damiano Inviato 31 Maggio 2023 Inviato 31 Maggio 2023 Posto il link ad una bella intervista del 78 ad Archie Shepp dove spiega, secondo me in modo convincente, le ragioni afro-americane che hanno portato all'evoluzione del bop nella new thing. Io penso sia estremamente esplicativa. Ciao d. PS. Secondo me Point of Departure è un capolavoro assoluto ed uno dei dischi dove Eric Dolphy si esprime al massimo del suo potenziale, meglio che in molti album da leader e oggi mi è arrivato il Tone Poet di Dance with Death 🙂 2
OTREBLA Inviato 31 Maggio 2023 Inviato 31 Maggio 2023 . E per la legge del contrappasso, ad ogni pesantone corrisponde un: Johnny Coles – Little Johnny C – Blue Note 1963 – Ristampa Blue Note Classic Di Johnny Coles prima di questo acquisto io manco sospettavo l’esistenza. Un più che discreto trombettista, dal suono dolce e morbido. Collaborò tra gli altri con Gil Evans, Duke Ellington e Charles Mingus. Nel 1963, anno di realizzazione di Little Johnny C, qualcuno decise di affiancargli Leo Wright al sax alto ed al flauto traverso (bravissimo, sassofonista da riscoprire), Joe Henderson al sax tenore, Walter Perking e Pete La Roca che si alternano alla batteria e l’immarcescibile Bob Cranshaw al contrabbasso (un uomo per tutte le stagioni). Ma soprattutto si decise che il trombettista avrebbe eseguito brani di Duke Pearson (fatta eccezione per Hobo Joe, firmato da Joe Henderson), che costituisce l’ultimo componente del gruppo (al pianoforte) nonché il responsabile dell’impronta musicale data al disco. Cinque minuti dopo l’inizio di Little Johnny C, personalmente mi ero già dimenticato di Johnny Coles. Il valore del Blue Note ST-84144 va ben al di là della prestazione del pur bravo Coles. In Little Johnny c’è un miracolo di equilibrio Be-Bop a prendere il sopravvento. E’ perfetto e quadrato come pochi. Ne ascolto raramente di dischi Bop così ben riusciti. Tra l’altro è registrato benissimo, bilanciato in maniera certosina ed offre un’ottima trasparenza generale; tanto buona e tanto superiore a ciò che di solito offrono le ristampe AAA Blue Note, che ho l’impressione mi sia capitato uno dei primissimi vinile usciti dalla presse, poiché è assolutamente perfetto ed il suono è trasparente come quello di un 45 giri. In realtà più probabilmente il nastro si è conservato benissimo, ed all’epoca la registrazione fu particolarmente azzeccata. Ah!ssignore quanto mi piacciono i dischi come Little Johnny C, non potete capire quanto mi piacciono! Non dovrei nemmeno dargli il voto, perché è evidente che in questi casi sono condizionato pesantemente dalle mie predilezioni musicali. E va be’...9 e mezzo. E 10 di voto tecnico. Pagato 23 Euro su Amazon.fr. Li stravale. Alberto. 2
cesare Inviato 31 Maggio 2023 Inviato 31 Maggio 2023 1 ora fa, OTREBLA ha scritto: Collaborò tra gli altri con Gil Evans, Duke Ellington e Charles Mingus. è opportuno un piccolo approfondimento, " collaborò con" mi sembra un po' sbrigativo per il povero Johnny C. Fu uno dei trombettisti preferiti di Mingus, partecipando anche alla mitica tourné in Europa con Eric Dolphy, Clifford Jordan, Jaki Byard e Dannie Richmond. Partendo da questo video si riescono ad agganciare altri bellissimi filmati tratti da uno dei concerti. Purtroppo il grande Dolphy moriva pochi mesi dopo, per uremia. https://www.youtube.com/watch?v=vAn_gyNcvN4 1
Questo è un messaggio popolare. giorgiovinyl Inviato 1 Giugno 2023 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 1 Giugno 2023 Il 31/5/2023 at 13:45, ferdydurke ha scritto: l mio interesse per il Jazz, devo confessarlo, si ferma alla fine degli anni 60 con hard-bop. Il free jazz non lo sopporto (così come il funky, la World Music, il jazz scandinavo, etc. ) se non per alcuni dischi che si contano sulle dita di una mano…condivido quanto scritto da Otrebla, anche se uno di quei pochi dischi è proprio Point of Departure. Giusto per chiarire Point of Departure non è free jazz. Per me (e non solo per me) è uno dei massimi capolavori del jazz anni 60. Jazz modale che guarda all'avanguardia. O lo si potrebbe definire una ricerca di andare oltre Monk. Non a caso il primo primo brano si intitola New Monastery 3
giorgiovinyl Inviato 1 Giugno 2023 Autore Inviato 1 Giugno 2023 Però capisco che come per la volpe in fabula l'uva non era matura ad un analisi superficiale Point of Departure e Andrew Hill possano sembrare pesanti. Ancora più spassoso che si arrivi a sostenere che certi dischi piacciano agli altri per darsi un tono e per fare bella figura. Come è ho detto più volte posso capire che non piaccia, ma certi giudizi tranchant quando non si padroneggia la storia del jazz e non si riesca andare oltre all'hard bop, se non addirittura al be bop lasciano il tempo che trovano. Da questo punto Point of Departure è in buona compagnia sarà messo accanto ad altri capolavori, egualmente non compresi dall'audiofilo conformista, come Kind of Blue e A Love Supreme. 2
Questo è un messaggio popolare. OTREBLA Inviato 2 Giugno 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 2 Giugno 2023 . Joe Lovano - I'M All For You - Blue Note 2004 - Blue Note Classic 2022 - Doppio Vinile . I’m All For You è il tipico disco Jazz fine anni ’50, di un Bop d'altri tempi, registrato come si usava all'epoca, atmosfera morbida, dorata, liquida, dell'era d’oro del coso…il coso dell'era…momento, abbiate pazienza un attimo...cos’è che c’è scritto qua... 2003? E’ STATO REGISTRATO NEL 2003? Ma come, non è della fine degli anni '50? Scusate eh, ma non è Ben Webster ‘sto tizio al sassofono tenore? Eh sì, è Ben Webster...in effetti mi risulta un po’ sbiancato nella fotografia...però la fisionomia...è Ben Webster spiccicato. Quantomeno un parente! Joe Lovano? Come sarebbe...ma com’è possibile... Questo disco, in quattro facciate di riversamento tripla A, disintegra decenni di ricerca tecnica nell’ambito del suono digitale. Ed è la dimostrazione che del suono digitale non ce n’è mai stato alcun reale bisogno. Ammazza come suona I’m All For You. Il sassofono è praticamente un ologramma. Azz...che suonare! Voto tecnico: 9 1/2. Sia chiaro, è un voto che avrei dato anche se il disco fosse stato digitale. Ma non lo è. Diotiringrazio! Non basta, è pure un gioiellino! Tutte ballad, ora più mosse ora più calme, fatta eccezione per l’ultimo brano che è un pezzo Bop ben ritmato. Un Joe Lovano a cui io non sono avvezzo, avendolo ascoltato due volte dal vivo alle prese con uno stile Modale spinto, difatti non è che ne riporti un ricordo proprio positivissimo; mi sono annoiato non poco ed in una occasione non vedevo l’ora che il concerto finisse. A questo proposito vi racconterò un aneddoto, relativo al primo dei due concerti. Lovano, come ho detto, si lanciò in una serie, che pareva non dovesse finire mai, di lunghi brani astrattissimi, nello stile Modale molto libero. Applausi del pubblico. Fine del concerto. Di nuovo applausi per il bis. Rientra Lovano è attacca uno standard Bop. Il pubblico: OOOHHHH! Tutto l'auditorium, non venti persone. Un OOHHH corale che credo abbia fatto molto riflettere l’artista (perché lo ha sentito, cavolo se lo ha sentito). In effetti, parlando con alcuni appassionati dopo il concerto, molti dicevano di essersi annoiati. Ma torniamo ad I’M All For You; lo stile è dolce, swingante, sulle orme di Ben Webster. Lovano è aiutato nell’impresa di catturare l’attenzione dell’ascoltatore dal mitico Hank Jones al pianoforte, dal leggendario Paul Motian al contrabbasso e da George Mraz alla batteria. Bene ha fatto la Blue Note ad inserire I’M All For You nella serie Classic, perché in effetti questo doppio LP è un vero classico. Quando ci si avventura nella classicità si corre il rischio di andare ad infoltire le fila delle opere di maniera, un po’ tutte uguali, innocue, che presto vengono dimenticate. Non è il caso di I’M All For You il quale, grazie al lavoro che sicuramente è stato fatto a monte, con gli arrangiamenti e lo sviluppo di una certa intesa tra i musicisti (non penso fosse la prima volta che suonavano assieme), nonché grazie al raffinato sassofono di Lovano, aggraziato e sinuoso, si è dato vita ad un Classico nel vero senso della parola, di prodotto musicale sì tradizionale ma destinato a vincere sul lungo percorso. Un classico…del 2003. E va be’, in fondo com’è che di diceva Einstein? Il tempo è un’illusione. Solito vinile, anzi doppio vinile Optimal, buono ma non perfetto. Diciamocelo, con la Optimal...va un po’ a cu... Attenzione, siccome non voglio fare il conformista (non troppo perlomeno), come voto artistico mi fermo a nove. Abbondante. Molto. Alberto. P.S.: pagato 19 Euro spedito. Super Affaròn. 3 1
Moderatori BEST-GROOVE Inviato 2 Giugno 2023 Moderatori Inviato 2 Giugno 2023 Il 29/5/2023 at 20:09, giorgiovinyl ha scritto: La qualità copertina non è paragonabile a quella dei Tone Poet ma non è neanche così terribile. dopotutto si ascolta il vinile non la copertina e se il prezzo è calmierato per una copertina senza pretese specifiche .... ben venga!
andpi65 Inviato 2 Giugno 2023 Inviato 2 Giugno 2023 3 ore fa, OTREBLA ha scritto: , dal leggendario Paul Motian al contrabbasso e da George Mraz alla batteria. Direi non in questo ordine.
OTREBLA Inviato 3 Giugno 2023 Inviato 3 Giugno 2023 Cambiando l'ordine degli addendi, il risultato non cambia.
Phil966 Inviato 3 Giugno 2023 Inviato 3 Giugno 2023 @OTREBLA Lo sto ascoltando su Qobuz e mi piace molto, ordinato subito su Amazon
andpi65 Inviato 3 Giugno 2023 Inviato 3 Giugno 2023 3 ore fa, OTREBLA ha scritto: Cambiando l'ordine degli addendi, il risultato non cambia. Ahh ok, è che non sapevo di un Paul Motian contrabbassista e di Mraz batterista..😉
giorgiovinyl Inviato 3 Giugno 2023 Autore Inviato 3 Giugno 2023 16 ore fa, OTREBLA ha scritto: I’m All For You è il tipico disco Jazz fine anni ’50, di un Bop d'altri tempi, registrato come si usava all'epoca, atmosfera morbida, dorata, liquida, dell'era d’oro del coso…il coso dell'era…momento, abbiate pazienza un attimo...cos’è che c’è scritto qua... Si fine anni 50 prima di quel maledetto 1959, annus orribilis del jazz, in cui il mondo purtroppo cambiato e il cielo ci è caduto sulla testa (cit. Abraracourcix (fratello gallo) o meglio Goscinny) Quel cattivone di Miles Davis invece di ripetere all'infinito i gerundi per la Prestige, si è messo in testa di sperimentare sempre nuove strade. Non si è neanche contentato di collaborare con Gil Evans a del jazz orchestrale già pesante di suo, ma addirittura ha cominciato a sperimentare scale musicali strane provenienti dalla tradizione orientale, addirittura dall'india. Sacrilegio! Pure lui che aveva suonato Be Pop con Charlie Parker. E poi ha fatto anche di peggio, ha formato un secondo quintetto (eresia!) con gentaglia come Wayne Shorter e Herbie Hancock. Loschi figuri che hanno insozzato il buon nome Be Pop della Blue Note realizzando caterve di dischi per me incomprensibili e indigesti. E quel malandrino di Miles, ha portato pure a mala strada, John Coltrane che dopo aver collaborato con Monk, invece di rimanere per sempre nella sacra ortodossia del Bop, e fare il Charlie Rouse fino alla fine della vita, prima ha seguito Miles esplorando suoni orientali e scale per me astruse, poi si è metto a suonare il sassofono come un ossesso, oserei dire indemoniato, con quei malefici sheets of sound, già con Giant Steps nel 59. Poi ha pure sperimentato qualcosa di simile al free jazz. Abominio! E la sua seconda moglie suonava pure l'arpa e musica indiana, che la Dea Kali la maledica! A catena è stato pure portato lungo la cattiva via anche Eric Dolphy, che pure apprezzavo quando rimaneva in ambiti hard bop (vedete che sono di larghe vedute e vado oltre allo swing?) Per arrivare a produrre un disco come Out Of Lunch, che non capisco come tutti si ostinino a considerarlo un capolavoro. Vede retro Satana! E pure con quel Mingus che pure nel 1959 ha prodotto Ah Um che riesco a digerire, anche grazie a tagli di Teo Macero (già il cognome era una garanzia!) e alle censure della Columbia, poi se ne è andato alla Candid Records, piccola etichetta indipendente, che gli ha dato addirittura carta bianca. Capite carta bianca e un nero! E quello ha prodotto un disco per me in larga parte incomprensibile. Ma per fortuna ci sono io il Catone il censore del forum, e pazienza se non sono poi così ferrato in storia del jazz, potrò sempre scrivere che è musica pesante o addirittura che mi rompe le scatole, così mi capite meglio, e magari mi date qualche melius. Sono il sacro custode della purezza del jazz. Come dite? Il jazz è nato in un melting pot? Già nella culla era una commistione di stili, incontro di culture diverse? Non fa niente, il dubbio che non ci abbia capito una cippa non mi sfiora nemmeno... 1
Lumina Inviato 3 Giugno 2023 Inviato 3 Giugno 2023 @ferdydurke che hai ragione… il problema non è certo nel mono, ma gli altri dischi di Chet Baker, ad esempio quelli del Box della Craft, The Legendary Riverside Albums, suonano meglio o molto meglio… ps. Scusa, ho fatto casino rispondendo ad un tuo vecchio post su Chet Baker, colpa mia ma 97 pagine sono un po’’ tante!
ferdydurke Inviato 3 Giugno 2023 Inviato 3 Giugno 2023 3 ore fa, Lumina ha scritto: ps. Scusa, ho fatto casino rispondendo ad un tuo vecchio post su Chet Baker, colpa mia ma 97 pagine sono un po’’ tante! Figurati grazie a te per la risposta 😀
Spadaccino1 Inviato 4 Giugno 2023 Inviato 4 Giugno 2023 20 ore fa, Lumina ha scritto: @ferdydurke che hai ragione… il problema non è certo nel mono, ma gli altri dischi di Chet Baker, ad esempio quelli del Box della Craft, The Legendary Riverside Albums, suonano meglio o molto meglio… Si certo, si parlava del suono di Chet Baker Sings and Plays. In effetti, ha ragione @ferdydurke, sul suono un po' così. Ho riascoltato il cofanetto appena citato e "suonano" tutti meglio. Pietro
IL GELO Inviato 4 Giugno 2023 Inviato 4 Giugno 2023 Approfittando delle vostre segnalazioni avevo preso un paio di LP su Amazon France, tra cui anche il bellissimo I'M All For You di cui condivido le opinioni di @OTREBLA. Tra i dischi acquistati ne ho due con qualche problema d'incisione: Sonny Clark: Dial "S" For Sonny con rumori e fruscii sul terzo brano del primo lato. Handrew Hill: Point Of Departure con disturbi principalmente sul canale destro dell'ultimo brano del secondo lat Qualcun'altra ha avuto gli stessi problemi? Per un'eventuale sostituzione su Amazon France come si procede? Ciao e buona domenica a tutti!!!
OTREBLA Inviato 4 Giugno 2023 Inviato 4 Giugno 2023 50 minuti fa, IL GELO ha scritto: Handrew Hill: Point Of Departure con disturbi principalmente sul canale destro dell'ultimo brano del secondo lat Confermo. Ultimo brano molto disturbato anche sulla mia copia. Per ciò che riguarda Dial "S" for Sonny, devo verificare. Alberto.
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