Ifer2 Inviato 11 Settembre 2023 Inviato 11 Settembre 2023 Che cosa interponente tra le vs Harbeth e gli stand metallici? Io con le mie SHL-5 plus ho preferito al blu tack dei bumpers trasparenti della 3M.
iBan69 Inviato 11 Settembre 2023 Inviato 11 Settembre 2023 @Ifer2 Blutack (bianco), sia con le SuperHL5Plus che avevo con gli stand Toentrager che con le attuali P3ESR su stand GMAudio in metallo appesantito.
gyrosme Inviato 11 Settembre 2023 Inviato 11 Settembre 2023 Io ho i bumpers 3M sotto gli stand (sgabelli IKEA in legno modificati) e semplici feltrini fra SuperHL5Plus e stand: sono una bestia di audiofilo, lo so... 2
Ifer2 Inviato 11 Settembre 2023 Inviato 11 Settembre 2023 @gyrosme perché non provi a sostituire i feltrini con i bumpers (messi capovolti) o il blu tack?
gyrosme Inviato 12 Settembre 2023 Inviato 12 Settembre 2023 Mah, tempo fa mi era capitato che il blu tack (magari era una sottomarca, non ricordo) si era attaccato in modo tale che aveva rovinato l'impiallicciatura delle casse che avevo fissato, per fortuna vecchie e di poco valore, da allora sono restio ad usarlo...
iBan69 Inviato 12 Settembre 2023 Inviato 12 Settembre 2023 @gyrosme usa l’originale bianco, garantisco nessun problema.
Ifer2 Inviato 12 Settembre 2023 Inviato 12 Settembre 2023 Cmq la questione dell'accoppiamento o disaccoppiamento delle Harbeth non è da sottovalutare visto come è fatto il mobile delle stesse. Shaw come al solito minimizza ma in realtà le Harbeth sono abbastanza sensibili a "sopra cosa" si mettono e "con cosa". Nel mio caso accoppiarle allo stand metallico con blu tack - rispetto al disaccoppiamento con bumpers 3M - porta ad un certo "dimagrimento" timbrico.
sandrocandida Inviato 12 Settembre 2023 Inviato 12 Settembre 2023 Per quanto mi riguarda dopo aver usato blu tack e bumpers ho provato delle palline di gomma di diametro 1,5 tra le harbeth e sgabelli Ikea aperti. Le casse secondo me sono risultate più aperte con leggero effetto anche sulla scena , forse perché più libere di vibrare.
iBan69 Inviato 12 Settembre 2023 Inviato 12 Settembre 2023 @Ifer2 sicuramente, bisogna prestare attenzione a cosa si accoppiano/disaccoppiano le Harbeth, ma ben più importante è la catena, cavi compresi e la loro collocazione. Il risultato, comunque, va provato e verificato caso per caso. Le Harbeth, non sono diffusori difficili e non è complicato farle suonare bene, hanno anche ampi margini di personalizzazione curando il fine tunning.
rictrip Inviato 14 Settembre 2023 Autore Inviato 14 Settembre 2023 Isopuck tra shl5+ e stand metallici dei wharfedale Linton. Hanno snellito leggermente il basso, che nel mio sistema/ambiente era un po' troppo in evidenza.
l leon Inviato 20 Settembre 2023 Inviato 20 Settembre 2023 @iBan69 Riprendo questa discussione sulle piccole di casa Harbeth,speravo in una tua recensione un tantino più dettagliata.Se ti va, puoi dare cortesemente dei pareri su quale tipo di musica si esprimono al meglio e quali sono se ci sono dei "limiti" ai quali bisogna necessariamente sottostare,non parlo assolutamente di pressione sonora.. ma come trattano ad esempio la riproduzione timbrica del pianoforte o la grande orchestra sinfonica,riescono in qualche modo a renderla credibile. Grazie.
iBan69 Inviato 21 Settembre 2023 Inviato 21 Settembre 2023 @l leon ciao, hai ragione, ma non ho avuto ancora il tempo di preparare una recensione più dettagliata, ma ci sto lavorando. Spero di produrla per il weekend.
Questo è un messaggio popolare. iBan69 Inviato 24 Settembre 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 24 Settembre 2023 Harbeth P3ESR Buongiorno, ho ascoltato tutti i modelli di Harbeth, ho avuto e amato le SuperHL5Plus, ed ora toccato alle piccole P3ESR. Inizio con alcune indicazioni per meglio inquadrare le mie valutazioni. La mia stanza è circa 5x4 metri ed è trattata acusticamente (mi manca solo il soffitto). L’impianto è posto sul lato lungo, che è trattato con pannelli diffondenti, mentre il resto della stanza è piuttosto assorbente. L’impianto è composto 2 sorgenti analogiche di livello medio alto, un lettore CD basico e uno buon streamer. Gli ascolti sono stati fatti prevalentemente in vinile con il giradischi TW Acoustic Raven One, braccio Moerch DP6 MkII e testina Benz LP-S, mentre lo streamer è un Lumin D2 utilizzato con Hi-Res Qobuz. Pre e finale sono i McIntosh C53 e l’Mc 452, cablaggio di segnale Cardas Clear Cygnus e di potenza, Nordost Red Dawn. Apriamo una dovuta parentesi sull’amplificazione. È evidente a tutti che un finale da quasi 500watt, per dei mini diffusori, per quanto di bassa sensibilità (83db) sembra ai più, un’esagerazione, ma al momento ho solo questo ha disposizione, ma, in realtà, questo abbinamento si è rilevato estremamente efficace e al di sopra delle più rosee aspettative, esaltando le piccole Harbeth. La collocazione delle P3ESR è su dei pesanti stand della GM Audio, riempiti di granelli di quarzo nero per acquari, e dell’altezza di 70cm. La piastra superiore dello stand è esattamente uguale la base del diffusore ed è unito ad esso, con del blutack. Lo stand, dotato di punte, appoggia su una base di marmo, di circa 5 cm di spessore.l che poggia su un pavimento di parquet. Avendo sostituito la poltrona d’ascolto che è leggermente più alta rispetto la precedente, ho preferito alzare gli stand di qualche cm, per avere i tweeter in asse con le mie orecchie. L’ascolto I limiti di questi diffusori stanno, ovviamente, nell’estensione della loro gamma bassa, che si ferma a circa 70Hz. Nella realtà, con una collocazione studiata e una capace amplificazione, ad orecchio, sembra che scendano di più. Il basso, è veloce, definito, con una buona articolazione e ritmo, manca ovviamente un po’ di peso e fisicità, nelle note più basse del contrabbasso, che sono eccellenti, fino ai limiti del diffusore. Potrei già concludere che questo è l’unico vero limite di questo piccolo ma eccellente diffusore. Anche le P3ESR confermano la tradizione del marchio e mantengono un’impostazione monitor, addomesticando però l’emissione per un utilizzo più “amatoriale” e di più piacevole ascolto. Il diffusore non nasce con l’intenzione di spaccare il capello, non siamo in presenza di uno strumento per radiografare il suono, ma di riprodurlo in modo corretto e piacevole allo stesso tempo. Le frequenze alte, hanno un leggerissimo roll off, che mette al riparo da eccessi e sbilanciamenti in quella zona, cosa ahimè, un po’ comune in certi mini. Intendiamoci, gli alti sono presenti, precisi e dettagliati, ma mai affaticanti. Nel mezzo ci sta , quanto di meglio Harbeth sappia fare. Il Midwoofer Radial è uno dei migliori altoparlanti medi che ci siano, e qui si capisce bene il perché. Lineare, preciso, neutro, ma decisamente musicale. Non si lascia mai andare a dolcezza e calore, ma non è assolutamente aggressivo o freddo, pur esplicando un ottimo piglio dinamico. Comparato con il mitico e venerabile Kef 110b, delle LS3/5A, si capisce che è un’altoparlante di concezione e suono più moderno. Passando alle frequenze più basse, i limiti vengono al pettine, ma sono così ben compensati e ricompensati da un suono così equilibrato e armonioso, che si può tranquillamente vivere senza i 40hz, almeno per certi generi musicali. Come alcuni sanno, non amo i bassi fuori controllo, lunghi, rimbombanti, pertanto, preferisco rinunciarci, piuttosto che averli così. Ed è forse questo che mi fa amare tanto i mini diffusori, perché se capisci e accetti i loro limiti, ti ripagano con una più facile e meno problematica interazione con l’ambiente. Se il plus dei mini diffusori è quello di scomparire mentre suonano, queste Harbeth, non fanno eccezione. Le P3ESR, suonano ottimamente in ambienti medi o piccoli, ma anche posizionate a distanza ravvicinata, danno prova di sé, accentuando però l’effetto monitor. Il soundstage è un’altro punto forte, ma la sua estensione e profondità, là si determina soprattutto dalla loro collocazione in ambiente. Nel mio caso, si trovano a circa 1,25mt dalla parete di fondo, distanziate tra loro di circa 1,70mt con un punto d’ascolto posto a circa 2,60mt. In queste condizioni, il soundstage è più esteso in profondità rispetto le mie mie Magneplanar, ma ovviamente meno grande in altezza, mentre la larghezza è più o meno simile. I generi musicali a loro congeniali e dove si esaltano le loro caratteristiche, rimangono quelli acustici, con pochi strumenti, come Jazz e le voci. E’ un vero piacere ascoltare con questi generi musicali, danno prova del loro eccellente dna. Bene anche con la classica, soprattutto la musica da camera, ma ovviamente limitate nella grande orchestra sinfonica, dove non possono riprodurla in modo completo. Le voci sono stupende, ottimamente riprodotte, col giusto timbro, corpo e calore. Il pianoforte, pur seguendo i limiti delle loro capacità nelle frequenze basse, ma rimane timbricamente corretto e ottimamente riprodotto. Confronti: Rispetto alle Spendor LS3/5A che ho avuto in prova qualche mese la scorsa estate, le P3ESR, hanno un suono più moderno, più neutro e dinamico, meno romantico e “medioso”, pur rimanendo nell’ambito di una assoluta piacevolezza. Le Spendor, fanno questa magia nei medi, ma in alto, non hanno la stessa definizione e anche i bassi sono meno dinamici e precisi. Invece, confrontandole con le mie Magneplanar 1.7i, le differenze si ampliano. Posso ritrovare nelle piccole Harbeth alcune caratteristiche, ma il modo di porlo è decisamente diverso. Le Magneplanar non perdonano le pessime registrazione, le Harbeth sono più tolleranti. Con i pannelli ho una trasparenza, una velocità e anche un’estensione maggiore. Le Maggie, sono capaci di scendere fino a questi 40hz, se ben posizionate, anche se non sono capaci di spostare l’aria come un woofer dinamico, pertanto sono adatte a chi cerca grande dinamica e pugni nello stomaco. Ma qui la grande orchestra ha una maggiore credibilità. Le Magneplanar non sono diffusori radigrafanti, ma nulla le sfugge. Non che le Harbeth si perdano qualcosa, del messaggio sonoro, ma lo interpretano in modo leggermente più fluido e rotondo, al confronto. Pur sostanzialmente credibili come monitor, ma con una spiccata piacevolezza e raffinatezza che le fa un diffusore di riferimento nella sua categoria di mini. Adoro il modo di suonare delle Harbeth, tanto da volerle provare in futuro, anche con amplificazione valvolare, ma che al momento non dispongo, ma che nel prossimo futuro potrei avere. Consigli. Se state cercando un mini diffusore, non potete non prenderle in considerazione. Io ho preso la prima versione, presa d’occasione, che rispetto alle più recenti Special Edition o l’ultima XD, si possono trovare ad un’ottimo prezzo. I considerate che i modelli successivi sono affinamenti delle precedenti, ma il listino è deciso cresciuto. Il posizionamento è fondamentale, per valorizzarle appieno, necessitano di buoni stand da 70cm (pesanti o i leggeri ma costosi Tontrager). In merito all’amplificazione, si può spaziare da integrati budget, ma di comprovata qualità sonora e con almeno 50watt, ad amplificazioni più potenti e raffinate. Si prestano ad un’ascolto ravvicinato, ma, non cercate di cavarci volume troppo alto, perché perdereste l’equilibrio mettendole alla frusta, per cui consiglio di non inserirle in ambiente troppo grandi. In conclusione, possono dire che anche le piccole Harbeth non mi hanno deluso affatto, anzi mi hanno conquistato. Era tempo che cercavo una seconda copia di diffusori da affiancare alle Maggie, e penso di averle proprio trovate, tanto da farmi pensare di dedicarle un finale tutto per loro, ma questa volta a valvole. Come nella botte piccola di trova il buon vino, in queste scatolette si trova il buon suono. 😉 3 3
shastasheen Inviato 4 Ottobre 2023 Inviato 4 Ottobre 2023 @cmaximum63 Spettacolo! Quali 40 sono? 1, 2 o 3? 1
Questo è un messaggio popolare. cmaximum63 Inviato 4 Ottobre 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 4 Ottobre 2023 @shastasheen l’impianto nel frattempo si è evoluto e lo stesso dicasi per il trattamento della sala. Ma loro sono rimaste 40.2 3
shastasheen Inviato 4 Ottobre 2023 Inviato 4 Ottobre 2023 Ammetto di avere qualche fisima, forse di troppo, a riguardo...ma nessuno di voi avverte la necessità se non l'urgenza di accostare diffusori che rappresentano la quintessenza del british audio con amplificazioni, e magari anche sorgenti, altrettanto british?
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