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Bracci del terzo millennio


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@Suonatore esatto. Dimatura velocissima. Poi per i techdas ci sono pure basi apposite, da fissare ai pillarlo laterali.

@anreed sul viella potresti montarlo sulla base braccio esistente, se torna la misura di 265 tra perno e fulcro… tra l‘altro gran bel gira, il mio carissimo amico si è appena comprato il Forte S da 12“, sono giradischi di eccellente qualità.

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@alexis non vorrei smontare il suo braccio (AMG turbo da 12 con Atlas lambda) ma affiancarlo con il viv su base esterna. 
Ho avuto in prova il Forte per un po’ ma alla fine gli ho preferito il Viella originale. 
Ho trovato il Forte più profondo e pulito ma troppo rigido e meccanico e mancante della liquidità che caratterizza il Viella, così quest’ultimo è rimasto al suo posto. 

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@anreed  il mio amico ha proprio il Forte S, con il piattone da 30 kg e il 12" come il tuo, ma con la Atlas sl.

come suono mi ha ben impressionato per stabilitá dell'immagine e controllo del basso... Inoltre molto bello anche come oggetto, sembra il guggenheim.. sono dei grandi gira gli AMG, costruzione ai massimi livelli tedeschi!!

il viv sarebbe una bellissima addizione al viella, sono quindi decisamente curioso come se la caverá da te :-)

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@anreed penseró di iniziare con la Atlas, è un po' che l'ho messa sotto con i vari dischi del cuore :classic_tongue: dal keith jarret trio a trifonov.. che conosco a menadito per farmi una referenza comparativa..  penso che inizieró proprio con keith jarret yesterdays.. disco fenomenale anche come presa acustica, con il pianoforte liquido e crisitallino.

Ps. Adoro ascoltare le differenze.. :classic_tongue:

 

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In pratica, in soldoni, ad ascoltare le teorie dell‘inventore del RF, il suono di un braccio é determinato in modo sostanziale dal comportamento vibrazionale che si scarica sul punto di equilibrio del peso, cioè nel fulcro.. e il RF, appunto, non ha fulcro né vincolo meccanico alcuno, ma allo stesso tempo non è del tutto floating, come nel well tempered, ma solidamente ancorato con un vincolo magnetico e perfettamente smorzato in quanto in perfetto appoggio su cuscino d‘olio. Sul suono mi esprimeró più avanti, ma a livello progettuale questo giovane ingegnere giapponese ha reinventato la ruota, e immagino ci sia arrivato dopo lunghe sessioni di prove e affinamenti.

Un progetto che ha molti aspetti di genialità e innovazione, quando tutti gli altri costruttori si imitavano l‘un l‘altro con variazioni accademiche o al massimo, alchemiche con segreti mix di materiali esotici e risonanze arcane.

ma la prova del Pudding sta nell’assaggio, per cui dovremo attendere ancora un pochino… 😏

 

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