Vai al contenuto
Melius Club

La qualità aumenta ...?


Messaggi raccomandati

Inviato
13 minuti fa, acusticamente ha scritto:

Va bene, non discuto la veridicità di quel fatto ma per forza deve essere così per tutti ? 

Se alle misure non venissero rilevate differenze apprezzabili si, in cieco non ci riuscirebbe nessuno 

Contestualmente, per certe tipologie di cavi che vengono usati [creati appositamente per dare una voce ai morti] potrebbe magari succedere qualcosa, che alle misure comparirebbero grandi quanto la torre Eiffel 

Inviato

@acusticamente

Affinché la variazione di una qualità sonora (attributo) possa essere giudicata percepibile, lo deve essere per almeno il 71% di una popolazione formata da individui dall’udito perfetto. Per la psicoacustica l’individuo medio non è “mezzo sordo” ma possiede “udito perfetto”.
(Un eventuale individuo con super-poteri acustici rientrerebbe nel 71%)

Ad ogni quantità monodimensionale corrisponde una soglia minima di udibilità (al di sotto della quale non si sente) e una soglia differenziale di percezione che misura la minima variazione percepibile. Per esempio un suono diventa percepibile quando supera il livello di 20 micro Pascal a 1000 Hz ( 0 Phon, soglia di udibilità). La minima variazione di livello SPL diventa percepibile quando supera 0.5 dB (secondo alcuni e ancor meno secondo altri: dipende dalla banda passante sulla quale avviene questa variazione e dal particolare “suono” utilizzato).

Ciò non esclude che un individuo possa percepire un enorme aumento di profondità della scena acustica perché ha posto un sassolino davanti ad un diffusore ma, probabilmente, è l’unico a goderne. Quello che non deve accadere, e che purtroppo accade, è che la percezione di un singolo individuo venga elevata a standard di percezione per tutta la popolazione.

Piccola digressione:
Poniamoci una domanda: il tempo di riverberazione è definito come il tempo che impiega il campo riverberato per attenuarsi di 60 dB. Perché questa definizione non è cambiata negli ultimi 100 anni (anche se sono disponibili strumentazioni con 130 dB di rapporto segnale/rumore)? l nostro apparato uditivo ha dei limiti e, pochi secondi dopo una esposizione ad un suono con livello di X dB, un suono a X-60 dB non è udibile (ipoacusia temporanea). E’ ben vero che la dinamica dell’apparato uditivo è di 120-130 dB (dalla soglia di udibilità fino alla soglia del dolore) ma, per apprezzare un suono a 0 dB (20 micro Pascal di Pressione) si deve rimanere immersi nel silenzio per almeno 15-30 minuti in modo che la soglia di percezione si porti al suo massimo (l’orecchio ripristina l’amplificazione massima di circa 30 dB).
Questo per dire che le soglie di percezione (assolute e differenziali) dipendono dalle condizioni ambientali contingenti. L’apparato uditivo è un sistema dotato di memoria e ogni percezione è condizionata dalle percezioni precedenti e condiziona le percezioni successive. Questo va tenuto presente.
(fine della digressione)

  • Melius 2
Inviato
53 minuti fa, PietroPDP ha scritto:

Sulle registrazioni perdonami, ma tu senti tutti gli album registrati con lo stesso livello di qualità sonora?

La "qualità sonora" è un qualcosa di estremamente relativo , se vista lato ascoltatore.

Se la registrazione è aderente al volere del/degli artisti è semplicemente perfetta. 

Non può esistere che venga pubblicato,  per esempio,  un disco degli U2  che non sia soddisfacente per loro.  Il passaggio dalle produzioni di Lillywhite a quelle di Eno/Lanois fu epocale.  Una sorta di passaggio dal giorno alla notte.

C'è chi preferisce la prima fase e chi la seconda e chi le odia entrambe.  Ma la qualità è indiscutibile visto che è frutto di una scelta. 

 

Inviato

@acusticamente

Elaborazione – Processo di percezione
La sorgente viene localizzata e il messaggio viene interpretato diversamente a seconda si tratti di musica, parola o rumore. Il cervello riconosce il timbro confrontandolo con i pattern memorizzati e lo memorizza a sua volta.
A questo punto percepiamo il suono in forma conscia.
Nel frattempo una quantità di impulsi nervosi, circa 20 volte superiore a quelli pervenuti al cervello, viene inviata dal cervello alle cellule ciliate esterne per modificare lo stimolo percepito.

Ricapitolando per quanto riguarda sensibilità e selettività:
Basse < 100 Hz circa): L’udito è Non Selettivo e Non Sensibile Medie (voce) : L’udito è Selettivo , Selettivo Alte (> 4000 Hz): L’udito è Non Selettivo, Sensibile

(*) il fatto che l’a.u. non sia sensibile sotto i 100 Hz si deduce dalle curve di loudness e non vuol dire “che non si sentono” ma che si sentono “meno” delle frequenza medie a parità di livello SPL. Dire che l’a.u. non è selettivo significa che fatica o non riesce a determinare la frequenza con precisione.

Finalmente il risultato della elaborazione viene percepito dall’individuo come “suono”. Il suono è il risultato del processo di percezione che avviene nel cervello.

Per quanto possa dispiacere ai patiti “dell’analogico senza controreazione”, l’apparato uditivo è un sistema che converte una variazione di pressione (analogica) sul timpano in un treno di impulsi (segnale elettrico digitale). Il sistema è dotato di (almeno) tre anelli di retroazione negativa di cui due eseguono un controllo automatico del guadagno (tipo AGC) ed il terzo (gestito direttamente dal cervello) ne fa di tutti i colori e tra queste sopprimere gli echi di uno specifico suono nell’intervallo di integrazione.
Il sistema di retroazione dell’ a.u. utilizza almeno tre “dispositivi”:

- il muscolo stapedio (collegato alla staffa – retroazione meccanica)
- il muscolo tensore del timpano (collegato al martello – retroazione meccanica)
- le cellule ciliate esterne (nell’organo del Corti – retroazione elettrica).

Il “suono” che udiamo ci appare oggettivo, perché è quello che “sentiamo”, ma è soggettivo perché la sensazione cambia da individuo a individuo (per cause anatomiche) e la percezione cambia da individuo a individuo in base alle esperienze pregresse, cultura, stato psicofisico contingente, ecc.. Ciò avviene anche, banalmente, a causa della natura fermionica dei corpi solidi: due individui non possono trovarsi nello stesso posto nello stesso istante. Ciascuno di noi assiste allo stesso evento (un concerto) da punti di ascolto diversi ed è sottoposto a stimoli oggettivamente diversi. Una delle difficoltà dell’audiofilo sta nell’accettare la relatività delle percezioni: si tende a dare alle proprie percezioni un valore assoluto che non hanno e, peggio ancora, le si vorrebbe imporre anche agli altri. Nel tentativo di ottenere questo risultato si amplificano sfumature impercettibili (o inesistenti) descrivendole con superlativi assolutamente fuori luogo. Si dovrebbero, per cominciare, moderare i termini del linguaggio. Una sfumatura è una sfumatura non un cambiamento epocale.

Un microfono trasforma una variazione di pressione in una tensione elettrica ad essa proporzionale. La parte dell’ a.u. simile al microfono finisce con la catena degli ossicini. E’ interessante notare che il cervello non riceve nulla che somigli all’andamento della pressione sonora (analogica) che ha eccitato il timpano: riceve una serie di segnali digitali (treni di impulsi). La sensazione uditiva è determinata dalla combinazione di molti fattori che agiscono contemporaneamente nel tempo.

La formazione della percezione uditiva è una operazione olistica (gestalt) condizionata dallo “stato” fisico, psicofisico e culturale del soggetto e dell’ambiente che lo circonda.

Tra i fenomeni che determinano lo stato del soggetto citiamo i pregiudizi e la memoria delle percezioni pregresse. La memorizzazione delle percezioni pregresse è un processo continuo quindi lo “stato” del soggetto muta continuamente nel tempo.

Può succedere che, anche ascoltando lo stesso brano due volte di seguito, si abbia l’impressione di percepire delle differenze. La causa può essere meramente “meccanica”: se stiamo mangiando le patate fritte il tensore del timpano interviene per ridurre la sensibilità rispetto al rumore della masticazione e noi diventiamo “un po’ più sordi” anche a tutto il resto quindi non sentiamo più la musica allo stesso modo. Se ci soffiamo il naso muta la pressione tra il cavo faringeo e l’orecchio medio. Ne segue che non si devono magiare le patatine fritte e tanto meno soffiare il naso quando si ascolta musica.
Anche a parità di condizioni al contorno, lo stato psico-fisico di chi ascolta muta continuamente nel tempo. Infatti:

- il grado di attenzione posto nell’ascolto non è costante (e anche difficilmente controllabile).
- l’ascolto critico continuato porta a concentrarsi su aspetti diversi del fenomeno sonoro ottenendone percezioni diverse.
- ogni ascolto modifica la memoria precedente del fenomeno e quindi la sua percezione successiva (che sulla memoria è basata).
- la fatica da ascolto aumenta nel tempo e interferisce con l’ascolto critico.
- altre cose ancora…

Ci sono anche variazioni strettamente fisiche: una persona produce 0,1-2,1 kg di vapore ogni ora. La presenza di più persone in un ambiente chiuso altera il grado di umidità dell’aria e, con essa, le condizioni di propagazione del suono. Lo stesso vale per la temperatura dell’ambiente e dei dispositivi (basta pensare al riscaldamento causato dagli amplificatori a valvole e alla compressione termica per gli altoparlanti). Ascoltare la musica da soli o in compagnia non è la stessa cosa.
Riassumendo, nel tempo, si osservano variazioni sia fisiche (ambienti, nei dispositivi) che psico-fisiche del soggetto: è normale mutino anche le percezioni. A questo punto si potrà obiettare che si tratta di variazioni minime… saranno anche minime ma sicuramente fisicamente più rilevanti di quelle prodotte da un cartoncino blu posto sotto ad un vaso da fiori (magari per un as

  • Melius 2
Inviato

@acusticamente sensazioni quantitative? scusami ma in che senso? cosa sono le sensazioni quantitative? se sono sensazioni non possono essere quantitative

Comunque non vorrei entrare in un loop, non è mia intenzione, se si è soddisfatti della resa va bene così, questo intendevo

Inviato

Ascolto Critico
Sia data la registrazione di una conversazione (per esempio una normale intercettazione telefonica). Ad un primo ascolto la conversazione appare non completamente intelligibile. Allora la stessa registrazione viene riascoltata più volte fino a comprenderne tutto il contenuto. Durante questa operazione il cervello sfodera tutte le sue risorse (ascolto critico, completamento automatico, completamento euristico, interpretazione dal contesto, ecc.). Una volta “decriptata”, riascoltando la stessa registrazione inizialmente non intelligibile, questa sarà immediatamente riconosciuta perché il suo contenuto è stato memorizzato: il suono è collegato al messaggio e il cervello “salta” direttamente al contenuto del messaggio memorizzato (manco lo scolta più).
Vogliamo imparare un assolo di chitarra di Jimi Hendrix. In questo caso si devono riconoscere tutte le note eseguite per poi rieseguirle con la chitarra (possibilmente una Fender Stratocaster). La procedura è la stessa: l’assolo viene riascoltato più volte e, ad ogni ascolto, si scopre qualche cosa di nuovo. Alla fine sentiamo distintamente tutte le note che non potevamo riconoscere al primo ascolto. L’assolo è stato memorizzato e non “suonerà” mai più come la prima volta che lo abbiamo sentito. Probabilmente, dopo averlo ascoltato decine di volte, ci verrà a noia.
In questi processi l’attività di analisi dei suoni operata dal cervello, la memoria e l’ ascolto critico sono determinanti ed è evidente come la memoria del fenomeno ne modifichi la percezione successiva.

Quando confrontiamo due cavi di segnale facciamo la stessa cosa: ascoltiamo ripetutamente lo stesso brano o lo stesso frammento musicale e ogni ascolto modifica l’ascolto successivo. Se la differenza è superiore alla soglia differenziale di percezione (per un qualche attributo) la differenza “sonora” percepita è oggettiva. Quando le differenze sono al di sotto della soglia differenziale di percezione, l’attesa di sentire una differenza, o un pregiudizio, può indurre a percepire anche le differenze che non ci sono. Quando le differenze sono troppo piccole o non ci sono, l’apparato uditivo, se ne ha motivo, è perfettamente in grado di inventarsele. Dato che non possiamo distinguere le due situazioni, l’unico modo per venirne fuori è utilizzare sia l’ascolto che le misure.

  • Melius 2
Inviato
2 minuti fa, maxgazebo ha scritto:

sensazioni quantitative? scusami ma in che senso?

È secondo quello che ho scritto prima.

Se scrivo “ho preso un cavo che mi è costato tanto ma è meraviglioso e va benissimo” è un commento che usa argomenti qualitativi (anche se molto generici)

Se invece scrivo “sto provando un cavo nuovo e per molti giorni (non a caso perché quel momento ero stanco o l’Enel era sotto stress) mantiene un comportamento costante nel quale bassi e alti sono molto calanti” descrivo un qualcosa usando semplicemente termini quantitativi, che nulla hanno a che fare con le aspettative e le auto illusioni.

Secondo la logica dichiarata da molti io dovrei immediatamente spellarmi le dita a magnificare quel cavo, che invece in quel periodo mi fa anche un po’ schifo (vita vissuta non ipotesi)

E perché dovrei raccontare così ?

Inviato

@Coltr@ne  ti ringrazio per le spiegazioni, di molta sostanza e sulle quali è giusto ragionarci con calma.

Specifichi che il cervello è in grado di inventarsi qualcosa e che il processo di acquisizione di un brano può essere cumulativo e adattivo ma permettimi un piccolo dubbio.  Cambio un cavo e al primo ascolto, su un brano che conosco bene, scopro che ad un certo punto si sente un suono prodotto dalle dita sul bordo bagnato di un bicchiere.  Il mio cervello potrebbe inventarsi una cosa così precisa e complessa, non genericamente più alti o più bassi ?

Inviato

Ma allora perché, eventualmente, ci inventiamo cose solo nel campo dei cavi e non in tutto il resto della nostra esperienza ?

Alla fine non dovremmo essere più sicuri di nessun nostro giudizio applicato a qualsiasi elettronica…

Mi aspetto “solo perché le altre cose si misurano e i cavi non danno variazioni” :classic_wink: :classic_smile:

Inviato

@acusticamente scusami però non hai letto na cippa,, l'esempio della telefonata o della chitarra di Hendrix, lo sposti in ogni cosa, anche quando vai a fare la cacca, o per farti capire vanno fatti innumerevoli esempi, non abbiam tempo.

Voi audiofili mi fate impazzire, cambiate una virgola e la confrontate con due eventi che nel frattempo è cambiato l'universo, no, tutte le differenze sono per quello su cui "credete" di "provare".

Un essere umano adulto è composto da circa 37,2 trilioni di cellule. Tuttavia, è importante notare che il numero di cellule può variare durante la vita di una persona a causa di processi come la divisione cellulare, la morte cellulare e le variazioni di tessuti e organi. Ad esempio, ogni giorno miliardi di cellule muoiono e vengono sostituite da nuove cellule attraverso la divisione cellulare. Pertanto, il numero totale di cellule nel corpo umano può fluttuare nel corso del tempo, ma il numero medio di 37,2 trilioni è una stima approssimativa.

Tra una settimana di te non ci sarà più un pēnis, ma continueremo ad indicarti come @acusticamente, giusto per farti piacere.

Inviato
20 minuti fa, acusticamente ha scritto:

ad un certo punto si sente un suono prodotto dalle dita sul bordo bagnato di un bicchiere

Potrebbero essere dettagli realmente presenti, che tra un ascolto ed un altro magari sono sfuggiti

Per conferma, in cieco [tramite ottimi comparatori ABX] bisognerebbe concentrarsi su questo rumore delle dita, individuarlo con ripetibilità relativamente al cavo che è in esame, e successivamente commutare velocemente sul medesimo segmento di brano con l'altro cavo e sentire se tale particolare emerge ugualmente

Al 100% emergerà, ma se non dovesse accadere sarebbe una stranezza bella grossa, che ovviamente comparirebbe alle misure, ma che richiederebbe uno studio/indagine sulle assurde ed eventuali cause

Inviato
4 minuti fa, ilmisuratore ha scritto:

Potrebbero essere dettagli realmente presenti, che tra un ascolto ed un altro magari sono sfuggiti

Certo, potrebbe benissimo essere così; il brano però lo conoscevo molto bene.

Il precedente cavo non ce l’ho più ma potrei fare una ulteriore prova se ne recupero un altro.

Inviato
8 minuti fa, acusticamente ha scritto:

Certo, potrebbe benissimo essere così; il brano però lo conoscevo molto bene.

Il precedente cavo non ce l’ho più ma potrei fare una ulteriore prova se ne recupero un altro.

Queste, chiamiamole sottigliezze, nel segnale eccitano un segmento spettrale cospicuo per uno strumento di misura ad alta risoluzione, quindi quello che per il nostro udito è microscopico diventa per uno strumento di misura mastodontico

 

Inviato
9 ore fa, Coltr@ne ha scritto:

l’assolo viene riascoltato più volte e, ad ogni ascolto, si scopre qualche cosa di nuovo. Alla fine sentiamo distintamente tutte le note che non potevamo riconoscere al primo ascolto. L’assolo è stato memorizzato e non “suonerà” mai più come la prima volta che lo abbiamo sentito.

 

  • Melius 1
Inviato

Usare le fessrecchie audiofile è importante per non scrivere sbronzate. Fate troppe misure e non ci capite più una fava…non è periodo di fave. Brancolerete al buio fino a primavera.

Inviato
29 minuti fa, Vmorrison ha scritto:

. Fate troppe misure e non ci capite più una fava…

Scrivi sempre inesattezze poiché è l'esatto contrario

Con le misure ci si capisce immediatamente evitando lo stress di numerosi ascolti la cui confusione regna sovrana

Inviato
9 minuti fa, ilmisuratore ha scritto:

Scrivi sempre inesattezze poiché è l'esatto contrario

Con le misure ci si capisce immediatamente evitando lo stress di numerosi ascolti la cui confusione regna sovrana

Per i giovanotti si. Si creano tutto un loro suono, leggendo le misure e le sbronzate che scrivete…la frittata è servita. Ascoltare ascoltare ascoltare, cultura di ascolto. La stereofonia e l’alta fedeltà sono un percorso, bisogna ascoltare e ragionare. Il microfono è grezzo. I giovani pensano che fare l’amore è uouporn. No quello è scopare. 

Inviato
12 minuti fa, Vmorrison ha scritto:

Per i giovanotti si. Si creano tutto un loro suono, leggendo le misure e le sbronzate che scrivete…la frittata è servita. Ascoltare ascoltare ascoltare, cultura di ascolto. La stereofonia e l’alta fedeltà sono un percorso, bisogna ascoltare e ragionare. Il microfono è grezzo. I giovani pensano che fare l’amore è uouporn. No quello è scopare. 

Credevo fossi stata una persona seria, mi sbagliavo

L'unica sbronzata è quella di nominare un microfono dentro un contesto in cui si parla di misure di cavi

Ascoltare cosa ? la presunta differenza tra due cavi che non producono variazioni nel segnale ?

Ai giovanotti cosa vuoi inculcare in testa di farsi la cultura dell'autosuggestione ?

  • Melius 1

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora

  • Notizie

  • Badge Recenti

    • Badge del Vinile Bianco
      mattia.ds
      mattia.ds ha ottenuto un badge
      Badge del Vinile Bianco
    • Ottimi Contenuti
      Gidaloz
      Gidaloz ha ottenuto un badge
      Ottimi Contenuti
    • Reputazione
      Luca44
      Luca44 ha ottenuto un badge
      Reputazione
    • Contenuti Utili
      teppo
      teppo ha ottenuto un badge
      Contenuti Utili
    • Badge del Vinile Oro
      zigirmato
      zigirmato ha ottenuto un badge
      Badge del Vinile Oro
×
×
  • Crea Nuovo...