one4seven Inviato 4 Dicembre 2024 Inviato 4 Dicembre 2024 Immaginate cosa avrebbe potuto fare oggi una mente come quella di Davis, con i potenti strumenti odierni di modellazione del suono... 1
Gaetanoalberto Inviato 4 Dicembre 2024 Inviato 4 Dicembre 2024 Si, lo so, adesso mi storcerete un po' la bocca, perchè va bene confini, ma non è che andiamo nel funky, insomma in una marmellata nella quale non si distingue il bandolo ? Però che ci posso fare, questo Stanley Clarke omonimo del 1974, al basso acustico ed elettrico e pure al piano, con la sua compagnia cantante, anzi, suonante, composta da Jan Hammer alle svariate tastiere utilizzate, Tony Williams, batterista davisiano che riempie di ritmo la prima facciata, Bill Connors alle chitarre, un'affacciata nel jazz credo la faccia, senza staccarsi troppo da venature rock. Mi piace molto, se pure non particolarmente cervellotico. 2
one4seven Inviato 4 Dicembre 2024 Inviato 4 Dicembre 2024 2 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto: Si, lo so, adesso mi storcerete un po' la bocca Ma per nulla, io sono un fan di Stanley Clark! Come si può resistere all'attaco di Silly Putty, sparato a tutto volume sullo stereo? 1 1
one4seven Inviato 5 Dicembre 2024 Inviato 5 Dicembre 2024 Tornando un attimo indietro... Ma Ve lo immaginate l'appassionato di jazz duro e puro tutto acustico, nei '70, già "provato" da alcuni ascolti "free" che cmq mal che vada resta acustico... cala la puntina sul doppio Live Evil appena comprato e gli parte l'attacco di "Sivad". Coccolone assicurato Oggi ci viene da ridere (e c'è ancora chi non se ne capacita), ma cercate di immaginare allora... Non era facile capire. . Ps. Consiglio l'ascolto, impegnativo sicuramente, dell'intera session al Cellar Door, da cui è tratto Live Evil. Uscì in ben 6 CD nel 2005. Naturalmente disponibile in streaming. https://www.qobuz.com/us-en/album/the-cellar-door-sessions-1970-miles-davis/0827969361429 . 1 1
one4seven Inviato 5 Dicembre 2024 Inviato 5 Dicembre 2024 17 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto: Stanley Clarke A proposito di Stanley Clarke (probabilmente secondo solo a Jaco Pastorius), andrebbe ricordato il "supergruppo" che mise in piedi Creed Taylor (CTI Records) nell'80, di cui faceva parte anche il nostro. I "Fuse One". 3 dischi prodotti, di cui 2 sicuramente notabili, il primo omonimo "Fuse One", ed il secondo, Silk. 1 1
Gaetanoalberto Inviato 5 Dicembre 2024 Inviato 5 Dicembre 2024 2 ore fa, one4seven ha scritto: Tornando un attimo indietro... Ma Ve lo immaginate l'appassionato di jazz duro e puro tutto acustico, nei '70, già "provato" da alcuni ascolti "free" che cmq mal che vada resta acustico... cala la puntina sul doppio Live Evil appena comprato e gli parte l'attacco di "Sivad". Coccolone assicurato Oggi ci viene da ridere (e c'è ancora chi non se ne capacita), ma cercate di immaginare allora... Non era facile capire. . Ps. Consiglio l'ascolto, impegnativo sicuramente, dell'intera session al Cellar Door, da cui è tratto Live Evil. Uscì in ben 6 CD nel 2005. Naturalmente disponibile in streaming. https://www.qobuz.com/us-en/album/the-cellar-door-sessions-1970-miles-davis/0827969361429 . Procedo alla maratona...
damiano Inviato 5 Dicembre 2024 Autore Inviato 5 Dicembre 2024 22 ore fa, one4seven ha scritto: all'attaco di Silly Putty, sparato a tutto volume sullo stereo? Journey to Love è un gran disco, nel suo genere. A me piace molto la traccia che chiude l'elleppi "Concerto for Jazz/Rock Orchestra" Ciao D. 2
Questo è un messaggio popolare. damiano Inviato 5 Dicembre 2024 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 5 Dicembre 2024 Stasera ho fatto un giro con Garbarek ed ho ascoltato molto il suo gruppo piano-less. Nel concerto del 1982 a Molde suonano una versione di "The Last Stage of a Long Journey", uno dei brani più noti Eberhard Weber presente anche nel famoso concerto "In the Fabrik", che secondo me esprime ai massimi livelli il talento espressivo del norvegese. Ma (come al solito, c'è un ma) Bill Frisell, al top del suo periodo migliore (parere personale) "strippa" la musica verso orizzonti, direi, psichedelici. Ed è una tournée fantastica e nella tappa di Strasburgo, il secondo link, forse il risultato è migliore ed ancora più straniante. Fatelo suonare forte, per favore 🙂 Ciao D. 4
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 7 Dicembre 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 7 Dicembre 2024 John Surman - 1972 - Westering Home Io continuo a curiosare nei dintorni del cambiamento, per esplorare i momenti e gli artisti che lo hanno determinato, o comunque quelli in cui le tracce sono più evidenti. Per esempio quest'album non mi pare tra i più noti o menzionati, ma Surman è intimista e piuttosto ispirato, mentre sperimenta le potenzialità della registrazione multi traccia. Il modo in cui suona lo ritroviamo in nuce, credo, in molti musicisti del nord Europa, ma qui ha un calore ed una veste che mi sembrano ancora "british": poi li ritroveremo nelle diverse piste del jazz britannico, diversamente elaborate. Colpa vostra, che mi costringete a pensare. 3
one4seven Inviato 7 Dicembre 2024 Inviato 7 Dicembre 2024 Beccatevi l'ultimo pezzo di Paolo Fresu, appena uscito. Credo ne segua un album a breve... . 2
ascoltoebasta Inviato 7 Dicembre 2024 Inviato 7 Dicembre 2024 Ho acquistato il nuovo CD di Beledo dal titolo "Flotando en vacio",conoscevo già bene questo talentuoso polistrumentista che si dedica maggiormente alla chitarra,nel nuovo lavoro sforna un Jazz,jazzrock di ottima fattura,la sua origine Uruguayana porta con sè la dote di riuscire a donare una certa vena melodica anche in esecuzioni non certo main stream,qui è coadiuvato da strumentisti d'alta caratura e il risultato lo trovo eccellente. 1 1
Questo è un messaggio popolare. damiano Inviato 7 Dicembre 2024 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 7 Dicembre 2024 9 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto: dintorni del cambiamento, E John Surmam è sicuramente uno dei musicisti più significativi dei vari filoni che si sono sviluppati a partire dalla fine degli anni 60. Ha suonato sempre seguendo il suo istinto di grande musicista, includendo nella sua musica gli spunti più eterogenei, dal free, alla musica folk, dalla fusion propriamente detta alla musica contemporanea (le sessioni prodotte da solo con l'uso delle sovra incisioni). E, ripeto ancora una volta il mio mantra, ha sviluppato la sua storia di musicista partendo da una solida preparazione jazz. Extrapolation del 1969 intestato a John McLaughlin è, forse, il disco di musica jazz più bello inciso al di qua dell'oceano e John Surmam esprime, al massimo livello, le sue capacità di polistrumentista ben radicato nel linguaggio jazz. Già nel seguito putativo "Where Fortune Smiles", sempre intestato a John McLaughlin e questa volta inciso dalla parte giusta dell'oceano, inizia il viaggio lungo il confine. Lascio il mio contributo, estratto dal capolavoro di Miro Vitous (altro protagonista assoluto di quanto stiamo trattando) Journey' End con John Taylor al piano e John Christensen alla batteria edito da ECM nel 1982: la meravigliosa "Windfall" di John Taylor. Io definisco l'esposizione della melodia con assolo concatenato di Surmam al soprano come "Sturm und Drang"....con tracce evidenti di classicismo fino all'inclusione del canone inverso. Ciao D. 3 1
damiano Inviato 11 Dicembre 2024 Autore Inviato 11 Dicembre 2024 Wolfgang Dauner è un brillante pianista tedesco scomparso nel 2020. È stato uno dei musicisti europei più attivi nel ricercare nuove strade musicali partendo dalla grande casa del jazz. Non voglio scrivere troppo, chi ha interesse potrà andare a caccia, però ci tengo a scrivere che nel 75 ebbe l'ambizione di formare "United Jazz and Rock Ensemble", riunendo musicisti di jazz e rock progressivo. Tra gli altri il chitarrista Volker Kriegel (meritevole di capitolo a parte), il trombettista Ack Van Rooyen, il trombonista Albert Mangelsdorff, il sassofonista Charlie Mariano, la flautista Barbara Thompson, il trombettista dei Nucleus Ian Carr, il bassista Eberhard Weber e il batterista dei Colosseum Jon Hiseman. I loro album si sono classificati tra i più venduti del jazz tedesco, alcuni titoli degli inizi: Live im Schutzenhaus (1977), Teamwork (1978), The Break Even Point (1979), con il trombettista Kenny Wheeler. L'attività del gruppo è andata avanti fino agli inizi degli anni 90. Un live dell'indice sarà facile riconoscere alcuni dei musicisti citati Ciao D. 1 1
one4seven Inviato 11 Dicembre 2024 Inviato 11 Dicembre 2024 3 ore fa, damiano ha scritto: andare a caccia La figata si farebbe con questo > https://www.discogs.com/release/2587106-The-United-Jazz-Rock-Ensemble-10-Jahre-The-United-Jazz-Rock-Ensemble 1
damiano Inviato 11 Dicembre 2024 Autore Inviato 11 Dicembre 2024 2 ore fa, one4seven ha scritto: figata si farebbe con questo Essi, sarebbe bella caccia e non costa il solito rene 🙂 Ciao D.
ascoltoebasta Inviato 11 Dicembre 2024 Inviato 11 Dicembre 2024 Oggi ho inserito nel lettore il,per me,ottimo lavoro del 2018 dei Soft Machine "Hidden Details",ritrovatisi qui con buona parte dei vecchi (realmente vecchi) e gloriosi componenti e sfornando un prezioso disco di musica sufficientemente intricata, ma mai eccessivamente,grandi musicisti al servizio della buona musica. 1
senek65 Inviato 12 Dicembre 2024 Inviato 12 Dicembre 2024 Il 4/12/2024 at 21:55, Gaetanoalberto ha scritto: Stanley Clarke MI hai fatto ricordare che lo vidi al Blue Note di Milano agli inizi degli anni 2000 ( non ricordo bene). Mi fece l'impressione di un bassista che avrebbe voluto essere un chitarrista visto che era una sorta di assolo continuo, tant'è che aveva un secondo bassista che faceva "il bassista" Grazie per avermi sbloccato il ricordo. 1
senek65 Inviato 12 Dicembre 2024 Inviato 12 Dicembre 2024 Io avrei voluto essere al Village Vanguard in quel 24 febbraio 1973 1
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