oltretutto Inviato 17 Maggio 2021 Inviato 17 Maggio 2021 @Gabrilupo ma io penso che sia stato piuttosto ironico,un modo per dire pubblicamente che la musica sacra è una cosa seria e non può essere ridotta ad una "schitarrata" (bisogna riconoscergli che il termine è esilarante....e mi ha fatto morire 😁)
analogico_09 Inviato 18 Maggio 2021 Inviato 18 Maggio 2021 Il 17/5/2021 at 13:19, mozarteum ha scritto: La musica antica, diciamo prebachiana, meravigliosa, ha pero’ pochi addentellati emotivi con l’homo technologicus. E’ quasi archeologia musicale, da ammirare come la maschera di Tutankamon. Personalmente, questa musica in chiese medievali (asimmetria della Storia visto che sono invece rinascimentali e postrinascimentali) crea grande suggestione. Rispolvera la domanda escatologica sepolta spesso dal chiasso del mondo. a casa du palle Bisognerebbe cercare la musicalità nella musica, scoprire la profonda essenza poetica, spirituale, emozionale e metafisica della grande musica. Cose universali, "mnemoniche", definitive senza limiti temporali, appartenenti alla musica del presente e del passato. In second'ordine ci sono, ed è bene che vi siano, la "suggestione", il piacere passeggeri dello "spettacolo" legato alle tendenze del momento. Nessuno suppongo si sognerebbe di dire oggi che il ciclo di affreschi giotteschi della basilica superiore del santo di Assisi sia quasi archeologia pittorica e non già realtà artistica sublime fruibile come elemento estetico, linguistico ed espresivo di stretta, ancora increata attualità, quindi perfettamente adatta ad "addentellarsi" con la sensibilità dell'uomo moderno, anche del tecnologico-tecnocratico che conservi amcora una qualche forma di coscienza artistica. Un quadro dietro l'altro.., un "fotogramma" dietro l'altro.., una sorta di "biografia" visiva di san Francesco ed ecco che il "cinema" muto fu inventato nel '200... Idem per quanto riguarda Dante o Scèspir, perfino Omero, i quali ci aiutano e come a capire la nostra attualità esistenziale, estetica, spirituale, poetica, etica, morale, umanistica, ecc... Cambiano le contingenze.., le sfumature, i tipi di "fondali", certi meccanismi e certe dinamiche, ma l'uomo resta sempre uguale a e stesso nelle questioni portanti del profondo "sentimento". Tale ideale d'interezza musicale, di sentimento musicale legato a qualsiasi genere di musica, di ogni tempo e luogo, lo si può ri-cercare e vivere in chiesa, in casa e perfino in noi stessi, quando lasciamo che la musica ri-suoni nelle nostre stesse viscere, menti ed ossa. Così come non serve esclusivamente un anfiteatro greco per declamare il "cantami o diva del pelide achille l'ira funestra...". La musica "pre-bachiana" (suppongo che tutti noi appassionati di musica si sappia cosa vi sia di musicale prima di Bach, di quali inestimabili ricchezze medievali, rinascimentali e del "primo" barocco si tratti), l'immensità cosmica di una polifonia fiamminga, di un canto trovatorico, di una melodia monteverdiana, sono un toccasana per il "disperso" uomo tecnologico, un antidoto contro la sua "solitudine" e contro i deliri di onnipotenza che l'idea ingannatrice di una tecnologia e di una scienza sconfinati e infallibili creano in lui. Altro che "ammirazione" archeologica: quelle musiche pre-bach ci sono diventano necessarie, urgenti... Non a caso molte creazioni musicali del '900 e contemporanee, della tradizione "classica" e "popolare", ovviamente rielaborate, gettano dei ponti di congiunzione ideali, e anche formali in una certa misura, verso le direzioni musicali"antiche" per recuperare le radici nelle quali si riconoscono pienamente e dalle quali non si possono separare. Anche da parte mia è un dire "personalmente"... 😉 1 1
nebraska Inviato 28 Giugno 2021 Inviato 28 Giugno 2021 Interessante intervista al maestro, molto vera senza ipocrisie.. Riccardo Muti: «Mi sono stancato della vita. I direttori gesticolano e studiano poco» Il grande musicista alla vigilia degli 80 anni: «Ai miei funerali voglio silenzio, se qualcuno applaude tornerò a disturbarlo la notte». Su Abbado: «C’era reciproca ammirazione». Pavarotti? «Venne a sue spese dagli Usa a cantare per dei tossicodipendenti. Non me lo dimenticherò». Smartphone? «Non ce l'ho, non lo voglio» https://www.corriere.it/cronache/21_giugno_27/riccardo-muti-mi-sono-stancato-vita-direttori-gesticolano-studiano-poco-21e561d2-d6b0-11eb-94c4-73c6504e8d78.shtml
Questo è un messaggio popolare. Iohannes Inviato 28 Giugno 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 28 Giugno 2021 @nebraska Grazie. Dico le mie impressioni: mi sembra un'intervista abilmente studiata a tavolino finalizzata all'auto-promozione. Le copiose e dotte citazioni, nonché il corredo fotografico di scatti scelti non certo casualmente (guarda caso i grandi della terra...), danno l'idea di un'intervista, autopresentazione molto meditata e congegnata con il giornalista. Muti si presenta con la fisionomia perfetta laudator temporis acti: rifiuta il presente degenere, dal quale sembra pronto a fuggire addirittura con la morte, che sembra quasi incombente dalle sue parole, per rifugiarsi nel suo 'bel passato' nostalgicamente rievocato, fin dai primi ricordi durante la Guerra, Castel del Monte, il professore serio di latino dalla 'buona' pedagogia (manesca) del buon tempo antico...il maestro Votto, il nume tutelare Toscanini, del quale velatamente si è sempre candidato a continuatore. Contesta ai direttori di oggi eccessiva gesticolazione: oddio proprio Muti, ai tempi d'oro della Scala, non propriamente esempio di gesto parco e sobrio...e nemmeno era direttore sordo alle perniciose sirene mediatiche... Contesta faciloneria e poca cultura dei direttori di oggi, regalandoci un diluvio di citazioni colte, dall'esametro all'ingresso di Capua, alla terzina dantesca del Paradiso, utili a mostrare se stesso quale direttore colto, dalle vaste e nobilissime letture. Ai tempi del 'duello' con Abbado, nell'immaginario era proprio lui il direttore 'meno colto', quello più tradizionalista (e così l'etichetta di musicista vicino alla destra). Lamenta le poche prove di oggi, adducendo che lui provava con i cantanti al pianoforte: è riconosciuto nell'ambiente che, tra i direttori, è pianista piuttosto bravo e coraggioso...e certamente lo sa. Mah...forse è un mio retropensiero ingiustamente malevolo, ma mi sembra un uomo a 'je rode' di aver perso i riflettori e il piedistallo di un tempo. Mi vengono in mente, rimanendo a Dante, le parole su Cimabue e Dante nell'XI del Purgatorio, il canto della vanagloria. Certe uscite velenose non sono per nulla di un uomo in limine mortis, ma ancora ben disposto a vivere in questo mondo terreno, che vorrebbe diverso da quello che è. Chi ha impressioni diverse dalle mie? Un saluto a tutti, Angelo 5 1
Questo è un messaggio popolare. OTREBLA Inviato 28 Giugno 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 28 Giugno 2021 Mi sembra tu sia un po' troppo severo. Tutte le persone anziane rimpiangono il loro passato. Anche io, nonostante abbia trent'anni meno di Muti, rimpiango il passato. Bisogna capirlo, viene da un mondo in cui si andava in gita in carrozza (di notte), col cocchiere, ed in cui la timidezza e la vergogna guidavano i passi dei giovani. Ricordo una vecchissima intervista in cui Muti indulgeva nel citazionismo colto esattamente come fa ora. Probabilmente è soltanto un uomo dalle vaste letture, con buona memoria (beato lui). Circa l'accusa alle giovani leve della direzioni d'orchestra, di misurarsi troppo presto con partiture monumentali ed impegnative, sempre Muti ha dichiarato varie volte di aver diretto per la prima volta la Nona Sinfonia di Beethoven più che quarantenne, pertanto la sua è una critica coerente. Mi è molto piaciuto questo commento: "La musica è rapimento, non comprensione. Critici musicali, tutti a casa! Non c’è niente da comprendere"; il che detto da lui, che durante le prove d'orchestra si profonde in spiegazioni analitiche di ogni sorta, insomma...è davvero paradossale. Tuttavia mi ha riportato alla mente un'altra frase, scritta da Aaron Copland, il famoso compositore americano, con un senso dell'ironia fenomenale (che ritrovo anche nel carattere di Muti): "In materia musicale, il primo che parla ha ragione". Alberto. 3
nebraska Inviato 28 Giugno 2021 Inviato 28 Giugno 2021 @OTREBLA @Iohannes anche per me sei un po' troppo severo. Ammetto di provare simpatia soprattutto per la figura Muti più che per l'uomo che forse non ha un carattere facilissimo. Lo vedo come uno dei baluardi di sapere contro un'epoca che fa dell'ignoranza un vanto, un portatore di valori antichi in un mondo di smartphone, di video tiktok, di commissari e libracci. Ma credo di non sbagliare nell'affermare che sulla sua cultura non si possa assolutamente dubitare.. 1
maverick Inviato 28 Giugno 2021 Inviato 28 Giugno 2021 Io invece condivido ogni parola di quanto scritto da @Iohannes Il che non vuol dire che non riconosca a Muti grande competenza e conoscenza (soprattutto in certo repertorio). Però qui si sta parlando d'altro, e per me @Iohannes ha colto molti aspetti in modo giusto. 1
analogico_09 Inviato 28 Giugno 2021 Inviato 28 Giugno 2021 5 ore fa, Iohannes ha scritto: Chi ha impressioni diverse dalle mie? Le mie impressioni coincidono pienamente con le tue, hai tracciato un quadrto per me esauriente, quindi mi limietrò a qualche sottolineatura... 5 ore fa, Iohannes ha scritto: mi sembra un'intervista abilmente studiata a tavolino finalizzata all'auto-promozione. Ho provato la stessa sensazione di qualcosa di - more solito - autocelebrativo, di "preparato", poi ci sono anche cose consivisibili ma pittosto scontate, cose che sfondano parecchie porte già aperte in illo tempore della critica e del pubblico, dal mondo della pedagogia... Mi è capitato altre volte di notare come Muti proponga il risaputo come fosse novità rivelata. Preferisco sorvolare sulla "nostalgia" dell'insegnamento fatto a suon di bacchettate... fisiche. Personaggio particolare.., controverso, non riesco a mettere a fuoco le particolarità dell'uomo ego-centrico riflesse nella sua direzione che a mio modesto avviso, come più volte sostenuto, è meno di ciò che appare. 1
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 29 Giugno 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 29 Giugno 2021 21 ore fa, Iohannes ha scritto: Contesta ai direttori di oggi eccessiva gesticolazione: oddio proprio Muti, ai tempi d'oro della Scala, non propriamente esempio di gesto parco e sobrio...e nemmeno era direttore sordo alle perniciose sirene mediatiche... Contesta faciloneria e poca cultura dei direttori di oggi, regalandoci un diluvio di citazioni colte, dall'esametro all'ingresso di Capua, alla terzina dantesca del Paradiso, utili a mostrare se stesso quale direttore colto, dalle vaste e nobilissime letture. Muti si limita a parlare del suo mondo musicale di estrazione post-romantica, borghese, "accademica" (con tutto il rispetto), criticando in modo sommario la scarsa preparazione dei giovani direttori, come se tutto finisse lì, come se non esistessero altri universi musicali, altre realtà repertoriali, interpretative, esecutive, compositive, ecc, di sicuro, comprovato e altissimo valore artistico, animate da giovani interpreti-musicologi, ricercatori, ri-scopritori, trascrittori di opere straordinarie di un passato sempre vivo che era stato dimenticato dagli establishment musicali "accademici".. Parlo dei direttori viventi, della cronaca attuale e in una già passati alla storia, e dei più o meno giovani direttori-"concertatori" molto preparati che non hanno seguito le "pedagogie della bacchetta"... Il pensiero non può non andare verso il mai troppo rimpianto Claudio Abbado, artista di grande apertura in tellettuale ed "affettiva" - un antidoto contro i "provincialismi" nostrani piccolo borghesi, un po' "populisti", retoricamente "patriottistici"... - la cui opera registrata seguita ad illuminare le menti e i cuori di più generazioni di ascoltatori di ogni parte del globo, compensando in una certa misura quello che è il forte peso lascito della gravosa, sventurata Assenza. 2 1
mozarteum Inviato 29 Giugno 2021 Inviato 29 Giugno 2021 23 ore fa, OTREBLA ha scritto: La musica è rapimento, non comprensione. Critici musicali, tutti a casa! Non c’è niente da comprendere"; La penso esattamente cosi’. Trovo noiosi e infruttuosi i tentativi di suscitare fascinazione musicale attraverso le spiegazioni. la musica e’ un dono: un accordo di Wagner o smuove o non smuove hai voglia a spiegare 2
mozarteum Inviato 29 Giugno 2021 Inviato 29 Giugno 2021 Comunque un gran direttore d’opera italiana, conoscitore delle voci come pochi e qui ha ragione nel dire che oggi di direttori in grado di guidare voci nel repertorio lirico sono pochissimi (a me viene in mente solo Pappano). Giusto qualche giorni fa ho sentito un’Aida crepuscolare raffinatissima con la capacita’ di concertare masse corali e orchestrali nello spazio dell’Arena davvero unica. Nel repertorio sinfonico e’ un direttore “classico” ma sempre molto interessante.
OTREBLA Inviato 29 Giugno 2021 Inviato 29 Giugno 2021 E' ma tu Roberto sei un ascoltatore engagè...:-)) Che sia un grandissimo direttore d'orchestra nessuno lo nega. Basta vedere a quale livello è riuscito a portare i Cherubini, come li chiamo io. E' anche lì che si vede il grande direttore, non soltanto quando dirige i Berliner. Certo ha un carattere un po' tutto suo, però io l'ho sempre trovato simpatico, in fondo. Forse perché molto spesso mi trovo d'accordo con ciò che dice. Alberto.
analogico_09 Inviato 29 Giugno 2021 Inviato 29 Giugno 2021 6 ore fa, mozarteum ha scritto: Trovo noiosi e infruttuosi i tentativi di suscitare fascinazione musicale attraverso le spiegazioni. Le "spiegazioni" servono per montare bene una tenda da campeggio, per imparare ad usare un telefonino, non servono per comprendere la musica. Il "rapimento" musicale è anche comprensione e conoscenza della musica. Rapimento come immaginazione, e immaginazione è cultura, psiche, esperienza, capacità di esprimere con le parole i nostri stupori musicali descrivendo anche quella che riteniamo sia la forma "fisica" e "morale" e poetica di un'opera musicale. Rapimento è condizione dello spirito alta, privilegiata, non la si raggiunge a gratis, bisogna guadagnarsela, e senza i suddetti "antefatti" potrebbe rivelarsi mera suggestione che nasce e muore in noi. La morte della comunicazione. Rapimento-immaginazione, comprensione-conoscenza.., stretto il collegamento, l'una cosa è in funzione dell'altra. In tanti anni ho letto molti tuoi commenti sulle musiche di cui ti stavi occupando e nell'esprimere le tue sensazioni mentre cercavi di rappresentare anche il carattere di tali opere, non ho mai notato che stessi impartendo una fascinosa "spiegazione".., anzi resto non di rado ammirato della tua capacità di comprendere la musica e di "raccontarla" con le parole del sentimento e della immaginazione senza ricorrere ai disegnini esplicativi... 😉
Gabrilupo Inviato 30 Giugno 2021 Inviato 30 Giugno 2021 17 ore fa, analogico_09 ha scritto: "Il pensiero non può non andare verso il mai troppo rimpianto Claudio Abbado, artista di grande apertura in tellettuale ed "affettiva" - un antidoto contro i "provincialismi" nostrani piccolo borghesi, un po' "populisti", retoricamente "patriottistici"... Immane la differenza fra i due dal punto di vista umano. Abbado non ha mai parlato di insoddisfazione verso il mondo che lo circondava, mi pare, anzi sembrava esprimere fino all'ultimo curiosità ed apertura verso il mondo giovanile per il quale tanto si è prodigato con le iniziative che tutti conosciamo. Mi ha sempre dato l'impressione di un uomo pacificato con quanto lo circondava, malgrado le sofferenze, e questo mi sembra si sentisse anche nelle sue ultime interpretazioni. 2
Questo è un messaggio popolare. Grancolauro Inviato 30 Giugno 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 30 Giugno 2021 Ah, questi giovani direttori narcisisti che si agitano, che sbracciano.... 4
mauriziox60 Inviato 30 Giugno 2021 Inviato 30 Giugno 2021 Il 28/6/2021 at 16:57, OTREBLA ha scritto: "La musica è rapimento, non comprensione. Critici musicali, tutti a casa! Non c’è niente da comprendere" questa citazione mi rinfranca alquanto. Non avendo alcuna conoscenza in campo musicale pensavo di accontentarmi solo di quel che passava il mio incolto convento. Ora che so che basta il rapimento, e di questo fortunatamente non difetto, mi sento veramente bene. Lungi da me osannare l'ignoranza, tutt'altro, ma riconoscersi un po' meno impediti è una bella sensazione. Capisco che la capacità di leggere e scrivere la musica dia una marcia in più e che più conoscenza mi porterebbe per esempio a capire perché tale musica mi piace e talaltra no, ma in ultima analisi il rapimento (cit.) mi porta già in un luogo ben preciso e molto amato! 1
Grancolauro Inviato 30 Giugno 2021 Inviato 30 Giugno 2021 A me sembra che ci siano molte forme di rapimento musicale. A volte c'è un rapimento immediato, sensoriale, che sfugge a qualsiasi spiegazione. Ma a volte il rapimento è intellettuale: dipende dalla conoscenza e dall'esperienza. Altre volte ancora il rapimento è collettivo: ti cattura in sala da concerto perché riconosci la tua esperienza emotiva in quella degli altri, e questo la amplifica a dismisura. E il catalogo potrebbe continuare. Che poi una forma di rapimento non è di per sé più intensa o autentica delle altre. Si tratta di esperienze diverse, tutte interessanti, da sperimentare se uno ne ha l'occasione 1
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