Max440 Inviato 21 Maggio 2021 Inviato 21 Maggio 2021 ps: qui la registrazione audio non è un granchè, ma su youtube trovate una versione migliore che però non mi fa linkare ... 👍
tarantolazzi Inviato 21 Maggio 2021 Inviato 21 Maggio 2021 @Grancolauro Grazie anche di questa segnalazione (a proposito, grazie di cuore per la segnalazione di quel Slattebrekk......mi sono procurato il CD schumanniano e mi piace moltissimo). Impressionante tra le tante cose il togliere il pedale per molte battute, uscendo in pratica dalla struttura "blocchi di accordi/armonie arpeggiati con canto al basso", per poi rientrarci con un piede si' e l'altro no. Mi sembra un cantiere aperto, uno che si stia ponendo molte giuste domande, che si sa e' spesso meglio che dare le solite sicure risposte. Poi mi e' venuto in mente anche (subito, prima della sottrazione del pedale che ammetto mi ha traumatizzato) "non e' che come volumi-suono-articolazione Chopin suonasse sui suoi Pleyel o Erard piu' o meno cosi'?"
Max440 Inviato 22 Maggio 2021 Inviato 22 Maggio 2021 @Carlo Quel notturno Op.27 n°2 è una brano meraviglioso, che mette alla prova proprio la sensibilità al tocco di qualsiasi pianista che lo voglia "affontare". E quindi non è possibile non citare qui un'altra bellissima versione, quella di Dinu Lipatti: .-.-.-.-.-.
Max440 Inviato 22 Maggio 2021 Inviato 22 Maggio 2021 E.... vorrei aggiungere.... anche Moravec ti lascia lì.... in sospeso .... lento .... dolce .....struggente ......: .-.-.-.-.-. 1
Max440 Inviato 22 Maggio 2021 Inviato 22 Maggio 2021 ps: il finale è quasi soprannaturale ... quelle acciaccature .... quel tocco .... 😍
Max440 Inviato 22 Maggio 2021 Inviato 22 Maggio 2021 @Alpine71 Mamma mia... Horowitz e "Schubert"... gli stupendi cambi di tonalità maggiore/minore (ma soprattutto viceversa!) che rendono Schubert unico nel suo stile. Questo 3d sta diventando una cosa meravigliosa ... 💖 1
Max440 Inviato 22 Maggio 2021 Inviato 22 Maggio 2021 Il 18/5/2021 at 20:03, Ggr ha scritto: Che dire...sembra tutto facile... E non solo suonare... io penso anche a chi ha composto certe cose... Quando mi metto a "ri-studiare" certi brani di Bach all'organo, resto incantato dalla bellezza e dalla perfezione della composizione: le voci si inseguono, dialogano, cantano, con un equilibrio ed una "elevazione spirituale" davvero magica: qualcosa di non spiegabile a parole, veramente .... Ciaoooo, Max
Max440 Inviato 22 Maggio 2021 Inviato 22 Maggio 2021 Il 20/5/2021 at 19:49, Grancolauro ha scritto: sono incappato nell’esecuzione di Leonid Egorov, altro cavallo pazzo dei festival, spesso scritturato per le sue bizzarrie più che per un vero apprezzamento artistico. Eppure... basta provare ad ascoltare per capire Posso dirlo? Stìcaxxi !!! L'ho detto .... Altro che bizzarrie: questo suona alla grande 🧐 ps: di quello studio, altro grande capolavoro di Chopin, mi ha sempre colpito questa versione di Sokolov, davvero un "oceano travolgente" .......: .-.-.-.-.-. 2
Ggr Inviato 22 Maggio 2021 Inviato 22 Maggio 2021 @maxnalesso verissimo. Anche io adoro Bach. La sua musica prescinde lo strumento. La si può suonare con qualsisi, e mantiene la stessa originalità e comunica lo stesso messaggio.
Max440 Inviato 22 Maggio 2021 Inviato 22 Maggio 2021 Scusate se insisto con la Ciaccona di Handel (che sicuramente, per molti versi, è "poco pianistica") ma è solo per citare un altro interprete che viene poco menzionato, ma che merita sicuramente considerazione, in particolare proprio su questo brano ... 😉 .-.-.-.-.-. 1 1
Grancolauro Inviato 22 Maggio 2021 Inviato 22 Maggio 2021 9 ore fa, tarantolazzi ha scritto: Poi mi e' venuto in mente anche (subito, prima della sottrazione del pedale che ammetto mi ha traumatizzato) "non e' che come volumi-suono-articolazione Chopin suonasse sui suoi Pleyel o Erard piu' o meno cosi'?" Eh, buona domanda. Non ci avevo pensato ma in effetti col Pleyel lo studio veniva probabilmente più simile a come lo fa in quel passaggio Egorov rispetto a come siamo abituato ad ascoltarlo. Ottima osservazione. A dire il vero io ero rimasto stupito già un po' prima, quando dopo la prima "eposizione" del tema, per così dire, Egorov praticamente si ferma, facendo un respiro lunghissimo prima della ripresa (a 0:18 nel video). Vabbé, lì rallentare ovviamente ha senso, ma fermarsi del tutto non me lo aspettavo. I respiri.... Mi viene in mente, per associazione di idee, un noto maestro italiano che aveva un suo mantra con lo studio n. 12 dell'op 25: questo studio pone una sfida ritmica, quella di eseguire le quartine ascendenti e discendenti "asincrone" mettendo gli accenti al posto giusto sfruttando l'indipendenza delle dita nei movimenti laterali. Sfida che il Sokolov postato da @maxnalesso accetta e vince in modo spettacolare. Giusto. E la giustificazione standard di questa interpretazione sta poi nell'analogia col Preludio n. 2 del primo libro del Clavicembalo ben temperato di Bach, che fornisce a Chopin l'idea di partenza. Verosimile anche questo. Stessa tonalità, stessa struttura, Chopin studiava e ammirava Bach, ecc. ecc.. Tutto sembra tornare. Eppure, anche qui... Il Preludio in DO minore di Bach ha in realtà la struttura di una Toccata, e dunque di un'improvvisazione a partire da uno schema armonico/melodico dato, che apre grandi spazi di libertà dal punto di vista ritmico. Perché allora pensare lo studio di Chopin, come tutti fanno, come una macchina di suoni ritmicamente inesorabile, che si sviluppa sempre uguale a se stessa, e non invece, appunto, come una Toccata, in cui ogni ripresa presenta il tema e le sue variazioni in modo diverso, come fa Egorov? Qual è la concezione più pertinente di questo brano?? Scusate, sono andato OT...
tarantolazzi Inviato 22 Maggio 2021 Inviato 22 Maggio 2021 2 ore fa, Grancolauro ha scritto: come una Toccata Giuro che volevo scriverlo, che intendevo proprio questo. Complessivamente il senso di quell'interpretazione e' esattamente quello.
Alpine71 Inviato 22 Maggio 2021 Inviato 22 Maggio 2021 @Grancolauro più ti e vi leggo più penso che, a livello interpretativo, vi siano mainstream, prassi accettate acriticamente, consuetudini ormai talmente stratificate, cristallizzate da essere ritenute quasi inalienabili, irrinunciabili. Poi arriva un interprete che si distacca dal flusso e, dai più per non dire dai critici, viene definito eccentrico se non strampalato. Talvolta accade che qualcuno di questi “superi il muro” e divienga un quasi mito da ascoltare ed apprezzare, finalmente con attenzione e passione. Altri, invece, restano appannaggio di pochi appassionati. Ecco per me, semplice ascoltatore e strimpellatore a tempo perso, la grandezza di queste discussioni è la percezione di questa circostanza, forse a voi tutti nota, ma non a me 😃 che mi ha fatto scoprire un mondo nuovissimo: la musica pianistica, anzi tutta la musica, sempre lei, ma osservata da un punto di vista diverso, spesso migliore rispetto alla medesima musica osservata dal consueto panorama
Max440 Inviato 23 Maggio 2021 Inviato 23 Maggio 2021 A proposito di Sokolov.... Avevo citato in altra discussione, questa sua interpretazione di uno dei brani più semplici della letteratura pianistica: il preludio in Do- Op.28 n°20 di Chopin. Avendolo ascoltato dal vivo in un suo bis, posso assicurarvi che il fortissimo dell'inizio sembra provenire da 10 pianoforti, mentre il pianissimo della parte finale ha lasciato tutto il pubblico senza fiato per quella manciata di secondi: anche qui, su un brano brevissimo e tecnicamente assai facile, il genio si è mostrato in tutta la sua grandezza. Il genio di Sokolov ed, ovviamente, il genio di Chopin ... 😍 .-.-.-.-.-.
maverick Inviato 23 Maggio 2021 Inviato 23 Maggio 2021 6 ore fa, maxnalesso ha scritto: Avendolo ascoltato dal vivo in un suo bis, posso assicurarvi che il fortissimo dell'inizio sembra provenire da 10 pianoforti, mentre il pianissimo della parte finale ha lasciato tutto il pubblico senza fiato per quella manciata di secondi: anche qui, su un brano brevissimo e tecnicamente assai facile, il genio si è mostrato in tutta la sua grandezza. Anch'io l'ho ascoltato dal vivo nei preludi, ..il buon Sokolov, non posso che confermare. D'altra parte, i geni si riconoscono anche da quello, sono convinto che " fra Martino Campanaro", suonato da Michelangeli, avrebbe un suono tutto diverso che se lo suonassi io, ..o magari qualcun altro del forum Ho scoperto l'acqua calda .. 😅 1 1
Grancolauro Inviato 26 Maggio 2021 Inviato 26 Maggio 2021 Il 22/5/2021 at 18:22, Alpine71 ha scritto: Poi arriva un interprete che si distacca dal flusso e, dai più per non dire dai critici, viene definito eccentrico se non strampalato. Talvolta accade che qualcuno di questi “superi il muro” e divienga un quasi mito da ascoltare ed apprezzare, finalmente con attenzione e passione. Sono d'accordo con te. Questo accade in fin dei conti in tutte le forme d'arte, mi sembra. Si consolida lentamente un main stream, un "codice" generalmente condiviso dai più per distinguere la buona dalla cattiva arte. Poi intervengono momenti di rottura che generano nuovi codici. Forse nella musica classica tutto questo avviene soltanto più lentamente. C'è una forte resistenza a modificare i paradimi consolidati, un conservatorismo di fondo, che è un po' nel DNA di questo ambito della musica (altrimento la chiameremmo "musica classica" 🙂). Quindi gli artisti di rottura fanno più fatica ad emergere, soprattutto per colpa dell'uditorio, del pubblico, che tende a coltivare la tradizione più che l'innovazione. Oggi alla fine per generare vere e proprie rotture servono, il più delle volte, dei grandi artisti che siano anche dei grandi personaggi. Uno per tutti: Glenn Gould, il cui successo tra il grande pubblico si deve più al suo essere stato un personaggio eccentrico e curioso rispetto al modo in cui suonava. 2
Questo è un messaggio popolare. Iohannes Inviato 26 Maggio 2021 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 26 Maggio 2021 Il 23/5/2021 at 14:00, maverick ha scritto: Ho scoperto l'acqua calda .. 😅 Secondo me, no. La cosa bella, quando si ascoltano i grandi artisti, è trovare rivelazioni inattese nel repertorio apparentemente più semplice. Visto che si parlava di Sokolov, con lui ho alcuni esempi a riguardo. Spesso propone tra i bis pezzi semplicissimi, ma che sotto le sue mani diventano gioielli, come questo: E' un valzer di Chopin semplicissimo, da principianti quasi, più che dilettanti. Lo hanno suonato praticamente generazioni di pianisti in erba. E' un pezzo postumo, sul quale ci sono persino dubbi di autenticità, se non ricordo male. Ebbene GS, da grande Chef, valorizza gli ingredienti più semplici per preparare prelibatezze. Cosa di mette? 1. Un suono bellissimo, su tutti i registri della tastiera. 2. Una dinamica generosa, con un'escursione da un forte bello vigoroso a un sottovoce lontano e suggestivo, il tutto su una base di cantabile molto 'rotondo'. 3. Una grande libertà agogica, abbondante rubato, ma che valorizza benissimo le soluzioni dinamiche. 4. Una cura estrema nell'esecuzione degli abbellimenti, mordenti e trilli, che impreziosiscono il tutto come pietre preziose. Ma forse l'ingrediente che più mi affascina di questo pianista è il fatto che suona un pezzettino facilissimo (e forse pure piuttosto banale in sé) con tutta la convinzione, dedizione, sapienza possibile...e lascia pensare me ascoltatore, che questo pezzettino l'ho suonato in casa con mamma e papà, che dietro questa scelta ci sia forse davvero un ricordo d'infanzia, lontano nel tempo, di quando anche lui nella sua casa a Leningrado lo suonava, senza sapere che sarebbe diventato il grandissimo pianista che tutti conosciamo. Un saluto a tutti, Angelo 3
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