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Ai confini del Jazz


damiano

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Gaetanoalberto
Inviato

Stamattina torno al mio percorso autodidattico di recupero dei momenti di trascinamento al confine alla base del jazz moderno. Belle facce impegnate e di colore,  ricerca ed ipnoticità, in un mood musica che probabilmente ha superato abbondantemente il riscatto delle genti di colore per proiettarsi già sull'astrazione.Archie Shepp - Coral Rock -  1970

https://music.youtube.com/watch?v=VSVzbnq6Z7w&si=MryBrmcsXRrsLC14

 

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  • Melius 2
Inviato

@Gaetanoalberto quando vai sull’etichetta ACT, non dico che vai sempre sul sicuro ma sbagli poco 😉

  • Melius 2
Gaetanoalberto
Inviato
21 minuti fa, yukatan ha scritto:

sull’etichetta ACT

Concordo 

Inviato
57 minuti fa, one4seven ha scritto:

Davvero ho difficoltà a spiegarlo... c'è solo da ascoltare.
Siamo sull'estremo confine? (tranne l'ultima traccia, Ars Memoria, che è una ripresa live - eccellente

Uaooo, bellissimo! Ho iniziato proprio da Ars Memoria e mi ha inchiodato immediatamente. E sono d'accordo con la lettura di Cerini di MJ, Peter Evans tecnicamente è in grado di risolvere le situazioni più intricate dando evidenza di padronanza assoluta. Domani ci farò un altro giro per avere conferma della prima intuizione ed in programma metto un giro sui lavori passati a cui fa riferimento Cerini. E poi c'è Joel Ross......che è una chicca nella chicca

Ciao

D.

  • Thanks 1
Inviato
Il 17/5/2025 at 09:08, damiano ha scritto:

Journey to the new: live at Village Vanguard di Marcus Gilmore. Registrato nel 24 è uscito da poco, credo, e ci sono capitato seguendo le tracce del pianista David Virelles,.che mi piace molto.

Disco molto interessante, suonato molto bene e secondo me molto piacevole

https://marcusgilmore.bandcamp.com/album/journey-to-the-new-live-at-the-village-vanguard

Ciao

D.

Ho apprezzato.

Un omaggio a Gilmore e Virelles ma anche alla tromba di Graham Haynes...

E visto che siamo tra trumpeters Christian Scott, Ambrose Akinmusire (che vi piace assaje) e perchè no mi sovvien Trombone Shorty (troppo proletario/easy per voi !?), tanto per fare qualche nome...

Buona Domenica

 

 

  • Thanks 2
Inviato
6 ore fa, biox ha scritto:

Trombone Shorty (troppo proletario/easy per voi

Macché "proletario"! A parte che per me è una medaglia, il proletariato in generale, è che non lo conosco affatto! Quindi ti dico grazie ed andrò, come al solito, a studiare 🙂

Ciao

D.

Inviato

Ma dài, non te la prendere...

E prepara il piedino :classic_wink:

 

 

  • Melius 1
analogico_09
Inviato
Il 01/05/2025 at 12:40, Gaetanoalberto ha scritto:

Stamattina torno al mio percorso autodidattico di recupero dei momenti di trascinamento al confine alla base del jazz moderno. Belle facce impegnate e di colore,  ricerca ed ipnoticità, in un mood musica che probabilmente ha superato abbondantemente il riscatto delle genti di colore per proiettarsi già sull'astrazione.Archie Shepp - Coral Rock -  1970

https://music.youtube.com/watch?v=VSVzbnq6Z7w&si=MryBrmcsXRrsLC14

 

Limite mio, non capisco cosa intenda del tuo percorso autodidatticoreferenziale ma l'aspetto privatop è meno importante di quello musicale, ovvero chew vuol dire che Archie Sheep avrebbe siperato il riscatto delle genti di colore per proiettarsi verso l'astrazione.. egli segue sempre la sua linea con le possibili varianti, se si ha del jazz l'idea di una cosa statica è fuori strada e non è perchè il titotlo del disco riposrti la parola rock sia una musica rock o peggio ai confini del jazz.

 

Anche qui

 

Il 09/05/2025 at 21:44, damiano ha scritto:

Se c’è un disco capace di far saltare in aria ogni definizione di genere — anche quelle già elastiche del free jazz — è Dancing in Your Head di Ornette Coleman. Pubblicato nel 1977, è il primo album interamente basato sulla sua teoria musicale, l’armolodia: un concetto tanto affascinante quanto sfuggente, che qui prende forma in modo dirompente. Dimenticatevi le strutture convenzionali, dimenticatevi il jazz come l’avete conosciuto finora. Questo è un altro mondo. L’album è composto principalmente da due versioni di Theme from a Symphony, un brano derivato dalla sua Skies of America (1972).

 

 

Non conosco questo disco Damiano, ma conosco Skies of America dal quale deriverebbe uno dei brani, potrei dire che non trovo in esso nessun superamento del jazz, semmai una sua forma di evoluzione, tra le tante, tantissime che hanno attraversato il jazz fin dagli inizi dove il jazz restava jazz, autentica espressione spirituale, estetica, filosofica, sociopolitica afroneroamericana, di quelle intuizioni geniali e originali, personalissime, che attraversando quegli anni di grande creatività porteranno il jazz agli elevati livelli dell'"esplorazione" e dell'avanguardia dopodichè furono i tempi del manierismo jazz-rock ed altre fortme di commisitioni che parevano nove ed erano la(r)vate con perlana rifacendo nuovi infiocchettamenti ai vecchi stilemi già usati. Coleman avrà pure fatto saltare le definizioni, ma non lo ha mai predicato essendo del tutto disinteressato agli aspetti formali, sono stati gli altri ad attibuirgli questo mentre manteneva alta, altissima la sostanza musicale, espressiva, etc, etc, del jazz, creando nuove forme che si riallacciavano alla tradizione del jazz, alle più pure e varie sorgenti della musica "nera" che si sono alternate nel corso di oltre un secolo.

Questo come cosa generale, per rimarcare quale sia la mia personale idea a proposito della fittizia questione dei "confini del jazz" che viene trattata alla leggera in questo calderone che raccoglie oramai tutto indiscriminatamente dove i confini rigidi che a nessuno piacciono a ben vedere a volte fanno ricredere quando co si trova di fronte ai "confini" peripatetici... Ragione per la quele a volte provo a leggere e intervenire ma rientro in difficoltà e in punta di piedi come vengo me ne rivango.. :classic_rolleyes::classic_biggrin:

Nello specifico del disco da te segnalato, grazie!, mi riprometto invece di ascoltarlo e magari ne riparliamo come sempre amichevolmente da appassionati di musica.

  • Thanks 1
Gaetanoalberto
Inviato
20 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

in punta di piedi

:classic_biggrin:

analogico_09
Inviato
43 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:
1 ora fa, analogico_09 ha scritto:

in punta di piedi

:classic_biggrin:

 

essì.., di fronte a certi interventi, è n punta di piedi come una ballerina del Bolshoi... :classic_laugh:

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