile jazz che ho comprato è stato The Koln Concert, non sapevo manco chi fosse Keith Jarrett... So solo che al primo ascolto mi vennero le lacrime... Riuscì a toccarmi nel profondo.
rock56 Inviato 20 Novembre 2022 Inviato 20 Novembre 2022 1 ora fa, argonath07 ha scritto: Il primo vinile jazz che ho comprato è stato The Koln Concert, non sapevo manco chi fosse Keith Jarrett... Io invece non riuscivo a capire il Jazz, anch'io non sapevo chi era Jarrett. Però acquistai il biglietto per il concerto al Comunale di Modena nel 1996... La stessa settimana andai ad acquistare quel cd...😊 1
Lou Inviato 20 Novembre 2022 Inviato 20 Novembre 2022 lo ascolto da sempre, visto dal vivo è altra cosa, per me esperienza quasi mistica ed ho capito perchè interrompeva i concerti quando qualcuno lo disturbava, il suono che esce dal suo pianoforte è prezioso, un balsamo per lo spirito. 1
analogico_09 Inviato 21 Novembre 2022 Inviato 21 Novembre 2022 18 ore fa, Lou ha scritto: ascolto da sempre, visto dal vivo è altra cosa, per me esperienza quasi mistica ed ho capito perchè interrompeva i concerti quando qualcuno lo disturbava, il suono che esce dal suo pianoforte è prezioso, un balsamo per lo spirito. Chi intende trasmettere, comunicare, condividere la propria dimensione musicale spirituale e mistica senza essere disturbato o distratto dall'elemento profano e delle volte "umano", cerca il luogo "zen" del silenzio e della meditazione frequentato dagli eletti già "istruiti". Non si presta alla logica dello "spettacolo" esibendosi nei teatri mondani che accolgono ogni sorta di pubblico (disposto per di più a pagare un caro o carissimo biglietto per poter ascoltare il "fenomeno") con la vana pretesa di non voler sentir volare nemmanco una mosca, dove, per colpa di qualcuno, di un maleducato o di uno sprovveduto rumoreggiatore involontario, rischio calcolato, preventivato, si fanno le bizze da primadonna e dunque... o non si suona più per nessuno, oppure si suona con il pubblico terrorizzato... 😅
Armando Sanna Inviato 21 Novembre 2022 Inviato 21 Novembre 2022 4 ore fa, analogico_09 ha scritto: spettacolo" esibendosi nei teatri mondani che accolgono ogni sorta di pubblico (disposto per di più a pagare un caro o carissimo biglietto per poter ascoltare il "fenomeno") Il problema sta proprio in questo che hai evidenziato, alcuni un po’ per ignoranza un po’ per spocchia credono che con il prezzo del biglietto pagato uno si possa permettere di essere cafone e arrogante, come se lo avesse invitato a casa sua l’artista … Purtroppo fenomeni del genere li trovi dal concerto jazz, a quello di musica classica , in quelli di musica rock un po’ meno anche perché i frequentatori passano sempre alle maniere più spicce per farti notare che la “ stai facendo fuori dal vaso”…😁😁😁 Di KJ ho un po’ di materiale, per un bel periodo mi aveva preso con interesse far conoscenza della sua maniera particolare di proporre musica , poi un po’ di lavori sono rimasti lì a far da raccolta, utile questa discussione per farmi riascoltare ieri un mini cofanetto di Standards I, II + Changes …
analogico_09 Inviato 21 Novembre 2022 Inviato 21 Novembre 2022 1 ora fa, Armando Sanna ha scritto: Il problema sta proprio in questo che hai evidenziato, alcuni un po’ per ignoranza un po’ per spocchia credono che con il prezzo del biglietto pagato uno si possa permettere di essere cafone e arrogante, come se lo avesse invitato a casa sua l’artista … Non credo sia solo per il costo del biglietto, ma ci sta che i parvenu convinti di poter comprare ed usare tutto col denaro, e che tutto sia loro dovuto, siano purtroppo dovunque, anche nelle varie realtà culturali, pubbliche e private. Ma si registrano casi di disturbi involontari, incidentali, comprensibili e scusabili (il pubblico dopotutto è fatto di carne non di legno), insieme alle forme di maleducazione congenita più becera e ingiustificabile, anche durante i concerti dai prezzi più "popolarti" o non particolarmente esosi, quelli che i parvenu magari snobbano... Ovviamente capisco la giusta contrarietà dell'artista, il suo moto di sdegno che possa spingerlo a protestare o ad abbandonare la scena, a sua scelta, ma l'artista artista che avendo avuto modo di verificare più volte come anche tra le migliori "famiglie" di pubblico, nei più rinomati e altolocati teatri a disposizione, ci scappa sempre il cojotes di turno, mi chiedevo nell'altro post, e me lo chiedo ancora che caspita ci vada a fare dove non troverà mai il silenzio assoluto, senza incidenti fisiologici e increspature veniali, senza cui la sua ispirazione non potrà montare? Diventa una sofferenza per l'artista e per il pubblico che deve trattenere il respiro... Di concerti di jazz durante il corso di mezzo secolo ne ho ascoltati in gran numero e di vario "tipo", come già riferito nell'altro post, ho ascoltato anche i più grandi poeti del jazz che in quanto a madreperlacee raffinatezze di stile e di forma, di spiritualità profonda, intima, spesso "religiosa", non erano da meno rispetto a Jarrett (i quale non ha l'ewclisiva del "misticismo") e a differenza di Jarrett, non si facevano affatto distrarre dai "rumori" esterni che anzi fungendo da ulteriore stimolo, rendevano più tangibile la presenza e la partecipazione viva del pubblico che diventava parte collettiva, corale, della liturgia musicale. Se Jarrett vuole il pubblico imbalsamato per non sentirsi disturbato nella sua gelosa e "ripiegata" autoreferenzialità ... buon per lui, ma io a un certo punto non fui più per questo ai suoi concerti, non già solo per il costo biglietti, preferendo ascoltarlo da disco in casa, libero di grattarmi la schiena, di rossire o deglutire, di gridare il mio entusiasmo o la mia noia... Poi.., sono punti di vista, tutto è relativo.
Armando Sanna Inviato 21 Novembre 2022 Inviato 21 Novembre 2022 4 ore fa, analogico_09 ha scritto: Ovviamente capisco la giusta contrarietà dell'artista, il suo moto di sdegno che possa spingerlo a protestare o ad abbandonare la scena… Questo purtroppo è accaduto anche con grandi artisti della musica rock, che a causa di qualche alterco con una persona del pubblico ha lasciato il luogo della performance . O altre volte se sonoramente fischiato a causa di un suo stato di alterazione, dovuto all’eccesso d’alcol e altre sostanze , ha concluso di fretta lo spettacolo facendolo durare qualche manciata di minuti … Questo è quel che può accadere quando paghi un biglietto e nulla ti è garantito e qualche volta l’evento tanto atteso con trepidazione si trasforma in un momento da dimenticare … Posso dire di aver avuto la fortuna di non incappare in concerti sfortunati e con performance molto al disotto delle mie aspettative .
regioweb Inviato 22 Novembre 2022 Inviato 22 Novembre 2022 20 ore fa, Armando Sanna ha scritto: utile questa discussione per farmi riascoltare ieri un mini cofanetto di Standards I, II + Changes … bellissimo cofanetto, a mio avviso imprescindibile nel percorso di conoscenza dell’artista 1
Renato Bovello Inviato 11 Gennaio 2023 Autore Inviato 11 Gennaio 2023 Faccio pubblica ammenda . Prima di escluderli ho voluto ascoltare di nuovo un paio di lavori . Recupero Bye Bye Blackbird che ha alcuni momenti davvero interessanti e coinvolgenti . Boccio , invece , senza esitazione Paris Concert . Questo proprio non riesco a capirlo . Meglio così
Grancolauro Inviato 11 Gennaio 2023 Inviato 11 Gennaio 2023 Il 21/11/2022 at 23:21, Armando Sanna ha scritto: Posso dire di aver avuto la fortuna di non incappare in concerti sfortunati e con performance molto al disotto delle mie aspettative Beato te… restando in area jazz, a me una volta è capitato di andare ad ascoltare i Painkiller (Zorn, Laswell e Harris) al Teatro Antico a Verona. Beh, il concerto è iniziato con più di due ore di ritardo, col pubblico inferocito che già aveva aspettato una vita in coda per entrare. Poi hanno suonato per 40 minuti scarsi e se ne sono andati come se nulla fosse. Hanno rischiato il linciaggio… Questo per me è comportarsi in modo inaccettabile da parte di un musicista 1
analogico_09 Inviato 11 Gennaio 2023 Inviato 11 Gennaio 2023 @Grancolauro Inammissibile! Soltanto il pubblico di Charlie Parker nei '40/'50 attendeva speranzoso l'arrivo di Bird al Mintons' Playhouse, o in altro jazzclub.., quando arrivava.., disposti anche a perdonargli quando non si faceva proprio vivo.., dopo lunghe attese che vedevano sorgere l'alba... magari perso, il genio, in qualche posto a smaltire un "dolore"... o a creare poesia dentro di se da donare al suo paziente e affezionatissimo pubblico la sera dopo come forma di ringraziamento... Tali erano i tempi "quelli..; il pubblico "quello".., i musicisti "quelli"... una sorta di "famiglia" allargata che non viveva la dittatura della fretta.., legati dall'amore per la musica pazzesca che nasceva dai "bassifondi" per volare in altro, più alto ancora diretta verso il cosmo...
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