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Acoustic Sounds Vinyl Reissue Series aaa (Verve, Impulse!, Philips, Emarcy,Decca) ristampe aaa


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Inviato

@Spadaccino1 assolutamente si (Analogue Productions). A parte questo, come ti ha detto @OTREBLA, si tratta di registrazioni degli anni ‘50, quindi niente digitale. Anche il riversamento è analogico, poiché non c’era ancora il revival del vinile (come oggi) e di conseguenza non si era ancora affermata la cattiva abitudine di riversare su vinile remaster digitali. 😡

  • Thanks 1
Inviato

@max ...da file digitale....meglio tenersi l'edizione mofi...

Inviato
Il 13/5/2022 at 10:44, glucar ha scritto:

meglio tenersi l'edizione mofi..

direi proprio di si per chi la possiede……per quanto riguarda l’origine digitale del remaster curve pusher  al momento però ci sono solo alcune supposizioni su forum

Inviato

@max in realtà da quello che so io una persona lo ha contattato via email e lui ha risposto che ha usato i file hi Res che gli ha fornito universal.

 

Inviato

Mi hanno consegnato Duke Ellington Meets Coleman Hawkins, nell'edizione Acoustic Sounds.

Mi riesce piuttosto difficile parlare di dischi che conosco a menadito. Sono anni che ascolto questo disco (su CD) perché il primo brano, Limbo Jazz, mi piace da pazzi e spesso lo canticchio senza accorgermene.

Comincio dalla parte tecnica: solita ristampa stellare. Non fa il minimo rumore, il riversamento è perfetto, la registrazione è ottima: luminosa e dorata. Voto 9.

Circa il tipo di musica, è Ellington...come fai a tagliare i panni addosso alla più importante figura della storia del Jazz (assieme a Monk)?

Io lo consiglio, è un classico e Coleman Hawkins è un grande.

Trovo che la musica di Duke Ellington non risenta per nulla del tempo che passa, sebbene sia da annoverarsi tra il Jazz tradizionale;  a tratti tuttavia ravviso persino una certa contemporaneità, in questo disco in particolare.

Non so se siete d'accordo.

Alberto.

 

  • Melius 2
Inviato

@OTREBLA preso sulla fiducia (in realtà Ellington mi piace molto). Ho sfruttato (finalmente) uno sconto su Amazon.fr.

Inviato

Sta bionda c’è fa spende un sacco di soldi🤣🤪 il problema è che mi fido anch’io e quando vedo una sua recensione devo sta pronto con la carta di credito, ovviamente si scherza e comunque è sempre un piacere leggere le recensioni del ns Alberto,

Giorgio

Inviato

Le bionde sono fatte per far spendere i soldi, non lo sapevi?

 

Nel frattempo ho deciso di scrivere due parole su George Russell - New York N.Y. (1959 - Decca), ristampa Acoustic Sounds.

E’ arrivato un paio di mesi fa ma proprio non mi decidevo a parlarne.

New York N.Y. è un raduno di star del Jazz: Coltrane, Bill Evans, Phil Woods, Max Roach, Art Farmer, Bob Brookmeyer, Al Cohn, e tanti altri, per un'opera corale, una Suite per la precisione, dedicata alla Grande Mela. Alle sue strade affollate e rumorose, ai suoi locali da ballo dove l’alcool scorre a fiumi, ai sobborghi ed ai bassifondi, alle romantiche serate sulla Brooklyn Promenade. Una città che non dorme mai e “può nutrirti o consumarti", come recitano le note di copertina. George Russell, direttore d’orchestra ed arrangiatore, fu l’ideatore del Jazz Modale, basato sulla scala Lidia, un sistema musicale in cui la logica matematica ha un ruolo importante (quindi io sono escluso già in partenza), per ammissione dello stesso autore.
Ad introdurre i vari pezzi la voce narrante di Jon Hendricks (del quale possiedo un capolavoro di doppio 45 giri ORG, intitolato Fast Livin’ Blues), fantastico cantante Jazz che purtroppo in questo disco si limita ad evocare le atmosfere newyorkesi messe in musica da Russell, senza cantare mai.

Ah che peccato!

Ascoltando New York N.Y. si capisce per quale motivo Russell ai suoi tempi facesse estrema fatica a conquistare il cuore degli appassionati di musica. Questo non è un disco semplice.

C’è un continuo cambio di registro, fondamentalmente rapsodico, un lungo piano sequenza al servizio del quale è posta la scansione melodica, una ricerca di impasti sonori che non si preoccupava minimamente di andare incontro al gusto dell’ascoltatore medio (nel 1959!). Sembra quasi di assistere ad una Jam Session piuttosto libera da vincoli. A tratti l’ho trovato un po’ dispersivo, lo confesso, ed ogni volta che lo ascolto finisco per distrarmi.

E' un bel disco eh, però va ascoltato e riascoltato con attenzione prima di deciderne l’acquisto.

Non è detto che piaccia a tutti.

Circa il versante tecnico, a parte la voce di Hendricks che è un po’ troppo avanti rispetto all’orchestra (essendo stata sovra-incisa) direi che merita un 8. Non è perfetta come registrazione, ma sappiamo quanto sia complicato registrare le big band.

Non so che voto artistico dargli, magari...bah...un 7 ½ come disco Jazz e 8 come disco di musica Classica moderna?

E’ un voto molto soggettivo; più del solito.

 

Alberto.

 

  • Melius 2
Inviato

@OTREBLA ma parlando in generale tra una edizione originale degli anni 80 (primi), 70 o 60, ovvero prima della nascita del digitale è una riedizione odierna fatta con la massima cura, come ad esempio quella di cui tu parli (e che ho pure io), noti differenze sostanziali? In genere qual è la migliore?

Inviato

Premetto che non possiedo dischi jazz originali, nel senso di prime stampe, ma soltanto ristampe d'epoca (non molte). Dicono che le prime stampe anni '50 e '60 suonino una favola, ma io non ho mai avuto modo di verificare con le mie orecchie e fare confronti. Quei pochi raffronti che ho potuto condurre, tra ristampe Full Analogue contemporanee di Jazz e Classica e ristampe Full Analogue anni '70 e '80, hanno visto le prime stravincere su tutta la linea. Questo perché le ristampe AAA attuali sono pochissimo compresse, a differenza di quelle d'epoca. 

Anche i famosi OJC (prima che la Fantasy passasse al riversamento digitale), che suonano davvero benissimo, di fronte ad un moderno tripla A devono cedere il passo. Una ristampa d'epoca è comunque da preferirsi ad una ristampa moderna digitale, a mio parere. Ho appena acquistato un disco del cantautore brasiliano Chico Buarque, una ristampa Philips di un lavoro del 1973. Riversamento digitale ad alta risoluzione: suona alla grande, nulla da dire. Un brano contenuto nel disco è presente anche in una raccolta del 1974, di cui possiedo il vinile originale Philips. Ho provato a fare il raffronto ed il brano sulla raccolta del 1974 ASFALTA per naturalezza e peso armonico quello riversato in digitale sulla ristampa 2021. C'è una differenza come dal giorno alla notte, con tutto che il vinile della raccolta anni '70 (100 grammi scarsi) fa  il triplo del rumore di fondo rispetto al vinile (180 grammi) del 2021 (che è una tomba).

Alberto.

 

 

  • Melius 1
Inviato
17 ore fa, OTREBLA ha scritto:

C'è una differenza come dal giorno alla notte, con tutto che il vinile della raccolta anni '70 (100 grammi scarsi) fa  il triplo del rumore di fondo rispetto al vinile (180 grammi) del 2021 (che è una tomba).

Sono convinto anche io (tenendo presenti gli ascolti che ho fatto e vado facendo) che gli interventi moderni tesi a minimizzare il rumore di fondo "rubano" profondità e naturalezza alla riproduzione. Con i dovuti distinguo; ad esempio non è così per le ristampe AAA Blue Note, tanto per citare la più conosciute, che sono fantastiche (quasi tutte). Invece, secondo me, meno naturali risultano le Speaker's Corner, sopratutto per la Classica, anche, probabilmente, per la diversa qualità dei nastri originali. Un fatto è registrare 3, 4, massimo 5 musicisti in spazi limitati, altro è farlo per orchestre più o meno numerose. 

Forse è una riflessione scontata ma è il mio contributo. 

Pietro 

Inviato
1 ora fa, Spadaccino1 ha scritto:

Invece, secondo me, meno naturali risultano le Speaker's Corner, sopratutto per la Classica, anche, probabilmente, per la diversa qualità dei nastri originali.

Senza probabilmente. La Speakers Corner opera con la massima serietà, tanto da accettare che i difetti del nastro siano riprodotti sul vinile, pur di non intervenire con procedimenti digitali.

Il problema della minore naturalezza, se c'è, dipende dalla registrazione non dal trasferimento.
Inoltre la ripresa di un'orchestra sinfonica è molto più problematica della ripresa di un quartetto jazz.
Se paragoniamo pere con pere, ad esempio la ripresa del pianoforte solista in ambito classico e jazzistico, le migliori registrazioni di musica classica umiliano le migliori registrazioni jazz, sul piano della verosimiglianza, completezza armonica ed effetto live. 

Alberto.

Inviato

 

Appena arrivato, subito sul piatto. Ornette Coleman Genesis Of Genius - The Contemporary Albums

 

IMG_20220518_195736.jpg

IMG_20220518_201509.jpg

Inviato

Something Else!!! è il primo in pista... 🎷

Inviato

Vista la mia indecisione all’acquisto di questo box, spero di leggere i vs giudizi sull’incisione e artisticamente….al momento il free jazz non riesco ancora a comprenderlo.

Grazie,

Giorgio

Inviato

A vederle da qua sembrerebbero copertine normali, non Stoughton.

Confermi?

Alberto.

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