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Le differenze: non le sento, ergo, non esistono.


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12 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Diablo ma ti pare che in 50 anni di audiofilia non ho sentito impianti? Altro che 100.

il Punto e’ solo uno ed e’ evidente dalla sezione Musica. La

musica acustica (classica in particolare) sta ancora ai carmina burana e miles davis e poco piu’. Vi incavolate (in generale non tu) date dei presuntuosi agli altri (come se fosse una colpa frequentare la musica vera un museo vero una donna vera) ma a mio superbo avviso cultura generale e musicale sono necessarie anche all’hifi.

.

Appunto, tu come me sei a pieno titolo un audiofilo. Ci sono audiofili che ascoltano perlopiù Rock, elettronica, Metal e altre cose. Magari sono stati a concerti live dei generi a loro affini. Mi stai dicendo che loro se non ascoltano tutto il giorno classica e Jazz sono meno audiofili di te?

.

Magari hanno molta più esperienza di ascolti e confronti, sono in grado di dirti se hai un problema ambientale di posizionamento, ti possono suggerire altri componenti ecc.

.

Quando vado Alla Scala il mio primo pensiero non è quello di chiedere al mio vicino di posto (quando si poteva) che cosa mi consiglierebbe per ascoltare quello che abbiamo sentito stasera a casa? Sono convinto che nella maggior parte dei casi mi guarderebbe stralunato.

Certo anche per me è un ottimo plus avere esperienze di ascolto dal vivo (culturale, di allenamento all'orecchio ecc), ma quell'esperienza in modo molto parziale la puoi traslare agli apparecchi Hi-FI. Perchè sono domini diversi.

Se non riesci ad accettarlo dubito che sarai mai soddisfatto. Anzi credo proprio che il primo insegnamento dell'ascolto dal vivo sia proprio: ok questa è una cosa diversa dal farsi le pippe sugli impianti.

 

 

 

 

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4 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Ma figurati 

.

Vedi che allora hai un problema di piedistallo, non riesci neanche ad accettare che qualcun altro possa avere esperienze diverse arrivando da percorsi diversi.

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Vuoi davvero un confronto Live Vs Riprodotto? L'unico modo sarebbe questo:

 

 

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20 minuti fa, Grancolauro ha scritto:

C’è poi forse una quarta categoria, quella degli audiofili disincantati. Questi hanno imparato che l’esperienza dal vivo e l’esperienza dell’ascolto a casa propria sono diverse, per molti versi incomparabili. Rassegnati a questo, si accontento di godere della musica dal vivo, per come viene e quando possono, e del loro impianto, per come suona.

 

Quasi quasi mi iscrivo alla categoria. Così mi evito anche di sentire i criticoni delle sale da concerto, che "ti imparano" che Alla Scala si sente male e dove vanno loro è tutta un'altra roba. 😂

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23 minuti fa, _Diablo_ ha scritto:

Vuoi davvero un confronto Live Vs Riprodotto? L'unico modo sarebbe questo:

Sono strumenti fonogenici. Ma la questione e’ diversa: si parla di verosimiglianza non di confronto a/b vero riprodotto.

 

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4 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Certo l’acustica della

philarmonie o del nuovo teatro di Firenze e’ un’altra cosa.

 

Ma è chiaro che in quell'occasione non me ne frega una sega, perchè se vado a sentire quello dal vivo è per sentire quello dal vivo.

 

4 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Ma quale piedistallo, non e’ una colpa frequentare la musica vera nel

modo migliore possibile. Qua sembra che uno debba scusarsi cosa ridicola

.

Non è che devi scusarti, smetterla di sparare sentenze sbagliate sarebbe già un buon passo.

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3 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Sono strumenti fonogenici. Ma la questione e’ diversa: si parla di verosimiglianza non di confronto a/b vero riprodotto.

.

Quello è l'unico modo per avere verosomiglianza, stesso ambiente e presa diretta dell'evento. In caso di riproduzione c'è tutta una catena di mezzo da considerare che fa da filtro tra il reale e l'artificio, senza contare l'ambiente diverso.

 

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Il 16/11/2021 at 21:20, ilmisuratore ha scritto:

Audiosciencereview attacca i dac all'analizzatore (AP) per cui ne prova, sia la parte digitale, sia la parte analogica

Collegare un dac all'analizzatore produce generalmente risultati molto simili tra vari dac, anche per via dei segnali utilizzati

uno dei campi di ricera piu' interessanti e' la generazione di segnali di test (fattori di cresta e altro) e degli algoritmi per studiarne la risposta quando si passa attraverso un quadropolo non lineare

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Produzione musicale,

musicisti che eseguono qualcosa che in un determinato  ambiente  riesca a produrre piacere all'ascoltatore 

.

Riproduzione musicale,

tramite  un segnale registrato, fruitori dell'opera  che tentano di produrre qualcosa che riesca a produrre un piacere  altrettanto  intenso , ed in quanto opera artistica a se stante,  anche eventualmente maggiore del corrispondente reale.

 

Una riproduzione, è  una forma d'arte?

Se lo fosse, sarebbe tale in quanto verosimigliante?

 

https://anthroposconoscitestesso.org/06-verita-e-verosimiglianza-delle-opere-artistiche-1898/

 

 

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3 ore fa, _Diablo_ ha scritto:

Così mi evito anche di sentire i criticoni delle sale da concerto, che "ti imparano" che Alla Scala si sente male e dove vanno loro è tutta un'altra roba.

Io invece, che sono un audiofilo infelice, quasi disilluso, direi semplicemente che alla Scala in effetti si sente male, ad eccezione di una manciata di posti in platea e forse manco quelli, ma che vale comunque la pena andarci perché la stagione musicale è molto bella 😅

  • Melius 2
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Buon punto 

Anche le sale da concerto vengono giudicate soprattutto in base a cosa dicono Dotti Medici e Sapienti

Come i dac, i cavi, i violini stradivari vs quelli di Ikea, i vini ecc ...se si potesse fare la prova in cieco delle sale da concerto tanti ascoltoni ci farebbero la stessa figura

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Se parliamo della Scala di Milano, consiglio di leggere questa relazione tecnica del Dipartimento di ingegneria industriale dell'università di Parma.

 

http://pcfarina.eng.unipr.it/Public/Papers/261-Farina protetto TERZO.pdf

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acusticamente

Ho un po’ perso il senso di quest’ultima virata su ascolto dal vivo-ascolto in casa ma probabilmente non ho letto abbastanza attentamente.

Comunque mi sembra si discutesse anche del concetto di vero e verosimile.

Questo mi ricorda i tentativi che vengono fatti in certe tipologie di fotografia per trasporre una scena reale nel miglior modo possibile.

La realtà ha una gamma di sfumature e una differenza di luce tra scuro e chiaro che non può essere contenuto nelle “scatole” successive.
Un tempo era: scena>negativo>stampa, ora sensore al posto del negativo.

Ad ogni passaggio le sfumature e la luce vengono compresse sempre di più.

Una foto non può essere uguale ma solo verosimile e questo avviene se la proporzione, pur se in scala ridotta, viene rispettata.

Ad esempio le foto di Ansel Adams, famoso fotografo paesaggista, hanno una reale proporzione e rendono molto bene quella realtà, cioè sono verosimili.

Il paragone mi sembra congruo con la nostra materia.

È anche vero che non tutte le foto vogliono essere un verosimile racconto e in certe altre tipologie discostarsi dal proporzionale può essere funzionale alla forza del messaggio.

Probabilmente anche questo può avvenire nel nostro campo

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