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Identikit dell'audiofilo attendibile


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Poco non proprio. Ma la soglia e’ piu’ bassa di quanto immaginino i puristi audio. Opera la conversione cerebrale, migliore di ogni dac esistente.

Altrimenti gli insuperati Falstaff di Toscanini e Tristano di Furtwangler non sarebbero considerati -come invece sono- le versioni di riferimento di queste due opere rispettivamente del 1950 e del 1952 entrambe mono

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Verissimo, e’ cio’ che avviene nelle dirette di radio 3 rai, che pero’ -proprio per ragione audiofile -preferisco ascoltare con la radio Tivoli che gestisce meglio le compressioni del segnale rai di quanto non lo faccia il tuner dell’impianto principale. Tutto poi e’ riportato al cervello che opera spontaneamente le conversioni necessarie al godimento. Al punto che non ti chiedi “come potrebbe suonare altrimenti”.

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4 ore fa, gimmetto ha scritto:

... 

-Evita l'approccio filosofico per descrivere fenomeni scientifici;

-Non scrive poemi in endecasilabi per descrivere caratteristiche dei dispositivi hi-fi che spesso non ci sono;

-Attribuisce valore alle misure tecniche, oggettive , dei dispositivi hi-fi;

-A meno che un dispositivo sia rotto, non rileva mai differenze dal giorno alla notte nei confronti;

Con questi punti In pratica stai descrivendo un tecnico di laboratorio.

:

Cita

-Tra tutti i dispositivi, rileva le maggiori differenze tra i sistemi di altoparlanti;

-Non usa i cavi come equalizzatori;

-Non dichiara rotti i DAC sotto i cento Euro;

-Non appoggia sopra le elettroniche o i diffusori cubetti o sfere magiche;

-Non alza la scena sonora invertendo il senso della spina di alimentazione;

-Non "strombazza" la superiorita delle trombe (eh,eh)

Con questi punti descrivi una persona dotata di buonsenso, nemmeno particolarmente "audiofilo".

:

Cita

-Non utilizza il telefonino come sorgente (doppio eh, eh)...

Certamente non ha senso usarlo con un impianto fisso, ma iIl telefonino può essere sicuramente sorgente "on the go" e  con cuffie e DAC di grado audiofilo è definitivamente uno strumento audiofilo.

 

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Mah, un audiofilo attendibile è quello che se ti dice che un impianto suona bene, allora è altamente probabile che questo sia vero.

Identificare l’audiofilo con lo scienziato che fa esperimenti mi sembra un tantino, dico un tantino solo eh, fuorviante 

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1 minuto fa, Grancolauro ha scritto:

allora è altamente probabile che questo sia vero.

Qui sei un po’ troppo ottimista. Ho sentito impianti dove il proprietario era soddisfatto del dettaglio della scena e dei bassi (in effetti impressionanti). Mancava pero’ tutto il resto e pazienza. 
In realta’ ognuno si sofferma sugli aspetti della riproduzione che ritiene per lui piu’ importanti e da qui nasce una certa soggettivita’.

Che poi uno guardando alle misure perfette, s’acqueti e ritenga d’aver conseguito il traguardo, buon per lui.

Non e’ improbabile che l’impianto suoni bene con le registrazioni perfette e risulti invece deficitario con quelle non perfette. Se il fine e’ sentire la musica di valore artistico e non il fraccazzo da velletri perfettamente registrato la questione si fa un tantino complicata (imho).

Facevo prima l’esempio estremo della Tivoli

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5 ore fa, gimmetto ha scritto:

Ad uso dei pochi neofiti (ce ne sono?) o frequentatori recenti del Forum, propongo l'identikit del'audiofilo attendibile:

 

-Evita l'approccio filosofico per descrivere fenomeni scientifici;

-Non scrive poemi in endecasilabi per descrivere caratteristiche dei dispositivi hi-fi che spesso non ci sono;

-Attribuisce valore alle misure tecniche, oggettive , dei dispositivi hi-fi;

-A meno che un dispositivo sia rotto, non rileva mai differenze dal giorno alla notte nei confronti;

-Tra tutti i dispositivi, rileva le maggiori differenze tra i sistemi di altoparlanti;

-Non usa i cavi come equalizzatori;

-Non dichiara rotti i DAC sotto i cento Euro;

-Non appoggia sopra le elettroniche o i diffusori cubetti o sfere magiche;

-Non alza la scena sonora invertendo il senso della spina di alimentazione;

-Non "strombazza" la superiorita delle trombe (eh,eh)

-Non utilizza il telefonino come sorgente (doppio eh, eh)...

giphy.gif

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38 minuti fa, mozarteum ha scritto:

In realta’ ognuno si sofferma sugli aspetti della riproduzione che ritiene per lui piu’ importanti e da qui nasce una certa soggettivita’.

Certo, hai ragione. Anche a me è capitato più di una volte di ascoltare un impianto che secondo il proprietario suonava magnificamente e che a me sembrava invece decisamente malsuonante. La domanda qui diventa: ha ragione lui oppure ho ragione io? E' soltanto una questione di gusti? Oppure, a decidere chi ha ragione possono essere soltanto le misure sperimentali? Temo che entrambe le risposte siano sbagliate. 

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In addition 

- quello che non discredita i test in cieco 

- quello che non dice che i cavi digitali suonano diversi tra di loro 

- quello che non dice che i cavi di alimentazione suonano diversi tra loro 

- quello che non dice che qualunque cavo che costi più di qualche euro abbia più probabilità di suonare udibilmente meglio rispetto a qualunque cavo che costi solo qualche euro 

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Fabio Cottatellucci
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

Ho sentito impianti dove il proprietario era soddisfatto del dettaglio della scena e dei bassi (in effetti impressionanti). Mancava pero’ tutto il resto e pazienza. 

Uno usava l'impianto per ascoltare il rumore delle Frecce Tricolori al decollo (le quali, per inciso, fanno ovviamente lo stesso rumore di qualsiasi esemplare dello stesso aereo appartenente a qualsiasi altro reparto).
Chissà dove si sarà procurato quella registrazione; secondo me, l'aveva fatta uno che si era messo col microfono sulla strada che sta in fondo alla pista di decollo dell'aeroporto di Fiumicino e, ripreso un qualsiasi cargo vecchio di trent'anni che decollava, gliel'aveva venduta per Frecce Tricolori. :classic_biggrin:

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